🔞Capitolo 5🔞

Giorno numero due di lezione; quest'oggi sono ben convinto a lasciarmi alle spalle il trascorso di questi giorni. Questa notte ho riflettuto molto: mi sono lasciato abbindolare dall'attrazione per un corpo giovane, ma non succederà mai più. Io amo mia moglie e per me esiste solo lei. Faccio questo lavoro da quasi 20 anni ormai, e ne ho viste di tutti i colori. In questa università ci sono una marea di ragazzine che la fanno annusare e a volte anche vedere e bisogna stare davvero attenti per non fare cazzate con una di loro. Ma non sempre è facile, "a volte non ci riesci" così mi diceva Gabriele, il mio migliore amico, che aveva buttato nel cesso il suo matrimonio di oltre quindici anni per una ragazzetta.

Entro in aula silenzioso mentre bevo il mio terzo caffè della mattinata e lei è seduta all'ultimo banco in fondo, da sola, spesso guarda fuori dalla finestra e sembra persa nei suoi pensieri.

"Buongiorno a tutti." esordisco.

Tutti rispondono con un sorriso licenzioso perché mi temono, voglio dire io sono Riccardo Bianchi, quello che fa lo stronzo.

Lei mi fa l'occhiolino, e Cristo però!

Che cosa dovrei fare? Parlare con il Rettore? Spiegare che c'è una ragazzina che cerca di farselo infilare ovunque? Oddio! Mi mordo il labbro inferiore mentre lei inizia a mordicchiare la punta della matita, lecca il gommino e io di nuovo sento una strana costrizione.

"Oggi vediamo di andare un po' più avanti..." spiego mentre comincio a tracciare sulla lavagna delle frasi filologiche, tutto pur di non incrociare il suo sguardo. Il gesso fa uno strano rumore contro le mie mani che sono sudate. Mi guarda, si morde il labbro, e la sua mano si trova sotto il banco. Il suo viso è leggermente arrossato, mi fissa con intensità, poi tira leggermente la testa all'indietro chiudendo gli occhi brevemente. D'improvviso porta le dita alla bocca e le lecca.

Cosa?!

Si è davvero masturbat* guardandomi?!

Sono sconvolto, ho dato una pausa ai miei alunni contro ogni logica e sono corso in bagno a masturbarmi. Non è possibile che questa ragazzetta abbia su di me questo potere assolutamente devastante. Afferro il mio membro duro e inizio a menarmelo. Immagino di riempire la bocca di quella ragazza mentre lei mi guarda con i suoi occhioni.

Mmmm, solo ad immaginarmi quelle labbra impertinenti su di me. Dio quanto godo!

Sono costretto ormai a fare lezione seduto per non far vedere il mio membro indurito da quella ragazzina. Giunge finalmente l'ora di uscita e mi guarda, poi dal suo banco alza la mano, anche se siamo soli.

"Professore, mi chiedevo se può fornirmi alcune delucidazioni su quanto spiegato poco fa, mi sembra di non capire molto gli ultimi argomenti." il suo tono è chiaramente sfacciato, mi parla toccandosi leggera la coscia sotto il banco.

"Signorina, non credo che lei ne abbia necessità." lei si alza e viene verso la cattedra, lanciandomi un'occhiata provocante.

"E invece ho bisogno di chiarimenti."

"Va bene, mi dica cosa non le è chiaro allora."

"Vede lei quando ha spiegato cosa studia la filologia, ha visto che avevo la mano nella mie mutandine, ma non ha fatto nulla..."

Le sue parole mi eccitano immediatamente e mi sconvolgono, la guardo e deglutisco cercando di trattenermi.

"Signorina, ho visto quello che stava facendo..." inizio a parlare ma mi interrompe.

"Ecco il chiarimento che volevo è il seguente: perché è rimasto fermo ? Non le piaccio abbastanza?" dice sedendosi sulla scrivania e aprendo le gambe.

Cavolo, non ha le mutande!

No, no, non posso crederci che mi trovi davanti ad una vagina che non è quella di mia moglie! Come diavolo ci sono arrivato sino a questo punto?

"Signorina vada via..." la richiamo ma lei ha già alzato la maglietta mostrandomi il suo seno perfetto, i capezzoli sono turgidi e il mio membro sta esplodendo. Quel seno... una visione ultraterrena.

"Signorina, abbassi la maglia. La prego e vada a casa." l'invito controvoglia, ma non mi ascolta. Ha le bocce totalmente di fuori e io se mi trovassi in una situazione che mi consentisse di vivere i miei impulsi, beh... annegherei decisamente in lei.

"Mi spieghi professore, mi spieghi perché non mi vuole!" dice mordendosi le labbra. La sento ansimare, alzo gli occhi e davanti a me, ha la mano nella gonna che si masturba guardandomi.

"Professore la prego...lo voglio sentire tutto dentro, sarà il nostro segreto." piagnucola e chiudo gli occhi.

Si avvicina e si mette di fronte a me.

"Non le piaccio abbastanza?!" dice prendendomi le mani e posizionandole sul suo seno perfetto. Sto per perdere la ragione, sono praticamente venuto nelle mutande senza che il mio membro venisse assolutamente sfiorato!

"Signorina, la prego di smettere. Io sono il suo professore e avrò sicuramente l'età di suo padre. Non mi metta nella condizione di parlare con il Rettore." la richiamo ma la verità è che la voglio, la voglio da morire.

"Professore, non mi importa dei suoi richiami. Io la voglio." chiudo gli occhi.

Devo resistere.

Devo resistere.

Non posso.

Anna.

I miei figli.

Non posso.

"La smetta. Non so quale sia il fine di questa sua sceneggiata, ma se pensa di poter avere favoritismi in cambio di discutibili prestazioni, allora ha sbagliato persona."

"Non voglio favoritismi."

"E allora cosa?" sono agitato, arrabbiato, eccitato.

"Fare sess* con lei. E basta."

Sono sconvolto dinanzi a tutta questa sfacciataggine che mi eccita oltre ogni dire.

No.

No.

La mia schiava, l'addestrerei a mio piacimento e io diventerei il suo Padrone.


No.


No.

"Lo sa che potrei essere suo padre vero?"

"Credo che lei sia persino più grande di lui, sa?"

Sgrano gli occhi.

"Professore, si lasci andare... non si pentirà." mi afferra per i capelli e mi guarda con quei suoi occhioni blu. Si avvicina lentamente un passo dopo l'altro, mette una mano attorno al mio collo. Ha delle pupille splendide attorniate da un iride azzurra sfumata di giallo.

"Lasciati andare..." dice avvicinandosi per poi baciarmi con violenza. Un bacio che onestamente in tutta la mia vita io non avevo mai ricevuto da parte di nessuno.

Le bocche s'incontrano e lottano nel tepore, ci mordiamo le labbra e le nostre lingue lottano ferocemente. Allora le mie mani cercano di immergersi nei suoi capelli rossi mentre la sento tremare su di me come una gattina. Sento la sua lingua ovunque e ricambio, impazzito dalla sua brutalità, e le sollevo subito la gonna.

"Apri le gambe." le ordino mentre le strappo quel pezzo inutile di stoffa e mi faccio scivolare giù i pantaloni. La prendo in braccio e la sbatto con rudezza sopra la cattedra e lei mi spinge fra le sue gambe. Mi prende il pene in mano e subito se lo infila dentro. Accidenti, quante volte nella mia vita ho sognato una donna così passionale, attiva e non sottomessa e passiva? Io non resisto più perché il contatto con la sua pelle giovane mi fa ammattire e inizio a martellarla come un pazzo. Lei per me è un'ossessione che mi ha fatto diventare il pisello di marmo e sento che lo ho durissimo perché lei ha una smorfia di dolore in faccia che mi fa godere oltre ogni dire.

"E' troppo duro, eh?" sibilo con malvagità.

Lei annuisce mentre il suo seno mi sbatte sulla faccia e io colgo l'occasione per succhiarle i capezzoli con smania. Li ho contati e non credo di aver superato i dieci affondi. Sono venuto alla velocità della luce. Tutta colpa della masturbazione a cui ho dovuto ricorrere in questi giorni. Per fortuna il mio amico si rinvigorisce subito appena i miei occhi vanno verso i suoi seni traboccanti. Glieli prendo tra le mani e le succhio i capezzoli, che diventano subito turgidi e sporgenti. La giro e piego sopra la cattedra. Devo dire che la sua pelle mi fa impazzire: calda, umidissima, stretta, tutto il contrario di quello a cui sono abituato.

"Professore, più forte!" grida lei, e io la colpisco con più vigore. Avanti e indietro, su e giù, e lei continua a gemere e agitarsi come una assatanata.

"Le ho detto più forte!"

Aumento il ritmo ancor di più e la sento stritolarmi completamente il pene. Praticamente me lo ha inghiottito e devo metterci decisamente tanta forza per continuare i miei affondi, fino a che non esplodo come un pazzo dentro di lei. Veniamo insieme, ansimando selvaggiamente. Lei si rimette la gonna e mi guarda eccitata poi mi dà un bacio sul collo, lo lecca con passione. Io respiro intensamente, sembro sul punto di morire.

"Arrivederci Professore." e va via.

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