🔞 Capitolo 44🔞 🔥Lezione 16🔥

Lezione 16

Cunnilingus

Quando torniamo a casa siamo entrambi molto stanchi e devo dire che l'aria del mare sfianca parecchio.

"Ti va di goderci un buon gin tonic in piscina prima che io debba andare in ospedale a fare la visita?"

"Sì." rispondo e in men che non si dica siamo a bordo piscina a sorseggiare un ottimo gin tonic, preparato da lui stesso.

Cavolo, ha davvero parecchie qualità quest'uomo!

Lo guardo intensamente ma appena prova ad avvicinarsi alla sdraio sulla quale sono allungata, lo blocco.

"Pensi davvero di entrarmi nelle mutandine di nuovo? Hai detto tu stesso di andarci piano..."

"Onestamente? Sì e so che ci riuscirò. Ma sai, non dobbiamo per forza fare se**o. Ho in mente altro."

Ma a chi la vuole raccontare?! Mi sta sco**ndo con gli occhi!

"Non credo..."

Si nota un rigonfiamento sotto il costume nero.

"E invece io credo di sì..."

Si è eccitato solo a guardarmi. Maledetto! Sta diventando difficile andarci piano se si comporta così...

Si toglie il costume e io rimango imbarazzata dinanzi la sua magnificenza. Lui scoppia sonoramente a ridere.

"Smettila di ridere di me, brutto str**zo."

"Uh, uh, la mia piccola si è offesa. Vediamo come posso farmi perdonare...."

È nudo, sdraiato sulla sdraio con l'erezione in bella vista.

"Mmm... che pisello duro, amore. È forse per il costume che ho scelto per te?" lo provoco anche se non dovrei affatto farlo.

Ma non riesco a resistere!

"Brava, sei sempre perspicace..." risponde lui mentre comincia a maneggiarsi l'erezione.

Cioè, si sta davvero facendo una se*a mentre mi guarda?

Oddio questo uomo mi farà impazzire prima o poi!

Mi eccito subito nel vederlo così dannatamente erotico ma lo ignoro e lui si innervosisce.

"Me***, Elena , sono un ca**o di uomo arrapato e questo lo sai bene. Che cavolo è? Una prova di resistenza?"

"Professore, non sei un adolescente."

"Al tuo fianco lo divento. Non hai idea di quanto ca**o stia sentendo il bisogno di sfondare la tua fig**tta e sentirmi completamente parte di te." risponde mentre il ghiaccio del suo drink sbatte sulle sue labbra carnose.

"Frena i tuoi impulsi. Devi andarci piano..."

"Lo so che ci devo andare piano. Infatti ti ho detto che ho il bisogno di sfonfarti ma non lo sto facendo. Però non ti nego che ho in mente una cosa che non mi affaticherà affatto..." così facendo lui ad un tratto mette la mano sulla mia coscia morbida.

La sua mano grossa e calda mi fa sussultare e sento la mia intimità contrarsi. Inizio a dondolare un po' il bacino in avanti ma lui di colpo toglie la mano e io lo guardo negli occhi.

"Quindi vuoi ancora respingermi oppure iniziare la nostra lezione numero 16?"

"Sì... voglio iniziare questa nuova lezione. Di che si tratta?" rispondo io mentre lui si siede sulla mia sdraio.

"Cunnilingus, amore. Questo pomeriggio ci dedicheremo solo al piacere della tua patatina e voglio farti impazzire." mi sorride e si china verso me, infilandomi la testa tra le gambe, restando seduto sulla sdraio. Lui scosta di lato il perizoma del costume e tira fuori la lingua.

"Voglio assaggiarti, ti leccherò fino a quando non tremerai di piacere."

Mio Dio!

Nessuno me l'ha mai leccata così!

Lui poggia la sua bocca carnosa sulla mia vagina senza bagnarla troppo, con vigore ma delicatamente, e mi infila la lingua nel buchino, tenendo la mano sul mio pube tutto depilato.

"Oddio..." gemo estasiata perché di solito gli uomini che ho avuto, soprattutto Nathan il mio ex, infilava un dito dentro e leccava il cli**ride a caso senza premura.

Ma lui no... lui è il mio Dio e mi fa godere oltre ogni dire.

"Godi, Elena... ti farò conoscere un piacere per te sconosciuto."

Sono in estasi, la sua lingua grossa, calda, bagnata, si muove lentamente dentro me, poi intorno, poi di nuovo dentro, mentre quella manona mi massaggia tutta e mi tiene un po' ferma, quasi per non farmi scappare.

"Dio, sì... così Riccardo. Non fermarti, sto per venire. Dio mio!" ansimo come dopo una corsa infinita, ho i brividi.

"Quale Dio stai invocando?" mi chiede lui.

"Sto invocando te... tu sei il mio Dio. Ancora, ancora..." questa lingua dentro me mi sta facendo impazzire, mi fa arrivare alle stelle e mi permette di tremare come una foglia accartocciata dal vento.

"Impaziente, eh? Vuoi venire? Io credo di sì... sembra che tu ne abbia una voglia pazzesca..."

Impazzisco a questa frase!

Un tuono, un lampo, scintille, fuochi d'artificio, qualsiasi cosa possa scoppiare si fa sentire nella mia testa incandescente. Così ad un tratto presa dal momento decido che è ora di agire.

Voglio sco**re!

Spingo via la sua testa e indietreggio sulla sdraio col sedere e poi mi giro di schiena a quattro zampe, col cu**o sodo e liscio verso il suo viso.

"Amore..." mi richiama lui.

"Dimmi?"

"Dovrei punirti per quello che hai fatto..."

"Beh, allora fallo." so bene che questo grosso ca**o è pronto per me.

"A quattro zampe. Brava, così." mi sussurra mentre mi accarezza la schiena.

"E adesso ti punisco! Sai bene che quello che comando sono solo e soltanto io! Tu devi solo ubbidirmi! Non devi prendere iniziative di nessun tipo!" mi grida con gli occhi di un pazzo.

Comincia a colpirmi e le sue scullaciate sono sempre più vigorose.

"Non ti bastava la mia lingua? Volevi il mio ca**o? Ah! Non ti basta mai eh?" mi urla mentre mi schiaffeggia ancora.

Il dolore inizia a essere insopportabile e per un momento penso di gridare per farlo smettere. Ma resto in silenzio. Il mio sedere è in fiamme e la pelle brucia.
Ad ogni manata ho brividi di piacere e ad ogni sculacciata il desiderio del suo ca**o aumenta sempre di più.

"Basta... basta Riccardo..."

Emetto una serie di lamenti, voglio che smetta e che mi prenda da dietro.

"Ti lamenti? Non dovresti, sai che se lo fai divento ancora più cattivo." arriva infatti uno schiaffone sulla chiappa destra.

"Aaaaah!"sento il mio liquido affluire come una cascata giù per le cosce, e non riesco a trattenere un gridolino di dolore misto ad enorme piacere.

"Riccardo... prendimi." ansimo e conficco le unghie nella sdraio, mentre lui continua a torturarmi.

"Ti prego, sto impazzendo..." avverto che la fi** continua a bagnarsi all'inverosimile, sento il mio umore scorrermi fra le cosce

"Vuoi sentire il mio ca**o duro nella tua bella figa bagnata?"

"Sìììì! Ti prego!" lo sopplico disperata. In un attimo mi appoggia la punta del suo pe** tra le gambe, sulla mia patatina ormai aperta e quasi gocciolante. Gemo e lui quasi grugnisce, dando un colpo assestato bene che quasi non mi fa svenire.

Non me lo scorderò mai.

Inizia a spingersi dentro me con quella presenza ingombrante e pulsante. Stiamo facendo se**o come due animali, a farlo a pecorina con una classe da pochi.

"Pu**ana, sei la pu**ana!"

"Sì, sì sono la tua pu**ana e tu sei il mio Padrone!" mi tiene per i fianchi mentre grugnisce e di tanto in tanto si china su di me per mordermi una spalla, oppure mollare la presa e spostarla sulle te**e, che intanto dondolano, sbattendo tra loro, in sincrono col rumore che fanno le sue palle sbattendomi.

"Io ti posso fare tutto quello che voglio, vero?" mi chiede lui.

"Sì... lo sai benissimo. Io sono tua, puoi farmi quello che vuoi."

"Eppure, fra le tante cose che potrei farti adesso l'unica cosa che farei è rimanere dentro questa fi** per sempre." godo tantissimo, questo pisello durissimo scivola avanti e indietro.

"Oh, ca**o, ca**o." preferisce lui sull'orlo di eruttare. Dove prima c'era la sua lingua ora ci sono le sue palle che mi sbattono con decisione sul clitoride, ormai gonfio e sensibilissimo.

"Riccardo...." lo chiamo un attimo prima del mio scoppio.

"Elena..." mi risponde lui mentre ci baciamo mugolando mentre veniamo entrambi. Gridiamo di piacere, fino a che non raggiungiamo l'orgasmo insieme, è un vero maestro, professore del se**o.

"Woooow. È stato... sensazionale..." commento adagiandomi sulla sdraio.

"È vero... con te ogni volta è come toccare il paradiso con un dito."

"È come se ci conoscessimo da sempre. Come se le nostre anime fossero legate da un filo ancor prima che ci incontrassimo in quell'aula. Tu conosci talmente bene il mio corpo che è come se tu mi avessi già conosciuto in una vita passata. Non trovi?"

"Già..." si limita a rispondere lui un po' algido ma non ci do peso. So che ora il se**o lo affatica molto e non posso aspettarmi di certo ora come ora discorso sui massimi sistemi del mondo.

Rimaniamo così, stretti, abbracciati, innamorati a guardare il mare. Adoro questo momento, in cui tutto odora di noi, io odoro del suo seme, del suo possesso, della sua voglia, del suo amore.

E poi piena di lui mi stendo sulla sdraio e lui va via ... ma non per molto ....

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