🔞Capitolo 3🔞
Era stato divertente giocare con quel despota che si crede di averlo d'oro. Dio! Quanto lo odio. Mi ha fatto fare una pessima figura davanti a tutti miei compagni di corso bollandomi come una superficiale!
Un uomo decisamente affascinante, rude, dalla voce compatta e dura ma troppo sicuro di sé. Io ho il carattere di un leone e se un professorotto crede di ammansirmi con quel tono ridicolo, si sbaglia di grosso. Gli uomini come lui mi fanno decisamente schifo, anche se il mio corpo non sembra d'accordo con la mia testa. Appena ho incrociato i suoi occhi verdi, il mio nucleo ha cominciato a reclamare la pienezza di quel corpo. Il professor Bianchi è l'uomo più sexy che avessi mai incontrato. Se solo avessi voluto mi sarei potuta prendere gioco di lui, provocarlo al punto da fargli perdere la testa e poi lasciarlo a bocca asciutta, dandogli una lezione che mai avrebbe dimenticato nella sua vita. Quel pensiero si insinua dentro di me tentandomi. Forse sarà davvero quello che farò con lui. Voglio conquistarlo ad ogni costo anche perché il tarlo dell'ossessione ormai si è impadronito del mio corpo: a me succede così quando un uomo mi colpisce, non me lo tolgo dalla testa sin quando non l'ho fatto mio.
Torno a casa e la giornata passa velocemente, del resto da quando mio padre è andato via di casa, passo gran parte del mio tempo da sola. Mi masturb* al ricordo di quel professore dagli occhi verdi, bello, bastardo e secondo me anche notevolmente dotato. È come se qualcosa di lui mi avesse rapito, di solito mi succede così, più un uomo è inarrivabile e più io adoro conquistarlo. La mente non riesce ad allontanarsi dal pensiero di quello stronz*.
Immagino le sue spalle così larghe, avvolte da quella camicia bianca sbottonata leggermente sul petto. Penso alla sua voce, che ha saputo eccitarmi come non mai. E poi involontariamente lo immagino nudo davanti a me che mi ordina di accasciarmi ai suoi piedi. Con rudezza e prepotenza mi infila il suo membro tra le labbra e io inizio ad immaginare il suo sapore da uomo tra le mie labbra.
Mi mordo leggermente un lato delle labbra, chiudo gli occhi, emetto un profondo respiro. Cerco di allontanare la mente, ma la mia mano inizia a sfiorare il mio seno e immagino che sia la sua. La sua mano, che ho guardato con desiderio, adesso mi sta toccando nella mia fantasia. Un uomo così bello e di quell'età chissà quante esperienze avrà avuto e quanto piacere saprebbe dedicarmi!
Richiudo gli occhi... vorrei che fosse qui!
A letto, non mi vergogno di confidarvi che sono un po' perversa. Ho sempre voglia di provare qualcosa di nuovo e amo prendere l'iniziativa e il sopravvento. Io non sono una di quelle che si fa dominare passivamente, assolutamente no. Mi piace tenere testa all'uomo con il quale mi interfaccio, senza nessuna forma di tenerezza. Per farvela breve: mi piace fare sesso anche tanto. Sto dicendo forse qualcosa di sbagliato? Per molti uomini sì. Molti mi bollano come una sgualdrina ninfomane ma non è così. Sono una donna passionale che quando è attratta da un uomo lo desiderava disperatamente e farebbe di tutto per compiacerlo e conquistarlo, senza sopprimere la mia indole ribelle e caotica. Adesso devo proprio ammettere che sono stata rapita dalla bellezza del mio professore di filologia. Basta, non riesco più ad aspettare: devo masturbarmi subito! Sono bagnatissima! La mano si fa spazio sotto gli slip, le gambe si allargano. Sento la mia pelle calda e bagnata e vengo in un solo istante, grazie a pensiero di quel professore stronz*.
Professore, tu sarai mio!
Nel frattempo, giunge la sera in una battibaleno, e quando giungo al locale, mi preparo per la serata controllando in continuazione se fosse nei paraggi mia madre. Purtroppo, per pagare l'università ho cominciato a ballare in un locale della città, precisamente in un Night club. Non me ne vergogno perché non faccio nulla di male ma arrotondo le spese, perché lo stipendio di mia madre è misero. Tuttavia, la prima persona che vedo è l'ultima che mi sarei aspettata di incontrare.
Riccardo Bianchi è qui, bello da fare male, l'espressione seria lo fa apparire come un uomo irraggiungibile. Sta fumando una sigaretta e di tanto in tanto volta lo sguardo a destra e a sinistra in cerca di qualcosa oppure di qualcuno. E' decisamente agitato: il night non è un posto per un uomo distinto e riservato e sono sicura che lo hanno trascinato quo dentro con un tranello. Mi chiedo come mai si trovi qui, è in compagnia di un collega, il professore di Storia, che non fa che agitarsi sulla sedia. Lui è annoiato ed irritato.
D'un tratto, i nostri sguardi si incrociano e lo vedo diventare rosso come un peperone.
E lo credo bene!
È davvero imbarazzante trovare il proprio professore in un locale notturno!
Ma adesso vedrà come lo combino!
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