🔞 Capitolo 27 🔞
Riccardo ha iniziato a tremare, completamente sconcertato dall'alcol e dalla situazione venutasi a creare.
"Riccardo, cosa diavolo stai facendo?!"
Questa donna ha gli occhi che le stanno per uscire dalle orbite.
"Sapevo che non eri cambiato affatto. Questa ragazzina è uguale ad Eva, ti rendi conto?! Mi fai schifo..."
Eva, ma chi è Eva? Un'altra amante sicuramente!
Questo implica che io non sono l'unica nella sua vita... povera cretina che si era illusa di essere speciale per lui!
Mio Dio, sento un vuoto profondissimo nel cuore.
"Silvia... io... ti posso spiegare." sono queste le parole che biascica mentre una donna dai capelli neri e gli occhi verdi ci fissa in cagnesco. Io mi abbasso la gonna e tento di ripristinare un aspetto decente, anche se a questo punto, mi sembra decisamente impossibile.
Ma nulla toglie il fatto che sono furiosa: chi ca*** è questa qui che sbraita?
Una sua amante?!
Allora avevo ragione a sospettare che si trovasse qui con un'altra!
Il mio sesto senso non aveva affatto sbagliato, allora!
Non posso starmene in silenzio, il lato oscuro di Elena ruggisce come una belva. Mi ha appena chiamata "amore" e non posso tollerare che qui davanti a me c'è una gelosa che lo reclama.
Non posso passare sopra ad un simile trattamento!
"E tu chi ca**o sei?" sbraito spiritita mentre questa donna sta per avere un attacco di nervi. Riccardo si poggia sul muro e inclina il capo in avanti, si accascia per terra ed inizia a vomitare. È ubriaco marcio e l'alcol gli ha teso questo terribile tranello.
Caspita, non vedevo una persona vomitare per una sbronza da almeno 3 anni, quando con le mie amiche il week-end alzavamo il gomito e ci trovavamo a tenerci la testa a vicenda.
"Da quanto tempo te lo sc*pi?" la donna spezza il silenzio con una frase del tutto inaspettata.
"Qualche settimana ." balbetto mentre sto per rischiare di soffocare per la rabbia. In questo momento, vorrei solo scappare via perché non mi sento affatto a mio agio. "Ti infastidisce per caso?" le chiedo con tono canzonatorio ma lei non sembra affatto gradire e inizia a pungolarmi.
"Ah. Che schifo! Lo sai che fai davvero ribrezzo? Scop*** nello sgabuzzino di un locale con un uomo che a casa ha moglie e figli?"
Non ho molta pazienza e non ho voglia di essere umiliare da una donna acida e scorbutica.
E poi lei mi sta facendo la romanzina ma esattamente lei non fa la stessa cosa con lui?
"Ti piacciono gli uomini sposati, eh? Sei una di quelle che ama rovinare le famiglie, eh? Beh, io non te lo permetterò." prosegue a tono e in questo momento ha una tale faccia da schiaffi da far perdere la pazienza persino ad un premio Nobel per la pace.
"Sarò diretta con te: devi stare lontana da mio fratello. Devi sparire. Subito. Immediatamente. Non ti voglio vedere mai più. Sparisci, schifosa ragazzina! Sparisci, ca***! Sparisci prima che io possa commettere qualche follia..."
Ma è sua sorella!
No!
Maledizione!
Riccardo mi aveva avvertita, io me ne sono sbattuta ed ecco il risultato!
Maledizione a me e alla mia impulsività!
C****o, mi sento così in colpa perché se non lo avessi disubbidito non sarebbe mai successo questo casino.
"Sparisci, ti ho detto! Non permetterò a nessuno di distruggere la mia famiglia!" grida lei con un urlo potentissimo che la fa scoppiare a piangere a dirotto.
"Lui si trovava qui perché è morta nostra madre. Domani c'è il funerale e io non permetterò ad una stupida squaldrina di macchiare le ultime volontà di mia madre. Sparisci, ca**o! Non ti vergogni neanche un po'? Non ti fai schifo? Ma io conosco bene quelle come te... putt*an*lle, felici e soddisfatte di avere sedotto un uomo maturo e di aver distrutto una famiglia! Beh, io non ti farò provare la compiacenza a cui auspichi, cara predatrice..."
Queste parole mi segnano nel profondo e mi fanno parecchio male. Il dolore che sento mi riporta a quando mio padre lasciò casa per fuggire con la sua giovane amante.
Scoppio a piangere e mi sento totalmente senza difese, umiliata e ferita abbasso lo sguardo con rassegnazione.
"Ah, adesso piangi? Mi dispiace, tesoro ma è troppo tardi. Sei una pu**ana e niente potrà cancellare il male che hai fatto. Ma non ti permetterò di continuare questa mattanza. I miei nipoti hanno bisogno di un padre. E tu non sei nessuno per rovinare il matrimonio di mio fratello! Devi sparire dalla mia vista, ragazzina! Altrimenti, credimi che finirebbe molto male..."
Io sento il respiro mancare: lei è sua sorella e mi sta chiedendo di andare via, o meglio di sparire per sempre dalla vita di Riccardo. Mi trovo al centro di uno scandalo famigliare in cui io sto passando per l'unica artefice di questo disastro. Guardo Riccardo che è ancora accasciato per terra ed è completamente stordito dai fiumi dell'alcol.
"Elena..." mi chiama lui alzando il braccio destro verso di me. Prova a rialzarsi ma cade di nuovo a terra. Tento di avvicinarmi a lui perché in questo momento vorrei solo essere rassicurata ma la donna non me lo permette, ponendosi come fosse una poliziotta davanti a suo fratello.
"Non te ne andare, Elena..." biascica Riccardo guardandomi mentre intravedo una lacrima macchiare il suo volto.
Quello sguardo mi ha totalmente folgorata e fatto comprendere che per me ormai, non è più solo se**o con lui.
"Non ci senti? Ti ho detto che devi andare via! Pu**ana!" grida questa donna che sembra sul crollo di un esaurimento nervoso.
"Non andartene amore..." continua a sussurrare lui mentre un'altra scarica di vomito lo umilia. Incrocio i suoi occhi.
Sono così profondi che potrei perdermi all'interno. E sono così verdi che ricordano una primavera infinita.
"Te lo avevo detto..." mi sussura lui allungando nuovamente la mano verso di me. E io mi sento parecchio in colpa perché è vero: lui me lo aveva detto.
"Lo so..." sussurro io dispiaciuta. "Scusami." pronuncio ma so che ormai scusarmi è inutile.
Come vorrei cancellare tutto il male che ho recato in questo momento a Riccardo.
Se fossi rimasta a casa - come mi aveva chiesto espressamente - niente di tutto ciò sarebbe accaduto e io avrei potuto continuare a vederlo.
E invece, in questo momento sono costretta a dirgli addio, probabilmente per sempre.
Lo guardo intensamente e lui fa lo stesso con me senza mai distogliere lo sguardo da me. In questo preciso istante dai suoi occhi leggo tutto quello che prova e non riesce a manifestare a voce. E in quello sguardo che io scopro la vera me, solo grazie a lui ho potuto far cadere la maschera che tutti mi bollano addosso.
"Non andare via amore..." lo sento sussurrare piano per arrivare dritto in fondo al mio cuore, travolgendolo di emozione.
"Amore? La chiami anche amore, a questa qui?" la donna si mette una mano sulla fronte, in procinto di svenire.
"Sparisci Putt**a!" strilla demoniaca.
E io guardo Riccardo negli occhi per un' ultima volta. Ed eccomi qui, con la misera consolazione di vedere per l'ultima volta i suoi occhi.
Occhi che hanno reso le mie giornate certamente migliori.
Occhi che mi hanno salvata dal buio in cui stavo cadendo.
Occhi che mi hanno trafugato la maschera che mi ero imposta di indossare.
Occhi che mi hanno saputo scoprire la vera me. E non una contraffazione che pronevo a chiunque si avvicinasse a me.
Occhi che ora devo fingere che mi siano nemici per avere il coraggio di sparire.
"Non ci senti? Ti ho detto che devi sparire!!!"
E quindi lo faccio.
Sparisco nel buio della città, piangente e distrutta dalle parole malvagie di una frustrata ed iperprotettiva.
Quindi se un uomo sposato si diverte con me, la colpa sarebbe solamente mia?
Roba da pazzi!
Mi reco alla stazione per riprendere il primo treno per tornare a casa e sorprendentemente il primo è solo fra un'ora. Attendo con le cuffie nelle orecchie e il cuore che fa un frastuono tremendo. Quando sono sul treno, ho il cellulare attaccato alle mie mani ma è evidente che sto aspettando una chiamata che non arriverà mai. Contro ogni mia aspettativa, è scomparso.
La mia pelle trema, la mia mente è scombussolata, i miei nervi sono alle stelle.
Sono stata bollata come "pu**ana", una parola che da sempre si cuce morbosamente sulla mia persona.
Non ne posso più.
È un dolore profondo quello che sento nel petto.
Sento il cervello cominciare a pulsare, una forte emicrania scoppia nella mia mente che è fagocita dal pensiero del professore.
Perché lo sto pensando così intensamente?
Sono ridicola, dovrei accettare semplicemente il fatto che non vuole affatto tenermi nella sua vita di me**a.
Non riesco a smettere di pensare a lui, ormai i miei pensieri sono tutti per l'uomo dagli occhi verdi.
Non mi cercherà, non verrà a prendermi.
Devo convincermi che lui per me non ci sarà più.
Né ora né mai.
È se l'ho perso è solo colpa mia!
È sposato e sarà così oggi, domani e per sempre. E io sono solo un gioco, la sua avventura passionale, la sua schiava.
Devo smetterla di illudermi, devo cancellare il suo pensiero ma non ci riesco davvero, non so dove mi porterà tutto ciò, sento già puzza di bruciato.
Sto cominciando a provare dei sentimenti per quest'uomo?
La riposta ormai è inutile perché tra noi è finita.
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