Scriveva e ricancellava quelle parole che sulle righe di quel quaderno risultavano essergli sbagliate e stanco di stare lì seduto per ore e ore a sfracellarsi per una materia in cui nemmeno riusciva. Insomma, no che non si applicasse abbastanza, ma, ma per quanto ci tentava, era arrivato alla conclusione che la matematica non facesse per lui.
Ma come poteva anche solo di pensare di lasciare quel foglio – dalla scadenza di domani – così in bianco. E per di più gli esami di fine anno non facevano altro che avvicinarsi sempre di più. E i professori, di certo, non aiutavano. Stavano sempre lì a premere come spine al fianco, sempre lì a ricordargli che quei risultati, sicuramente, avrebbero segnato le loro vite. Ma poteva mai davvero essere così?
Stiracchiandosi la schiena che sentiva chiedergli un dannato aiuto e la testa che doleva un poco, decise che forse per quel giorno sarebbe stato meglio prendersi un poco si svago. In fondo, ne aveva davvero bisogno. Chiuse il libro e posò gli occhiali da lettura che per tutto il tempo gli avevano tenuto nascosti quei due piccoli occhi scuri a mandorla, ora segnati dalla stanchezza, nella taschina della T-shirt bianca che portava abbinata con dei corti pantaloncini blu tenuti su con una cintura nera e dei calzini bianchi nascosti a delle basse scarpe nere scolastiche. I capelli scuri e corti che venivano accarezzati da quel piacevole vento pomeridiano di aprile. Senza ombra di dubbio, rivolgendo lo sguardo sui coetanei intenti a parlare tra loro nel giardinetto, quel pomeriggio doveva essere solo fatto per goderselo in santa pace e chissà magari con qualche uscita o meglio ancora un piccolo riposino.
Ma solo il tempo di pensarlo lontanamente, ecco che, il suo campo visivo si oscurò. Alzò il viso per vedere chi fosse andato a disturbarlo. Ah Book. Il suo carissimo amico Ai Book e ovviamente insieme all’immancabile Ai Frame, il fidanzato del quale mai si staccava. Quest’ultimo come un Koala se ne stava attaccato all’amico timido, che spostando lo sguardo un poco di qua e un poco di là, era intento a capire se qualcuno li stesse vedendo oppure no.
Book era così. Timido e riservato e per quanto ne sapeva, certi atteggiamenti come quelli, dimostrati apertamente al pubblico lo facevano sentire come un pesce fuor d’acqua. Povero il suo caro amico, ma ciò era anche divertente ai suoi occhi.
《 A- Ai Frame ti prego…. Aspetta un attimo 》balbettò Book rosso in viso, guardando in viso l’amico ancora seduto sulla banchina. Nonostante i baci che il fidanzato aveva preso a regalargli dolcemente sul collo, non mancò poi dal rivolgersi a Fuse con un Wai rispettoso, il quale venne ricambiato educatamente 《 Mmm…. Swad-dee krub Fuse, vuoi che ti aiuti con matematica? Ho visto che hai avuto dei problemi in fatto di questo》 aggiunse.
Con un sorriso e occhi luminosi, Fuse, con una felicità che sentiva stranamente strabordare dal cuore, si alzò improvvisamente in piedi. Annuendo energeticamente con la testa e facendo poi un piccolo inchino con la testa.
《 Shit! Grazie Ai Frame, te ne sarei immensamente grato. Mi hai appena salvato da un problema mille volte più grande di quello che non molto poco fa avevo tentato di risolvere. Davvero, grazie ancora mio caro amico 》 disse con tono più che eccitato e con il sorriso che si faceva sempre più a orecchio ad orecchio.
Certamente, credeva che Dio lo avesse ascoltato, mandandogli quel miraggio piombatoli proprio nel momento di bisogno e che Book, fosse già di per suo di natura disponibile con tutti e gentile. Sapeva che su di lui si poteva sempre contare e come amico avrebbe ricambiato quei favori presi in prestito per un poco di tempo.
E non contenendosi più, alzandosi dalla banchina e facendo il giro del tavolo andò a stritolare in un abbraccio senza tempo l’amico, sotto lo sguardo inceneritore e geloso di Ai Frame, il quale era stato costretto dal separarsi dall’amato, ma nel farlo, però, sentì il cuore più solo e triste.
《 Va tutto bene Ai Fuse. Sono tuo amico e per me è un piacere aiutarti 》 disse un imbarazzato Book.
《 Sì, tutto molto commovente devo dire. Ma…. Book non è giusto che a me non lasci esternare i miei sentimenti 》 si lamentò, fingendo di offendersi e incrociando le braccia al petto, mentre la sonora risata degli altri due, dovuta a un occhiata molto intesa scambiata fra loro, rimbombò nella quiete giardino e nel cuore di un Frame ora divertito.
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