Capitolo 19
Navio era felice come un topo a un raduno di gatti. In effetti, si sentiva allo stesso modo.
Cosa diamine ci facesse lui, insieme ai suoi due soldati, in quell'hangar con ben due Inquisitori, non era ben chiaro. E nessuno sembrava volerglielo spiegare.
A un'occhiata più attenta, Navio aveva dedotto che né la Commodora, né l'Inquisitrice Mayu, né la tenente degli Eremiti avevano idea del perché tutti loro fossero lì dentro.
L'unico che pareva sapere qualcosa era il giovane Inquisitore, che però, appena entrato, si era messo a fare strani gesti assieme alla donna che era con lui, in un frenetico agitarsi di dita e mani.
La ragazza pareva esasperata, mentre l'Inquisitore sembrava sul punto di scoppiare a ridere.
Guardando con la coda dell'occhio, Navio si rese conto che l'Inquisitrice non perdeva una mossa del collega, anche se sembrava all'oscuro di cosa stesse facendo tanto quanto gli altri.
La Commodora Lotara se ne stava seduta su una cassa, avvolta da un'armatura a carapace e da una lunga tunica bianca; stringeva l'elsa di una spada potenziata, e fissava la ragazza con la mezza maschera con un misto di terrore e furia.
La tenente con la maschera intera, invece, si era andata a posizionare il più lontano possibile da tutti, senza dire una parola. Si era accucciata sui talloni in un angolo, le braccia stretta attorno al corpo, e per quanto Navio ne capiva poteva benissimo essersi addormentata.
«Ma se le vado a parlare?» gli sussurrò Bianchelli, indicando col capo la giovane tenente.
«Se vuoi farti ammazzare...» gli rispose Navio. Da come aveva capito, l'ufficiale non era più felice di loro di trovarsi lì.
Il seguito della Lady Inquisitrice non faceva ben sperare, con un servitore arma lobotomizzato, un avanzo di galera che continuava a fissare le donne presenti, e un quartetto di invasati che per poco non gli avevano sparato addosso quando erano entrati.
Il fante di marina sembrò titubare qualche momento, poi si decise di avvicinarsi alla ragazza.
«Per me lo picchia» disse Neretti, con un'alzata di spalle.
«Sarà una loro usanza» ribatté Navio, gli occhi che non si staccavano dal suo soldato.
Bianchelli aggirò con cautela il quadrato di Eremiti, ignorò lo sguardo assassino del tizio con la barba sudicia, e infine si posizionò accanto alla tenente. Parlò a voce troppo bassa perché Navio lo sentisse.
Cinque minuti dopo, la ragazza non lo aveva né schiaffeggiato né ammazzato. Nemmeno risposto, sembrava, ma era il minore dei mali.
«Lo spazioporto è in sicurezza» disse ad un tratto la Lady Inquisitrice. Più di qualcuno sussultò.
«Comunico di far sbarcare le squadre restanti» fece Lotara, mentre si alzava di scatto. A giudicare dal tono, Navio era abbastanza sicuro volesse uscire di corsa.
«Dopo» sibilò Manyu. «Il Lord Inquisitore Zosimo deve esporci qualcosa»
Per nulla felice, la ragazza si sedette di nuovo sulla cassa. Lanciò un'occhiataccia a Bianchelli e alla tenente, e l'ufficiale mascherata scattò in piedi, mettendo subito, quasi di corsa, quanta più distanza tra lei e il fante di marina.
Navio si morse la lingua, per non ridere.
Intanto, il Lord Inquisitore Zosimo aveva finito la sua strana danza di dita e mani con la guerriera ancora più strana.
«Bene signori, come immagino abbiate capito, siamo tutti qui per un motivo» inizió il giovane, un sorriso a trentadue denti. «Vogliamo intanto fare le dovute presentazioni?»
Nessuno nell'hangar parve raccogliere l'invito. Solo la guerriera silenziosa fece un paio di cenni, che suscitarono uno sbuffo.
«Va bene... allora inizierò io» il Lord Inquisitore fece qualche passo verso la sua collega, abbastanza perché i quattro Eremiti alzassero le armi verso di lui.
Incurante della tensione crescente, Zosimo parve trattenere a stento una risata, per poi girarsi di scatto e indicare la guerriera silente.
«Ecco a voi Galeria! Cavaliera Vestale!»
La ragazza sussultò visibilmente, ma riuscì a ricomporsi in un singolo istante. A Navio non serviva chissà qualche esoterica conoscenza, per decifrare il significato della mano che la poveretta si mise in faccia.
«Io sono Resh» disse lo xenarita. «Tecnoprete esploratore».
Nessuno disse nulla, ma Navio e Neretti si scambiarono uno sguardo veloce. Il sacerdote del Dio Macchina non aveva fornito il nome di un mondo forgia, ma il tenete di vascello sapeva che "resh" era una designazione abbastanza rara su Malapha, riservata a quanti operavano molto, molto lontano dal pianeta.
«E io sono il Lord Inquisitore Zosimo» completò il giovane, indicando poi il trio di Irlaviani. «Volete presentarvi anche voi?»
«Sissignore... tenente di vascello Navio Bianchieri, primo plotone incursori della Euribia»
«Amulio Neretti, caporale, genio navale»
«Sennio Bianchelli... incursore»
Un silenzio imbarazzato scese nell'hangar, con i due Inquisitori che si fissavano a vicenda.
La tensione andò accumulandosi, con la Lady che fissava il volto sorridente dell'altro, le sue guance brune che si coloravano di rosso man mano che l'irritazione le cresceva dentro.
«Pss... questo è il momento in cui tu ti presenti, Mainyu...» Zosimo parlò in un sussurro chiaramente udibile.
Per un momento, Navio fu sicuro che l'altra avrebbe ordinato agli Eremiti di sparare, ma invece caccio un lunghissimo sospiro, sibilando come una serpe.
«Lady Inquisitrice Mainyu El-sharra, ordo Xenos, reggente di Amesa per Decreto Imperiale» sembrò titubare, come se volesse aggiungere altro, poi indicò i membri del suo seguito «lui è Pius, un mio accolito, l'altro al momento è dislocato altrove; infine c'è la Commodora Lotara»
Se l'interessata si offese per essere stata nominata quasi di sfuggita, dopo un mezzo criminale come Pius, Navio non lo notò.
Non che l'espressione della ragazza facesse trasparire felicità, ma il tenente non vedeva nessun cambiamento nel cipiglio. Nessuno fece caso che i quattro Eremiti attorno all'Inquisitrice, rimasti fermi e zitti, venissero ignorati.
Per contro, l'Inquisitore indicò la tenente degli Eremiti.
«Manca solo lei, signorina»
La ragazza, con le spalle tremanti, fece scattare la maschera da Lotara a Mainyu, così veloce che per un attimo Navio temette le si sarebbe rotto il collo.
«Parla pure» disse infine Lotara, facendo qualche passo indietro, allontanandosi dalla ragazza, e coprendosi le orecchie come le mani.
Navio decise di non commentare.
«Farahnaz Al'sahad bi Namir» recitò lei, cantilenando. Tornò ad accucciarsi sui talloni, quando fu chiaro che nessun altro doveva presentarsi.
Da come teneva le spalle, la tenente sembrava voler scomparire.
«Credo la chiamerò Fara...» disse di colpo Bianchelli, ad alta voce.
Navio si girò di scatto, assestando una gomitata all'incursore. Il ragazzo era sbalordito come gli altri.
Fara, invece, aveva messo mano ai coltelli che portava al fianco, soffiando come una gatta infuriata. Forse non saltò addosso al poveretto solo perché c'era l'Inquisitrice in mezzo.
«Ottimo, ottimo» Zosimo batté le mani «dunque, ecco come ci divideremo: io prenderò con me Navio e Sennio, poi Lotara e l'appena ribattezzata Fara; Amulio, lei andrà con Resh, stia tranquillo, di solito è una compagnia piacevole... se vede che inizia a parlare troppo di coltelli e vivisezioni, scappi»
La strana guerriera muta, Galeria, fece una serie di gesti all'Inquisitore, che furono ignorati.
Il tecnoprete Resh non disse una parola, si limitò ad alzare il volto sul caporale Nerretti.
Quest'ultimo era di umore più cupo del suo nome.
Senza dire nient'altro, l'Inquisitore Zosimo fece scrocchiare le dita, stiracchiandosi come un gatto.
«Perfetto, tutto chiaro e deciso; andiamo!»
Iniziò a marciare fuori dall'hangar, quando Galeria lo afferrò per una spalla.
Il volto del ragazzo, ridente e soddisfatto fino a un attimo prima, divenne per un brevissimo battito di ciglia una maschera di dolore.
Guardandosi intorno, Navio fu certo che solo Lotara avesse notato l'improvviso cambiamento, con un lampo di puro panico che non faceva ben sperare.
«Come qualcuno qui mi suggerisce...» Zosimo riuscì a sorridere di nuovo, mentre Galeria scuoteva sconsolata la testa «forse dovrei dirvi dove stiamo andando, e a fare cosa»
Un lungo momento di silenzio accompagnò la cosa, solo l'altra Inquisitrice annuiva convinta. Navio non osava muovere un muscolo, stava lottando contro il bisogno di ridere.
«Per farla breve, sospettiamo che i secessionisti» iniziò Zosimo «con l'aiuto dei Tau, stiano eseguendo degli scavi in questa zona»
Il tecnoprete Resh, come se avessero provato quella scena, proiettò subito una mappa della luna, un punto lampeggiava rosso, non lontano dallo spazioporto
«Come potete immaginare, il piano è andare lì e appropriarci di qualsiasi cosa stiano tirando fuori»
«Lord Inquisitore» fece Mainyu, gli occhi così socchiusi da quasi scomparire «posso chiedere cosa stanno scavando?»
«Certo che può chiederlo, Lady Inquisitrice» il sorriso di Zosimo, stavolta, aveva un qualcosa di affilato «ma non si aspetti una risposta»
Detto ciò, l'Inquisitore si incamminò fischiettando, seguito a breve distanza da Galeria.
Con un sospiro, Navio lo seguì, facendo cenno a Bianchelli di fare lo stesso.
La tenente Fara si incamminò lentamente, cercando in tutti i modi di stare più lontano possibile da Lotara. La Commodora, di contro, stava attenta a non stare troppo vicina a Galeria.
«Sarà una missione complicata...» sussurrò Navio.
«Almeno non avremo problemi di intimità» gli rispose Bianchelli.
Il tenente annuì.
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