Tornerò sempre da te
La casa era piccola e angusta con soltanto quattro stanze. La cucina era un luogo piccolo e raccolto, al centro vi era un grande tavolo di legno vicino al quale c'era una stufa dove ardeva un allegro fuocherello, Emeral appoggiò l'arco in un angolo remoto del muro per poi togliersi il mantello rivelando due occhi verdi tendenti al grigio, un viso spigoloso, capelli castani. Si tolse anche i guanti mostrando un semplice anello sull'anulare sinistro.
-Non pensavo che la portassi - dichiarò la ragazza sedendosi sulle gambe di Emeral
-E tu non la porti, moglie mia? -
Quella domanda fece arrossire la giovane che mostrò timidamente la mano sinistra facendo capire che anche lei portava quell'anello così semplice eppure così ricco di significati.
Entrambi ricordavano come fosse stato il giorno prima il momento in cui la Gran Sacerdotessa aveva suggellato la loro unione in uno sposalizio segreto nella cappella nascosta sotto il tempio della Dea Fenice, i cui unici testimoni erano il loro amore e alcune giovani ancelle.
Avevano rischiato molto tutti, ma la Gran Sacerdotessa, che aveva a cuore il giovane e il suo sogno, aveva insistito per celebrare quel rito sacro.
E ora erano quasi quattro anni in cui erano uniti in matrimonio, e quei loro sentimenti gli aveva donato una bambina dolcissima.
Purtroppo per Emeral non gli era permesso stare quanto avrebbe voluto con la sua famiglia.
-Non adesso piccola - la voce di una fata proveniva da dietro una delle porte che si trovavano dalla parte opposta rispetto al tavolo. Emeral sorrise
-Oceania, ti prego falla passare -
-Come volete padrone - affermò la voce della fata mentre apriva la porta.
Una bimbetta camminava velocemente verso il ragazzo che si chinò per prenderla in braccio.
-Ciao, piccola mia - mimó il giovane con le mani e lei sorrise luminosa.
La bambina affondó la testolina ricciuta nell'incavo del collo del giovane. Lui sorrise,
Diantha aveva solo un anno e purtroppo era muta. Sentiva certo, ma non parlava. La piccola assomigliava molto alla madre, i capelli erano ricci e rossi, gli occhi erano uguali a quelli di Emeral, le manine paffute, le gambette tozze e veloci, il visino sempre sorridente spruzzato di lentiggini. In quel momento indossava un vestitino bianco con qualche decorazione.
Diantha mimó un Ti voglio bene papà e per Emeral non vi era regalo più bello se non il sorriso di sua figlia.
-Notizie da Luce?
-Nessuna purtroppo - rispose la ragazza
Emeral sospirò. Se persino la sua Amy Lee non sapeva nulla allora bisognava davvero preoccuparsi.
Diantha lo osservò poggiando poi una mano sulla guancia del padre per poi accoccolarsi al suo petto addormentandosi.
-Ho sentito che ha assaltato un'altra diligenza
-È così infatti
-Lui sta bene?
Amy Lee sorrise abbracciando da dietro il marito
-Si, tranquillo, lui sta bene, ma io sono preoccupata per te amore mio
-Perchè? - Emeral non capiva mentre Oceania si avvicinava. Era una fata Tessitrice che proveniva da una colonia fedele alla regina Nymphe.
Proteggeva Amy Lee e di conseguenza la piccola Diantha. Aveva lunghi capelli azzurri, occhi verdeacqua, vestiva un abito semplice fermato in vita da una cintura fatta di foglie intrecciate.
-Dorme? -
-Si, non ti preoccupare la porto a letto io- sorrise il giovane e la Fata si sentì avvampare. Forse per l'imbarazzo, ancora non lo sapeva, ma sorrise quando vide il ragazzo prendere in braccio la piccola e condurla nella sua stanza
-Siete davvero fortunata Amy Lee, è un uomo meraviglioso.
-Grazie Oceania- sorrise lei mentre Emeral tornava in cucina, con un sorriso tranquillo sul volto. Il sole era ormai tramontato e il ragazzo non aveva voglia di tornare nei suoi alloggi che si trovavano nella cittadella all'ultimo livello.
Odiava quel posto, la sua casa era lì con sua moglie e sua figlia.
-Ora se permettete mi ritiro - affermò la fata allontanandosi
-Mi dispiace di essere assente, vorrei esserci di più - dichiarò Emeral sprofondando nella sedia e fissando il buio che si era impadronito della città appena fuori dalla finestra.
Amy Lee fece il giro appoggiando le mani sulle ampie spalle del suo giovane sposo.
-Stai facendo del tuo meglio, ogni volta che ti è possibile vieni qui. Io non posso chiederti di più - dichiarò la ragazza
Emeral le baciò gli avambracci lasciati liberi dal vestito. Lei sorrise, non c'era bisogno di parole tra loro, si capivano solo guardandosi. Eppure lei era una ribelle, la sorella di Luce, mentre lui era il figlio del Gran Consigliere, nonché l'assassino del loro padre Morrigane. Emeral odiava suo padre e amava Amy Lee, ma non avrebbero potuto comunque sposarsi, poiché appartenevano ora a due ranghi diversi.
Il ragazzo si alzò e la baciò.
-Mi manchi ogni giorno che passa, non riesco più a vivere lassù sapendoti qui, da sola
-Ehi, ehi, guarda che so cavarmela da sola! Sono la figlia maggiore di Morrigane, sono abituata a questo - sorrise lei con un moto di orgoglio pronunciando il nome del padre.
Emeral si sentì più che mai fiero della sua sposa.
Si strinsero forte mentre ricominciavano a baciarsi stringendosi mentre Amy Lee lo spingeva verso la camera e lo fece sdraiare sul letto.
-Te ne andrai mio signore? -
-No, e se dovessi andarmene tornerò sempre da te - la baciò dolcemente.
-Voglio che resti con me stanotte - sorrise la ragazza
Ricominciarono a baciarsi con passione e amore, quello che dovevano reprimere di continuo per non destare sospetti. Quella situazione era terribile, si sforzavano di sopportarlo, ma dovevano per salvare le apparenze. Apparenze che erano stanchi di mantenere.
-Perchè dobbiamo nasconderci? Perché non possiamo vivere come gli altri? - domandò Amy Lee tra un bacio e l'altro.
-Non pensarci ora, il tempo a nostra disposizione è molto poco. - Rispose lui ed Amy Lee si pentí di aver rovinato quel momento.
Si allontanò un po' da Emeral sfuggendo al suo abbraccio come a volersi punire da sola. Il ragazzo se ne accorse e la guardò.
-Vieni qui.- la attirò di nuovo a sé facendole appoggiare la testa al proprio petto.
-Emeral...io...
Il giovane le posò un dito sulle labbra zittendola con dolcezza.
-So cosa volevi dire e so che stai soffrendo molto, ma ora voglio che lo dimentichi. Pensa a noi - la baciò appena e lei si strinse ancora di più al marito.
-È da molto tempo che non stiamo insieme, così - intervenne ancora la giovane.
Emeral non rispose mentre le accarezzava i capelli. Amy Lee si rilassó al suo tocco sorridendo.
Si amarono come non ci fosse un domani, come fosse l'ultima volta. Il loro amore era sempre più forte ogni minuto che passava.
Emeral voleva solo pensare alla sua bellissima moglie che era lì solo per lui.
-Ti amo Emeral, mio signore.
-Anch'io ti amo Amy Lee, con ogni briciola della mia anima. Sono tuo nel corpo e nella mente e lo sarò sempre finché non mi vorrai più. E anche se mi caccierai io tornerò sempre
Amy Lee lo baciò ancora lasciandosi stringere da lui. La prima volta in cui erano ritrovati da soli in una stanza da letto dopo il rito del matrimonio, lei si era spaventata perché non sapeva come comportarsi, ma era consapevole dei suoi doveri di moglie.
Emeral in quel caso era stato davvero galante. Non aveva preteso niente. Si erano stesi sul letto baciandosi con dolcezza fino ad arrivare oltre quei semplici baci. Come in quel momento.
Avevano fatto l'amore fino a non avere più energie per fare altro. Ed ora erano lì, abbracciati uno, all'altra, scaldati dal calore dei loro corpi e delle coperte del letto che sembravano stringerli in un simbolico abbraccio.
-Vorrei non dover scappare tutte le volte, vorrei potermi svegliare godendo della tua presenza senza pensare che se non mi trovano nelle mie camere nella cittadella, rischiamo che ci scoprano. Vorrei....
-Ssh - sorrise Amy Lee poggiandogli una mano sulle labbra
-Ora non pensarci mio dolce sposo, abbiamo ancora del tempo prima di andare all'appuntamento con i due ragazzi - continuò lei affondando la testa nel petto del giovane. Emeral sorrise guardandola.
Cosa avrebbe fatto senza di lei?
Luce, ti ringrazio per non averci separati. Ti ringrazio per aver visto in me non una copia di mio padre, ma una persona diversa. Spero di rivederti presto.
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