Sulla via per Fersen (terza parte)
Qualche ora dopo Emeral e i suoi compagni erano di nuovo in viaggio per trovare il passaggio di cui gli aveva parlato Julliet. Il viaggio non sarebbe stato facile, ma i ragazzi non volevano perdere tempo. Ad Anuart avevano fatto scorta di cibo, acqua, unguenti curativi e tutto il necessario per un viaggio molto lungo.
Emeral non pensava che i Cavalieri disponessero di così tante risorse, in termini di denaro.
-Non credevo che foste così organizzati. - osò dire il ragazzo passandosi una mano tra i capelli umidi per via del sudore.
-Il Gran Maestro ci aveva dato tutto il denaro necessario, ma purtroppo non abbastanza per permetterci di comparare dei cavalli. - dichiarò amaramente Belecthor che era il più pratico di tutti.
Helias sbuffò con fare scocciato, forse perché, essendo il più giovane non veniva quasi mai interpellato.
-Cosa c'è Helias?
La domanda di Emeral lo sorprese, decise di scuotere la testa. Non aveva voglia di parlarne.
In quel momento si sentirono delle urla di donne.
Stephen si fermò di colpo facendo segno agli altri di tacere mentre si avvicinava ad un gruppo di cespugli che davano accesso ad una scarpata da dove si poteva dominare la strada sottostante.
-Restate qui.
-Aspetta, Stephen!
Ma il ragazzo non ascoltò Belecthor e si avvicinò ai cespugli. Si sporse appena per vedere e quello che gli si paró davanti agli occhi lo impressionó.
Un gruppo di goblin stava saccheggiando una carovana di greeza ovvero di danzatrici erranti, donne molto belle senza fissa dimora che si esibivano nelle città e nei villaggi a pagamento. Non era normale che viaggiassero per strade che non fossero quelle principali.
Stephen tornò dai compagni con aria seria e preoccupata.
-Cosa succede?
-Goblin, sono più vicini del previsto, meglio se evitiamo le strade. - spiegò Stephen.
-Goblin? Perché Bargund ci manderebbe dietro dei goblin? Non son molto intelligenti- affermò Helias.
-Non sono intelligenti, questo è vero, ma hanno un fiuto eccezionale e si muovono molto velocemente. Probabilmente mio padre li ha mandati qui per cercare me. Dobbiamo trovare quel passaggio segreto in fretta.
-Si, ma come facciamo? Julliet non ci ha detto dove si trova.
Belecthor annuì lasciandosi il mento con aria pensierosa, come se stesse ragionando.
-Lei non ce l'ha detto, ma io so dove si trova. È nascosto in una vecchia quercia, il problema è che quel punto è sorvegliato da cinque accampamenti, non è così semplice arrivare laggiù, e noi siamo troppo pochi per sperare di vincere contro cinque legioni. - constatò Belecthor con tono lugubre.
-Io so, come evitare gli accampamenti ed entrare nella quercia senza essere visti.
-Come?
-Dobbiamo passare per il lago di Igun, che si trova non lontano da dove sorgeva la casa di Morrigane prima che venisse bruciata. Conosco molto bene quella zona, e so per certo che mio padre non ha fatto mettere delle sentinelle in quel punto. Dovremmo tuffarci nel lago, dal quale si accede ad una piscina naturale, incassata nella roccia di cui è formata la collina, ho nascosto una barca lì. Dobbiamo muoverci però, perché il sole raggiungerà il suo apice tra meno di due ore. - spiegò Emeral.
-Va bene, andiamo!
****
Luce e Vento erano partiti dell'accampamento dei ribelli quando avevano stabilito, diretti a Tallulah. La foresta di Schinen non era un luogo pericoloso, ma il Ladro aveva suggerito al mago di non abbassare mai la guardia poiché i pericoli possono nascondersi dietro ad ogni minimo dettaglio.
-Come facciamo a trovare Tallulah?- chiese Vento.
-C'è un passaggio che conduce direttamente dentro le mura della città, so esattamente come arrivarci, devi solo fidarti di me. - gli fece l'occhiolino Luce mentre Nymphe sbucava dal cappuccio del mantello del suo protetto.
-Mi pare che tu conosca molto bene la foresta.
Luce accennò un sorriso mentre il suo cavallo si affiancava a quello del mago.
-In effetti la conosco abbastanza. A proposito tu sei l'unico mago che vedo, come hai fatto a sopravvivere?
Era una domanda che girava nella testa del Ladro da molto tempo, ma non aveva mai avuto il coraggio di porla.
-A dire il vero non lo so, probabilmente perché non avevo ancora rivelato i miei poteri, ma non lo ricordo. È come se qualcuno mi avesse sigillato la memoria affinché io non ricordi.
Vento si sentì molto stupido dopo aver dato voce a quel pensiero, e si aspettava che Luce scoppiasse a ridere, ma non lo fece.
-Cosa te lo fa pensare?
-Il fatto che quella parte della mia vita è completamente obliata, non ricordo nulla. I miei ricordi partono da quando avevo otto anni che vivevo già con Freya e la sua famiglia.
-Penso che soltanto Alcarohtar possieda le risposte. Io purtroppo non so come aiutarti.
-Non fa niente, Luce - sorrise Vento.
Ormai considerava il Ladro un amico e si rendeva conto di avere una strana intesa con lui.
Spronó il cavallo seguendo il suo compagno tra le verdi fronde della foresta di Schinen.
*****
Emeral e i suoi compagni giunsero in vista del lago di Igun che il sole era alto nel cielo e subito si dovettero nascondere. La zona era sorvegliata da una legione di goblin.
Emeral non pensava che sarebbe mai tornato in quel luogo. Le rovine della casa di Morrigane e della sua famiglia erano completamente coperte dai rovi e dalle piante rampicanti. Una morsa strinse il cuore del figlio di Bargund, che ricordava molto bene e con molto affetto i momenti felici trascorsi con Morrigane e la sua famiglia.
-Cosa facciamo? Sono troppi!
-Posso colpirli facilmente da qui, ma non è escluso che potrebbero essercene di più. Temo che questi siano solo l'avanguardia.
Gli occhi di Emeral saettarono lungo il lago finché non trovò un punto dove la sorveglianza era limitata
- Dobbiamo scivolare lungo i cespugli ed evitare di fare rumore. Altrimenti ci saranno addosso e dovremmo affrontarli.
-Va bene, Emeral, andiamo.
Si spostarono silenziosi lungo la riva cercando di non fare rumore, si bloccavano quando si avvicinavano ad un punto dove vi erano dei goblin.
Helias pestó un ramo che si spezzò sotto il suo stivale chiodato.
I suoi compagni lo fulminarono, ma era troppo tardi, poiché i goblin gli furono addosso.
Emeral scagliò due frecce contemporaneamente, mentre i cavalieri neri estraevano le spade dalle lame rosse tipiche del loro ordine.
-Non avete scampo! - ridacchió il capo dei goblin.
-Io non ne sarei così sicuro!- affermò Helias mentre si scagliava contro due avversari decapitandolo.
Il capitano ringhiò mentre i quattro uomini facevano strage dei suoi compagni, ma Emeral notò un ghigno freddo comparire sul volto rugoso del goblin.
-Al Lago presto!
I tre cavalieri compresero al volo e iniziarono a correre verso il lago mentre due intere legioni sbucavano dai cespugli e tentavano di circondarli.
Ma non ci riuscirono perché Emeral, Stephen, Belecthor ed Helias si gettarono nelle acque del lago di Igun scomparendo tra i flutti.
-Lasciateli andare, non possono sopravvivere a lungo sott'acqua. - affermò un soldato voltando le spalle al lago.
****
Emeral nuotó più in fretta che poteva guidando gli altri fino ad una grotta che si trovava poco lontano da dove si erano tuffati.
-Dove siamo? - domandò Helias stringendo nelle spalle per il freddo.
-In una grotta non lontano da dove ci siamo tuffati, andando in quella direzione - Emeral indicò un sentiero che si inoltrava più in profondità nella caverna.
-Raggiungeremo il punto dove ho nascosto la barca, da lì potremo proseguire lungo il corso del fiume Rubino che passa vicino alla città di Noël, che è l'ultimo avamposto prima delle montagne, se lo raggiungiamo senza essere scoperti abbiamo speranza. -spiegò il figlio di Bargund.
Helias sospirò, sperava di poter tornare a Fersen usando il passaggio del quale aveva parlato Julliet, ma, a quanto pare il destino aveva deciso di mettergli i bastoni tra le ruote.
-La mappa com'è? È ancora leggibile? - intervenne Stephen mentre Belecthor estraeva dallo zaino, grondante d'acqua un foglio tutto accartocciato e lo apriva con cautela.
-Che voi ci crediate o meno, sì, si legge ancora.
-Meno male - sospirò di sollievo Helias.
-Emeral, forse non è sicuro che usciamo adesso, i goblin saranno in allerta, e noi siamo bagnati e infreddoliti, non riusciremo ad affrontare la notte là fuori, è meglio se passiamo qui la notte. - suggerí saggiamente Belecthor.
Emeral avrebbe voluto protestare affermando che non erano più dei bambini inermi, ma uomini. Tuttavia dovette dar ragione a Belecthor, poiché la notte precedente non avevano riposato per niente e quelle poche ore che avevano passato ad Anuart non erano state abbastanza per recuperare completamente le forze.
-Va bene, meglio se cerchiamo della legna da ardere anche se sarà difficile trovarla qui, siamo troppo vicini all'acqua. - scosse la testa Stephen.
-Sei sempre il solito pessimista, Stephy! Guarda qua, ho trovato la legna, qualcuno doveva essersi rifugiato qui prima di noi. Ho trovato anche i resti di un giaciglio fatto di alghe. - dichiarò Helias tornando da un punto indefinito della grotta con alcuni pezzi di legno, sufficienti per accedere un fuoco.
-Perfetto.
Dopo poco accesero il fuoco e cercarono di far asciugare i loro vestiti, oltre agli zaini e al loro contenuto.
Emeral sentiva freddo, forse dovuto al bagno nel lago, inoltre non riusciva a non pensare a Amy Lee. Gli mancava tantissimo. Sospirò.
-Emeral? Tutto bene?
-Si, Stephy, tutto a posto. Mangiamo adesso, domani ci aspetta un lungo cammino.
Angolo autrice: Un nuovo capitolo dedicato ad Emeral e ai suoi compagni :) ringrazio anticipatamente tutti coloro che daranno anche solo un'occhiata a questa storia e che vorranno lasciare un commento :)
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