Sulla via per Fersen (seconda parte)
Anuart non era un villaggio particolarmente grande, vi erano case con il tetto di paglia, altre in legno, ma tutte erano molto semplici come se gli abitanti di quella piccola comunità non volessero scoprirsi troppo.
-Sei sicuro che troveremo una mappa dettagliata qui?
Emeral era ancora dubbioso su quel punto del discorso che il suo amico aveva lasciato in sospeso.
-Fidati di me, amico mio, non ti abbiamo portato qui per niente. - gli rispose Stephen.
Il figlio di Bargund si guardò intorno e notò che in giro non vi erano molte persone, solo i pescatori che si dirigevano verso le loro barche che si trovavano ormeggiate sul fiume a poca distanza dal villaggio.
-Eccola, la locanda Rosa d'inverno. È la nostra tappa.- intervenne entusiasta Helias battendo le mani, facendo un discreto rumore.
-Helias! - lo riprese subito Belecthor.
-Scusa.
Il ragazzino era visibilmente imbarazzato, e Emeral gli poggiò una mano sulla spalla per metterlo a suo agio.
-Forza, ragazzi il nostro ospite ci aspetta.
Li incoraggió Stephen mentre entrava nella locanda seguiti dagli altri.
L'interno del locale era semplice, con un bancone in legno, tavolini su cui erano seduti alcuni uomini ancora intontiti dall'alcol. Una porta che conduceva al piano di sopra, dove vi erano le stanze della locanda.
-Restate qui un attimo.
Stephen e Belecthor si allontanarono un secondo andando verso il bancone dove stava una donna dall'aria seria, molto formosa, che guardava i due uomini davanti a lei come se volesse sedurli.
-Cosa cercate, signori?
-Dovrebbe esserci qualcuno che ci aspettava. -rispose freddo Belecthor.
-Ah si, capisco. È là.
La donna annuì seria per poi indicare un'altra donna seduta ad un tavolo addossato alla parete da sola. Il volto non si vedeva perché nascosto da un ampio cappuccio nero.
-È arrivata da poco e mi aveva detto che aspettava dei visitatori, immagino foste voi.
-Grazie.
Stephen fece segno ad Emeral ed Helias di seguirlo verso il tavolo dove era seduta la donna.
-Siete arrivati, finalmente.
La voce di lei era giovane, ma non abbastanza per essere quella di una ragazzina.
-Si.
-Bene.
Emeral intravide un sorriso increspare le labbra della loro misteriosa ospite.
-Ora venite con me, sicuramente questo tavolo non è il posto migliore per discutere.
Si alzò dalla sedia e si diresse verso le scale che portavano al piano di sopra. I tre uomini la seguirono fino ad una stanza leggermente distaccata rispetto alle altre, dove la donna si chiuse a chiave con loro, mormorò qualche parola in una strana lingua e poi si girò verso Stephen e i suoi compagni.
-Ora possiamo sapere chi siete?- furono le prime parole che uscirono dalle labbra di Helias.
-Mi sembra giusto.
La donna si tolse il cappuccio rivelando una cascata di capelli color rame, due grandi occhi verdi che fissavano i tre davanti a lei con aria seria. Indossava un vestito verde fermato ai fianchi da una cintura da cui pendeva un pugnale di ossidiana.
-Io sono Julliet, ma forse Belecthor mi conosce già.
Lo sguardo della donna si soffermó maggiormente proprio sull'uomo che annuì.
-Julliet è una delle due custodi del cancello della città dei Draghi: Dresden.
-I draghi hanno una città?
Julliet annuì.
-Già è così, dovete sapere, ragazzi, che la città non può essere vista da coloro che hanno odio nel cuore e da quelli che sono nemici dei Draghi, tra i quali vi è anche tuo padre, Emeral. Inoltre è impossibile da trovare a meno che non si conosca la strada per raggiungerla.
Il figlio di Bargund si sentì chiamato in causa, poiché sapeva bene che i draghi erano stati grandi alleati dei maghi quando suo padre aveva iniziato la purga magica, esattamente come i cavalieri neri anche molti draghi erano morti per proteggere i maghi, non riuscendoci purtroppo.
Come i maghi, si pensava che i draghi fossero morti tutti, invece si erano ritirati nella loro città.
-Sai dirci dove si trova?
-Certo, ma non è quello il vostro obiettivo, ma Fersen.
Stephen annuì, Emeral non sarebbe stato al sicuro da nessuna parte se non proprio nel villaggio da dove venivano tutti i cavalieri neri.
-È giusto che sappiate alcune cose riguardo a quello che incontrerete nel vostro viaggio finché non sarete arrivai lassù.
Srotoló una mappa molto dettagliata di Ekbor per terra mentre invitava i tre uomini a sedersi vicino a lei. Sparse sulla carta alcune bandierine come a indicare i punti cruciali.
-La situazione è molto cambiata, rispetto a qualche anno fa. Bargund ha aumentato di molto la sorveglianza sul territorio, soprattutto nei villaggi che si trovano sul fiume Njor a nord di qui.
Julliet indicò vari punti sulla mappa tutti a nord rispetto a dove si trovavano loro.
-Non possiamo prendere il passo di Brennen e nemmeno il fiume Njor, come ci arriviamo Fersen da qui?- domandò Emeral.
-Vi sono due modi. O raggirate i villaggi da ovest passando per i boschi, oppure potete utilizzare un passaggio segreto che conduce direttamente in una casa abbandonata non lontana da Fersen, purtroppo però dovrete stare attenti il doppio perché lì vi sono parecchi soldati di Bargund.
-Penso che sia la via più breve. - affermò Belecthor con senso pratico.
Emeral e gli altri due annuirono seri.
-Ora devo andare, approfittate del tempo che vi rimane per riposare, perché dovrete rimettervi in viaggio molto presto.
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