Sulla via per Fersen (quarta parte)

Emeral si svegliò con i primi raggi del sole che stava sorgendo.
I suoi compagni dormivano ancora e lui ne approfittó per esplorare la caverna dove si erano rifugiati.

Luce gli aveva mostrato quella grotta molti anni prima, gli sembrava che fossero passati secoli.

I passi pesanti del giovane si perdevano in un'eco infinita mentre Emeral si allontanava sempre di più dai suoi compagni, si sentiva molto strano come se una forza gli suggerisse di andare sempre più avanti.

Il ragazzo si fermò a poca distanza da una pozza d'acqua, che più che altro sembrava un vero e proprio lago. Osservando meglio notò un piccolo fiumiciattolo che si perdeva oltre la superficie dello specchio d'acqua. Sicuramente portava da qualche parte.

Emeral notò che, ormeggiata ad un piccolo molo ricavato direttamente dalla roccia vi era una piccola canoa di manifattura tipicamente elfica.

Non era la sua canoa, ma il punto in cui si era fermato era lo stesso dove aveva ormeggiato la sua imbarcazione, che si trovava poco distante dalla canoa elfica.

Perché un elfo dovrebbe spingersi fin qui?

Non era normale.

-Emeral.

La voce era quella di Stephen che proveniva dalla sue spalle.

-Ragazzi venite qui!

Gli altri lo raggiunsero e videro le due barche

-Una è la mia, l'altra sembra essere stata lasciata qui per caso.

-E se non fosse qui per caso?

Emeral spostò lo sguardo su Helias, la sua constatazione era giusta.

-Andiamo, non possiamo fermarci troppo nello stesso posto, è vero che non possono trovarci qui, ma dobbiamo raggiungere Fersen prima che la notizia della mia fuga gunga alle orecchie di mio padre.- affermò Emeral mentre i suoi compagni annuivano.

-Emeral ha ragione non possiamo perdere tempo. Il fiumiciattolo che parte dal lago sicuramente porta fuori da questa grotta, abbiamo la possibilità di acquistare un leggero vantaggio sui nostri inseguitori - affermò il pratico Belecthor.

Emeral ammirava quel Cavaliere per la sua schiettezza e per la velocità di pensiero.

-Allora andiamo.

Stephen si sfregó le mani mentre recuperavano quel poco dei bagagli che si erano portati dietro. 

Emeral e Belecthor salirono su una canoa mentre Helias e Stephen salirono sulla seconda.

Iniziarono a remare e non ci misero molto a uscire dalla grotta dove si erano rifugiati per la notte.

Dopo poco si trovarono fuori. La luce del sole appena sorto fece socchiudere gli occhi alla piccola compagnia.

-Dove siamo?

-Nell'affluente del fiume Njor, da qui possiamo arrivare a Fersen evitando gli accampamenti delle guardie del consiglio.-dichiarò Helias con un sorriso.

-No,è comunque rischioso rimanere sul fiume potremmo essere avvistati. Mio padre ha spie ovunque. - dichiarò Emeral.

I tre cavalieri neri sospirarono. Purtroppo il figlio del Gran Consigliere aveva ragione, Bargund aveva spie ovunque ed era difficile credere che non sapesse già che suo figlio era scappato dalle segrete in piena notte.

-Comunque sia cosa ci facevano i goblin vicino alle rovine della casa di Morrigane? - chiese Helias poco dopo spezzando il silenzio che si era insinuato tra i membri del gruppo.

-Non lo so, mio padre non aveva mai mandato i suoi soldati lì. Forse pensava che il fantasma di Morrigane possa tornare a perseguitarlo, se lo meriterebbe dopotutto.-

Nessuno osò dire nulla. Emeral sapeva essere gelido e terribile quando parlava di suo padre.

Stephen sapeva quanto il suo migliore amico odiasse Bargund così come era a conoscenza della profondità del suo amore per Amy Lee. 

Intanto intorno a loro si estendevano i boschi di aceri rossi che di lì a poco lasciarono il passo alla pianura.

-Tra poco dovremmo attraccare.- li informò Belecthor dopo qualche minuto.

-Non possiamo continuare a seguire il corso del fiume? - chiese Stephen.

-No, siamo troppo allo scoperto. E poi non siamo troppo lontani dal villaggio di Gray, o meglio quel che resta del villaggio di Gray. - sospirò Belecthor pentendosi subito dopo di aver parlato.

Emeral notò che Helias aveva abbassato lo sguardo forse per nascondere le lacrime che avevano iniziato a pizzicargli gli occhi.

Stephen appoggiò una mano sulla spalla del ragazzino che cercò di sembrare forte, ma Emeral comprese che stava soffrendo. Fece per chiedere a Belecthor spiegazioni, ma il cavaliere lo precedette.

-Gray era il villaggio di provenienza di Helias. Suo padre era un Cavaliere Nero che fece in modo che Helias andasse a Fersen così da salvarlo dalla strage che tuo padre causò. Fece bruciare l'intero villaggio una notte. Quando la notizia giunse a Fersen il Gran Maestro non sapeva come dirlo ad Helias. Per questo soffre ancora tanto. Perché i suoi genitori sono morti e lui non ha potuto fare niente per salvarli. - raccontò Belecthor senza togliere lo sguardo da Helias.

Emeral non riusciva a crederci. Perdere i genitori in quel modo doveva essere stato terribile, Helias era ancora giovane, era poco più che un bambino.

-Quanti anni aveva Helias quando i suoi genitori sono morti?

-Dieci.

Il figlio di Bargund rimase a dir poco sconvolto. Sua madre se ne era andata quando lui aveva quattordici anni, ma almeno era ancora viva. I genitori di Helias invece non sarebbero mai potuti tornare.

Esattamente come Morrigane per Luce.

Fu quello il pensiero che attraversó la mente di Emeral mentre Belecthor ordinava di continuare in barca. Voleva evitare ad Helias un dolore terribile, ed Emeral era d'accordo.

- Dobbiamo tenere gli occhi aperti, tra queste fronde si annidano anche dei predoni. Purtroppo passando di qui allungheremo di parecchio la strada.

Stephen si morse l'interno della guancia, mentre il suo sguardo cadeva sulla sua spada.

-Ci mancano solo i predoni. E comunque non abbiamo nulla di prezioso da rubare - sbuffò Stephen.

-Allora attraccheremo tra poco. - annunciò Belecthor.

Gli altri annuirono. Dopo qualche minuto scesero dalle barche in un punto in cui gli alberi erano più fitti.

-Nessuno ci vedrà. Proseguiremo lungo quel sentiero. Dovrebbe portarci da Toshiro - affermò Stephen indicando un sentiero che si inoltrava nel bosco.

-Perfetto, speriamo solo che la nostra presenza passi inosservata. - sospirò Belecthor che non sembrava molto convinto dell'idea di Stephen.

Tuttavia era la loro unica possibilità.

Recuperarono i bagagli e si inoltrarono nel bosco sperando di riuscire a trovare chi cercavano.

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