Sotto un cielo stellato
Erano passati tre giorni da quando avevano trovato le fatine.
E le notizie non erano per niente buone, infatti Kila aveva scoperto che erano state avvelenate con la polvere di erba del tramonto, un'erba aromatica molto particolare che cresceva solo in una zona nel bel mezzo della palude di Oregon, il luogo più insidioso dell'intero regno.
Nessuno ci andava mai volentieri, a meno che non si fosse implicati in qualcosa di losco, poiché lì dentro vi avevano stabilito la loro base Le Scaglie di Sangue una misteriosa organizzazione che uccideva su commissione, con vari mezzi. Luce sospettava che vi fosse un qualche collegamento tra il veleno usato contro le fatine e l'organizzazione.
-Sei pensieroso Luinil - Nymphe era seduta su un libro nella tenda del ragazzo e la luce che la circondava era l'unica fonte luminosa che rischiarava le pareti della tenda. Il ragazzo annuì, ma si vedeva che non era tranquillo.
-Si, stavo pensando a papà- rispose il giovane mentre un brivido gli correva lungo la schiena. La fata a quel punto si zittì.
Il saggio Morrigane, era stato un paladino del re, ed era il padre di Luce. Un uomo molto forte proveniente da Tirfo Thuinn, una terra famosa per la straordinaria saggezza dei suoi abitanti situata oltre i monti della Speranza, la piccola catena montuosa che si estendeva ad ovest di Ekbor.
Luce non conosceva tutta la storia di suo padre, quello di cui era assolutamente sicuro, era che non avrebbe mai permesso a nessuno di fare del male alla sua famiglia. Morrigane era stato un grande studioso e ambasciatore del re nei regni vicini tra cui l'isola di Knockainy nell'estremo sud.
Era stato giustiziato all'inizio del governo del consiglio ristretto e Luce lo aveva visto morire. Aveva otto anni. Erano ricordi terribili che ogni notte riviveva, ma lo teneva nascosto a tutti per non far preoccupare le persone a cui voleva bene. Ma non riusciva a nascondere la verità a Nymphe.
La notte era ormai alta e nell'accampamento dei ribelli gli unici rumori che si percepivano erano i passi delle sentinelle che montavano la guardia ai confini. Non che ce ne fosse bisogno, il loro rifugio era praticamente introvabile.
-Luinil -
Luce guardò la fata che si era alzata in volo e si era seduta sul ginocchio del giovane
-Cosa c'è? Cosa ti angustia?
-Dovrei fare a te queste domande
-Hai ragione, sto pensando al secondo baule che abbiamo riportato qui io e Ametista, se nel primo c'erano le Tessitrici, non oso immaginare cosa ci sarà nel secondo - il giovane si strinse nelle spalle cercando di rilassare la muscolatura quasi sempre tesa.
-Penso che ci sia un solo modo per scoprirlo no?
-Nymphe! Non dovresti incoraggiarmi - ridacchió il ragazzo, memore delle ramanzine che la fata gli faceva quando era più piccolo, quando guardava dove non avrebbe dovuto.
-Tanto so che andresti nella tenda del consiglio lo stesso, quindi è inutile che ti fermi - affermò rassegnata lei
Luce si alzò dalla branda uscendo dalla tenda seguito da Nymphe.
****
Vento non riusciva proprio a chiudere occhio. Quando cercava di addormentarsi una visione raccapricciante gli si parava davanti agli occhi. Vedeva l'esecuzione di un uomo dai capelli biondi e gli occhi bruni, ma la cosa peggiore era sentire l'urlo disperato di un bambino.
Il giovane mago ora stava guardando il soffitto della sua camera con aria stanca, aveva davvero bisogno di dormire, ma non ci riusciva. Viveva da tempo insieme a Freya e la sua famiglia, da quando i suoi genitori erano morti. Come tutti i maghi presenti in città, a parte lui.
Non vi era stata pietà da parte di Bargund, nemmeno nei confronti delle donne e dei bambini. Quelli che avevano rivelato i loro poteri erano stati uccisi. Vento non capiva perché tanto odio.
Stufo di fissare le travi di legno del soffitto si alzò e decise di uscire. La notte stava diventando calda, ma il giovane non ci fece caso. Sentiva che presto sarebbe successo qualcosa di importante, ma non sapeva cosa e immaginava che il Ladro fosse coinvolto. Quel ragazzo, del quale non si sapeva quasi nulla, ma sul quale vi erano molte leggende. Si diceva che fosse il figlio di un Paladino giustiziato.
Ma il mago non credeva a quella storia perché secondo lui era impossibile. I paladini non avevano avuto figli poiché era loro proibito, questo era quello che diceva il Consiglio.
I paladini erano considerati sacri, come se fossero dei sacerdoti armati quindi non potevano sposarsi. Vento tuttavia pensava che quei racconti fossero solo un modo per far credere che i paladini, quelli che avevano seguito Bargund, fossero nel giusto. Vale a dire essi avevano il diritto di decidere chi dei loro ex compagni doveva vivere e chi morire. Il giovane mago la trovava una cosa inumana.
-Chissà come mai hanno ucciso tutti i maghi?- si domandò il ragazzo appoggiandosi alla balaustra che dava sulla pianura circostante distraendosi per un attimo dal pensiero riguardante i paladini.
Sospirò. Sentiva che tutto quello che stava vivendo presto sarebbe finito. I maghi non potevano prevedere il destino o il futuro, avevano solo delle sensazioni, che a volte si rivelavano vere.
Odiava il fatto di essere sempre sul filo di lana, sentiva una continua tensione nell'aria e nemmeno la compagnia di Freya lo aiutava a rilassarsi e a pensare al matrimonio imminente. In più la sensazione di essere sempre osservato non lo abbandonava mai, nemmeno quando dormiva. E questo gli aveva fatto comparire due grosse occhiaie nere sotto gli occhi, retaggio delle notti passate in bianco. L'aria si era fatta più calda presto sarebbe arrivata la primavera con tutti i suoi colori. Si concesse un sorriso prima di tornare a casa e cercare di dormire.
****
-Luce, piccolo, svegliati coraggio - una voce dolce che Luce ben conosceva lo stava chiamando. Il ragazzo aprì a fatica gli occhi e si accorse di trovarsi in uno spazio indefinito. Davanti a lui vi era un uomo dai capelli biondi e gli occhi bruni.
-Papà! - Il ragazzo si alzò e lo strinse forte
-Si bambino mio- affermò l'altro stringendolo ancora più forte in uno di quegli abbracci profondi e sentiti di cui il figlio aveva bisogno.
-Perchè ti hanno portato via da noi? - avrebbe voluto dire altro ma le lacrime gli colavano dagli occhi e gli impedivano di parlare. Affondava la testa nella giubba marrone del padre sentendo il suo odore di cuoio. Mentre Morrigane gli accarezzava la testa tentando di calmarlo. Lo aveva lasciato bambino e ora era quasi un uomo.
-Perchè ero pericoloso per Bargund e gli altri- rispose con semplicità l'uomo
-Non è giusto io non posso andare avanti senza di te! Come faccio io...- Morrigane lo bloccò
-Sarai un grande comandante anche senza di me
-Io ho bisogno di te papà, dei tuoi consigli, delle tue lavate di testa e di tutto il resto - affermò lui
-Tu sei mio figlio Luce , non devi aver paura, anche tu mi manchi tanto, e anche tua madre- dichiarò Morrigane accarezzando la testa del ragazzo
-Adesso voglio darti un consiglio figlio mio. Tieni i tuoi sentimenti dentro di te, ti fanno onore, ma ricordati che potrebbero essere usati dai tuoi nemici. E poi un'altra cosa come avevi intuito tu, il Consiglio sta tramando qualcosa di losco, una guerra che arriverà presto e colpiranno alle spalle, poiché nessuno si aspetta una mossa del genere da parte di Bargund.
-Non siamo abbastanza per poter vincere contro l'esercito regolare! - Luce si prese la testa tra le mani
-Piccolo, non ho finito - Morrigane gli fece alzare il viso, vi era un sorriso sul suo volto.
-È vero che non siete in molti, ma potrete contare su degli alleati. I Cavalieri Neri che si sono ritirati a Fersen, il loro villaggio tra le montagne sono da sempre amici e alleati dei ribelli.
-Davvero? - Chiese il ragazzo. Sapeva che i Cavalieri Neri erano contro il Consiglio ma non avrebbe mai osato immaginare che fossero dalla parte dei ribelli
- Si esatto. Il motivo è presto detto: molti dei loro fratelli sono stati uccisi dai paladini che sottostavano agli ordini di Bargund, perché avevano deciso di proteggere dei bambini, figli di maghi.
Per questo motivo quei formidabili guerrieri odiano profondamente Bargund e quello che lui rappresenta, non vogliono vendetta questo no, ma mai staranno dalla loro parte. Manda un emissario lassù e parla con il Gran Maestro dei Cavalieri.
-Il loro aiuto sarebbe provvidenziale, ma non sufficiente a vincere una guerra
-Non ho finito. Dovresti andare all'isola di Knockainy, chiedi udienza al re, e ottieni la fiducia di quel popolo così potente. -
-Lo farò papà. Ti vendicheró lo giuro - affermò il giovane con l'odio nella voce
-No piccolo, non voglio vendetta, voglio solo che a Ekbor torni la libertà e la saggezza che vi era quando sono arrivato e quando ho sposato tua madre. Dille che l'ho sempre amata e che rifarei ogni singola cosa che ho fatto. Non temere. Un giorno ci rincontreremo- il sorriso di Morrigane era così abbagliante che lo accecó e in quella luce suo padre scomparve.
-Papà! - Luce si svegliò urlando
-Luinil! - Nymphe fu subito da lui mentre la fronte del giovane era imperlata di sudore e ansimava.
-Ho visto papà Nymphe - il giovane scoppiò di nuovo a piangere.
La fata gli si sedette sulla spalla tentando di consolarlo, ma sapeva che nessuna parola gli sarebbe stata di conforto. Nonostante fossero passati dieci lunghi anni da quel tragico evento, il dolore in Luce non era diminuito nemmeno un po'.
Nymphe prese fiato e poi guardò il ragazzo che, nel frattempo, si era calmato.
-Poco fa è arrivato un messaggio da Millennium, da una delle nostre spie. - dichiarò la regina giusto per cambiare argomento e distrarre Luce dal pensiero del padre.
-E cosa dice? - domandò lui interessato.
-Pare che ci sia un mago in città.
-Un mago?
Quella rivelazione aveva dell'incredibile, poiché il Ladro sapeva benissimo che tutti i maghi erano stati uccisi, non gli sembrava vero che ce ne fosse uno ancora in vita.
-Si e sembra che sia molto più giovane di te.
-Mi stai dando del vecchio?- il ragazzo mise le mani sui fianchi con aria buffa
-No, no assolutamente- sorrise la fatina e questo fece scoppiare a ridere entrambi alleggerendo l'atmosfera.
-Dobbiamo trovarlo, prima che lo faccia Bargund- affermò il ragazzo mentre la fata annuiva. Non avevano altro tempo da perdere.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top