Nuove conoscenze

Il solo pensiero di Emeral prigioniero aveva fatto infuriare non poco Luce e Nymphe dovette lottare parecchio per convincerlo a non andare a Millennium e mettere a ferro e fuoco la città per provare a liberarlo.

-Non posso lasciarlo lì è pur sempre il marito di mia sorella! Fa parte della famiglia!

-Ti capisco Liunil, ma andare a Millennium significa rischiare la vita più di quanto tu non la rischi già. Bargund non aspetta altro!

Luce smise di misurare la tenda a grandi falcate e si voltò verso la fata.

-Sai che odio ammettere che hai ragione.

-Lo so.

-Messer Luce?- la voce era quella di Vento il mago che era arrivato quella stessa mattina.

Il ragazzo si voltò verso di lui di scatto mentre la fata che fino a quel momento era rimasta seduta su un libro dall'aria antica si era alzata in volo studiando il giovane mago.

-Chiamami pure soltanto Luce, Vento.

Il Ladro si sforzó di sorridere ma si vedeva che era nervoso.

-Possiamo aiutarti?- domandò la fata sorridendo.

-Vorrei chiedervi alcune cose

Nymphe lanciò uno sguardo a Luce che annuì. Vento non sapeva cosa intendessero dire con quegli sguardi complici.

-Ti ascolto.

-È vero che sei il figlio di Morrigane?

Quelle parole spiazzarono Luce, mentre un lampo di tristezza attraversava gli occhi del giovane.

-Come lo sai?

-A Millennium girano delle voci sul fatto che Morrigane avesse un figlio.

Luce guardò il mago poi fece un cenno alla fata, come se volesse dirle qualcosa. Nymphe volò verso Vento e si mise davanti al viso del mago osservandolo, come se lo stesse studiando o volesse scrutargli l'anima per capire cosa pensasse.

-È sincero Luinil, puoi fidarti di lui.

Sorrise la fata tornando sulla spalla del Ladro e il giovane mago si chiese, non per la prima volta, che genere di rapporto ci fosse tra di loro.

- Bene Vento, diciamo che le voci sono fondate io sono il figlio di Morrigane, ma ho c'è ne anche un'altro. La giovane donna che vi ha portato qui è mia sorella.

-Tua sorella? Ma Morrigane non aveva un solo figlio? - domandò il mago mentre la fata gli sorrideva materna

-Diciamo che è quello che mio padre ha voluto far credere.

Luce era fiero del padre, anche se provava un odio profondo verso colui che aveva ucciso Morrigane.

-Che incantesimi sai fare? - chiese a quel punto il ragazzo per cambiare argomento.

-Non molti a dire il vero, i miei genitori sono morti dieci anni fa quando sono stati sterminati i maghi. Non conosco il motivo per cui io sono stato risparmiato, avevo cinque anni. - spiegò Vento con gli occhi che gli lacrimavano.

Nymphe si sollevò dalla spalla di Luce e sorrise al mago come a tranquillizzarlo.

-Fammi vedere. Non ho mai visto un incantesimo fatto da un mago.

Vento sorrise e mosse appena una mano facendo apparire delle farfalle luminose che si misero a giocare nell'aria.

-Che belle - sorrise Nymphe mentre Luce sfiorava una di quelle creature fragili e bellissime.

-Conosco alcuni incanti di guarigione, qualcuno in grado di far crescere delle piante, ma ignoro qualsiasi incantesimo di attacco.

-Quindi non hai mai avuto un mentore che ti insegnasse magie di attacco o di difesa.- Luce disse quelle parole come se stesse riflettendo.

-Esatto.

-Cosa stai pensando Liunil? - la fata lanciò uno sguardo al giovane che le sorrise.

-Alcarohtar possiede diversi libri di magia, lui stesso è un alchimista, potrebbe aiutarti Vento.

Il mago sussultó sorpreso, non si aspettava una rivelazione del genere da parte di Luce.

-E dove si trova questo alchimista?

- A Tallulah, la capitale del reame degli elfi del Crepuscolo.

Vento lo guardò, aveva sentito parlare degli elfi del Crepuscolo, ma non aveva mai pensato di poter andare proprio in quella città.

-Allora vieni con me, Alcarohtar era un amico del mio povero padre. Gli avevo promesso provare di andare a trovarlo.

Vento annuì con un sorriso mentre usciva dalla tenda del giovane ladro.

-Tu sei convinto che lui abbia qualcosa di speciale vero, Liunil?

-Sì, mia regina. Ne sono praticamente certo. Lui deciderà il destino della guerra che deve venire.

-Guerra? Nessuno mi ha detto che scoppierá un'altra guerra.

-Temo che non ce ne sia bisogno Nym, questa volta il Consiglio di Bargund verrà sconfitto davvero e io vendicheró mio padre.

Luce strinse i pugni fino a far diventare bianche le nocche.
Nymphe gli si appoggiò sulla spalla accarezzandogli appena la guancia.

Il ragazzo la lasciò fare, la fata era come se fosse sua madre, si fidava ciecamente di lei.

-Tuo padre non vuole vendetta Liunil, ma egli desidera solo che Ekbor torni libera come un tempo.

                              *****

Dopo essersi congedato da Luce, Vento si diresse verso la tenda che fungeva da armeria dei ribelli. Quella era probabilmente la tenda più grande di tutto l'accampamento. Vi erano spade di ogni misura, archi, balestre, lance e scudi sia rotondi sia a forma di rombo. Il ragazzo non sapeva maneggiare nessun genere di arma, poiché a Millennium nessuno poteva imparare a combattere. La difesa dei confini era prerogativa delle sentinelle, quindi si pensava fosse superfluo che anche i cittadini comuni imparassero a difendersi. Secondo Vento era un modo come un'altro per controllare la cittadinanza.

-Posso aiutarti?

Una voce maschile fece sobbalzare il mago che si girò verso un uomo che era spuntato da dietro un mucchio di scudi sfondati.
Era un uomo possente, dai radi capelli rossi, grandi occhi castani, mani callose e gambe muscolose.

-Ehm si, stavo cercando un'arma.

Vento si maledí per la risposta così scontata.

-Lo immaginavo, visto che sei qui. Tu devi essere il nuovo arrivato vero?

-Esatto, mi chiamo Vento.

-Io sono Klaus, il maestro d'armi dei ribelli.

L'uomo gli tese la mano che Vento afferrò e la stretta fu talmente vigorosa che il ragazzo pensò che gli avesse stritolato la mano.

Klaus gli lasciò la mano e sorrise.

-Non hai mai brandito un arma vero?

-Esatto.

-Allora posso aiutarti, ti insegneró tutto quello che c'è da sapere sul combattimento. Non si sa mai. Hai già un'idea su che genere di arma vorresti usare?

Vento scosse la testa, non aveva mai pensato seriamente a quella eventualità.

-Dunque vediamo, direi che è il caso di iniziare dalle basi.

Klaus gli lanció una spada di legno, e si mise davanti a lui. Quando l'uomo attaccò il mago fu costretto a indietreggiare, e non fu difficile per Klaus disarmarlo.

-Accidenti.

-Tranquillo, abbiamo tempo.

Per il mago fu abbastanza difficile imparare, nonostante Klaus fosse un'insegnante abilissimo che non perdeva facilmente la pazienza.

Il sole era quasi tramontato quando il maestro d'armi dei ribelli ordinò al ragazzo di fermarsi. Vento era pieno di lividi ed era stanco, nonostante questo voleva continuare a provare le posizioni base della scherma. Ma Klaus fu irremovibile, era esausto non potevano continuare, il giorno dopo avrebbero ripreso.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top