Le Tessitrici
Luce avrebbe tanto voluto aprire gli ultimi due bauli che aveva trovato nella palude, ma Ametista era stata irremovibile: meglio aprirli in un posto sicuro. E ora il portale si era chiuso e il ragazzo era riapparso poco lontano da un accampamento costituito da tende dai colori vivaci, vi erano due padiglioni uno rosso e uno verde. Intorno a lui vi erano alberi secolari con fronde talmente alte da coprire la vista del cielo. Proprio nel punto dove era scomparso il portale vi era una parete di solida roccia. Esattamente come la capitale anche il rifugio dei ribelli era ben nascosto.
-Accidenti Luce non pensavo che avessi trovato una raccolta così preziosa. Ma che cosa se ne farà Bargund? - chiese un ragazzo di pochi anni più piccolo di lui dai capelli rossi e gli occhi neri.
-Non lo so Albrecht, ma dubito che tutte quelle armi siano per una semplice cerimonia - fu la risposta del ragazzo
-Comunque Ametista e gli altri ti aspettano nel padiglione rosso, sembra che abbiano trovato qualcosa di sconvolgente - Albrecht scosse le spalle.
Viveva lì da quando sua madre era morta dopo aver dato alla luce la sua sorellina. I due erano stati trovati da Ailea , la madre di Luce, che li aveva portati al rifugio. Appena in tempo perché le guardie erano giunte nel piccolo villaggio dove viveva Albrecht con la sua famiglia con l'ordine di uccidere sia lui che la nuova nata, come ammonimento, perché la madre del ragazzino era un druido e quindi doveva sparire.
-Grazie, vado subito - aveva un brutto presentimento il giovane ladro.
Luce corse in fretta verso il padiglione rosso. Dentro la grande tenda vi era un grande tavolo rotondo sul quale era srotolata una mappa di Ekbor. Di fianco vi era un astrolabio, un cannocchiale e un sacco di fogli scritti con una calligrafia disordinata, penne, matite e calamai.
Intorno al tavolo, seduti su sedie vi erano sette figure. Quattro erano esseri umani, uno era un'elfo, la sesta era una figura che non sarà stata alta più di trenta centimetri e la settima era Ametista.
Un uomo dai capelli bianchi e la barba lunga ben curata, occhi azzurri e mani callose, due donne una mora e una rossa, vestite con due abiti color verde foresta, un ragazzo più grande di Luce, un elfo della notte e una fata.
Appena la creaturina lo notò volò in fretta verso di lui.
-Luinil!- Si fermò svolazzando davanti al suo viso, mentre il ragazzo le faceva segno di sedersi sulla sua spalla.
La fata aveva capelli lunghissimi e ricci di un azzurro intenso , il viso pallido era illuminato da due vispi occhi color cobalto. Il suo abito era corto e a palloncino dai colori che variavano dall'azzurro chiaro al bianco. In capo portava una coroncina che sarebbe stata bene ad una bambola. Ma la cosa più bella erano le ali, ampie ali di farfalla, il cui colore sembrava cambiare a seconda della posizione dell'osservatore dal rosa, al violetto all'azzurro.
-Volevo venire con te Luinil, perché mi hai lasciata indietro?- domandò la fata. Luinil era in lingua elfica e significava Stella Azzurra ed era il nome con cui la fata chiamava sempre Luce.Il giovane ignorava il motivo per il quale la fatina aveva iniziato a chiamarlo così, ma alla fine non gli dava fastidio
-Nymphe, mi dispiace, ma non potevo rischiare che ti succedesse qualcosa
La fata scosse la testa. Nymphe conosceva Luce da quando era venuto al mondo, aveva aiutato sua madre a farlo nascere. Era raro, almeno a Ekbor che una fata scegliesse un umano da proteggere, soprattutto se essa era una regina, come Nymphe. Si narrava che quando una regina sceglieva un umano da proteggere era perché lui o lei aveva un fato grandioso o disastroso.
Luce non aveva mai creduto a quella storia, ma non poteva ignorare che una regina lo proteggeva.
-Oh Luce! - La donna mora corse verso il ragazzo
-Madre! Sto bene - affermò il giovane
-Mi hai fatto preoccupare! - dichiarò la donna
-Non dovresti, sono un guerriero.
La donna scosse la testa, Luce e sua sorella Amy Lee che viveva a Millennium, erano le uniche persone rimaste in vita della sua famiglia, da quando il suo amato marito era stato giustiziato.
-Cosa avete scoperto? - il ragazzo si staccò dalla madre e si avvicinò al grande tavolo
-Una cosa che ti scandalizzerá- rispose l'anziano guardandolo
-Che vuoi dire Enemy?- chiese Luce un po' preoccupato
-Dovresti aprire quel baule - affermò Gwynne, la donna bionda indicando il baule che giaceva al centro del tavolo. Solo allora il giovane notò che la donna aveva gli occhi rossi come se avesse pianto per molto tempo
-Cosa succede Gwynne?
-Niente tranquillo - Gwynne soffocó un singhiozzo e Luce pensò che le avrebbe parlato in privato.
A Luce vennero i brividi quando poggiò la mano sul baule
-Coraggio Luinil - lo spronó Nymphe. Il ragazzo aprì il baule e sussultó quando vide il contenuto anche la fata sulla sua spalla rischiò di cadere per lo shock.
-Cosa significa questo scempio? - chiese Luce appena si riprese dallo sconcerto
-Questo non lo sappiamo - rispose l'elfo avvicinandosi.
Luce fissò sconcertato le piccole figure che giacevano immobili con gli occhi chiusi e i polsi legati con delle catene di ferro. Le ali erano piegate in modo innaturale e parevano sofferenti.
-Sono Tessitrici!-
Nymphe fissò le sue sorelle con sguardo sofferente. Le Tessitrici erano una speciale razza di fate in grado di tessere qualsiasi cosa praticamente dal nulla, ma quella varietà di fate era anche ricercata dagli alchimisti perché le loro ali se miscelate con altri ingredienti avevano delle proprietà sia curative che velenose.
Di solito gli alchimisti tagliavano le ali alle fate morte per non provocare loro una sofferenza inutile, purtroppo negli ultimi tempi alcuni cacciatori di creature magiche avevano iniziato a catturarle vive per poi tagliare loro le ali e lasciandole morire dissanguate tra atroci tormenti.
Per qualche ragione, a tutti ignota, Bargund e i suoi compagni lasciavano correre senza intervenire, sebbene la caccia illegale di creature magiche fosse proibita da secoli, c'era ancora chi la praticava. Luce intuì che quelle povere creaturine erano sicuramente dirette verso Millennium, ma il motivo restava ignoto.
-Kila!- Luce chiamò a gran voce la giovane elfa del giorno che si precipitò nella tenda.
Kila era una ragazzina di dodici anni dai capelli d'oro e gli occhi blu cobalto, vestita completamente di bianco. Era rossa in viso, doveva aver corso.
-Ditemi
-Puoi salvare le fatine? - domandò lui indicando il baule
-Certo, però ho bisogno di pensare a come fare quindi se volete scusarmi - l'elfa uscì in fretta lasciando Luce e gli altri in preda all'ansia.
-Pensi che ci riuscirà? - domandò Gwynne
-Certo! Kila è la migliore guaritrice che abbiamo - fu la risposta di Ailea.
Il ragazzo annuì, anche lui nutriva un po' di speranza tuttavia non era certo che l'elfa riuscisse a salvarle. Non perché dubitasse delle sue capacità, ma perché qualcosa gli suggeriva che non sarebbe stata una cosa facile.
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