In fuga
-Forse dovremmo rifiutare di seguirli Freya, non sappiamo nemmeno chi sono quei due.
Vento guardava la sua promessa sposa seduta sul davanzale della finestra con le braccia adagiate ai lati del busto.
-Se rifiutiamo di andare con loro, domani mattina io dovrò partire per il tempio della Dea Fenice, e non ci rivedremo mai più. Se non in occasione delle cerimonie pubbliche, e forse nemmeno perché se riconoscono in me la reincarnazione della Dea sarò costretta a vivere nella Torre del Fuoco al centro del tempio e da lì sai bene che è impossibile uscire. - dichiarò la ragazza.
Sia Freya che Vento conoscevano quella tradizione, che risaliva più o meno ad un decennio prima all'inizio del governo di Bargund, ogni anno dieci ragazze dai quindici anni in su venivano scelte per entrare nel tempio della Dea Fenice e diventare novizie. Le fanciulle sarebbero rimaste nel tempio fino al compimento del diciottesimo anno di età quando si sarebbe svolta una cerimonia solenne che le avrebbe fatte diventare sacerdotesse a tutti gli effetti.
Fino a quel momento le ragazze sarebbero vissute come prigioniere e non avrebbero più rivisto né le loro famiglie né i loro fidanzati. Inoltre si pensava che tra le fanciulle vi fosse la reincarnazione della Dea Fenice, e se essa veniva riconosciuta doveva essere isolata dalle altre e rinchiusa nella Torre del Fuoco dove avrebbe vissuto tutta la vita. Sarebbe uscita solo durante le cerimonie pubbliche e nessun uomo avrebbe potuto guardarla in faccia. Era un destino orrendo a cui nessuna ragazza voleva andare incontro.
Tuttavia le parole pronunciate poco prima dalla fanciulla fecero fermare il mago che stava misurando la stanza ad ampie falcate. Il ragazzo si fermò davanti a Freya osservandola attentamente. Rischiava di perderla dopo aver faticato tanto per poterla conquistare, non lo avrebbe mai permesso.
-In più non hai pensato a te? Prima o poi qualcuno si insospettirá, so che tu stai sempre attento, ma la tua magia non passerà inosservata per sempre. Sai più che bene che i consiglieri non aspettano altro che processare un mago, soprattutto se è l'ultimo.
Il ragazzo non poté non fermarsi a riflettere sugli argomenti che Freya aveva mosso a favore della fuga e non poteva darle torto.
-Come facciamo con i tuoi genitori? Non possiamo sparire così senza dire loro niente.
Freya parve pensarci un po' su. Non aveva pensato ai suoi genitori. Voleva solo sfuggire a quel destino che altri avevano scelto per lei.
-Lascerò loro una lettera, così non potranno fermarci.
Vento annuì, sapeva che Freya aveva ragione, ed era anche a conoscenza del fatto che Millennium non era più un luogo sicuro per lui.
-Va bene, raggiungeremo quei due ragazzi, appena il sole tramonterá - dichiarò il mago indicando l'astro solare che stava scomparendo oltre le alte torri di vedetta della città.
*****
Emeral si svegliò che la notte era già arrivata, era quasi il momento di andare. Guardò sua moglie ancora abbracciata a lui. Il profumo dei suoi capelli gli entrava nelle narici gli faceva desiderare di non muoversi da lì. Ma il dovere chiamava e lui non poteva aspettare troppo.
-Amore mio, svegliati.
La scosse dolcemente e la giovane aprì appena gli occhi.
-È quasi ora, dobbiamo andare.
La giovane si sedette facendo scivolare il lenzuolo rivelando il seno candido che immediatamente coprì con le mani.
-Io ti trovo meravigliosa mia adorata sposa.
Sorrise il giovane mentre si rivestiva.
Amy Lee arrossì vistosamente. Non si sarebbe mai abituata a ricevere complimenti anche se a farglieli era suo marito.
Il figlio di Bargund fece un mezzo sorriso mentre guardava la schiena ancora nuda della moglie mentre la giovane era impegnata a vestirsi.
In quel momento bussarono alla porta.
-Chi è?
-Sono io, mio signore.
La voce era quella di Oceania.
-Vieni, vieni, Oceania, non preoccuparti.
La fata aprì la porta e si fermò sulla soglia e guardò i due ragazzi davanti a lei.
-Diantha dorme ancora così ho preparato dei bagagli.
-Grazie, non dovevi.
La fata sorrise sincera.
-Dovremmo andare.
Amy Lee annuì mentre andava a prendere la piccola Diantha. Non aveva senso restare a Millennium, dovevano per forza scappare.
Tre ore dopo Amy Lee ed Emeral erano in strada. La donna teneva tra le braccia la piccola Diantha, sapeva che non sarebbero potuti restare a lungo in città, qualcuno si sarebbe potuto insospettire.
Era utile avere il figlio del Gran Consigliere dalla loro parte, Emeral sapeva alla perfezione dove erano appostate le sentinelle e per lui ed Amy Lee fu semplice evitarli. Come stabilito Vento e Freya erano nascosti nella piazza. Emeral non pensava che si presentassero. Erano degli sconosciuti a dire la verità.
-Siete venuti alla fine - affermò Emeral quando furono abbastanza vicino da poter parlare senza problemi.
-Ci abbiamo pensato, abbiamo capito che non possiamo restare qui, rischio la vita tutti i giorni, prima o poi arriverà qualcuno che farà una soffiata e io non avrò scampo.- rispose Vento.
-In effetti è pericoloso rimanere soprattutto per te, ragazzo.
Amy Lee sorrise mentre si avvicinava ai due ragazzi.
-I cavalli sono laggiù - Indicò un punto nascosto nell'ombra.
-Quanto tempo abbiamo prima che le guardie tornino?
-Mezz'ora non di più, dobbiamo sbrigarci. - rispose Emeral mentre aiutava Vento e Freya a salire su un cavallo alato.
In quel momento si sentirono le campane dell'allarme.
-Cos'è?- domandò preoccupato Vento.
-L'allarme! Dovete andare! Amy Lee conducili da Luce! Svelta!
Emeral aiutò la moglie a salire sul cavallo.
-No! Non ti lascio! - dichiarò la ragazza. Non avrebbe lasciato Emeral nelle mani di Bargund.
-Devi, mia sposa. Non temere, so come uscire dalle prigioni, conosco mio padre e anche i suoi amici. Quindi non preoccuparti, ti raggiungeró.- le baciò le labbra e diede uno schiaffo al cavallo che partí al galoppo.
-EMERAL! -
L'ultima cosa che Amy Lee vide fu la sagoma di suo marito che incoccava una freccia.
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