Il Ladro -Prologo
La carrozza stava passando sotto il ramo sul quale un ragazzo stava comodamente seduto come in attesa di qualcosa. Portava abiti comodi che gli permettevano di mimetizzarsi con l'ambiente circostante. Intorno ai fianchi indossava una cintura da cui pendevano cinque pugnali, abilmente nascosti da un foulard verde che occultava la vista delle armi. Il viso, dal naso in giù era coperto da un bavero nero, mentre i capelli biondi scompigliati erano infilati sotto una bandana verde. Appeso alla schiena portava un boomerang di legno intagliato con strani simboli.
Il respiro affannato del giovane era appena udibile, attutito com'era dal bavero, le braccia erano tese e le gambe pronte all'azione, doveva solo aspettare che arrivasse il momento giusto. Alzò lo sguardo verso il cielo notturno, i raggi lunari gli consentivano una vista quasi perfetta. Si passò la lingua sulle labbra sottili inumidendole.
Mancava pochissimo ormai. Quando la diligenza passò direttamente sotto il suo nascondiglio il giovane saltò giù prendendo in pieno una delle guardie che dovevano proteggere il carico. Le guardie in tutto erano cinque, tutti a cavallo, indossavano un'uniforme viola e nera con sul petto cucito lo stemma del Consiglio Ristretto, la luna trafitta da una lancia.
Erano armati di spade, balestre, ma anche pistole. Armi più che mai rare, poiché soltanto la guardia regolare ne possedeva e la polvere da sparo era ancora più rara, anche perché era quasi impossibile trovarla.
Il ragazzo scaraventó a terra la guardia per poi saltare agilmente sulla diligenza
-È il Ladro! Prendetelo!- ruggì il capitano della scorta mentre gli altri puntavano le armi contro di lui
-Non vi conviene sparare o volete che il vostro carico salti in aria?- li minacciò il giovane mostrando una specie di quadratino rosso. Era una sua invenzione, creata con la polvere da sparo e altre cose che aveva trovato nella foresta. Gli bastava lasciar cadere quella piccola scatoletta sul carico per far esplodere tutto.
-Fermi! Non sparate! - Il capitano gesticoló con la spada verso il ragazzo che aveva portato la mano al fianco estraendo un pugnale dalla lama cosparsa di rune elfiche.
-Adesso signori ecco cosa farete, mi lascerete andare con il vostro carico, direte al consiglio che siete stati attaccati e che il carico è andato perduto. Osate fare il mio nome e non tornerete a casa con le vostre gambe- era un ricatto bello e buono, ma il capitano sapeva di non poter rifiutare, se avessero commesso un passo falso sarebbe andato tutto perduto e non potevano certo permetterlo. Ma quel ragazzino non lasciava loro scelta, così il capitano fu costretto a lasciarlo andare
-E' un piacere fare affari con voi- ridacchiò il giovane facendo cadere il cocchiere e prendendone il posto.
-Coraggio- la diligenza partì a tutta velocità mentre il capitano ordinava ai suoi uomini di sparare. Il ragazzo evitò tutte le pallottole, di colpo mollò le redini saltando di nuovo sul tetto della carrozza.
Estrasse qualcosa da un punto imprecisato del foulard che portava ai fianchi e lo lanciò contro i suoi inseguitori. Subito una nebbia fitta calò su quel punto facendo imbizzarrire i cavalli delle guardie e disorientando gli uomini.
-Dov'è andato?- ruggì il capitano
-Non lo so signore, non vedo un palmo dal mio naso- rispose uno
Il capitano strinse forte le redini, quel farabutto l'aveva spuntata anche quella volta.
-Dobbiamo trovarlo, con la diligenza non sarà andato lontano!
****
Dopo aver percorso più di cinque chilometri, il Ladro bloccò i cavalli non poco lontano da una piccola palude, un posto che i soldati evitavano volentieri, poiché si diceva che chi entrava in quella palude scompariva nel nulla, ucciso dalle creature mostruose che lo abitavano. In realtà erano solo leggende per impedire a chiunque di entrarvi. Si era fermato in uno dei pochi punti in cui il terreno era solido e non rischiava di far affondare né la carrozza né quello che avrebbe tolto da lì dentro.
-Ametista! Vieni fuori presto! Dobbiamo svuotare la diligenza-
Il punto in cui si era fermato aveva un terreno abbastanza paludoso, con un forte odore di umidità e una nebbiolina copriva tutto rendendo il paesaggio cupo, canneti spuntavano dall'acqua stagnante, sopra la quale volavano gruppi di zanzare e libellule, ogni tanto si sentiva il gracidare delle rane e il canto sommesso delle ninfe di palude, piccole creature alte più o meno come uno gnomo dalla pelle marrone, lunghi capelli color della terra con mani e piedi palmati.
Da dietro un canneto spuntò il cappello di una nana, dal viso rotondo e solare, grandi occhi castani, capelli rossicci, mani paffute. Indossava un vestito marrone sporco di fango e sfilacciato con sopra un grembiule bianco, stivali alti che però non le impedivano di affondare negli acquitrini. L'espressione che gli mostrò la sua amica voleva dire Ce ne hai messo di tempo.
-Era ora, stavo diventando un tutt'uno con quel canneto! Se avessi tardato ancora avrei iniziato a gracidare come le rane- sbuffò lei cercando di pulirsi il vestito alla bene meglio, senza riuscirci, ovviamente.
-Scusa, ma le guardie erano più ostiche del solito. Vediamo cosa c'è qui dentro.
Da una tasca estrasse una chiave che inserì nel lucchetto che chiudeva la pesante catena di nyam che impediva di aprire le porte della carrozza.
-Questo è nyam!- Ametista era scioccata. Il nyam era un metallo che si estraeva solo in alcune miniere poste sotto il monte Aeglos, la vetta più alta della catena montuosa più imponente di Ekbor : i monti di Kroos. Era particolarmente resistente e adatto a forgiare ogni tipo di arma o equipaggiamento, era anche molto versatile, ma anche molto raro.
-Sí, nyam allo stato puro, pensavo che non esistessero più fabbri in grado di lavorarlo- dichiarò il ragazzo grattandonsi la testa
-In teoria è così, Luce. In pratica vi sono ancora dei membri della mia gente che lavorano il nyam, sono rimasti in pochi però - spiegò Ametista mentre il ragazzo saliva sulla carrozza.
-Amy! Vieni a vedere!- Dentro vi erano delle casse chiuse a chiave con le stesse catene di nyam che chiudevano le porte, ma la cosa che non quadrava a Luce era il fatto che la carrozza da fuori sembrava più grande.
-Cosa succede?
-Aiutami a estrarre queste.
La nana si avvicinò mentre il ragazzo le passava le casse che parevano molto pesanti
-Ma cosa c'è qui dentro?
-Non lo so, ma lo scopriremo presto.
Ametista appoggiò le casse con difficoltà mentre i capelli le si appiccicavano alla fronte per colpa del sudore e della fatica.
Luce saltò giù e si mise ad armeggiare con i lucchetti. Ci mise un po' ad aprirle.
-Queste sono spade di nyam! E ci sono anche delle armature! - Ametista non credeva ai propri occhi.
-Scusa l'ignoranza Amy ma non era proibito creare armi di nyam? - domandò Luce.
-Per il resto del mondo sì, ma a quanto pare per gli uomini del consiglio non funziona come per tutti gli altri - rispose la nana con una punta di disprezzo nella voce.
-E adesso dove vai? -
Luce era salito di nuovo sulla carrozza e stava pestando un piede sul fondo facendo un discreto rumore tanto che alcuni uccelli appollaiati poco distante erano volati via starnazzando.
-Smettila di fare tutto questo rumore! Rischiamo che le guardie ci trovino!- lo rimproverò lei.
-Tranquilla non vengono volentieri qui.
-Ma si può sapere cosa stai facendo?! Ametista era esasperata
-Vieni a vedere.
Lei si avvicinò di nuovo e quando il ragazzo pestó il fondo anche la nana sentì che suonava in modo strano.
-C'è qualcosa qui sotto.
Luce tastó il pavimento della carrozza fino a trovare una piccola rientranza era abbastanza piccola per poter farci passare un unghia. Il ragazzo fece forza sulla piccola botola rivelando un fondo nascosto dentro il quale vi erano due bauli.
-Come li estraiamo da lì?
-Più che altro come facciamo a trasportarli? Abbiamo quasi venti casse da trasportare che contengono armi e armature sufficienti per tre reggimenti. - Lo rimproverò lei
-So come fare.
Luce infilò due dita in bocca e fischió.
-Ma che fai?
Il ragazzo non rispose subito, finché non sentì una risposta. Un fischio ancora più acuto.
-Ah era il segnale.
Un portale si aprì a pochi metri da loro.
-Potevi dirlo prima!
Il ragazzo non rispose si limitò a caricare due casse su un cavallo, due sul secondo due sul terzo e due sul quarto. Gli altri li portò a spalla il ragazzo finché là non ne rimasero più.
-Coraggio andiamo! - affermò Ametista
-Aspetta Amy, prima devo vedere una cosa.
-Lux!
-Uff! Va bene!
Prese i due bauli e attraversò il portale.
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