Amori segreti
Il giorno dopo Vento aiutò Freya a portare dei viveri ai più poveri della città che vivevano nel più basso dei livelli, isolati dal resto della popolazione, in una parte della città che cadeva praticamente a pezzi. Le strade erano sconnesse, le case costruite con materiali di fortuna, senza servizi igienici adeguati, le persone erano stipate negli angoli della strada e guardavano i nuovi venuti con aria assente. Indossavano abiti strappati e rovinati, erano sporchi, magri.
Ovunque si vedevano bambini che chiedevano la carità, ma non c'era nessuno che poteva dargli qualcosa perché anche il resto degli abitanti di quel quartiere facevano fatica a sopravvivere. Freya andava in quel quartiere insieme a Vento almeno una volta a settimana e portava cibo e vestiti in quantità.
Il ragazzo la aiutava con qualche piccolo incantesimo, stando sempre attento a non farsi scoprire da nessuno. Gli abitanti del quartiere sapevano dei suoi poteri ma, non ne parlavano a nessuno perché anche loro odiavano le guardie e tutto quello che riguardava il Consiglio Ristretto di Bargund.
-Alt! Non potete passare! - ruggì una guardia puntando la lancia contro i due ragazzi
-Perchè no? - Freya fissava l'uomo sotto il velo argento che le copriva il viso. Era tradizione infatti, che le giovani donne fidanzate si coprissero il viso con dei veli colorati fino al giorno del matrimonio. Nessuno conosceva l'origine di quella tradizione, ma molte ragazze se ne ribellavano e preferivano indossare delle collane piuttosto che coprirsi il volto.
Freya aveva preferito seguire quella tradizione per evitare di incorrere nell'ira dei sacerdoti e delle sacerdotesse che a volte passavano per i quartieri dove sapevano vivesse una promessa sposa. La ragazza aveva superato tutte le prove che gli esponenti della chiesa le avevano sottoposto, sperava che avessero finito, perché lei non ne poteva più.
-Non vogliamo guai! Andatevene! - Li minacciò ancora una delle guardie.
-Lasciateli passare - ordinò una voce giovanile.
-Cosa vuoi tu?- ruggì
Il ragazzo superò i due promessi sposi e si piazzó davanti a loro. Vento poté notare che aveva una schiena ampia, indossava un pesante mantello nero che gli copriva la testa con un ampio cappuccio, in mano reggeva un lungo arco di legno molto semplice, alle mani indossava dei guanti di pelle. I pantaloni aderenti gli fasciavano le gambe muscolose.
-Ho detto lasciali passare! - la voce del giovane si era fatta un sibilo freddo
-E va bene potete passare - la guardia sbuffò seccata mentre faceva aprire le porte e i tre ragazzi le superarono.
-Grazie - affermò Vento dopo che Freya si fu allontanata
-Figurati mago - rispose il ragazzo
-Tu come fai a saperlo?!- Vento si sentiva in trappola
-Ti ho osservato nei giorni che eri qui insieme alla tua promessa sposa, ho visto che sai fare degli incantesimi - lo guardò gelido e Vento sentì un brivido lungo la schiena
-Mi tradirai? In fondo non mi devi niente -
Emeral scoppiò in una fragorosa risata a metà tra lo scherno e il divertito.
-No, non lo farò, non darei mai questa soddisfazione a mio padre -
Il giovane scosse le spalle mentre Vento lo guardava con un po' di apprensione, se davvero Emeral era il figlio di uno dei consiglieri allora era davvero nei guai.
-Vento, devi fare una cosa per me...
-Cosa?
Con un cenno del capo Emeral indicò Freya che stava dando del pane ad una bambina
-Che vuoi dire?
-Domani arriveranno le guardie per prendere le ragazze destinate al tempio e la tua fidanzata è una di loro. Dovete andarvene prima che sia tardi - affermò Emeral
-Come faccio a sapere che non stai mentendo?-
-Non lo farei mai. Credimi, ho sentito mio padre parlare con la Gran Sacerdotessa, proteggi la tua promessa sposa. -
-Ma dove potremmo andare? Non ho parenti né nessuno fuori da queste mura
In quel momento Freya tornò da loro ma il suo viso era scuro. Alla domanda di Vento su cosa fosse successo lei non rispose.
Poi si rivolse al ragazzo che era con il mago chiedendo chi egli fosse e perché le guardie li avessero lasciati passare dopo il suo intervento.
-Mi chiamo Emeral, mia signora, per ora ti deve bastare questo - rispose il giovane facendo un baciamano alla ragazza.
-Allora mi farò bastare il tuo nome
-Adesso ci spieghi cosa ti ha fatto incupire?
Freya sospirò mentre un leggero soffio di vento faceva ondeggiare il velo argento davanti al suo viso così che Emeral poté almeno scorgere il volto di lei.
Freya aveva lunghi capelli biondo scuro come la seta, il viso dolce illuminato da due grandi occhi blu cobalto, le labbra carnose erano spesso piegate in un sorriso.
Il naso piccolo non rendeva quel viso meno bello, anzi lo esaltava. Il corpo esile fasciato dal lungo abito grigio, che lasciava scoperte le braccia candide.
-Ho sentito che domani arriveranno le guardie per prendere le fanciulle destinate al tempio e con molta probabilità io sarò una di loro. Ma io non voglio andarci!
-A dire il vero un modo c'è per evitare di entrare al tempio - affermò Emeral con fare misterioso.
-Che vuoi dire? - la ragazza lo fissò un po' preoccupata.
Emeral si guardò intorno come a essere certo che non ci fosse nessuno a sentirlo.
-C'è un gruppo di ribelli che vive nella foresta, ma non so come arrivarci-
-E pensi che loro ci aiuteranno? Sono dei criminali! - Vento sgranò gli occhi furioso.
-È da pazzi!
-No, non lo è. E non è vero che i ribelli sono dei criminali come mio padre e i suoi amici hanno fatto credere! - Emeral fissò i due ragazzi con gli occhi concentrati.
-E tu come fai a saperlo? Nessuno ne ha mai incontrato uno!- Il giovane mago non ne voleva sapere. Freya gli poggiò una mano sul braccio come se volesse calmarlo.
-Non possiamo dargli torto Vento, se restiamo in città, questa sarà l'ultima notte che passeremo sotto lo stesso tetto -
Il mago parve pensarci, non poteva dire che Freya non avesse ragione e pur di rimanere accanto alla ragazza era pronto a tutto.
-Come ci arriviamo dai ribelli? Non conosciamo la strada.
-Voi no, ma io si- intervenne una ragazza dai lunghi capelli color cioccolato uscendo da un edificio malandato. Indossava un vestito che però doveva andarle piccolo che un tempo doveva essere stato bellissimo, ma che ora era sfilacciato e sporco. Gli occhi color nocciola erano profondi, anche se leggermente segnati dalla stanchezza, le maniche le andavano corte e Vento notò che aveva i polsi particolarmente sviluppati, come se fosse stata l'allieva di un fabbro o di uno spadaccino. Era strano perché di solito le ragazze non svolgevano quel genere di lavori, ma lei non sembrava come le altre giovani donne presenti in città.
-Chi sei?
-Il mio nome non è importante.
Emeral sorrise guardando la ragazza dagli occhi di cioccolato come se fosse un angelo o qualcosa del genere.
-Ci vediamo stanotte al portone dietro la piazza- detto questo se ne andò.
Vento rimase un po' stordito, ma qualcosa gli suggeriva di non fidarsi di quel ragazzo. Era certo che gli stesse tendendo una trappola.
-Sarà meglio che tornate a casa -
I due ragazzi non se lo fecero ripetere e svelti tornarono verso casa.
****
Appena i due ragazzi si furono allontanati Emeral si incamminó lungo la strada che aveva preso anche la giovane donna di poco prima.
Arrivò fino ad una casa che faceva angolo ad una piccola piazza dove vi era una fontanella di acqua dalla quale era impossibile bere per via dei liquami provenienti dai piani superiori che scaricavano proprio in quella piccola fontana.
Emeral si guardò intorno come se temesse che ci fosse qualcuno nelle vicinanze che potesse vederlo. Con suo sommo piacere quel giorno la piazza era vuota. Bussò per tre volte alla porta e venne ad aprire la stessa ragazza di poco prima
-Sei venuto - la ragazza gli saltò al collo stringendolo forte.
-Pensavi davvero che non mi sarei presentato?
-Temevo di si, ma sono felice che tu sia qui.
La fanciulla strinse il giovane e gli sussurrò qualcosa all'orecchio Emeral sorrise mentre insieme alla ragazza entrava in casa.
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