7-Trasformazione

Le signore si trasformarono, dando vita alla loro vera forma.

La prima, quella che ci minacciò, si trasformò in un essere semi-umano.
Era nel corpo di una bella ragazza, dai  capelli ramati e gli occhi color oro.
Sarebbe sembrata innoqua, se pur non avesse al posto delle gambe un paio di code serpentine e al posto di una  lingua umana, una da serpente, che, rovinava la vista Afrodisiaca del bell'aspetto della ragazza.
Non sapevo quanto quella ragazza-serpente fosse pericolosa, ma ero troppo stupita per pensarci bene.

La terza, quella bassa e gobba, si trasformò in un essere strano, che, al contrario della prima, di umana non aveva niente.
Aveva il corpo e la testa di leone, ma dal torace le spuntava una testa di capra.
Aveva la corda squamosa, come quella di un serpente,)ll) 0ma molto più grande e biforcuta,simile a quella di un drago, che nelle favole per bambini, non vengono descritti come esseri molto simpatici.

La Dodds, invece, che già era una vecchia megera già da prima, si trasformò in una ragazza.
A differenza di tutte le ragazze del mondo, però, aveva i capelli, di un biondo spento, di fuoco.
Le gambe, poi, erano una d' asino, cosa ironica, che dato che di solito erano le insegnanti a chiamare "asino" gli studenti; L'altra gamba invece, era di ferro.
Mostrava i denti, e notai che alla lista delle cose sovrumane in quella donna, si aggiungevano anche dei denti di vampiro, non aveva un aspetto gentile, come, tra l'altro, le sue colleghe.

Prima che potessi fare il punto della situazione, la Dodds, mi si schianto' contro Con furia omicida.
Pensavo di essere morta, non avevo nemmeno avuto il tempo di assimilare ciò che mi stava succedendo.

Senza rendermene conto, però, mi resi conto di star stringendo nelle mani la collana e, devo ammetterlo, fu proprio questo a salvarmi la vita.
Il gioiello, si trasformò presto in un arma, precisamente una spada, la lama era di una specie di bronzo tendente al ferro, il manico era d'oro, con sopra una  parola nelle lettere strane, che tradussi come "fulmine".
Senza pensarci due volte, sferza un colpo al mostro, che però lo schivo'.
All'improvviso, venni presa dal impulso di buttare la spada a terra, ma resistetti alla tentazione. Non fu facile, dato che sentivo come una forza che mi costringeva a farlo, ma continuai a combattere.
Volevo combattere perché sentivo di doverlo a qualcuno, anche se non sapevo chi, e  anche perché non volevo morire.
Non sapevo nemmeno cosa fosse una spada, eppure provai.

Sferrai un colpo di spada, che purtroppo schivo' abilmente, si avvicinò e non riuscì a schivare un suo graffio, così mi ritrovavo con dei marchi incisi a sangue sulle braccia.
Lanciai un fendente verso il mostro, riuscì a colpirlo sulla schiena, però la ferita rimargino' in qualche secondo,lasciando solo una cicatrice incrostata.

Lo scontro continuo' ancora e ancora, tra fendenti schivati e ferite.
Ad un certo punto, successe ciò che meno mi aspettavo:
Presi il volo, e scrutavo la scena dal alto, un fulmine cadde dal cielo e colpi' il mostro in pieno, lasciandola stordita e debole.
Le puntai la spada e un altro fulmine spunto' dalla lama della spada, stavolta senza lasciare al mostro una possibilità di ripresa.
Il corpo della creatura diventò cenere, e si dissolse nel giro di pochi secondi.

Era come se tutto ciò che fosse accaduto da quando avevo spiccato il volo, era fatto oltre la mia volontà, non per niente, non avevo mai volato prima d'ora.

Mi sentivo libera in aria, non mi avevo paura, era come se avessi perso tutto il peso e fossi diventata una piuma.
Finalmente dopo tredici anni sentivo che la mia vita stava per cambiare in meglio.

Mi ripresi dai miei pensieri e andai ad aiutare Le mie amiche: Samira combatteva contro il leone/capra/drago/serpente, Mila, invece, contro la donna-serpente.
La più in difficoltà era la prima, così, spiccai di nuovo il volo (ormai avevo imparato), ma, stavolta al posto di scagliare un solo fulmine contro la creatura, una pioggia di fulmini si abbatté sui mostri, dando via ad uno spettacolo pirotecnico di grande qualità.

Ero sfinita.
tutta la fatica sembrava essersi ritirata durante la battaglia, ma ora sembrava essere tornata tutta in una volta, come se un masso mi fosse caduto addosso.

La pelle chiara era imperlata di sudore, e i capelli ricci grondavanno acqua come se avessi appena fatto una doccia, cosa di cui, tra parentesi, avevo molto. Bisogno ora.

Samira sembrava un' altra delle perle sul suo braccialetto, il cosiddetto "portafurtuna".

Tutto per un libro, per un inutilissimo libro.

Mi maledissi da sola per la mia voglia di giocare a fare "la detective" per scoprire "i misteri dei simboli che capivamo".

Tutto per un libro, per un inutilissimo libro.

Si sedette sconsolata.
Le sue amiche fecero la stessa cosa.
«Jasmine! C-cosa hai fatto!» esclamò Mila.
Aveva ragione.
Cosa avevo fatto.
«Scusate... È tutta colpa mia» dissi.
Ero distrutta, avevo rischiato di mettere in pericolo me e le mie amiche solo per uno stupido libro.
Un vuoto mi stava svuotando, come se mi stessi autodistruggendo.
«Jasmine, non dirlo nemmeno, non è nessuno ad avere la colpa.
Tutte e tre volevamo prendere il libro.
Sono sicura che questo sia un sogno, e ci risveglieremo come se niente fosse. » Samira mi rassicuroʼ come era  solita fare.
Accennai un sorriso.
Probabilmente, nemmeno Samira era sicura di quello che stava dicendo, ma apprezzai  il fatto che stesse riuscendo a fare qualcosa di buono, a differenza mia.

«Non vorrei rovinare i vostri sogni, letteralmente parlando, ma nei sogni non si può provare dolore» ribatté Mila, indicandosi una grande cicatrice proprio sulla fronte.
Tecnicamente, aveva ragione.
«Jas, com'era il sogno che avevi fatto tempo fa, quando era venuto Rogers?» chiese Samira, la cui espressione aveva avuto un guizzo improvviso d'energia.

Mi tornò in mente il sogno, in cui era successa più o meno la stessa cosa.
Il luogo era quello, le signore, che si riveleranno essere dei mostri con il desiderio di ucciderci, molti elementi coinciliavano, ma Rogers?
«Il Posto è questo, gli avvenimenti anche, ma manca Rogers» risposi
«Vero, però è strano lo stess...» Samira non riuscì a finire la frase che iniziammo a sentire dei passi.
Guardai le mie amiche, non c'è la facevo a combattere, ero sfinita, come se tutte le mie energie si fossero esaurite.
Mi capirono, presero la loro spada e iniziarono a prepararsi.

Quando il proprietario del suono arrivò, rimanemmo tutte di stucco, non era un altro mostro, un insegnante o qualche altro intruso che poteva provocare solo guai, bensì, arrivò Rogers, con l'unica differenza che al posto delle gambe da umano, ne aveva un paio da... Asino?
Samira e Mila sguainarono le spada, pronte ad attaccare.
Com'era possibile che proprio Rogers, fosse anche lui un mostro... Eppure le cose combaciavano, sicuramente aveva prima contattato le sue amiche mostri, poi aveva scritto il bigliettino e ci aveva incastrato.
Siamo state delle stupide a non capirlo, sono stata una stupida.

«Ferme ragazze, non voglio farvi male, sono qui per aiutarvi!» disse Rogers
«Abbiamo appena affrontato mostri mezzi umani e mezzi animali che volevano ucciderci e ora dovremmo fidarci di un essere mezzo umano e mezzo asino?» gridai.
Non me la cantava giusta, scompare per tutto il tempo in cui ci serviva il suo aiuto e poi riappare magicamente?
Mi sentivo in colpa per non poter fare niente, per questo presi la mia spada e mi avvicinai alle mie amiche.
«SONO PER METÀ CAPRA, NON ASINO! E COMUNQUE...»
Svenni.


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