1-una Strana Richiesta 💚
*nota: la storia è ambientata prima del patto tra gli dei di non avere più figli, quindi verso gli anni '30-40*
Jasmine
Mi svegliai di buon ora, a differenza degli altri giorni. La colpa era un altro di quegli incubi che da un paio di giorni mi assillavano.
La cosa strana era che anche le mie migliori amiche, Samira e Mila, avevano più o meno gli stessi problemi notturni. Erano incubi che parlavano di guerra, distruzione, tristezza, disperazione e, per qualche motivo, sapevamo che quelli non erano solo incubi.
Stropicciai gli occhi e vidi che nel letto vicino al mio mancava Samira, mentre Mila dormiva ancora come un ghiro; andai a svegliarla.
Arrivai in bagno e indossai l'uniforme dalla Yancy Academy: una gonnellina verde scuro di cotone, con una camicetta, la giacca dello stesso colore della gonna e una cravattina blu.
A nessuna di noi piaceva quella divisa, perché preferivamo tutte e tre vestirci con t-shirt e dei pantaloni di stoffa.
Poi, pettinai i miei capelli castano scuro, impresa che ogni giorno mi arrecava numerose sofferenze per via dei ricci insistenti, che ogni mattina mi obbligavano a svegliarmi prima.
Per fortuna tutta quella fatica era ripagata dal fatto che quei capelli così numerosi nascondevano gli occhi castani, che con la mia faccia non si addicevano per niente.
Samira era invece era raggiante, dato che come ogni mattina era la prima sveglia, mi chiedevo dove trovasse tutta quella forza di prima mattina.
I suoi capelli rossi erano legati in una coda di cavallo, che davano lucentezza agli occhi dalle mille sfumature: verdi, verde acqua, blu, azzurro, sembravano il ritratto di qualche pittore famoso.
Mila, invece, aveva dei capelli color pece disseminati da tantissimi nodi, dato che essendo la più pigrona la mattina non aveva molto tempo per badare al suo aspetto.
Per fortuna, i nodi venivano offuscati dagli occhi neri, che grazie alle sfumature grigie e blu che li caratterizzavano, dinavano al suo sguardo una parvenza di un cielo notturno stellato.
Ci incamminammo verso i corridoi di quella scuola, in qui i "Ragazzi difficili" a cui era destinata straripavano da ogni dove e si picchiavano anche per il più banale dei motivi.
Non sapevamo perché fossimo state iscritte a quella scuola, forse perché nessuna di noi tre aveva mai visto il proprio vero padre oppure perché costava di meno delle altre scuole private.
Il padre di ognuna di noi, era o morto, o scomparso, oppure si nascondeva ancora un mistero nazionale sulla sua fine.
La solita storia per quelli come noi, insomma, per fortuna, dicevano ammettere che molti dei ragazzi in quella scuola erano messi peggio.
Arrivammo in classe giuste in tempo prima dell'arrivo del professore, che dopo qualche minuto annunciò subito che l'indomani avremmo avuto un test.
Ovviamente la notizia fù accompagnata da sbuffi e vocii contrariati, devo però ammettere che anche noi ne prendemmo parte.
Dopo aver sfumato la rabbia dei suoi studenti, il signor Brunner svolse la lezione normalmente, per quanto possa essere normale una lezione con un professore che, nonostante fosse sedia a rotelle, indossava un armatura greca gridando l'alfabeto come grido di battaglia;
Era un professore molto simpatico, dall'aspetto maestoso anche se in sedia a rotelle.
Aveva una barba crespa e lunga, i capelli color legno gli arrivavano fin sotto la spalla.
A fine lezione, quando ormai la maggior parte dei ragazzi si strattonava per uscire dalla classe, il professore ci convocò nel suo ufficio, sotto i nostri sguardi stupiti e quelli dei ragazzi che non erano ancora usciti dall'aula.
Eravamo stupite, non avevano fatto niente di male, forse.
Mentre camminavano verso lʼufficio una sensazione di paura mi pervase: quella scuola era tutto quello che avevo, non volevo deludere nessuno, e facendomi espellere avrei di certo deluso mia madre, che aveva lavorato senza sosta per donarmi un futuro migliore, proprio non volevo.
Ci trovammo in un ufficio decorato con carta da parati dall'area molto vecchia e una scrivania di mogano intagliato con molta cura, che sembrava creare motivi in stile Greco.
Nelle varie teche esposte, si intravedevano fossili e reperti di ogni tipo, da grandi anfore decorate con motivi di guerra a toghe e vestiti di varie culture.
Brunner fece segno di sederci davanti alla scrivania e notando le nostre arie stupite Brunner ci spiegò che alcuni erano reperti che aveva trovato lui, mentre altri erano delle copie.
«Vi ho convocate qui perché devo parlarvi di una cosa molto importante: voglio che diate il massimo nel test di domani, non è solo questione di voti, c'è in ballo la nostra sopravvivenza.
Tengo molto a voi e un giorno capirete perché».
E senza darci nemmeno il tempo di assimilare la richiesta, guardò l'orologio da taschino e disse che era tempo di andare alle prossime lezioni.
Mi calmai, non eravamo state espulse, ma cosa voleva dire con quella frase? Forse ero a rischio espulsione e se avessimo preso un insufficienza... preferii non pensarci.
Angolo fulmini ⚡
È la prima fanfiction che scrivo, quindi non insultate- accetto le critiche costruttive
Se trovate errori segnalatemeli per favore.
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