Capitolo 11. Si smuovono le acque - Parte Seconda


 All'interno della locanda, Jord e CJ pazientavano da qualche ora, in attesa del ritorno dei compagni dalle rispettive occupazioni mattutine. Avevano scelto di sostare in uno dei tanti tavoli liberi del grande salone in legno antico, beneficiando della quiete data dagli ultimi momenti prima del pranzo e della spumosa birra scura prodotta dal figlio del rubicondo oste. E avevano appena esaurito ogni discussione sulla loro breve, e infruttuosa, visita al tempio del dio del sole quando Daniel fece la sua comparsa nell'edificio, con un sorriso soddisfatto a stendergli i lineamenti appuntiti del viso. Prima che il compagno potesse sedersi e raccontare della sua fortuna, i due avevano già intuito dalla sua espressione quanto fosse lieto della proposta di poche ore prima, la stessa che loro due, invece, avevano appena terminato di disdegnare. Mentre ricambiavano il suo saluto e lo osservavano ordinare un boccale per sé al bancone, fu certo ad entrambi che lo stregone avesse trovato qualcosa, in quel suo vagare senza scopo per le strade di Irvania.

«Non potete neanche immaginare quale fortuna mi abbia portato la città» iniziò poco dopo Daniel in tono esaltato, sedendosi al tavolo accanto a Jord e dando conferma dei loro sospetti. «Ero disposto a lasciarmi trascinare dalla corrente e a farmi guidare dal destino e, per questo, sono capitato proprio nel posto giusto.»

«Fratello, spero per te che quel posto fosse tra le sottane di una bella ragazza,» ghignò in risposta CJ, asciugandosi i baffi sottili dai residui di luppolo e malto, «altrimenti non capisco tutto l'entusiasmo.» Poi si mosse leggermente sulle ginocchia, spostando il peso per evitare che le gambe gli si addormentassero e ripetendo un gesto tanto abitudinario quanto ormai istintivo. Da che aveva lasciato Dunea, erano state rare le volte in cui si era potuto sedere a un tavolo con la certezza di arrivare comodamente al boccale, senza doversi invece inginocchiare.

Jord ridacchiò leggermente alla sua battuta, adocchiando curioso alla reazione dello stregone; questi però sopirò solo teatralmente, prima di rispondere: «Certo che sei banale, CJ. E comunque no, non è tra le sottane di una fanciulla, che mi sono recato...»

«Eh, hai ragione amico, non ci avevo pensato. Da lì ci vieni, e si sa che il troppo stroppia chiunque» lo punzecchiò ancora l'halfling, ridacchiando poi soddisfatto all'idea di aver riportato l'argomento sull'affascinante figlia del mercante.

Questa volta, le sopracciglia sottili del mezz'elfo si corrucciarono, e uno sguardo più duro gli balenò sul viso. Lanciò un'occhiataccia al chierico, che annegava l'ilarità nel liquido fresco, poi tornò a rivolgersi al piccolo ladro davanti a sé, puntandogli un dito contro e parlando con tono glaciale. «Se hai finito di prenderti gioco di me, avrei da comunicarvi i risultati della mia ricerca. Non so, magari ti sei dimenticato per quale motivo siamo venuti qui.»

Il sorriso si offuscò per un secondo sul volto di CJ, e Daniel fu quasi sicuro di averlo colpito. Ma, appena un istante dopo, un nuovo guizzo lo illuminò quanto e più di prima. «Va bene, va bene, CJ ha capito. Tasto dolente, giusto Jord?» ridacchiò ancora alla volta del chierico, che ricambiò con un sorriso solo accennato. Poi riportò lo sguardo su Daniel e gli rivolse un'espressione ilare e solare. «Stavi parlando dei risultati della ricerca, no? E allora che aspetti, fratello? Condividi pure.»

La tentazione di colpirlo investì lo stregone a più ondate, ma si costrinse a respingerla, respirando profondamente e cercando di non incrociare l'espressione ancora compiaciuta del ladro. Preferì concentrarsi sull'uomo al suo fianco, e sul suo viso disteso e rilassato. «Come stavo dicendo,» mormorò adagio, e con voce ancora un filo stizzita, «la città mi è stata d'ispirazione, e sono riuscito a procurare il nome di uno studioso di culti antichi.»

«Questa è un'ottima notizia.» ribatté prontamente il chierico, dedicando tutta la sua attenzione al compagno. «E si trova qui a Riverwood?»

«Sì, ha uno studio nel quartiere nord» annuì Daniel. «L'uomo che me lo ha indicato non sapeva dire molto sui suoi studi, ma è certo che si occupi di leggende e culti divini.»

Jord sospirò, posando il boccale ormai vuoto sul tavolo. «Be', direi che è già un buon punto di partenza, nonché il primo passo avanti che facciamo, visto il nostro clamoroso fallimento...»

«Amico, ora non esageriamo: clamoroso è eccessivo» lo interruppe subito CJ. «Abbiamo comunque guadagnat...»

«Cosa? Non hanno fatto altro che negare ancora una volta. Non abbiamo ottenuto...» Un pensiero colpì all'improvviso il chierico, che si voltò di scatto verso l'halfling. «CJ? Cosa abbiamo ottenuto?» gli chiese con finta curiosità ma la voce carica di sospetto. Lo stregone approfittò di quello scambio per assaporare un altro sorso di birra speziata, per poi gustarsi il dramma nel quale CJ si era appena infilato spontaneamente.

L'halfling si rimpicciolì appena, sotto lo sguardo astioso del chierico. «Ehm, esperienza. Ovviamente. È stata un'esperienza incredibile: tutti quegli affreschi, l'altare con la tovaglia ricamata...» borbottò, trattenendo una risatina nervosa.

Jord aggrottò il viso in un'espressione contrariata. «CJ! Cosa avevamo detto prima di entrare?» lo riprese, alzando leggermente la voce.

«Di rubare ogni informazione, fratello. Cosa che non ho potuto fare, perché non ce n'erano.» Un altro piccolo sorriso, leggermente meno spontaneo, comparve sotto i baffi del piccolo ladro.

«E?»

«E... Credo di non ricordare. Sai, la birra...»

«La birra ha questo effetto? Ma guarda che fortuna» si intromise Daniel, ridacchiando con la stessa allegria che poco prima aveva capeggiato sul volto di CJ.

Quest'ultimo, vedendosi circondato, lasciò spaziare lo sguardo per la sala in cerca di un'ancora di salvezza, posandolo sugli avventori che iniziavano a riempirla; la sua mente iniziò a lavorare frenetica, in cerca di una scappatoia che gli permettesse di uscire da quella situazione intricata. Sotto il corpetto in pelle, un piccolo medaglione votivo, appartenuto in precedenza a uno dei malcapitati fedeli del dio del sole, pareva quasi scottare a contatto con la pelle. «Ecco, io...» iniziò, riportando lo sguardo sui due.

In quel momento, la porta della locanda si aprì e Ben e Jake fecero il loro ingresso nell'ambiente fresco e in penombra. Al ladro sfuggì un sospirò sollevato e prima che Jord potesse riprenderlo un altra volta, alzò il braccio e fece un cenno ai due compagni. «Oh guardate, sono arrivati Ben e Jake» annunciò poi allegro, indicando alle spalle dello stregone e seguendo con gli occhi l'avvicinarsi dei due.

«CJ, non credere di scampartela...» lo minacciò il chierico, ma poi si voltò anche lui all'arrivo dei compagni e sorrise. «Ben ritrovati. Avete avuto una mattinata proficua?» chiese, facendo svanire ogni traccia di astio dal tono ma ripromettendosi di sollevare ancora il discorso con il piccolo ladro.

Jake si fermò al suo fianco, prendendo posto nella sedia rimasta, e Ben li superò per recuperarne un'altra dalla tavolata adiacente. «Non esattamente. Anche se qualcosa l'abbiamo ottenuta...» cominciò il ranger, dopo aver fatto spaziare lo sguardo lungo la sala per sincerarsi che nessuno prestasse loro attenzione. Nei tavoli adiacenti, gruppi di avventori chiacchieravano adagio e il loro brusio sembrava perfetto per mascherare le parole pronunciate da loro cinque. Riportò lo sguardo sui tre seduti con lui e distese il viso, perdendo gli ultimi tratti di tensione che lo avevano percorso.

«Già, a quanto pare qualcuno ci segue» aggiunse Ben a voce moderata, inserendo la nuova seduta tra il ladro e Daniel e accomodandosi accanto a loro.

Lo stregone lo osservò, incuriosito. «Dici sul serio? Come fate ad esserne certi?»

«Abbiamo provato a cambiare strada un paio di volte e non ci ha mai persi di vista» fu la risposta pronta del guerriero, che poi si guardò intorno a sua volta, con fare casuale e rilassato.

«Fino a poco fa, in realtà» si inserì nuovamente il ranger, tenendo lo stesso tono pacato del compagno. «Lo abbiamo seminato per strada, ma come ci ha trovati una volta, è possibile che lo faccia ancora. Siamo piuttosto evidenti, io e Ben.»

A quelle parole, i tre guardarono prima lui, soffermandosi sulla vistosa cicatrice che ormai era diventata per loro familiare, e poi il grosso guerriero, che anche da seduto capeggiava sulla sala. «Quindi non sa dove alloggiamo?» chiese infine Jord, riportando lo sguardo su Jake, ormai del tutto dimentico della discussione con l'halfling di poco prima.

Il ranger scosse leggermente la testa. «Non saprei, ma presumo di no. Altrimenti avrebbe potuto precederci fino a qui, una volta perse le nostre tracce.»

«Giusta osservazione» mormorò Ben, annuendo. «Voi non avete notato nessuno di particolare, rientrando qui?» chiese poi, rivolto agli altri.

Lo stregone rifletté qualche secondo, cercando di ricordare se avesse incrociato qualche volto caratteristico lungo la via del ritorno. Infine rispose, con tono sicuro: «No, non mi pare proprio. Solo gente assolutamente normale, che camminava e sbrigava acquisti per le strade.»

«Lo stesso vale per noi» confermò il chierico. «Giusto, CJ?»

L'halfling confermò, con un cenno del capo. «Se ci avessero seguiti, me ne sarei accorto. Tenevo la strada parecchio sott'occhio.»

Jake sospirò, allungando appena le gambe sotto il tavolo e stendendone i muscoli. «Allora devono aver scelto noi per i motivi sopra citati. Siamo evidenti, è stata una mossa furba.»

«E ora, cosa abbiamo intenzione di fare?» riprese Daniel.

Il guerriero al suo fianco sorrise leggermente, stendendo poi le braccia e incrociandole dietro la testa. «Io sarei per l'aspettare che ci ritrovino per chiedergli gentilmente cosa vogliono.»

«Sì, anche secondo me sarebbe l'ideale» annuì Jake. «Non lo abbiamo fatto prima perché pensavamo fosse meglio avvisarvi, ma ora che ci siamo...» si guardò intorno, realizzando solo in quel momento l'assenza di due membri del gruppo. «Ma Spock e Galatea?» aggiunse quindi.

Jord alzò le spalle. «Non sono ancora rientrati. Io e CJ siamo qui da presto e non li abbiamo incrociati.»

«Strano...» mormorò il ranger. Un'espressione preoccupata gli si dipinse sul volto, quando iniziò a rimuginare sui diversi motivi che potevano averli trattenuti. Il chierico la notò, e si sporse verso il compagno, cercando di mitigarne l'ansia con tono sicuro. «Non preoccuparti» gli sussurrò. «Probabilmente hanno solo avuto più fortuna di noi, e hanno davvero trovato qualcosa. È presto per pensare al peggio»

Le sue parole non riuscirono a dissipare del tutto i cattivi presagi di Jake, ma bastarono a far sì che l'uomo accantonasse momentaneamente quei pensieri nefasti, per tornare a concentrarsi sul gruppo riunito al tavolo. «Va bene, abbiamo bisogno di un piano» riprese, rivolgendosi soprattutto a Ben e ignorando il sospiro seccato del mezz'elfo alla parola "piano". «Non possiamo semplicemente attaccare quell'uomo quando si ripresenta. Potremo non ottenere nulla da lui e segnaleremo solo a chi lo manda di aver capito che ci seguono.»

«Potremo seguire noi lui» si inserì a sorpresa CJ, con un sorriso a colorargli il volto. Davanti alle espressioni dubbiose dei compagni, l'halfling si levò leggermente verso l'alto, facendo forza con le ginocchia, e si sporse verso di loro stendendo le braccia e cominciando a gesticolare. «Pensate fratelli, è un piano perfetto. Voi vi fate seguire, e CJ segue lui. Poi fate riperdere le vostre tracce, come avete già fatto, e a quel punto dovrà tornare alla base per fare rapporto e scopriremo chi lo manda.»

Jake sorrise. «Mi sorprendo quasi a dirlo, ma è un ottimo piano, CJ.»

 «Modestamente...» annuì ancora l'halfling, orgoglioso, mentre anche gli altri confermavano la bontà di quell'idea.

«Ho solo un dubbio: come facciamo a essere sicuri di seminarlo?» si intromise Jord. «Avete detto che la prima volta ha funzionato, ma non è detto che si faccia imbrogliare facilmente una seconda.»

Un sorriso più grande dei precedenti illuminò il piccolo volto del ladro. «Questa è la parte più divertente, amico. Basterà che gli inseguiti facciano cadere qualcosa: merci, un banchetto, una grossa dama con il suo grosso vestito. Insomma, qualunque cosa che gli impedisca di seguirli e di vedere dove svoltano!»

Questa volta Jake rise apertamente, all'immagine della grossa dama ribaltata dal guerriero. «Va bene CJ, siamo d'accordo mi sembra. Mettiamo alla prova il tuo piano.»

«Non l'avrei mai detto, piccoletto. Ma niente male» aggiunse Ben, in tono allegro. «Tanto vale pranzare, allora. Se quando avremo finito, Spock e Galatea non saranno ancora tornati, gli lasceremo un avviso con l'accenno al nostro piano» concluse poi, fermando un cameriere per ordinare.

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