8. ILLUMINAZIONE

Un inquieto silenzio dominò le bocche dei compagni fino a quando Samantha non decise di infrangerlo: -E va bene; proprio perché ho una grande stima di te, Federico, vorrei sapere adesso quali sono queste coincidenze che tutti noi non abbiamo notato.- Disse incrociando le braccia.

- Ok, e grazie per la fiducia, Samy. Allora, il punto è questo.. -cominciò lui pulendo via dalla lente sinistra la fastidiosa impronta, forse ottenuta nell'intenso e impetuoso abbraccio che si erano scambiati poco prima, con un lembo della sua polo -ognuno di noi è fatto in un certo modo, voglio dire, con un proprio carattere: timido, esuberante..

-Rompi**glioni..- aggiunse Jessica, inserendosi nella stessa cantilena di Federico e indicando spudoratamente Filippo.

-Anche.. –si schiarì la voce per l'imbarazzo e, passandole il termine con la bozza di un sorriso, si affrettò a spostarle l'attenzione su contenuti più attinenti - Quello che intendo veramente dire è che ciascuno ha una pulsione originale verso la vita; non la sentite?

-Che ci siano persone che vedono sempre il bicchiere mezzo pieno mentre per altre è sempre vuoto, non è una novità.. Bada alla scoperta!- replicò Samantha in tono di sfida.

-No, no! -dimenò più volte la testa con insofferenza- non riesco a spiegarmi bene.. è qualcosa di molto più profondo. Prendete me,- disse con più decisione- di fronte a qualsiasi situazione non agisco d'impulso, piuttosto mi prendo del tempo per indagare le cause ed eventuali elementi attenuanti. Insomma, la ricerca è il motore del mio vivere e, per questo, penso che il luogo dove ci troviamo ora fosse destinato a me dal principio o, addirittura, che l'abbia creato io.

-Scusa Fede, - interruppe Diego- ma tu stai delirando..

-Provate allora a riconsiderare tutti i mondi che finora abbiamo visitato e dove a turno siamo stati i protagonisti; sarebbe davvero folle pensarli come una manifestazione della nostra spinta emotiva di base?

Nonostante la sua prospettiva risuonasse alquanto folle, grazie al suo immutato carisma i compagni pensarono di concedergli almeno il beneficio del dubbio. Raccolsero perciò l'invito a ripercorrere con la mente le loro singolari esperienze.

Ripensando alla sala degli specchi, Bianca, stretta nelle spalle, lo sguardo chino e mesto sui propri piedi, rivide il suo atteggiamento di fronte alla vita. Ossessivamente preoccupata di tutto, tormentata da fantasie negative e con un cuore incapace di coltivare la speranza perché abitato, molto spesso, dalla disperazione: questa era lei. Ne era consapevole e pur sentendo intimamente la necessità di cambiare, l'esperienza le aveva insegnato che l'energia di cui dispone resta sempre imbrigliata nella rabbia verso se stessa. Il non luogo dell'Inferno è dove più spesso lei fa ritorno, anche se qualche volta, stimolata da un buon consiglio, era riuscita ad evitarlo.

Jessica, mordendosi il labbro inferiore e grattandosi qua e là, un po' dietro il collo o sull'addome come avesse l'orticaria, riesaminò la sua Avidità di base, diventata così evidente durante la loro permanenza sulla terra dei piaceri e delle golosità. Proprio là, in un mondo fantastico e surreale, si era resa conto di possedere un cuore insaziabile; uno di quelli che dall'interno logora e nega la libertà di sostare soddisfatta su qualunque cosa.

Una crepa, un piccolo dubbio, sul suo sfarzoso modo di vivere avrebbe potuto indirizzarla verso la quiete dell'anima; tuttavia, una vita senza desideri sarebbe diventata per lei troppo insignificante. Così, pur intuendo che non c'è libertà in un'esistenza dominata dai desideri, si chiedeva con quale tipo di vita avrebbe potuto soffrire di meno.

Diego, seduto ai piedi delle scale, già sapeva di essere prigioniero di quel battito animale che spesso lo aveva guidato nelle scelte e nelle interazioni difficili. Approfittando di questa calma, cominciò a rielaborare la sua avventura nella foresta cercando di dare un senso ai suoi fallimenti.

Incrociò le mani dietro la testa e chiudendo gli occhi vi si appoggiò come su un cuscino, lasciandosi cadere all'indietro: le volte in cui la sua stupidità emotiva aveva compromesso le occasioni più importanti della sua vita gli scorsero davanti come un film.

Chi minaccia il debole e chi teme il forte hanno entrambi un cuore dominato dall'Animalità. Alcuni istinti sono chiaramente necessari alla sopravvivenza (la fame, il sonno, la paura, l'istinto sessuale) e si ritrovano giustappunto negli animali; ma l'uomo, in quanto animale evoluto, dovrebbe saper controllare e ben contestualizzare i propri istinti.

Si ricordò, tornando seduto di scatto, del giorno in cui riuscì a perdere anche il lavoro da cameriere (il palmo della mano sinistra risuonò sotto il cazzotto ben assestato dalla destra) perché non era riuscito a trattenersi dal lanciare la birra in faccia ad un cliente scortese (e le dita ingabbiarono consapevolmente quel pugno amareggiato).

Dentro ogni singolo atto di Collera, Filippo rivide la propria arroganza e la glorificazione del proprio Ego. Con sguardo basso e l'aria contrita, la mente ripercorse quei momenti in cui celebrava le sue conoscenze unicamente per avvilire il prossimo piuttosto che per aiutarlo, e in cui pretendeva dagli altri la stessa visione del mondo senza mai fare a meno della competizione.

Già l'aveva intuito (quando il gioco lo stava per mummificare) che questo suo comportamento, mai rilassato e sempre irritato con tutti, non gli faceva bene; e adesso guardando con affetto i suoi compagni, assorti come lui nei loro turbamenti, si chiese se gli fosse possibile trovare un altro modo di rapportarsi con chi la pensasse o agisse diversamente da lui. Chissà, pensò sospirando, se nel momento in cui fosse riuscito a riconoscere la libertà di pensiero negli altri non avrebbe contemporaneamente liberato se stesso?

Alberto (accoccolato in un angolo con la testa sulle ginocchia), rimuginando sulla grande operosità dei medici e degli infermieri in ospedale e sulla possibilità che le vite di tutti siano davvero interconnesse, accarezzò l'idea di cambiare il suo abituale atteggiamento di chiusura, da lui attuato a protezione di un'esistenza tranquilla. Mantenere costantemente il cuore in una dimensione di calma Umanità è sì piacevole ma può condurre all'apatia, alla pigrizia e alla negligenza. Capì quindi che lasciar sempre che le cose vadano come vanno senza scegliere di dare un contributo è un delitto morale, una mancata occasione per fare del bene e per far sbocciare appieno la propria vita.

Un Insegnamento Segreto, capace di rendere stabile la Felicità nella vita delle persone, era tutto ciò in cui Marta voleva credere. Per come Ardèo e il suo amico cespuglioso ne avevano parlato, sembrava che apprenderlo fosse davvero possibile. Li aveva ascoltati con particolare attenzione, registrando nella sua mente ciascuna parola utile; e sebbene alcune delle loro affermazioni ('Le emozioni sono una bussola', 'E' la mente che comanda lo sguardo') non avessero un gran senso per lei, era comunque disposta a lavorarci sopra con impegno pur di riuscire ad appropriarsi di quel tesoro. Magari con il loro aiuto ce l'avrebbe fatta; e, invece (l'idea del tradimento increspò due rughe severe sulla fronte), che fanno? Invitano lei e i suoi compagni a trovare la Felicità Assoluta altrove, raccomandandosi soltanto di tenere a mente un principio: 'Tutto comincia da dentro'.

Se la vita è un'eterna altalena, continuò a pensare, con momenti di Estasi che ti portano alle stelle e momenti di noia, di alienazione, di sofferenza e disperazione che, né alcol, né droghe riuscirebbero mai a trasformare, converrebbe allora imparare a gioire di tutto il bello che può esserci dentro la vita. Saper fare questo moltiplicherebbe di certo i momenti di estasi (valutò con un pizzico di sollievo) che andrebbero a bilanciare i periodi bui. Ma che farne di tutto quel buio che comunque ci sarebbe stato? (e di colpo, il sorriso le fuggì via dalle labbra).

Valerio non aveva ancora sperimentato alcun luogo surreale di questo gioco; riesaminò la sua chiave e pensò a quanto di personale ci potesse essere con la 'Filantropia' che vi era incisa sopra; cercò di trovare un collegamento tra i compagni, le chiavi e i vari mondi che queste andavano ad aprire e, desiderando con tutto il cuore il bene di tutti i suoi amici, scelse di credere alla visione dell'amico: -Se davvero fosse come tu sostieni, diventerebbe possibile cambiare le nostre storie...

Un sonoro –Sì!- fu spinto fuori dal diaframma di Federico che, in rispettoso e paziente silenzio, aveva atteso fino adesso le loro conclusioni. Quella timida frase di apertura e di accoglienza nei confronti della sua teoria rianimò i suoi occhietti nocciola e con maggiore convinzione disse: -Modificando il nostro temperamento potremmo trasformare la nostra situazione!

I flussi di pensiero esplorativo e valutativo furono interrotti dalla nuova conversazione che si andava avviando.

-Diego smetterebbe di essere irascibile, Filippo non sarebbe più un despota aggressivo..

-Tante grazie, Valerio!- replicò subito con un po' di irritazione, benché non si sentisse offeso (forse una risposta incondizionata dovuta ad un vecchio automatismo).

Comunque stessero le cose, Valerio conosceva il Filippo del passato e non poteva certo immaginare un suo cambiamento proprio adesso; si preoccupò quindi di rimediare in fretta per non stuzzicare la rabbia di nessuno.

-Oh no! -chiudendo gli occhi in una simpatica smorfia e scuotendo lievemente la testa- Non badare a ciò che dico, ti prego- giunse le mani davanti a sé accennando un inchino col capo,- è solo per capire il punto di vista di Federico..

-Coraggio ragazzi! Anche se non sappiamo chi abbia creato questo gioco e perché ci siamo finiti dentro, ho la forte sensazione che sarà per noi una straordinaria opportunità; sempre se la sappiamo cogliere. Manca ancora qualche tassello, è vero, ma quello che stiamo imparando qui probabilmente non lo impareremmo da nessun libro del mondo reale.

-D'accordo Fede- intervenne Valerio- ma con le chiavi non ancora usate, la mia e quella di Samy, potremmo riuscire a completare questo puzzle?

Samantha, che ascoltava attentamente tutto quanto, tirò fuori la chiave numero 8 arrecante l'incisione "Illuminazione"; la scrutò, fece un bel respiro e disse: -E sia!

-Che cosa?- tutti gli occhi furono su di lei.

-Andiamo avanti, no? Questa è la mia chiave- disse mostrandola- ora che devo fare?

-E' ancora da scoprire -rispose Federico- ma solo tu puoi..

Prima che potesse terminare la frase si era già avvicinata alle porte -Va bene..- le osservò una per una e vide che su ciascuna campeggiava la scritta dei mondi appena visitati, eccetto i due, l'uno accanto all'altro, che avrebbero sicuramente riguardato lei e Valerio. Impugnò saldamente la sua chiave per il gambo, come aveva visto fare con il crocifisso, usato nei film contro i vampiri, e a braccio alzato ne ostentò la testa, a forma di fiore, ad entrambe le porte. Ora l'una e poi l'altra, con movimenti calmi e determinati.

Tutto restò come prima: niente si mosse, nulla si aprì e nessuno comparve. La tensione di cui si erano caricati, nell'attesa di un'imminente catastrofe o dell'arrivo di strani mostri, si allentò per alcuni. Non fu così per Samantha che, frustrata dall'idea di non riuscire a fuggire da quella ormai logorante situazione, quasi le veniva da piangere.

Nel frattempo, nella testa di Filippo le conoscenze più disparate si erano messe in movimento. I dati gli uscivano in quantità dalla memoria; valutò; selezionò; e alla fine prese una decisione: -Gira la chiave sottosopra in modo che il codice 8 sia ben visibile!

-Giusto!- Fu come un risveglio, e più combattiva di prima l'afferrò per la testa e guardando attraverso i suoi occhielli puntò dritto, al centro del vortice.

Nella trepidazione generale, ogni astante attendeva di nuovo che accadesse qualcosa. Samantha continuava a mantenere la posizione stringendo così forte quel ferro tra le dita da sentire indolenzimento all'intero braccio che cominciò ora a tremare:-E' inutile, non funziona..

- DEVE funzionare!- insistette Filippo- in simbologia il numero otto non solo indica l'infinito, ma ha anche il potere di aprire il portale tra due mondi, il fisico e lo spirituale, lo spazio e il tempo. Probabilmente è sbagliata la posizione!

-Cosa vuoi dire con questo?- domandò Federico.

-Che forse.. la chiave andrebbe tenuta in orizzontale, affinché il numero possa essere letto come Infinito.

-D'accordo Filippo, vediamo se hai ragione..

Non appena la chiave fu messa in orizzontale, dagli occhielli del codice 8, un fascio di luce bianca centrò il cuore del gorgo che nel suo continuo vorticare andò aprendosi.

-Ottimo! –esultarono Diego e Federico-non ci resta che passarci attraverso.

Il buio, avvolgente e catramoso, se l'inghiottì uno ad uno. Persi nel nulla, l'immaginazione andò a sostituire la vista, rievocando le sinistre ambientazioni prese a prestito dalla 'Casa delle Streghe' o dal 'Tunnel degli Orrori' che avevano visitato nei vari Luna Park. E nel buio più assoluto la costruzione mentale di zombie o altre orrifiche creature avrebbe potuto mandare nel panico gli animi più timorosi.

Si spostarono alla cieca strisciando i piedi come lumache, per quanto la superficie ghiaiosa lo permettesse, e tenendo a bada la paura della paura, con sforzo sovraumano, di tanto in tanto trasalivano (ansimando per un po') credendo di aver visto occhiacci crudeli e fauci insanguinate. Poi, qualcosa di fluorescente apparve a terra e le urla scoppiarono fuori controllo.

-Calma, non strillate, sono solo le stringhe di Diego. -intervenne Federico- E' una fortuna; ci aiuteranno a non perderci!

-Buona idea. Diego sarà il nostro punto di riferimento! Avviciniamoci a lui e controlliamo se siamo tutti... io sono Alberto. Qua la mano, Diego!

Presto seguirono gli altri nomi e fortunatamente non mancava nessuno.

-Questo buio è davvero stancante-si lamentò Bianca- sto aprendo gli occhi più che posso, e quasi li sento uscire dalle orbite!

-Non andremo da nessuna parte, così! -sentenziò Jessica-Non si vede un cappero, gente!

-Una cosa per volta, Jessi. –disse Valerio con voce calda e burrosa- Intanto ci siamo riuniti.. è già qualcosa.

-Ok! –svirgolò di acuto- e ora che siamo tutti per mano facciamo anche il girotondo?

Filippo stava per risponderle per le rime quando un sibilo lo raggelò all'istante; alzato di poco lo sguardo andò gridando: -Che cavolo è quel serpente fiammeggiante che corre verso l'alto?

Il tempo di trattenere un respiro, sgranare gli occhi e stringere forte le mani al compagno, che il serpentello esplose in una palla di spine, lunghe e luminose. A imitazione di un improbabile riccio di mare si estendeva via via minaccioso fino a disgregarsi in miriadi di dardi ricadenti che, senza mai toccare terra, sfumavano in fugaci ombre di fumo. In tutta risposta, il battito cardiaco aumentò e con esso anche la respirazione si fece più veloce.

-Ci stanno venendo addosso!- ansimò Marta- Ci bruceranno?

-Non credo,- rispose Samantha- guarda, svaniscono!

Ci fu un altro botto e una grossa coccarda colorata (il giallo paglierino, al centro di una corona oro, a ciuffi zampillava sul violaceo brulicare di minuscole stelle) si piazzò prepotente nel cielo per poi dissolversi in ricadenti archetti di luce.

Il ritmo dei fuochi incalzava e il rombo degli scoppi rimbombava ancor più nelle giovani casse toraciche. Un nuovo bagliore si mosse dal basso e, scoppiettando tre o quattro volte, disegnò nelle tenebre rametti di luce bianca pronti a spaccarsi in sfavillanti dalie; l'attimo dopo già si sgretolavano in sciami di lucciole tremolanti.

Il buio, travestito di colori e luci, aveva ipnotizzato i ragazzi che, con gli scoppiettii ancora nelle orecchie, non riuscirono a staccare il naso dal cielo. Cinque fiori alla volta (rosa e verdi, prima, e subito dopo, azzurri e fucsia) e, dal basso, due sorprendenti ventagli tracciavano via via, di giallo, celeste e rosa, i loro archi, una trasparenza e di nuovo bordi di piccoli diamanti.

Sfere scintillanti, dal vago ricordo dei pompom delle cheerleaders, si alternarono senza sosta ai crisantemi, prima di dissolversi in nebulosa cosmica dalle polveri frizzanti; per pochi attimi i ragazzi, con il friggichìo ancora nelle orecchie, riuscirono a vedersi e a scoprire il nulla attorno a sé.

Gli ultimi coriandoli di luce si ancorarono alle tenebre componendo parole misteriose:

QUANDO L'OSCURITÀ È ILLUMINATA

IL VELENO MUTA IN MEDICINA

Finalmente un messaggio dai toni incoraggianti che accompagnava il diradarsi delle tenebre. La parola 'Oscurità' in particolare, aumentando di dimensione, offrì una maggiore luminosità tutt'intorno. I ragazzi riuscirono a vedersi sempre più distintamente e anche il luogo si arricchì di dettagli; per esempio la ghiaia sulla quale avevano sentito massaggiarsi i piedi ad ogni passo non era come la si poteva immaginare.

Jessica ne prese un po' con entrambe le mani e gridò stupita: -Pop-corn!

-Non cominciare Jessica, sono solo sassi!-Replicò Federico, che non aveva per niente voglia di stare a perder tempo con lei.

-E che ho detto mai!-Gli rispose irritata.

-Una spiaggia delle isole Canarie è fatta degli stessi ciottoli bianchi dalla forma insolita di pop-corn.

-Eccolo! Ha parlato il 'Grande Wiki'!- Aggiunse lei, indicandolo dall'alto in basso e ritorno con braccio teso e la mano aperta.

Diego e Alberto mandarono gli occhi al cielo, stufi del comportamento di entrambi; Valerio invece fu messo in allarme da qualcosa di anomalo -Sta' attenta, Bianca!- l'avvisò di riflesso.

-Che c'è?- gridò lei, e nel voltarsi scoprì un'ombra antropomorfa che con fare minaccioso si muoveva alle spalle dell'ignaro Valerio; e ugualmente lei, ignara della creatura che le stava alla giugulare, gli balbettò qualcosa di incomprensibile.

Nessuno poteva vedere il Demone a cui era strettamente legato, ma tutti ne avevano perlomeno uno. Ombre umanoidi uscivano pian piano allo scoperto; insolenti, danzavano intorno a ciascun ragazzo prendendosi gioco di lui e della sua mente. Chissà da quanto tempo stavano governando indisturbati le loro vite, riempiendole di illusioni e paure.

In mancanza di uno specchio, si affidarono alla descrizione del compagno più vicino.

-E' assurdo... se tutti voi vedete quest'ombra che mi gira intorno, non si spiega il motivo per cui io non possa vederla! Questa cosa mi manda fuori di testa!- commentò nervosamente Jessica.

-A dire il vero ne hai due!- precisò Alberto e poi chiese-Tu riesci a vedere la mia?

-Sì che le vedo! Anche tu ne hai due. Sono praticamente uguali a te ma con la pelle grigia, i capelli bianchi e un'espressione a dir poco orrenda! Agitano le braccia su e giù di continuo.. mi ricordano un po' le scimmie.

-Queste ombre sono tutte uguali- osservò Samantha- il colore della pelle, gli occhi cavi e i denti acuminati come quelli (rabbrividì al pensiero) dei piranha. Sono creature terrificanti, ma la cosa che più mi disturba è pensare che possano essere il nostro alter ego: anche la mia ombra sarà identica a me, immagino...

-Confermo, Samy. Le tue ombre sono identiche a te; nella loro versione terrificante, è ovvio.

-Sh! Zitti un attimo!- interruppe Bianca.

-Perché?

-Sento delle voci..

-E che dicono?

Il demone della Sfiducia le stava sussurrando 'sei insignificante' (e lei corrugò mestamente la fronte), il demone del Giudizio degli Altri le diceva 'nessuno ti vuole bene' (e lei strizzò gli occhi in una smorfia di dolore), mentre il demone della Tristezza le ricordò crudelmente 'anche tuo padre ti ha abbandonata' (allora le lacrime strariparono a fiotti).

Valerio desiderava abbracciarla, confortarla e sopra ogni cosa amarla, ma il demone della Timidezza gli ordinò di trattenersi azzannandolo al polpaccio e facendolo cadere in ginocchio; il demone del Giudizio, sferrandogli un pugno sul cuore, gli gridò 'Sei troppo diverso dagli altri'; mentre il demone dell'Inadeguatezza gli intimava 'Tu non esisti! L'unica cosa che puoi fare per farti benvolere è annientare te stesso'.

Filippo fu invece accerchiato dal demone dell'Invidia, del Giudizio degli altri e dell'Odio; non c'era verso di sfuggire a quei tre, poiché erano molto più veloci di lui e se li ritrovava sempre un passo avanti a sé come se si smaterializzassero e materializzassero in un battito di ciglia. Come bestie rabbiose, gli ringhiavano contro sempre le stesse frasi 'Lo sanno tutti che senza l'amore di tua madre sei incompleto; e tu fagli vedere che vali più di loro!', 'Offendi prima di essere offeso!'

I demoni della Vanità e del Giudizio non facevano che tormentare la povera Jessica con i desideri e le illusioni più assurde. 'Se vuoi piacere alle persone devi curare bene la tua immagine e frequentare solo gente figa', 'Se non lo fai cadrai sicuramente in disgrazia!' erano le frasi che le martellavano nelle orecchie; provò a tapparsele con le mani gridando ai compagni:-Qualcuno riesce a farle smettere? Mi sembra di impazzire!

A differenza degli altri, Alberto sembrava non disdegnare i demoni della Pigrizia e dell'Indifferenza (i peggiori da cui un uomo possa essere soggiogato); li lasciava fare senza tormento o sofferenza. Melliflui e seducenti lo carezzavano e lo massaggiavano, ripetendogli 'Rilassati', 'Non strafare, pensa solo a vivere in pace', 'Chi s'impiccia attira solo problemi'.

Anche Diego, trovando nell'aggressività la sua droga, si lasciava ben gasare dai demoni dell'Odio e della Violenza. 'Occhio per occhio, dente per dente!', 'Avanti, combatti!'- lo incitavano molleggiandogli davanti in posizione di guardia; lui tirò qualche pugno (un diretto al tronco, un gancio sinistro alla mandibola e un montante destro al mento) ma quasi tutti furono schivati, bloccati o deviati. 'Più agile, più forte!' gli gridavano contro.

Di converso, la sofferenza di Samantha era ben consistente: Il demone della Paura della felicità la inchiodava nell'ansia di dover ricevere una punizione. Le frasi che le infliggeva 'Non puoi essere felice; le persone ti invidierebbero e diverrebbero cattive', 'Accade sempre qualcosa di brutto quando sei felice' governavano il suo senso di colpa nei confronti dei meno fortunati.

Man mano che il demone le risucchiava l'energia vitale, lei andò respirando con sempre maggiore affanno, fino a che non si accasciò a terra mezza morta. In qualche modo Diego si accorse delle sue condizioni critiche e, ignorando i propri demoni che per questo svanirono nell'aria, si precipitò da lei tentando la respirazione bocca a bocca.

Intanto, il demone della Morte e dell'Insicurezza si divertivano a far girare Marta più volte su se stessa; talvolta si fermavano, ma solo per guardarla barcollare piangente, e poi ricominciavano accompagnando ogni giro con crudeli affermazioni come 'Il tempo corrompe tutto, niente resta per sempre', 'La felicità non è una certezza!', 'La vita è una mera illusione!'.

Anche Federico non se la stava passando molto bene. Dava segni di nervosismo sotto le assillanti convinzioni del demone della Perfezione: 'Studia di più, devi conoscere tutto', 'Guai a te se fai errori!'.

I Demoni sabotatori si divertivano a tormentare coloro che gli prestavano ascolto; proprio adesso che i ragazzi stavano prendendo consapevolezza della presenza di forze malvage all'interno della loro vita, queste cominciarono ad aggredire con più forza per garantirsi il loro potere.

-Perché le nostre ombre ci attaccano?- domandò Marta, muovendosi completamente fuori equilibrio- Cosa significa?

-Ma certo! –disse Samantha, in uno schiocco di dita- Ciò che prima agiva di nascosto nella nostra vita ora è venuto alla luce.- Grazie al salvataggio di Diego, si era completamente ripresa- Le ombre, cara Marta, ci attaccano da sempre: la nostra mente è sempre stata bombardata da.. come possiamo chiamarle.. Interferenze? Sì, credo che possa rendere l'idea di quello che ci succede ogni volta. La nostra fortuna è che ora riusciamo a riconoscere questo carosello di voci e d'ora in poi saremo liberi di seguirle o meno!

-E non è forse quello che dicevo io quando eravamo in biblioteca?-replicò Federico con una certa stizza- Quando capisci il funzionamento dei fenomeni puoi provare a modificarli, invece di subirli!

-Non essere arrogante!-il volto di lei si fece cupo- Sicuramente il tuo fiuto per le coincidenze ci ha aiutato ad ampliare lo sguardo, ma non puoi negare che io ho trovato la soluzione alle nostre sofferenze esistenziali.

-Bè, mi sembra un tantino pretenzioso! Non direi che tu abbia scoperto così tanto- insistette Federico- in fin dei conti hai soltanto fatto un'analisi di ciò che ci sta accadendo..

-Questa, è la tua miope visione! Non ti rendi conto di quanto sia importante non assecondare quella parte di noi che ci porta a fare azioni sbagliate ogni volta? Essere libero di fare la cosa più giusta per la tua vita, ti sembra poco?

I toni salirono e le guance si infiammarono; per due come loro, sempre equilibrati ed accoglienti, la cosa faceva scalpore. Irriconoscibili agli occhi esterrefatti dei compagni; per alcuni dei quali stava perfino crollando un mito.

-La libertà è assolutamente importante, vuoi che non lo sappia? –disse, posizionandosi ad un centimetro da lei con le braccia spalancate; poi, pungendola, per ben due volte, col dito indice sul petto, continuò-Tu invece, pensi veramente che sia cosa facile non ascoltare le voci? Solo perché ora sai che certe forze negative vogliono controllare la tua vita credi di averle annientate? Ah!-tuonò- povera illusa: conoscerle non vuol dire vincerle!

Almeno un effetto positivo, grazie al battibecco tra Samantha e Federico, ci fu: tutti i demoni si erano disconnessi dalle loro vittime.

Diego e Filippo pensarono 'Si stanno comportando come me', 'Anche loro perdono le staffe', 'Non sono poi tanto diversi da noi'.

-Coraggio ragazzi- si intromise Valerio- non è una gara a chi è più bravo. Siete entrambe delle belle persone: positive, leali e sagge. Sicuramente ritornerete in voi.

-Credo che tu e Samy abbiate scoperto due cose diverse- intervenne Filippo- le voci sono le nostre paure mentre le emozioni con cui reagiamo alle situazioni sono i nostri temperamenti.

Fu come aver parlato al vento, tanto si erano arroccati nella loro collera. Nonostante il buon tentativo di Filippo, portarono avanti il loro litigio consumandosi letteralmente in esso: i loro corpi passarono rapidamente dalla trasparenza all'inesistenza.

-Che è successo? – domandò Alberto-Sono spariti!

Che il gioco maledetto avesse eliminato proprio le persone a suo giudizio migliori e meritevoli era intollerabile per Bianca e se ne disperò profondamente; questo le dette anche la certezza che tutti sarebbero morti, tutti erano in qualche misura difettosi e sicuramente il gioco li avrebbe fatti fuori senza pietà.

'O forse no', si ricredette per un momento; forse si sarebbe salvato Valerio, di cui peraltro sapeva ben poco, ma di sicuro non si era mai cacciato nei guai a scuola; vivendo sempre un po' ai margini non scatenava le invidie di nessuno.

-Samantha!

-Federico!

Sempre più preoccupati per la loro sorte li chiamarono ancora mentre i demoni, ritornati alla carica, evocavano le loro più oscure e radicate paure.

Valerio infilò la mano destra nella tasca anteriore dei jeans e strinse forte la chiave; con l'altra si massaggiava insofferente il collo, rimuginando una soluzione: 'Sono rimasto soltanto io e devo assolutamente condurli in salvo. Ma come?' -la stretta allo stomaco fu immediata- 'D'accordo, se son degno della chiave che mi è stata affidata'- deglutì- 'ci riuscirò. Per il bene dei miei compagni, sono pronto a sacrificare me stesso'.

Il potere della mente è insondabile e un sottile cambiamento nel cuore (nel percepire), può cambiare tutto. Tutto dipende dal cuore o mente che crede.

-E va bene, Master! –gridò con determinazione, rivolgendosi ad un ipotetico Game Master- Ti propongo uno scambio. –Tutti lo fissarono stupefatti - Resterò io a trofeo della tua vittoria; ma tu farai tornare i miei amici a casa, sani e salvi!

I demoni persero inesorabilmente potere di fronte a questa grande apertura di Valerio: il Coraggio della Compassione sgretolò ogni loro attacco di timidezza e d'inadeguatezza. In quel preciso istante seppe di essere lui la persona più forte e adeguata. Un cuore altruista è capace di fare cose improbabili se non addirittura impossibili.

Nella sua vita, questo comportamento risuonò come un clamoroso fuori programma: passare all'attacco e sfidare un'entità che forse stava dirigendo fin dall'inizio questo gioco di ruolo, divertendosi spietatamente con le fragilità dei giovani partecipanti, dipingeva un Valerio assolutamente inedito.

-Il tuo cuore è sincero; e il tuo desiderio sarà realizzato!- fu la risposta; ma soltanto Valerio era in grado di udirla.

I compagni lo osservarono intento a dialogare con il nulla e cominciarono così a pensare che fosse impazzito; avevano dimenticato di considerare che spesso la verità non è distinguibile ad occhio nudo. Con quello, si riesce solo a vedere la superficie delle cose, ma per sondare il profondo serve un "Cuore" ben allenato a saltare al di là delle apparenze.

Mentre Bianca trepidava per l'incolumità di Valerio, da sotto la scarpa di lui, qualcosa, con tutte le sue forze, si stava facendo strada verso la luce. Infastidito da quella spinta sempre più insistente, Valerio decise di sollevare il piede; e fu allora che il germoglio poté svilupparsi a gran velocità: spuntarono le prime foglie lobate e dalle gemme crebbero altri rami e nuove foglie.

Incurante degli sguardi affamati e allarmati dei ragazzi divenne ben presto un maestoso e possente platano. Sul suo tronco massiccio si stavano ora disegnando i contorni di una porta. Una porta priva di maniglia ma, a guardar bene nella mimetica corteccia bianco grigiastra, si poteva riconoscere il foro di una serratura.

-Ecco la tua porta! Entra, e i tuoi amici torneranno. –Gli parlò ancora, lo sconosciuto.

A differenza dei suoi compagni, a Bianca non interessava di sapere se fosse stato l'albero a parlare oppure no; la sua attenzione era spostata su ben altro.

Avendo capito il prezzo di questo strano accordo, non poté più nascondere il crescente sentimento per quel ragazzo, che misteriosamente le era diventato attraente.

Frapponendosi tra lui e la porta, lo abbracciò con impeto travolgente sussurrandogli all'orecchio: 'Non lo fare, ti prego. Cosa ti succederà?'

-Oh Bianca -sospirando d'amore per lei-, la vita è davvero strana, sembra che non sia destino stare insieme, io e te. Proprio ora che mi stai cercando io devo allontanarmi.

-No! Non posso permetterlo.. ti voglio bene! –esclamò lei, meravigliandosi di averlo detto-. Resta con me, per favore!

-Mi dispiace, Bianca, ma non c'è scampo da questa prigione e se grazie al sacrificio di una vita soltanto se ne possono salvare otto, sono ben felice di donare la mia.

-Certo, questo tuo sentimento è lodevole ma io non voglio perderti!-insistette lei, gemendo.

Valerio allungò il braccio sinistro dietro di lei e afferrandola per il suo fianco sinistro aprì delicatamente la coppia come in un passo di danza, quel tanto che servì per aver campo libero e inserire la chiave con l'altra mano.

Risuonò lo scatto metallico mentre gli occhi lucidi, imploranti perdono, immortalavano il volto di lei. Un timido sorriso prima dello slancio sulle sue carnose labbra; e l'eternità fu coraggiosamente racchiusa in quel bacio appassionato (infinite notti sognato e infinite volte desiderato) che gli dette ora la forza di perdersi nell'Ignoto.

Samantha e Federico riapparvero come da promessa. Gli amici, premurosi, si strinsero intorno a loro.

-Siamo ritornati nel deserto. -Disse Federico in risposta ad una loro domanda- Vi ricordate?

-Probabilmente è stato a causa del vostro animo arrogante.- commentò Filippo.

-Fortuna che siamo tornati di qua un istante prima di essere imbalsamati. Ma.. siete stati voi? Cosa avete fatto?-domandò Samantha.

I volti si rattristarono mentre Alberto cercò di spiegare come erano andate le cose: -E' tutto merito di Valerio. E' il nostro eroe!

-Ah sì? E' magnifico! –esclamò Federico - Ma dov'è? Non lo vedo..

-Io non vedo neanche Bianca!-si preoccupò Samantha.

-Bianca? Come sarebbe a dire- si inquietarono un po' tutti- che c'entra lei? Soltanto Valerio si è sacrificato.

-Come! Sacrificato? Ragazzi, cosa avete combinato?

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