6. TUTTO COMINCIA DA DENTRO


Nella schietta azzurrità del cielo, il sovrano esaminava dall'alto le nuove creature.

L'ampio e vigoroso sbattimento d'ali per proseguire il volo, l'esperta virata prima di scendere sui forestieri a sfioro e la risalita fendendo magistralmente la gravità, ne descrivevano l'indiscusso potere.

Come apparivano strani quegli esserini sdraiati sul soffice manto erboso, così verde e così puntellato di tarassaco dorato: le femmine con le teste così vicine e i corpi allungati in direzione dei punti cardinali; e poco più in là, i maschi, distesi in un medesimo girotondo.

Si avvicinò più volte agli addormentati, spettinando di qua e di là i lunghi ciuffi d'erba; ma loro, ancora immobili, come sassi. Solo una farfalla, allontanatasi dalle sorelle, poté dare una spinta alla situazione: Marta, solleticata dalle minuscole zampette, aprì gli occhi sull'ospite inatteso del suo naso e scattò seduta come una tagliola, strillando.

A quel punto, anche gli altri uscirono dalla beatitudine domandandosi cosa stesse accadendo; per qualche istante il padrone del cielo si fermò in aria, a guardare. La smisurata apertura alare, sfoggiante file alternate di blu elettrico e verde lime brillante, proiettava una grande e inquietante ombra sui ragazzi.

Il cuore di Marta batteva all'impazzata e Bianca sfiorava una crisi di panico. L'alto livello di adrenalina fece balzare tutti in piedi; seguivano di qua e di là il volo del grande uccello temendo il peggio. Forse li avrebbe attaccati e senza perderlo d'occhio un momento tentarono anche di sondare i contorni di quel luogo sconosciuto. Il mondo reale sembrò svanito e tutto ciò che a tratti riuscirono a vedere fu un lago, grande poco meno di un campo di calcio, dove si specchiava un grande platano ramato antistante le verdi colline, fuggenti all'orizzonte. Un'immensa prateria, senza vie di fuga verso un fitto bosco e senza anfratti in cui potersi nascondere.

Dopo svariati giri di ricognizione, il piumato si decise a planare sulla riva opposta a quella occupata dai ragazzi. Alto quanto uno struzzo ma elegante come un pavone, richiuse le grandi ali sul proprio corpo; la testa, il collo e il petto prorompevano di un blu regale mentre rotonde macchie rosse impreziosivano l'estremità più larga delle piume della lunghissima coda. Li fissò a distanza per qualche secondo con il suo occhietto nero e la testa leggermente girata da un lato; poi, aprì l'affusolato e purpureo becco e chiese: -Da dove venite?

Ovviamente gli animali non parlano, perciò nelle menti dei ragazzi arrivò forte e chiaro il messaggio "Siete ancora dentro il gioco!". Bianca impallidì mentre il sudorino freddo le scorreva sulla pelle; appena in tempo, Valerio la sorresse. Federico deglutì stentatamente prima di balbettare qualcosa: -E' un po' complicato da spiegare.. dal momento che non sappiamo dove ci troviamo adesso- disse, rimandando cautamente la risposta, almeno fino a quando non avessero capito se quel mondo sarebbe stato per loro una minaccia o meno.

Il volatile abbassò l'altero ciuffo che piumava la sua nuca e, pensando che l'implicita richiesta potesse essere forsanche legittima, elargì qualche informazione:- Questa è la 'Terra dei Sogni Realizzati e dei Problemi Risolti'.

-Non credo di riuscire a capire.. voglio dire.. so perfettamente che cosa sia un sogno e un problema, ma..

-Ah Ah! Glielo vuoi spiegare tu, Miz?- disse, tra una compiaciuta risata baritonale.

"A chi sta parlando adesso?" si chiesero i poveretti, passandosi lo sgomento con lo sguardo. Là non c'era nessun altro all'infuori di loro e del pennuto. Si guardarono ripetutamente attorno, stringendosi sempre di più, schiena contro schiena per guardarsi le spalle a vicenda; ma nessuno si mostrava. Poi, un grosso cespuglio di bosso parve muoversi e divenire sempre più alto, quasi quanto un uomo.

-Ma è un gatto!- Gridò stridula, Jessica, tra lo sconcerto generale dei suoi amici.

Col ventre appiattito sull'erba per abbeverarsi, era impossibile notarlo; ma ora, le fattezze feline erano ben chiare. Quello che scioccava, più della sua statura, era l'assenza di pelo. Già, chiunque avrebbe giurato che si trattasse di una pianta: il bosso, la comunissima pianta con cui i giardinieri compongono normalissime siepi oppure, i più talentuosi, delle bellissime sculture. E questo gatto aveva giusto l'aspetto di una straordinaria scultura floreale.

-No, è una pianta, ti dico!- Contestò Bianca, sbattendo più volte gli occhi.

-Che si muove.. e magari sa pure parlare, vero?- Aggiunse Filippo.

-Certo che parlo.- Chiarì subito il bosso con voce calma e solenne.- Come diceva Ardèo, di qua passano tutti i sogni realizzati dagli Umani e..- d'improvviso il muso si fece torvo e il tono mutò terribilmente -aspettate un po', voi siete esseri umani! Non dovreste essere qua! Questo luogo, non vi è concesso conoscerlo!

Le orecchie si piegarono all'indietro, la bocca si spalancò e soffiò verso di loro un chiaro avvertimento alla ritirata, se non volevano essere aggrediti.

-Tuttavia Miz.. -intervenne il pennuto- dobbiamo anche riconoscere che se questi ragazzi sono riusciti ad arrivare fino a qui, significa che sono persone speciali. Mettiamoli alla prova, sembrano diversi dagli altri umani.

Le orecchie feline si raddrizzarono e il tipico suono gutturale delle fusa diventò il segnale per uno sciame di farfalle monarca che, spogliando il platano dell'estraneo arancio brunito, si indirizzò deciso verso di loro.

I ragazzi si piegarono di riflesso sulle ginocchia, facendosi scudo con le braccia incrociate sulla testa; sembrava un attacco in piena regola, ma in realtà non oltrepassarono lo specchio d'acqua; e zampettando sopra di essa, andavano a formare milioni di cerchi concentrici.

Quando la superficie del lago fu ricolma di cerchietti, i danzanti lepidotteri tempestarono il cielo di ali colorate vibranti e si ritirarono ai piedi del platano, finalmente ritornato agli originali colori primaverili; contemporaneamente, una moltitudine di sfere iridescenti risalivano l'aria, una appresso all'altra, uscendo dai cerchi sull'acqua come fanno le bolle di sapone attraverso il soffiatore del giocattolo di un bambino.

-Che spettacolo meraviglioso!- se ne innamorò subito Marta- mi si sta accapponando la pelle!

-Mai visto niente di simile!- le fece eco Jessica, trasognata.

Tutto questo riuscì a dissipare la paura e nei loro cuori abitò di nuovo la beatitudine.

-Non è soltanto bello per gli occhi... per tutti quei giochi di luce e le spirali di leggerezza,– disse Samantha- ma anche per l'anima! E' qualcosa che risuona dentro e tira fuori gioia... non è così anche per voi?

-Sì, è esattamente così..- rispose Federico- ma cosa sono?

-Sogni e desideri, divenuti realtà: ogni sfera contiene l'estasi e la leggerezza della realizzazione. Ecco perché sono così luminose. Là dentro, per esempio, c'è un uomo -lo indicò Miz con la sua zampetta verde- che ha trovato il lavoro della sua vita.

-Già, guardate come esulta!- Disse Valerio.

-La giovane donna lassù, invece- spiegò ancora Miz -è raggiante per aver dato alla luce il suo primo figlio!

- Che teneri!- si commosse Samantha portando istintivamente le mani al petto, come per accudire il neonato.

Bianca indicò un bambino che, visibilmente soddisfatto, aveva imparato da poco a camminare.

-A quell'età è davvero una bella conquista, -aggiunse Alberto- ricordo ancora il magico luccichio negli occhi della mia sorellina..

-E quelle, sono lacrime di gioia: la giovane donna ha appena ricevuto la proposta di matrimonio dal suo amato!

-Ah, gli innamorati!- Sospirò Marta, liberando uno sguardo struggente su Antonio.

-Ma quello che c'entra in tutto questo? ..sembra un drogato.- Commentò Jessica, con espressione disgustata.

-Bè, anche lui - fece notare Miz- prova felicità per aver trovato la sua dose di eroina.

-E quella donna? Ha tutta l'aria di essere un'alcolista!

-Certo, è un'alcolista –confermò Miz- ma in questo momento si sente appagata per aver ritrovato la bottiglia di whisky nascosta dai familiari.

-Ragazzi! -gridò Diego a gran voce, nemmeno avesse visto un fantasma -Noi conosciamo quei medici! Sono gli stessi che hanno trovato la cura al virus!

-E ci siamo pure noi! – gli fece eco Bianca- è quando abbiamo superato la nostra paura degli aghi.. Che gioia!

–E' stato assolutamente esaltante- disse Valerio- sapere di aver contribuito a salvare il mondo.

Ciascuna sfera, grande e piccina, brillava come una stella. Nell'aria calma, pacificamente fluttuavano verso il cielo, inebriando i cuori degli astanti.

-Ma ora che succede? –Si allarmò Marta ad un tratto- Alcune si stanno spengendo!- e la preoccupazione lasciò spazio al turbamento -No! Che peccato! Perché?!

Molte perdevano la luce e man mano ridiscendevano fiacche e buie fino a svanire al contatto con l'acqua; anche se altre nuove fuoriuscivano dal fondo del lago.

Il sovrano del cielo volò sulla sponda dove erano i ragazzi, che questa volta non si spaventarono. Forse era nato un legame di amicizia tra loro e nessuno sembrava rappresentare più una minaccia per l'altro; l'intenzione di Ardèo divenne ancor più chiara quando cominciò a rassicurarli come fa un padre coi suoi figli nei momenti di difficoltà.

-E' normale che questo fenomeno vi confonda; i vostri cuori dapprima esultavano empaticamente per la gioia di quelle persone e adesso che sprofondano nell'angoscia, vi rendete conto che la felicità non è duratura e ne soffrite.

-Ma ci sarà un modo per farla durare, la felicità!- Esclamò Marta, disperata.

-La vita è un'altalena che porta su e giù nel giro di un anno o di un mese, di un giorno o di un'ora. A volte perché si cade nell'abitudine, come è successo alla sposina che non sente più le scintille dell'amore; o alla giovane madre che ha avuto altri figli e il miracolo della vita è diventato normalità; o al bambino che ha imparato anche a nuotare e andare in bicicletta. Oppure perché l'eroina e l'alcool sono finiti e il cuore di chi ne è diventato schiavo alberga di nuovo all'inferno.

-Va bè, non è certo una novità che le cose si consumano e le persone cambiano.. basta continuare a cercare e si ritorna felici come la prima volta, non vi pare?- replicò Jessica, più per confortarsi che per convincere gli interlocutori.

-Questa instabilità degli affetti e delle cose, invece, mi terrorizza e vorrei tanto saperla controllare. - gemette Bianca, ripensando al crudele allontanamento di suo padre- Come può accadere che una persona che ti ha amato alla follia, un giorno smetta di farlo! -Non c'è bisogno di scomodare gli scienziati per capire che niente è eterno; è sotto gli occhi di tutti. Sono le regole della vita! Mia mamma un giorno ha smesso di esistere e questo dolore offuscherà sempre la mia felicità. Proprio qualche giorno prima di ritrovarmi in questo gioco maledetto, mi avevano detto di aver vinto il primo premio del concorso di fotografia a cui avevo partecipato. Ero alle stelle: un sogno realizzato! Quando ho appoggiato il telefono, proprio lì accanto alla foto di mia madre, l'angoscia e la nostalgia mi hanno inghiottito. Non potevo condividere questa gioia con lei e tutta l'euforia iniziale è svanita in un attimo.

-La vera fregatura sono le emozioni... Forse, se riuscissimo a non averne, tutto sarebbe più semplice e la vita scorrerebbe tranquilla senza scossoni. Come fanno gli animali, credo.- Semplificò Alberto.

-C'è del vero nel tuo ragionamento. –replicò Ardèo- La maggioranza degli esseri umani, intrappolati nella giostra dei desideri, vive la propria vita scivolando da un'emozione all'altra senza afferrarne il senso.

-E' importante porsi la domanda giusta..- intervenne Miz, con l'intenzione di accendere in loro lo spirito di ricerca.

'Quale domanda?' si chiesero i ragazzi.

- Dove si trova la felicità? Nelle cose? Nei luoghi? Nelle persone? Il denaro, una vacanza a Dubai, l'amante perfetto: a quale felicità conducono? Se il divenire sta nelle cose significa che niente resta così com'è; tutto scorre e si trasforma. Sfortunatamente, la vita che non si armonizza con questo fluire si ritroverà perennemente come su un'altalena.

Samantha, Filippo e Bianca si videro completamente immersi in quella sfortuna; i personali eventi drammatici avevano cambiato la qualità delle loro esistenze, adombrando per sempre il loro approccio alla vita.

-Stabilizzare la felicità –continuò Miz- è dunque la meta da raggiungere; ma non c'è motivo di inquietarsi adesso, vi assicuro che è per tutti possibile.

-E' vero che gli uomini sono più complicati degli animali- disse Ardèo, fissando Alberto- desiderano e provano emozioni, ma nel pacchetto avete anche la chiave per gestirle, queste emozioni.

-No, un'altra chiave? – mormorò Bianca e Valerio la corresse a denti stretti- Sta dicendo in senso figurato!

-E' assolutamente necessario conoscerle per conoscervi nel profondo; in base alla loro ripetitività nella vostra vita e alla scoperta di dove vi portino, possono diventare le vostre preziose bussole per riuscire anche a tornare indietro o cambiare direzione.

Marta struggeva di conoscere il segreto a cui sembravano alludere quelle strane creature. 'Ma come si può essere felici sempre', pensava; i loro bei discorsi suonavano quantomeno misteriosi.

- La vostra mente è molto potente; è capace di comandare lo sguardo sulle cose e sui fenomeni.

-Cosa?-si domandava Bianca- La mente.. lo sguardo.. Non capisco!

Nessuno comprendeva esattamente il senso di quelle parole e altre ancora non avrebbero mai potuto spiegare un segreto tanto imperscrutabile; Ardèo, con un colpo da maestro, decise allora di indicargli semplicemente la via. -Ragazzi, qui per voi il tempo è finito! Trovate la felicità assoluta, duratura e indipendente e ricordate che TUTTO COMINCIA DA DENTRO.

Una parte del tarassaco vicino a loro cominciò improvvisamente a crescere di dimensione e, cosa mai vista in botanica, mutò velocemente in soffione; grandi nuvole di semi bianchi e leggeri erano pronte.

-Ecco il tempo che fa crescere mentre divora, il tempo con cui si muore per la rinascita.- affermò Ardèo soddisfatto, aprendo e chiudendo le immense ali più di una volta.

Il lago cessò di produrre estasi e felicità relativa e il livello delle acque cominciò a scendere, a scendere e scendere ancora; un vento fresco si levò appositamente per loro e ogni soffione liberò i suoi ciuffi di peli bianchi. Sostenuti dall'aria viaggiarono verso il centro del lago ed alcuni sfiorarono i ragazzi mentre si libravano nel cielo.

Le giovani menti non riuscivano ad articolare né un pensiero né un gesto; rischiando così di perdere il loro attimo prezioso. Intanto, sospinti dall'amabile vento, i semi vorticavano come tanti ombrellini da sole.

-Affrettatevi!- dovette richiamarli Miz che, dimenando la coda nervosamente e alzandosi più volte sulle zampe posteriori, si preoccupava come fa una madre per i suoi cuccioli- Per tutti i baffi di questo mondo! Volete afferrare un paracadute, sì o no? Prima o poi finiranno!

Ma i ragazzi non si muovevano ancora. Perfino Ardèo iniziò a preoccuparsi. Soltanto il miagolio disperato di Miz, lanciato al cielo con la stessa intensità di un ululato, destò appena in tempo l'intero gruppo. Sotto la sua nuova sollecitazione ad afferrare il singolare mezzo di trasporto, finalmente entrarono in azione e si lasciarono lentamente trasportare all'interno del lago in una spirale discendente.

Ad ogni giro, il seme di tarassaco scendeva di un poco; Marta vedeva le strambe creature sempre più piccole e quando scomparvero del tutto dalla sua vista, avvertì una lieve frustrazione nel cuore.

Miz e Ardèo benedissero il loro nuovo percorso. 

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top