4. DIVERSI CORPI, UNICA MENTE
Il bagliore dei raggi gamma confondeva la vista; le immagini traballavano come nel falso contatto di una lampada che sta per rompersi. Filippo si stropicciava più volte gli occhi per recuperare una maggiore nitidezza tuttavia continuava a vedere i suoi compagni come se fossero usciti da un quadro di Paul Signac: concentrazioni di puntini colorati restavano miracolosamente uniti nella magliettina grigia e negli scuri pantaloni palazzo, nella nera capigliatura e nelle pallide carni del volto e delle braccia. Sì, quella era Bianca e sembrava star bene, dopotutto, ma trovare gli stessi puntini brulicanti anche sulle sue mani lo innervosì alquanto: -Aaaah!- gridò con le braccia per aria- Cosa ci hanno fatto!
Il sole risplendeva alto e cocente in un cielo calmo e splendidamente azzurro; esaurito il fulgore iniziale dell'elettro-trasporto, restava comunque difficile tenere gli occhi ben aperti.
-Naturalmente nessuno ha degli occhiali da sole, vero?- brontolò Jessica che, tenendo gli occhi strizzati al massimo per proteggersi dalla luce, non si era ancora accorta del loro stato.
-Sarà un effetto momentaneo, forse dovuto al viaggio da un mondo all'altro?- replicò Federico, cercando di diffondere quel poco di fiducia che sarebbe servita per accettare meglio questa loro trasformazione.
-Perlomeno, adesso vediamo il sole!- fu la battuta di Alberto.
-Ho tanta sete!- si lamentò Bianca- il mio corpo scotta come se avessi la febbre molto alta!
-Anche io mi sento il fuoco dappertutto. –aggiunse Marta.
-Ho paura che l'unica cosa che qui riusciremo a bere saranno le nostre lacrime!- Li canzonò Diego.
-Diego! Che gioia, sei vivo!- Esclamarono Jessica e Samantha- Come stai?
-A parte questo corpo surreale, credo bene.. leggero, aggiungerei.
Quasi a voler scaricare tutta la paura e la sofferenza accumulate nell'aver visto il loro compagno lottare contro la morte, le ragazze gli andarono incontro per abbracciarlo e verificarne il suo esser vivo; ma l'instabilità dei loro atomi non lo rese possibile.
-Ma che.. ma che succede?
-Perché non riusciamo a toccarci? Guardate, ci attraversiamo come i fantasmi!
-I vestiti però ci rimangono indosso (fortunatamente!); come mai?
-Non ne ho idea!
-E' pazzesco!- esclamò Federico- Comunque, prima di cercare tante spiegazioni, sarà bene trovare in fretta un'oasi o un riparo, perché se ci disidratiamo potremmo avere delle allucinazioni.
-Coraggio ragazzi ce la faremo anche 'sta volta!- la rassicurante voce di Diego seppe avvolgere quelle parole con il respiro di una promessa, probabilmente in virtù della sua esperienza appena trascorsa. Non è raro sentire racconti di persone che avendo visto in faccia la morte hanno deciso di resettare la propria vita.
Per non disperdere l'unico liquido di cui disponevano, camminarono in silenzio sotto il sole che proiettava le loro ombre sulle infinite dune di sabbia. Le labbra sempre più aride cominciarono a creparsi e le gambe, ormai al limite delle loro forze, tremavano ad ogni passo.
-La vedete? C'è una palma laggiù! – la indicò Federico- affrettiamoci!
La biblica pianta dalle lunghe radici, capaci di assorbire l'acqua nascosta nella profondità della terra, lasciò profondamente delusi i ragazzi che ai suoi piedi trovarono solo le monotone increspature di sabbia. Caddero affranti sulle ginocchia, quasi ad implorare la carità a quell'unica pianta al centro del deserto spietato.
Muta e immobile, con le sue fronde piumate, ombreggiava solo un piccolo lembo dell'infinito tessuto goffrato che quasi ipnotizzava lo sguardo.
Ci volle l'urlo di Bianca a risvegliarli dal torpore dell'arrendevolezza -Ah! Cos'è quello!
-Calma, è soltanto uno scarabeo!
-Che? Un motorino nel deserto?- chiese Jessica cercandolo intorno.
-Ma quale motorino, sei proprio ignorante!- si arrabbiò oltremisura Filippo- Lo scarabeo è un insetto davvero curioso perché si nutre di sterco.
-Che schifo!
-Ma che schifo, tu, che non sai andare oltre il futile e l'inutile! Per tua cultura personale, sappi che per gli Egizi era un animale sacro; credevano che nascesse da una palla di sterco e..
-Oibò, davvero?- aggiunse Bianca
-Siete veramente dei superficiali... cercare di comprendere un popolo attraverso i suoi miti e tradizioni allarga la mente. Sapete per esempio cosa significa la parola egizia "scarabeo stercorario"?
-No, non lo sappiamo ma viviamo bene anche così. Vero ragazzi?
-Dai Jessi, smettila, faglielo dire. Tanto qui non c'è altro da fare.
-Significa "divenire", un simbolo per indicare l'eterna trasformazione della vita umana.. Già.. ma cosa ve lo dico a fare!
Non erano per niente interessati al tema, comunque nessuno di loro aveva più voglia di rispondergli: troppo caldo e troppa poca forza per litigare. Ripresero la marcia come degli zombie e, trascinando uno sull'altro i loro piedi impolverati di sabbia, speravano di trovare un accampamento di beduini. Intanto il sole stava calando verso ovest.
-Sarà, ma a me sembra che stiamo girando in tondo. Guardate, c'è anche lo stesso "mangia-cacca" di un'ora fa.- Commentò Bianca.
-Uffa, ma come si esce da questo posto?- si lamentò Jessica- avrei una voglia matta di urlare ma chissà se la voce mi uscirebbe. La sabbia me la sento anche in bocca.
-Anch'io vorrei tanto sfogarmi! Vorrei che tutta l'angoscia che porto dentro se ne uscisse via di colpo.- disse Marta.
-Bene, allora perché non lo facciamo?- tre paia di occhi si rianimarono e fissarono Samantha per vedere se stesse scherzando- allora? Uno, due.. tre!
-Aaaaaaaahhhhhhhhhhhh!
Con tutto il fiato che riuscirono a recuperare e la bocca spalancata al massimo, le ragazze spararono le loro voci nell'aria come un petardo lancia-coriandoli, poi si guardarono soddisfatte e si misero a ridere a crepapelle!
-Che matte!- fu il commento dei maschi mentre scuotevano la testa.
Piegate in avanti con le mani che cercarono inutilmente di appoggiarsi sulle ginocchia, come a riprendere fiato per lo sforzo sostenuto, rievocarono una giornata di jogging qualunque nella più rassicurante normalità; ma la sabbia sotto i loro piedi tremò d'improvviso e non poterono evitare un volo di oltre tre piani, anche se ammortizzato da un provvidenziale mucchio di bendaggi di lino.
La fioca luce che ancora un po' restava in quel mondo di sotto, grazie ai raggi del sole filtranti tra la sabbia, li aiutò a vedere la galleria in cui si erano cacciati: pareti di roccia calcarea che correvano parallele verso il buio. I cellulari purtroppo avevano esaurito la batteria ma a guardar meglio sulle nude pareti, proprio al confine con l'oscurità, erano appese delle torce di legno.
-Ottimo, queste ci faranno davvero comodo.. e visto che Jessica è una fumatrice avrà con sé il suo accendino, vero?- domandò Diego
-Mi dispiace deludervi ma l'ho perso insieme alla mia borsetta.
-Fermi, non disperate, ce l'ho io un accendino.
-E' in acciaio,-disse Valerio, non appena Filippo lo mostrò agli amici- è vintage?
-Sì, è un ricordo del mio povero nonno.
-Posso vederlo?- e una volta nelle sue mani poté apprezzarne tutti i particolari- E' bellissimo, con la rosa dei venti in rilievo. Notevole, va a benzina vero?
-Ok, bellissimo, ma ora accendiamoci le torce!- tirò corto Alberto.
Una la prese Alberto, un'altra Federico e la terza Diego. Man mano che avanzavano verso l'interno cresceva l'odore di umidità mentre la temperatura calava; i loro corpi riuscirono a stabilizzarsi e adesso potevano anche prendersi per mano. Dopo un centinaio di metri il corridoio si biforcò e due cartelli misero alla prova il loro intelletto.
SE TIENI A TE STESSO LASCIA DIETRO CHI NON STA AL PASSO
SE IL TUO IO E' GRANDE METTITI DA PARTE
-Allora che si fa? Destra o sinistra?- domandò Jessica, riducendo la questione ad un semplice "testa o croce".
- Non essere così sbrigativa, prima di affidarci alla fortuna sarebbe meglio provare a risolvere l'enigma. –replicò Samantha.
-Mmm..- Filippo era già concentrato sulle frasi di ciascun cartello e dopo averci rimuginato un bel po' disse - La vittoria si trova sicuramente a sinistra: 'se tieni a te stesso' vuol dire 'se vuoi salvarti'; 'chi non sta al passo' allude a 'chi non è bravo'; perciò è giusto che io vada avanti e voi mi seguiate.
-E perché dovresti essere proprio tu la nostra guida?
-Lo dite sempre anche voi.. io son quello che sa tutto e qui ci sono degli indovinelli da risolvere.. è chiaro che avremo più possibilità di uscirne vivi grazie alle mie conoscenze e non di certo per le vostre.. a scuola prendete sempre dei voti scarsi.
-E se invece la verità fosse nell'altro cartello?- intervenne Samantha che tralasciò volutamente di dissentire sul quel giudizio di inferiorità appena espresso nei loro confronti- Non dobbiamo essere frettolosi..
- Non è credibile, dai, 'mettiti da parte' è la classica frase che si dice ai perdenti! Su, su, seguitemi!- insistette Filippo- Sento che qui troveremo sicuramente la porta giusta per tornare a casa.
Afferrò la chiave sul cui stelo era incisa la parola "Collera", la baciò dicendo a tutti che si trattava della chiave fortunata, e la rilasciò (appesa al cordoncino di cuoio nero intorno al collo) all'interno della sua camicia a quadri color ruggine.
Era molto faticoso restare amici di una persona così egocentrica: lo smodato desiderio di dominio lo teneva continuamente nell'ansia che lui, puntualmente, compensava e mascherava con l'affermazione della propria superiorità. Intollerante verso altri modi di vivere e di pensare non faceva altro che disprezzare. Lui doveva essere sempre il migliore: per nascita perché figlio di un medico e per educazione, perché tutto gli veniva concesso.
Camminarono dietro di lui fino a quando il cunicolo non si allargò in un ampio vestibolo rettangolare: sulle mura bellissimi affreschi rappresentavano momenti di vita passata, molte le figure umane con teste di animali e tante, tantissime incisioni.
Sulle pareti tutte attorno spiccavano i vividi colori del bianco, del rosso, dell'ocra e del blu raffiguranti le divinità già incontrate sui libri di scuola.
Procedendo da destra, si distingueva il Dio Sole nella sua imbarcazione solare con cui percorreva ogni giorno la volta celeste; raffigurato all'alba come Khepri (il Dio scarabeo), a mezzogiorno come Ra (uomo con la testa di falco, sovrastata dal disco solare e un serpente arrotolato intorno ad esso)e al tramonto come Atum (uomo dalla testa di ariete); sulle pareti di sinistra, un bassorilievo raccontava l'importanza dell'apicoltura, l'imbalsamatore Anubis (il Dio sciacallo) narrava della mummificazione di Osiride e innumerevoli geroglifici attendevano di essere svelati; sull'architrave della porta di accesso all'altra camera, troneggiava un grosso scarabeo di lapislazzuli con ali di falco dispiegate e un sole rosso-diaspro trattenuto sopra la testa dalle sue zampette anteriori. Un capolavoro di oro, turchese, malachite, azzurrite e diaspro rosso.
La solennità di quel luogo lasciò il gruppo in tacita ammirazione per qualche minuto; poi Filippo ritrovò la sua spigliatezza: -Che precisione!– e mentre le sue dita accarezzavano lentamente quei rilievi sacri, a voce alta pensò - Sarebbe bello se Google traduttore ce li decriptasse.
I compagni lo lasciarono lì, incantato, e varcarono per primi la soglia.
Il soffitto blu oltremare, carico di bianche stelle a cinque punte rimandava al mondo delle anime (la Duat o l'aldilà). Sotto il cielo stellato, sulla parete davanti a loro, una grande bilancia a doppio piatto raccontava il momento del giudizio: gli Dei valutano se il morto, in vita, è stato giusto.
Anubis accompagnava il defunto e poneva il suo cuore (depositario di tutte le azioni, sia buone che malvage) sul piatto di sinistra, Thot con la testa di ibis sacro (il Dio della sapienza e della scrittura) prendeva nota dell'esito della pesatura: se fosse stato leggero come la piuma di struzzo della Dea Maat (paladina della giustizia e della verità) che si trovava sul piatto di destra, il defunto sarebbe stato dichiarato "giustificato" e degno di raggiungere l'aldilà; a questo punto Horus (uomo con la testa di falco) lo avrebbe presentato a Osiride che attendeva, seduto sul trono, sotto il baldacchino. Ai piedi della bilancia il mostro Ammit (una combinazione di coccodrillo, leone e ippopotamo) era sempre pronto a divorare i cuori non giusti.
Sulla parete attigua un'incantevole donna, dalla tunica blu cobalto, inginocchiata con le braccia aperte sovrapposte a due coloratissime ali di falco e recante sul capo un simbolo del trono, era la Dea Iside; alla parete di fronte un sarcofago ligneo e dorato giaceva sotto il grande affresco del suo sposo, Osiride; questi, dopo esser stato assassinato dal fratello Seth, fu risuscitato grazie ai poteri di Iside e all'arte dell'imbalsamazione del figlio illegittimo Anubis.
Agli angoli superiori del dipinto i due occhi di Horus (figlio legittimo di Osiride) sembrano proteggere il Dio dei morti, suo padre, raffigurato in una tunica bianca, il flagello e lo scettro tra le mani e sul capo la corona a forma di rigido cappuccio con due piume laterali.
-Spettacolare, siamo in una tomba Egizia!- esclamò emozionato Filippo quando entrò- Guardate quello che sta seduto sul trono sotto il baldacchino, è Osiride, il Dio dell'oltretomba.
-Perché ha la pelle verdognola?- domandò Bianca.
-Perché fu mummificato.
-No, le mummie no! Ho il terrore delle mummie!- confessò Jessica- da quando ho visto il film non ho più dormito la notte.
-Ah, i soliti piagnistei da femmina. Usa le lacrime per innaffiarti un po' il cervello.. chissà, magari crescerà un pochino!
-Senti un po' "cervellone",- gridò lei puntandogli il dito contro- ma non ti accorgi che tutti i tuoi saperi alla fine non servono a niente? Eh sì, la verità è proprio questa: sei tutta teoria! Sei inutile!
-Intanto, impara che si chiamano "conoscenze"! Poi...
Mentre se la litigavano di gusto, l'ambiente cominciò ad animarsi. Centinaia di Ushabti (statuette al servizio del re, la cui parola significa "se mi chiami risponderò") sbucarono da chissà dove e, forse richiamati dal desiderio di Filippo di comprendere le sacre incisioni, cominciarono a tradurre i geroglifici.
-Questo è il tribunale degli Dei. Colui che tutto vede è qui di fronte a te.
-Il momento della confessione e pesatura del cuore è giunto, reciteremo ora le formule dal capitolo 125 del "Libro per uscire alla vita".
La collera di Jessica e Filippo si trasformò in angoscia e tremore; le menti smarrite degli altri compagni non sapevano decidere tra la fuga e l'attesa di ulteriori sviluppi (sempre che fossero stati positivi).
-Se superi la prova inizierai una nuova vita. Ripeti queste parole: non ho detto il falso, non ho rubato, non ho ucciso uomini, non ho commesso slealtà, non ho detto bugie, non ho parlato male di altri..
Filippo, però, non sembrava aver voglia di recitare i rituali che conducevano alla nuova vita; ascoltava, confuso, senza agire in alcun modo. Intanto, l'occhio di Horus uscito dal dipinto, stava trasformando la propria spirale in ali di falco per raggiungere rapido il ragazzo svogliato; questi cercò invano di scacciarlo come si farebbe con un moscone fastidioso ma presto si ritrovò sollevato da terra, girato in orizzontale, e sistemato dentro al sarcofago.
-Ehi ragazzi! Aiutatemi, mi ha immobilizzato!
-Anche noi non riusciamo a muoverci, siamo come pietrificati!
-Accidenti a voi! Fate qualcosa!- inveì contro di loro.
Gli Ushabti parlarono ancora.
-Non cedere alla della ; è come affilare una spada per il tuo proprio , o per il tuo .
I suoi amici non poterono far altro che assistere alle urla di dolore di Filippo quando la cera calda, uscente dalla sacca lacrimale dell'occhio di Horus, colava sul corpo del povero ragazzo. Dapprima sui piedi, saliva dopo in direzione della testa con l'intento di ricoprirlo interamente.
-La vera è meno presuntuosa della . L' dubita spesso, e cambia la sua ; lo è , e non ha ; egli conosce tutte le ma non la sua stessa ignoranza.
-Confessa e verrai pesato.
Pian piano la cera induriva e Filippo assomigliava sempre di più ad una mummia. La chiave che doveva essere così tanto fortunata era impossibile usarla: si credettero spacciati.
Federico cercò negli occhi di Samantha il suo ultimo ricordo prima di lasciare questa vita; lei ricambiò sospirando lacrime d'amore. Marta piangeva ininterrottamente pensando ai suoi genitori che mai più avrebbe rivisto. Valerio fu piacevolmente sorpreso di incrociare lo sguardo accogliente di Bianca. Jessica avrebbe desiderato l'interesse di Diego ma lo scoprì guardare Samantha. Alberto ripensava all'assurdo viaggio, come era iniziato e quale funzione avrebbe dovuto avere; e se davvero fosse terminato lì non sarebbe servito proprio a niente.
La cera era ormai arrivata all'altezza della cintura quando Filippo si ricordò che Iside era anche la Dea protettrice dei bambini e poteva essere invocata, per chiedere protezione e guarigione di qualunque tipo.
-Ragazzi aiutatemi ad invocare Iside!
-Va bene, ma come?
-Ripetete insieme a me: Iside, protettrice dell'ordine e della guarigione, invoco i tuoi poteri ad operare su di me.
Una colata arrivò all'altezza del cuore e là qualcosa di straordinario accadde. Iside alata si posò sulla bara mandando via l'occhio alato; sbattendo le sue ali diffuse nell'aria un profumo dolcissimo e con le sue mani estrasse la chiave di Filippo; il 4 della sua mappa sembrò riconoscersi nel trono che la Dea portava come cappello e si illuminarono entrambi. Lei prese Filippo fra le grandi ali e dopo averlo sollevato dal sarcofago ebbe inizio la fusione alchemica. Nel cuore di Filippo si unirono armonicamente le polarità maschile e femminile; l'amore che supera gli opposti sciolse l'ansia di superiorità.
Ogni attore ritornò nel proprio dipinto, gli Ushabti liberarono i movimenti dei ragazzi e Filippo serenamente si confessò.
-Ragazzi, vi chiedo scusa per avervi trattato con arroganza. Volevo essere il migliore in tutto perché è stato quello che mio padre ha sempre preteso da me, ma ora vedo le cose con più chiarezza. Mia madre è morta quando avevo solo cinque anni e dentro la mia vita è sempre mancato l'amore femminile.
Le ragazze empatizzarono subito con il suo dolore e i loro occhi traboccarono di lacrime.
-Intuivo che mi odiavate e ne soffrivo ma non potevo darlo a vedere, capite? Siamo diversi, è vero, ma non credo più che questo sia un guaio.. è una ricchezza, e se ognuno di noi riuscirà a dare il meglio di se stesso, INSIEME ce la caveremo alla grande!
Si strinsero tutti intorno a lui, increduli della sua trasformazione; ma il cammino non era ancora terminato e chissà quali altri imprevisti avrebbero incontrato.
Di fatti, dopo esser scappati a gran velocità da quella stanza, proseguendo per altri corridoi, si ritrovarono ancora una volta a dover prendere una decisione non facile.
Di nuovo due strade opposte.
DIVERSI NEL CORPO E UNITI NELLA MENTE
LA LUCE RAGGIUNGEREMO
UNITI NEL CORPO E DIVERSI NELLA MENTE
VINCEREMO DUBBIAMENTE
-Questa volta facciamo spirito di squadra?- disse Filippo ridendo.
-D'accordo, cosa ne dite se le femmine analizzano il cartello di destra e noi quello di sinistra?- fu la proposta di Samantha
-Sì, faremo prima di sicuro.- concordò Federico.
-Buona idea!
Dopo una rigorosa analisi delle parole, si confrontarono.
-Dopo di voi ragazze!- disse Diego
-Che galanteria!- replicò Jessica
-Va bene - cominciò Samantha- il nostro cartello sarebbe potuto essere quello giusto perché contiene la parola 'vinceremo' ma subito dopo, la parola 'dubbiamente' lo mette in discussione.
-E' vero- interruppe Federico – è un tranello, perché si dovrebbe dire 'indubbiamente' per indicare che non c'è alcun dubbio.
-Ottimo lavoro ragazze!- il plauso di Filippo suonava alquanto strano, ma era bello conoscerlo in questa nuova versione di sé.
-Allora è sicuramente l'altra strada che dobbiamo prendere- concluse Valerio- infatti per superare gli ostacoli è fondamentale avere lo stesso desiderio, mentre l'essere fisicamente e caratterialmente diversi conta ben poco.
Man mano che i loro passi si inoltravano lungo il cunicolo di sinistra, un sorriso dopo l'altro fioriva sulle incredule labbra; la galleria assunse poi i caratteri di una grotta artificiale e non molto tempo dopo ci fu la luce.
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