Prologo

L'ascensore stava sfrecciando verso i piani alti della Mano Invisibile, quando, improvvisamente si bloccò a metà strada, lasciando i due Jedi a bordo leggermente stupiti.

-Hai spinto il pulsante d'arresto? - domandò Obi-Wan fissando il suo apprendista.

-No e tu?

-No.

Anakin si guardò intorno cercando una soluzione a quel problema e i suoi occhi azzurri si concentrarono sul tetto dell'ascensore.

Un'idea gli balenò in testa con un sorriso afferrò la spada laser che teneva allacciata alla cintura.

-Beh, ci sono diversi modi per uscire - affermò il ragazzo sguainando la spada e iniziando a tagliare il metallo del tetto.

Il rumore del metallo che veniva tagliato, insieme al forte odore di lamiere bruciate, fecero arricciare il naso ad Obi-Wan che prese il commi-link per chiamare R2-D2, l'astrodroide di Anakin.

-R2, attiva ascensore 31174.

Il droide non rispose, almeno non subito costringendo lo Jedi a ripetere il comando più volte.

Nel frattempo Anakin aveva finito di tagliare il tetto ed era saltato sopra l'ascensore guardandosi intorno come per cercare un modo per muoversi da quella situazione spinosa.

-Non sta fermo un attimo- sospirò Obi-Wan, mentre ripeteva per la quarta volta il comando ad R2.

Mentre Anakin cercava di formulare un piano, di colpo, si sentí mancare la terra sotto i piedi.

L'ascensore, infatti aveva iniziato a scendere verso il basso a grande velocità, costringendo Anakin ad aggrapparsi alla sporgenza più vicina, per non cadere nel vuoto.

Il giovane sentiva solo il battito furioso del cuore rimbombargli nelle orecchie mentre i capelli biondi gli svolazzavano davanti al viso impedendogli una buona visuale.

Avrebbe voluto urlare per la frustrazione, ma si trattenne.

Non era il caso, visto che era appeso come un salame, senza la possibilità di difendersi era, dunque, un facile bersaglio.

-Mani in alto, Jedi! - gracchiò una voce meccanica da sopra di lui.

Due droidi Separatisti gli stavano puntando i blaster addosso.

Anakin sapeva di essere in difetto, non poteva fare quello che gli avevano ordinato i droidi, era appeso!

Lo avrebbero trasformato in un groviera a suon di proiettili, visto che era impossibilitato a difendersi.

L'ascensore tornò in quel preciso momento verso l'alto, e Anakin fece un salto per rientrare nel buco che aveva creato per ritornare dal suo maestro.

Ma questo non accade.

Fece quel salto, ma, anziché ritornare da Obi-Wan, venne avvolto da una luce verde.

Chiuse gli occhi, sentendosi di colpo frastornato, mentre la testa gli girava, sentiva un senso di nausea prendergli lo stomaco.

Il dolore alle tempie esplose come una bomba ad orologeria.

Di colpo si trovò a faccia in giù su un terreno morbido, ma non riuscì a capire dove si trovasse perché perse i sensi.

Non sapeva per quanto tempo fosse rimasto svenuto seppe solo che quando si svegliò non era solo. Sentiva come se qualcuno gli stesse respirando in faccia. 

Quando aprí gli occhi il respiro gli si bloccò in gola. 

Chino su di lui vi era un leone assai più grande del normale e dal pelo dorato, grandi occhi color della terra lo fissavano, la criniera dorata sfiorava il viso dello Jedi. 

-Era ora che ti svegliassi, Cavaliere del Cielo, mi domandavo se fossi ancora in vita - il leone parlò con voce profonda e saggia. 

Anakin non ricordava di aver mai sentito una voce così calda e al tempo stesso autoritaria. 

L'animale si spostò per permettere al ragazzo di sedersi e, sebbene il primo istinto di Anakin fosse quello di sguainare la spada laser, si rese conto che sarebbe stato inutile, qualcosa dentro di lui gli suggeriva che un combattimento contro quel leone sarebbe stato come suicidarsi. 

E poi voleva capire dove fosse e soprattutto perché fosse al cospetto di quel leone parlante. 

Si rese conto che, il rumore in sottofondo che si sentiva era il suono delle onde del mare che si infrangevano sulla spiaggia bianca dove il ragazzo e il leone stavano parlando. 

Con suo immenso stupore, Anakin notò un muro d'acqua alle spalle del leone, onde anomale che sembravano formare una specie di barriera. 

-Dove sono? Questo non è il mio mondo - dichiarò il ragazzo fissando il leone che a quel punto si mise a ridere. 

Un suono forte e fragoroso come un tuono, ma privo di derisione, sembrava che fosse divertito dallo sbigottimento del suo giovane interlocutore. 

-Sapevo che me lo avresti domandato Anakin Skywalker. Sei ai confini del mondo, il muro di acqua che vedi alle mie spalle è l'accesso alla mia terra, ma non è lì che sei diretto tu. Il tuo viaggio è appena cominciato - dichiarò il leone con voce solenne. 

Anakin era ancora più confuso di prima. 

Di quale viaggio stava parlando il leone? 

Lui non poteva restare. 

Doveva tornare indietro, da Obi-Wan. Il Cancelliere aveva bisogno di essere salvato! 

La Repubblica aveva bisogno della sua guida! 

Doveva tornare a casa. Il problema era...come? 

Non sapeva come aveva fatto ad arrivare lì e quindi non era a conoscenza del modo di come tornare indietro. 

Era bloccato in un mondo che non era il suo, con un leone parlante davanti. 

-Il tuo mondo per ora dovrà fare a meno del suo Prescelto. Ti ho portato qui perché hai un compito importante. A Narnia sono arrivati, finalmente, quattro ragazzi umani, hanno bisogno di qualcuno che li protegga e li scorti fino all'accampamento che si trova oltre il fiume gelato. Vi è una profezia sulle spalle di quei giovani e tu, sei il solo che può aiutarli - dichiarò il leone ad un sbigottito Anakin.

Lui praticamente avrebbe dovuto fare la scorta a quattro ragazzini?

Non ci pensava nemmeno!

-E se mi rifiutassi?- domandò lui con aria di sfida, ben sapendo che la sua spavalderia gli si sarebbe rivoltata contro.

-Sei libero di farlo, però sappi che se ti rifiuti, molte risposte alle tue domande che potresti ottenere da questo viaggio rimarranno celate e tu tornerai a casa con più quesiti di quando sei partito - rispose il leone.

Anakin a quel punto comprese di non avere altra scelta se non accettare.

-Credo di non potermi rifiutare.

Il leone fece un mezzo sorriso, o meglio ad Anakin parve sorridere.

-Io sono Aslan e noi ci incontreremo di nuovo. -

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