2.4 Scoperte
« Non è vero. » scansò malamente la provocazione di Maitreya e si allontanò fino a toccare il muro della parete con le spalle, cosicché non potesse cadere, nemmeno qualora avesse perso anche il briciolo di ragione che ancora lo sosteneva.
« Già, ma vorrei averlo fatto. » si ricompose, anche se un sogghigno beffardo gli increspava ancora le labbra. Assaporava la disperazione altrui come un nettare, traendone un beneficio indescrivibile, il suo umore migliorava improvvisamente perchè il mondo pareva prostrarsi ai suoi piedi e non v'era nulla di più appagante per Maitreya dell'essere superiore all'universo intero. Un Dio impassibile che guarda l'altrui dolore senza esserne parte.
« Te lo chiedo un'ultima volta: dov'è? »
« Ti odia, proprio come odia anche me. Ti ucciderebbe se potesse, non avrebbe alcuna esitazione. Perchè vuoi vederlo? Pensi di trarre ristoro a scusarti? Le scuse non gli ridaranno gli anni che insieme gli abbiamo tolto. » sembrò compiaciuto della propria risposta tanto che osò avvicinarsi a Veer fino a sentire il suo fiato condensarsi sul petto.
« Perfavore, devi dirmelo. » cercava di guardarlo negli occhi ma seppur con tutta la sua volontà, lo sguardo ricadeva sempre sulla sua bocca a causa della vicinanza. Sperava che vi potesse uscire il nome che così insistentemente gli aveva domandato, magari appena sospirato. Credeva nel rapporto che aveva condiviso con Maitreya, credeva nella sincerità che minuziosamente l'aveva costruito, credeva ancora che lui non fosse diventato il mostro che a poco a poco si stava rivelando prima della sua partenza.
« E perchè dovrei? » con indice e pollice di una mano gli prese il mento e posò l'altra vicino al suo orecchio, sulla parete, per non lasciargli possibilità di andarsene senza il suo permesso.
« Perchè ne ho bisogno. » stava tremando, se ne rese conto tentando di allontanare la presa di Maitreya. Faceva freddo, era vero, nell'Ostro anche l'estate era fredda, ma il suo tremore non era causato dalla temperatura. Era più un malessere interiore che gli scuoteva persino le viscere.
« Andiamo. » decise infine di porre un limite alla loro vicinanza, lasciando la propria morsa, e si allontanò, muovendosi verso l'uscita « Ma se mai tornassi da lui senza prima aver avuto il mio consenso, giuro che lo soffoco con le tue stesse mani dopo avertele tagliate. »
Veer conosceva ad occhi chiusi ogni angolo, ogni svolta di quel castello. Lui e Maitreya avevano trascorso mesi interi della loro infanzia ad esplorarlo da cima a fondo, in cerca di qualunque passaggio fosse precluso agli occhi, di qualunque nascondiglio si celasse nell'ombra, di qualunque segreto esso racchiudesse come una crisalide. Ma le gallerie che stavano attraversando con solo una torcia ad illuminarle gli erano estranee, sconosciute, e non perchè il buio che dominava per quelle vie, nero come la notte che si apprestava all'esterno, non lasciasse modo di orientarsi, piuttosto perchè non vi era mai passato, non esistevano ai suoi tempi. Erano incredibilmente recenti e l'ambiente pulito, intatto, ne era una dimostrazione più che valida.
« L'ho fatta costruire io, questa parte, insieme ad un nuovo mastio che sapesse di me. » parve rispondere in poche parole ai dubbi che gli erano sorti, quasi potesse percepire cosa pensasse, ma dopotutto doveva semplicemente aver notato la sua espressione sbigottita ed interpretata nel modo giusto. Non si scambiarono più nemmeno una parola dopo quella frase, le scale della torre che avevano cominciato a percorrere mozzavano loro il fiato per quanto risultassero ripide e numerose, inoltre la salita era un reiterato girare su se stessi a causa della sua forma a chiocciola e non rendeva certo il tutto più agibile. Più di una volta Veer dovette fermarsi per riprendere aria nei polmoni e non rotolare per tutta l'altezza che già aveva coperto, ma Maitreya non l'attese, instancabile, riusciva persino ad accelerare l'andatura dopo un tratto attraversato più lentamente. Era palese quanto fosse in forma rispetto a lui, ritiratosi nella comodità troppo a lungo per tornare al pari di Maitreya in un solo giorno. In cima ad uno spropositato numero di gradini apparve un piano proprio quando Veer aveva ormai perso le speranze di vederne uno, le pareti fino a quel momento gli erano sembrate farsi sempre più strette di quanto non fossero realmente e poter di nuovo avere a disposizione uno spazio sufficiente per respirare fu un sollievo. Sentì il proprio peso gravarsi solo sulle articolazioni delle gambe e temette di aver raggiunto il limite della sopportazione, di non riuscir più ad andare oltre. Maitreya attese pochi minuti, poi si rimise a camminare, costringendo Veer ad oltrepassare la soglia che pensava di aver toccato per non rimanere disperso, al buio, in un luogo di cui non sapeva nemmeno l'esistenza. Con uno sbuffo di disperazione, lo seguì e fu certo di vedere sul viso della sua guida un sinistro compiacimento, come se la sua stanchezza fosse una punizione più che meritata per averlo scomodato ad accompagnarlo fin lì.
« Non è eccessivo? » osservò a voce alta, analizzando quanto si erano distanziati dalla parte principale di Thora Koshra. Non solo erano strisciati in gallerie che dovevano vantare una profondità assai notevole, ma erano dovuti tornare al livello del terreno per poi elevarsi ben oltre la sua superficie, tutto questo quasi completamente nel buio tetro rischiarato solo dal fuoco di una fiaccola che sperava non si estinguesse troppo in fretta e senza nemmeno una guardia ad impedire passaggi non approvati. Doveva essere certo Maitreya che nessuno si sarebbe inoltrato fin lì, se mai fosse riuscito a superare il labirinto di cunicoli che lo precedevano. Tutto troppo complesso, perdersi là dentro significava morirci.
« Avevano iniziato a girare voci nel castello di grida durante la notte, grida disumane provenienti dai sotterranei. Troppe persone iniziarono a credere nei fantasmi ed altrettante a dubitare che ci fosse qualcuno a generarle che non fosse uno spettro. » alzò le spalle « Troppo pericoloso lasciare che i dubbi crescano. E far costruire il mastio più alto dell'intero castello sotto il mio nome, troppo allettante. » sfilò dal collo una corda che vantava avere legate tre chiavi, Maitreya ne prese una ed aprì la serratura che avevano di fronte. Li investì un'ondata di freddo che s'insinuò fin nel midollo di Veer: era difficile mantenere il calore in una fortezza così estesa anche con le più avvedute precauzioni, in quella torre non c'era neppure un fuoco che sciogliesse il gelo. Quell'anima dannata doveva star morendo ghiacciata.
« E' qui dentro. » Maitreya si arrestò davanti ad un uscio decorato con intarsi di metallo pochi metri più avanti e vi picchiettò sopra le nocche, mentre si accingeva ad infilare la chiave nella toppa, senza però girarla, imprecò « Non ho intenzione di assistere alla scena del tuo tentato strangolamento, vai dentro da solo. » Afferrò dalla parete vicina una fiaccola spenta e l'accese con la propria, dandola in mano a Veer. Si scostò poi di lato ed accennò alla chiave, facendogli capire che sarebbe stato lui a doverla muovere. Tentennò, ma seppe raccogliere il coraggio necessario per muoversi e, trattenendo il respiro, entrò, accompagnato da un tintinnio di catene « Ci rivediamo, Dhoveerdhan. »
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Volevo ringraziare di cuore chiunque abbia letto/votato/commentato fino a questo punto, apprezzo davvero ogni singolo gesto!
Volevo inoltre aggiungere che, ora che ho finito di pubblicare per intero i primi due capitoli, la mia intenzione era quella di aggiornare una volta a settimana (il sabato), in quanto l'inizio degli impegni scolastici è di nuovo vicino, i precorsi universitari iniziano a fine agosto e mi riempiranno gran parte della giornata.
Spero continuiate a leggere comunque, nonostante gli aggiornamenti saranno più lenti ma i capitoli più lunghi!
Grazie ancora,
Ayduin.
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