8. La Festa di Fine Estate
Quella tra Otox e Lucien non fu una chiacchierata piacevole.
Lucien, con un certo imbarazzo, confessò subito i misfatti del figlio all'avamposto di Deyn. Inizialmente la reazione di Otox non fu delle più comprensive, rubare ai Nani era una cosa grave per un Nano, figuriamoci per un Umano. Otox però conosceva Lucien, lo aveva liberato dalla prigionia di Hulum-Bat occupata dalle Bestie, e aveva conosciuto Lucas e la pene sofferte per aver perso un figlio per mano di una Bestia. Quest'ultimo evento in particolare, che aveva toccato anche lui, aveva contribuito ad avvicinare Otox alla famiglia Connor, e, nel tempo, la predilezione per i membri di quella famiglia in particolare a scontrarsi con le creature del Mondo Oscuro gli aveva dato modo di avvicinarsi quasi a tutti i suoi membri.
Lucien, diventato un importante membro della comunità grazie ai guadagni della sua cartiera, avviata dopo la vendita del suo magazzino, si propose di pagare tutti i danni procurati da Will. Otox però aveva altro per la testa. Chiese informazioni sul colpo, su chi lo aveva organizzato e perché. Lucien provò a dimostrarsi disponibile e collaborativo, ma, in effetti, non sapeva praticamente nulla. Gli disse che Will si era messo in combutta con Golìr, uno dei criminali più temuti del Nord, informazione che comunque al Nano non servì a nulla. Dopo la diffidenza iniziale, il Capo Carovana smise di stare sulla difensiva. Alla fine il gruppo di Will non aveva rubato niente, erano stati quasi tutti catturati o uccisi e, in fin dei conti, erano morti solo Umani.
Così, Otox alleggerì la situazione aggiornando Lucien su quanti soldi avesse fatto con le sue invenzioni, di cui i caleidoscopi al magnesio erano stati solo i primi di una lunga serie. Gli rinnovò anche l'invito ad andarlo a trovare a Galad-Hal per la cerimonia dell'Apertura, quando gli enormi portali della fortezza nella montagna venivano aperti nuovamente per permettere ai Nani di affrontare il loro lungo girovagare. Lucien, per l'ennesima volta, rifiutò. Otox non poteva avercela con un Connor. Ricordava bene le pene patite da lui e da Will quando la malattia portò via Diana, loro moglie e madre dal cuore d'oro.
Si lasciarono con un sorriso e una stretta di mano, e la promessa che una sera di quelle Lucien avrebbe festeggiato assieme ai Otox come ai vecchi tempi.
Il vecchio Nano, dopo aver passato il pomeriggio a girovagare per le bancarelle, a tenersi aggiornato sugli affari dei suoi e bere pinte di birra con vecchi amici, diede finalmente il cambio a Krix, quando praticamente bisognava cominciare a smontare perché il sole stava calando.
Krix ormai sapeva a memoria cosa doveva fare e ci mise poco a sbrigare i suoi compiti. Otox, da quel punto di vista, aveva almeno una cosa per cui andare fiero di suo figlio. Quello che a Krix mancava in coraggio e forza fisica gli era stato dato nella straordinaria abilità manuale. Il giovane figlio del Capo Carovana era in grado di riparare qualsiasi cosa, dai semplici meccanismi per i giocattoli in vendita nel Mercato, alle complicati parti meccaniche dei Colossi posti a difesa delle fortezze durante il periodo Estivo. Il suo brillante ingegno era stato uno dei motivi principali per cui la famiglia di Galad-Hal aveva conosciuto il giovane Lucien.
Krix si unì alle decine dei suoi fratelli per servire ai tavoli imbanditi per la Festa di Fine Estate, organizzata per Nani e Umani e tutti coloro che volevano unirsi alla festa. Krix entrò nelle cucine col suo solito sorriso sereno e dopo solo un'ora sul suo viso si era allungato un broncio che gli distorceva i lineamenti. Le sue otto zie, addette a cucinare per tutti, erano delle vere Arpie. Gli urlavano sempre, lo malmenavano per sottolineare gli ordini e qualsiasi cosa facesse non era mai abbastanza. Nessuno notò la sua assenza quando, dopo l'ennesimo scappellotto sulla nuca, decise di prendersi una pausa. Se ne approfittavano, perché lui era buono e non diceva di no a nessuno, portava fino in fondo i compiti asegnati e ci si dedicava come se da quello dovesse dipendere la sua vita.
Di tanto in tanto, infatti, racchiuso all'interno del suo animo buono e serafico, si rianimava la fiamma dell'avventura. Suo padre era stato nominato diverse volte Condottiero di Galad-Hal, e fu naturale, alla morte del suo predecessore Vork, che il Concilio degli Illuminati, che riunisce gli Sciamani di tutte e sette le famiglie, scegliesse Otox come nuova guida per della loro famiglia. Tuttavia, Krix aveva ammesso con se stesso molto tempo fa che una delle sua caratteristiche principali non era certamente il coraggio.
Non aveva mai affrontato una Bestia, aveva solo sentito parlare di loro, aveva visto i Guerrieri di ritorno da qualche sortita per liberare caverne e gallerie, e, dopo tutti i racconti di sangue e morte che avevano riempito le sue orecchie, la voglia di affrontarne una si era definitivamente spenta.
Immaginare, tuttavia, non poteva recargli danno, e, mentre immaginava, poteva prendersi delle libertà che lo facevano sentire un ribelle, un avventuriero, un Nano degno di essere nominato Condottiero della propria famiglia e vivere per sempre nella gloria.
Con questo spirito di ribellione decise, quindi, di appartarsi dietro i tendoni delle cucine, lontano dal chiasso e da quelle streghe delle sue zie e fare qualcosa di assolutamente proibito per i Nani: Appoggiatosi al fusto di un acero, provò a prendere sonno sotto il manto celeste. Tutti i Nani sapevano che dormire all'aperto era sinonimo di morire sbranati da una Bestia, che, addirittura, quelle creature proprie dell'oscurità fossero attirate dalla possibilità di uccidere un Nano indifeso nella notte. Secoli prima, quindi, il Concilio aveva stabilito che nessun Nano, per nessun motivo al mondo, doveva appisolarsi senza avere almeno una coperta addosso.
Sdraiato contro il fusto di un largo acero, ad occhi chiusi, si godeva il suo momento di libertà e il brivido del proibito, quando, dalla boscaglia di fronte a lui, cominciò a sentire dei rumori. Inizialmente provò a non farci caso, d'altronde, quella delle Bestie che spuntano per sbranare incauti Nani, addormentati all'aperto senza coperte addosso, era una leggenda.
O forse no?
I rumori continuavano, qualcosa muoveva gli arbusti, scivolando di soppiatto. Krix era terrorizzato. Alzatosi sulle gambe malferme, prese un mestolo da una cassali accanto al fusto e lo puntò verso il bosco.
Un Condottiero, si ripeteva, sono un Condottiero coraggioso.
"Chi va la?" la creatura si fermò e, per qualche secondo di puro terrore, ci fu un silenzio glaciale.
"Dove sei, fatti vedere Bestia immonda" qualcosa si mosse, verso di lui. Col cuore in gola, Krix vide spuntare un piede, delle mani e un viso, un viso familiare.
"Will?" Il ragazzo, con un dito sulle labbra, spuntò dalla boscaglia e, preso il suo amico per mano, andò a nascondersi dietro uno dei grossi carri pieni di cibo.
"Fa silenzio – sussurrava Will – Non mi devono scoprire"
"Perché ti nascondi nel bosco?"
"Sono evaso di prigione" Krix sgranò gli occhi, e tutto il suo spirito avventuroso si sgretolò di schianto. Sapeva che Will era una testa calda, ma non era mai finito in prigione prima.
"Che cosa, eri in prigione, perchè?"
"Si si, ero in prigione... Senti te lo racconto un'altra volta adesso mi devi ascoltare. Devo andarmene da Folkrith, e tu mi devi aiutare. Devo nascondermi nel vostro carro e quando saremo lontani me ne andrò per i fatti miei" Krix, ancora scosso dal quasi incontro con una Bestia, si riprese scuotendo la testa.
"Assolutamente no. Se mio padre lo viene a sapere taglia la testa a tutti e due, non se ne parla. Io..." Un altro rumore venne dal bosco. Krix e Will si voltarono verso le foglie dei cespugli a un paio di metri da loro, che ondeggiavano placide al vento dell'Autunno.
"Ti hanno seguito?" sussurrò Krix.
"No, non se ne sono nemmeno accorti, altrimenti avrebbero già fatto scattare l'allarme" entrambi si voltarono verso il bosco, verso quel rumore di foglie scosse da passi leggeri.
Will fu il primo a vederli, e la memoria lo riportò a un ricordo d'infanzia, quando un amico di famiglia di nome Norman Flynn, gli aveva raccontato una storia di paura, narrando uno dei suoi primi scontri da Cacciatore, che cominciava così:
"Occhi grandi, gialli come la fiamma, spuntarono nell'oscurità di fronte a me"
Licantropi.
Krix era paralizzato dalla paura. Le leggende erano vere, aveva disobbedito al divieto e ora erano comparse le Bestie. Una zampata comparì dall'oscurità. Il Licantropo si lanciò verso i due giovani con uno scatto fulmineo. Will afferrò Krix per il colletto della camicia e lo trascinò via, sferrando al Licantropo un potente calcio alla mascella, per poi alzarsi e correre a perdifiato verso il tendone principale. Il ragazzo entrò facendosi largo tra la folla a spallate.
"Bestie" urlò a squarciagola.
Degli umani presenti, abituati ai falsi allarmi di ubriachi e bontemponi, quasi nessuno fece caso a Will, mentre i Nani, che sulle Bestie non scherzavano mai, smisero di occuparsi delle loro attività e prestarono attenzione alle urla del giovane ragazzo. Il primo ad alzarsi fu Otox, quando vide Krix correre dietro a Will, intuendo immediatamente la gravità della situazione. Quando anche gli altri Nani videro il loro Capo alzarsi e accorrere, si mobilitarono in massa.
I Licantropi irruppero nel padiglione squarciando i tendaggi e lanciandosi su qualsiasi sfortunato capitasse loro a tiro. I Nani, che non si muovevano mai disarmati, piombarono sulle Bestie con ferocia, sguainando martelli e asce. Will, scampato al primo assalto, perse di vista Krix quasi subito, mentre una selva di lame gli si faceva incontro e i rumori delle grida di terrore e quelle della battaglia si mescolavano nel caos più totale. Otox diede il grido di battaglia e si scaraventò contro il primo Licantropo, aprendogli la testa in due con un singolo colpo. La forza dei Nani era il loro numero e la loro resistenza, tutti assieme potevano affrontare un gruppo di Licantropi senza troppe difficoltà, assestando colpi tremendi e coordinando i movimenti per assorbire meglio i colpi del nemico. I Licantropi continuavano a sopraggiungere e, dopo qualche minuto, cominciò a suonare la sirena delle Guardie del presidio. Umani e Nani riuscirono, assieme, a creare una prima linea difensiva, respingendo con forza il feroce attacco. Otox, dopo aver aperto l'ennesimo cranio di Licantropo, venne sfiorato da qualcosa che sembrava una freccia. Il dardo avvelenato si piantò in testa a una Guardia alle sue spalle, che morì sul colpo.
"Manticore – gridò immediatamente – Formazione d'assalto" al potente urlo di Otox, una ventina di Nani, uomini e donne comprese, si riunì formando un gruppo compatto. Quelli in prima fila raccolsero i corpi dei Licantropi uccisi e, proteggendosi dagli aculei dei grossi leoni come fossero degli scudi, colmarono la distanza in breve tempo.
Le Manticore erano più agili, più feroci e più organizzate dei Licantropi, anche se, col tiro delle frecce delle Guardie, i Nani riuscirono a spezzare le linee del nemico e combattere ad armi pari. Anche così, però, la battaglia si rivelò subito durissima.
Will, recuperata un'arma, riuscì a sfuggire dalla linea principale di combattimento e trovò Krix, stordito, ricoperto da tavole e panche distrutte. Un Licantropo si ergeva sopra di lui, pronto a sferrare il colpo decisivo. Will, senza pensare, si lanciò addosso alla Bestia con tutta la forza che aveva, conficcandogli l'ascia nel collo. Mentre cercava di tirare fuori Krix da quella situazione, sentì il richiamo di una Viverna che planava su di lui, e seppe di essere spacciato.
Fu in quel momento che comparve il Clan dei Cacciatori.
Le frecce cominciarono a sibilare su Licantropi e Manticore, il nitrito dei cavalli che spezzavano le fila dei nemici sovrastava i ruggiti delle Bestie. Poi, come per miracolo, frecce esplosive presero a bersagliare la Viverna, il cui volo divenne sempre più difficoltoso.
Gli Esploratori Elfi non mancavano un tiro, e presto la Viverna fu costretta a prendere quota. Will sentì il richiamo della Viverna, e vide le Bestie sopravvissute prendere le distanze dai nemici, guardare verso il cielo notturno e poi, tutte insieme, fuggire nel fitto bosco e scomparire in pochi istanti.
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