30. La Nostra Responsabilità
La caduta durò diversi secondi.
Vide le Bestie trasformarsi in cenere sotto l'intensa luce azzurra, prima che svanisse in un istante, vide i corpi dei Nani cadere assieme a lui, vide Lunar sparire. L'impatto con l'acqua gli tolse le forze, gli mozzò il fiato, il buio lo avvolse completamente.
Ora era nella sua cameretta, a Folkrith.
I suoni ovattati della sua casa gli arrivavano lontani, confusi. I colori sbiaditi dei mobili e delle pareti tremolavano sfocati.
Pioveva.
Era un bambino. Due voci provenivano da un'altra stanza, voci familiari. I suoi genitori, litigavano.
"Perché quell'Aladel continua a tormentarci?" Mamma.
"Te l'ho detto, non lo so, gli ho spiegato mille volte che ci deve lasciare in pace" Papà.
"Non ha nessun rispetto, nemmeno nel giorno del funerale di Norman. Adesso che lui è morto non abbiamo più nessuno che può garantire la nostra serenità, cosa hai intenzione di fare? Perché siano dannate le Ombre, non permetterò mai che Will abbia a che fare con il Clan, con le Bestie, gli Aladel o il Mondo Oscuro"
Un brivido gli scese lungo la schiena. Stava ricordando.
Uscì dalla sua stanza, nel corridoio, per rifugiarsi nella camera dei suoi genitori, il più lontano possibile dalla cucina, ma anche lì gli arrivavano le voci di mamma e papà.
"Credi che io voglia questo per lui? Non ci tengo nemmeno io a vederlo sparire com'è successo a Valerie. E' un delegato della Porta Azzurra, cosa dovrei fare secondo te?"
"Devi liberarti di quel pezzo di ferro, Lucien, dallo a Eluay o lo farò io"
"Diana..."
"No, Lucien. Gli Aladel e i loro segreti hanno rovinato la tua famiglia ma non rovineranno la nostra" sua madre piangeva mentre infilava la porta e se ne andava. Era il giorno in cui la rivolta alla prigione aveva scatenato un incendio al mercato. Erano morte molte persone quel giorno.
Will aveva preso quel sacchetto che suo padre custodiva nel cassetto dei calzini. Perché non faceva come aveva detto la mamma, perché non lo consegnava all'Aladel?
Guardò fuori dalla finestra. Non aveva piovuto quel giorno, ricordava distintamente il sole penetrare da quella finestra. La pioggia aumentava d'intensità, infrangendo i vetri, inondando la stanza.
Will aprì gli occhi.
Vedeva solo il buio tremolare nell'acqua. Annaspò per qualche secondo prima di riemergere e riprendere fiato. Attorno a lui galleggiavano i corpi senza vita dei due Sciamani e di qualche altro Nano. Alzò la testa e vide lo scintillio azzurro della Cattedrale brillare lontano. Era stata una caduta di diverse decine di metri, era un miracolo che fosse vivo. Si guardò attorno, cercando Lunar, senza successo. Una luce proveniva dalla sua sinistra, lontano. Quando gli occhi si abituarono all'oscurità, capì di essere dentro una falda sotterranea, a centinaia di metri in profondità, nelle viscere della montagna.
"...il Cuore della Terra" sussurrò.
Con le forze rimaste nuotò verso quella luce. Un piccolo pezzo di roccia emergeva dalle acque nere. Will, quando fu abbastanza vicino, potè vedere il corpo di Lunar steso sulla roccia, a faccia in giù. Nuotò con maggior foga per raggiungere la sua amica. Una volta fuori dall'acqua, rimase qualche secondo steso a terra, ansimante, i polmoni che bruciavano per lo sforzo e l'adrenalina che aveva consumato le sue ultime energie.
Quando riuscì a muoversi di nuovo, raggiunse l'Aladel e la voltò a faccia in su. Era svenuta, ma viva.
"Lunar" l'Aladel non rispondeva. Si guardò attorno.
La roccia era formata da diverse centinaia di cristalli, dalle dimensioni variabili, piccoli come monete o grandi come un braccio, tutte con le stesse sfumature blu della Cattedrale, incastonate a formare un ammasso di linee e piani contorti e caotici. Lunar si riprese tossendo e ansimando per cercare un briciolo d'aria, agitandosi in preda al panico.
"Calma, calma" la rassicurò Will tenendola ferma perché non ricadesse in acqua. L'Aladel ci mise qualche minuto a riprendersi.
"Tutto bene? Qualcosa di rotto?" Lunar scosse la testa. Allungandosi verso lo specchio d'acqua, teneva la testa bassa, fissava le acque placide dove si riflettevano i suoi occhi verdi, i suoi lineamenti armonici. In pochi istanti Will la vide calmarsi e regolarizzare il respiro. Quando si voltò a guardarlo, l'Umano ebbe una strana sensazione. Si sentì incredibilmente a disagio in sua presenza, come se quella che aveva davanti ora non fosse più l'Aladel che aveva conosciuto.
"Lunar, ti senti bene?" L'Aladel sorrise prima di parlare. La voce era la sua, il corpo era il suo, ma non era lei a rispondere.
"Lunar sta bene" disse con tono serafico l'Aladel. Will, spaventato, si alzò in piedi di scatto e fece qualche passo indietro.
"Chi sei? Cosa succede?" anche Lunar si alzò lentamente in piedi.
"Ti porgo le mie scuse, Will. Sono il Guardiano della Natura, guida e padre degli Aladel. Lunar è ancora qui con noi e sta bene, ti chiede di fidarti di lei e ascoltare ciò che ho da dirti. Avrai molte domande, e io posso rispondere, se questo ti aiuterà a fidarti di me" Will era senza parole. Per quanto assurdo potesse sembrare, quello che aveva di fronte non era lo stesso Aladel di prima. Com'era possibile?
"Se tu sei il Guardiano della Natura, chi è Lunar?"
"Lunar è quello che ha detto di essere. Nona e ultima figlia della casata Emelghal. Ho scelto personalmente Lunar per questa missione, in qualità di Apprendista Chierico della Porta Rossa, solo lei aveva le caratteristiche per fare ciò che bisognava fare"
"Un Chierico?"
"Ti stupisce? Come avrai saputo la magia sta svanendo da questo mondo, per cui è normale che la mia scelta sia ricaduta su un Chierico"
Will cominciava a capire.
L'Incoronato e il Guardiano della Natura dovevano avere i loro segreti, segreti che nemmeno i Nani conoscevano, segreti cui nessun Aladel poteva essere tenuto all'oscuro data la misteriosa natura della loro guida spirituale, una specie di coscienza condivisa e indipendente che poteva giungere senza difficoltà a ognuno di loro. Ora cominciava a vedere meglio i complicati piani degli Aladel, non come egoistici tentativi di controllare gli altri, di spiare coloro di cui avrebbero dovuto fidarsi, ma solitarie missione per esplorare l'ignoto, i misteri dei due mondi e di ciò che li fa muovere.
Nella loro natura era insito il rispetto per tutte le forme di vita, sia che fossero semplici animali con cui comunicare o razze evolute e senzienti con cui confrontarsi razionalmente.
Ciò, tuttavia, non comportava il considerare tutti al proprio pari. Dimostrare rispetto e onore esigeva rispetto e onore a propria volta. Cosa significassero rispetto e onore, poi, era una questione su cui, ad esempio, Aladel e Nani non si erano mai trovati d'accordo.
"Voi lo sapevate, vero? Sapevate che questo era il Cuore della Terra, perché non avete detto nulla ai Nani e a Solomon?"
Il Guardiano della Natura chiuse gli occhi. Per un Aladel ammettere i propri errori era peggio che venire pugnalati alla schiena.
"Perché siamo noi i Guardiani dei Portali. Lo so, per un Umano o un Nano questo non significa nulla, ma noi abbiamo uno scopo, un compito che deriva direttamente dal verbo di Belenhur, al quale non possiamo e non vogliamo sottrarci. I Chierici hanno visto i suoi disegni, e in parte li abbiamo condivisi con i Nani. Tuttavia, qualcosa abbiamo preferito tenerla per noi, sbagliando, probabilmente"
"Cosa gli avete nascosto?"
"Tu, Will"
Il ragazzo fece un altro passo indietro.
"Io?"
"Tutte le informazioni che abbiamo avuto le abbiamo prese, come i Nani, dalle gemme della Lancia dell'Eterno. Non mi dilungherò a spiegarti di cosa si tratta, sappi solo che esse possono aiutare chi cerca risposte a trovare la strada per raggiungerle. Una di queste ci ha condotto dai Nani, l'altra da te. Sapevamo che, per qualche motivo, tu dovevi trovare questo posto, non sapevamo dove si trovasse di preciso e in cosa consistesse, per questo l'Incoronato ha voluto chiedere l'aiuto di Capo Otox"
"Quindi avevate progettato tutto assieme a Otox. Ma anche loro cercavano il Cuore della Terra, perché non collaborare?"
"Perché loro stavano cercando il Cuore della Terra per i motivi sbagliati. La leggenda sul Molok, Will, è una mistificazione, un inganno, atto a tenere i Nani sempre vigili per custodire questo luogo il più a lungo possibile. Abbiamo provato diverse volte a spiegarglielo ma non vogliono sentire ragione. Qualsiasi fossero i motivi per cui gli sciamani sono scesi fin qui con te e Lunar al seguito, non era per lo stesso motivo nostro. Il loro destino era solo quello di rivelare l'esistenza di questo posto, essi dovevano solo giungere fin qui, anche se, qualsiasi fosse la loro missione, erano destinati a fallire, poiché la loro caparbietà è la loro maggior forza e la loro più grande debolezza" disse allungando lo sguardo sui corpi di Krog e Argek, che galleggiavano inerti nelle acque del lago. Will sentì una morsa gelida stringergli lo stomaco.
Alla fine, l'eredità di cui gli aveva parlato Solomon riguardo al sangue dei Connor lo aveva trovato, lo aveva scaraventato in quella serie di eventi che aveva distrutto la vita di suo padre e che, pezzo dopo pezzo, stava sgretolando la sua.
"Se fossero stati più accorti nell'interpretare le visioni delle gemme, se fossero stati più prudenti nell'agire, avremmo detto loro la verità"
"E quale sarebbe la verità?"
"Abbiamo trovato quattro gemme funzionanti prima che anche i nostri Chierici perdessero il potere di usarle. La prima ci mostrò il simbolo delle Sette Famiglie, tramite la seconda udimmo le parole 'Il Cuore della Terra', sussurrate dal vento nella lingua dei Nani, nella terza vedemmo te, un giovane umano intento a lanciarsi sotto una carrozza. La quarta fu la più difficile da interpretare, quella che ci spinse a chiedere aiuto ai Nani di Galad-Hal. Un mondo diviso a metà, da una parte illuminato dalla vita, dall'altra oscurato dalla morte. Vedemmo quel mondo esplodere e spaccarsi in pezzi i quali, poi, si unirono a formare un anello di energia, l'energia degli Spiriti, la stessa che alimenta i portali. Una visione spaventosa, troppo oscura perché potessimo interpretarla da soli"
"Perciò, voi cercavate il Cuore della Terra perché sapevate che era legato ai portali. Ma io cosa centro? Perché sono qui?"
Una luce abbagliante, simile a quella che aveva fatto esplodere il pavimento della cattedrale, rifulse per un istante sulla cima dello scoglio, qualche metro sopra le loro teste.
Voltandosi, Will vide una creatura dalle forme solo vagamente umane, avvolta da un bagliore luminoso che ne nascondeva i contorni.
"Perché sei un Connor" disse Arcturus.
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