29. Uno di Noi

Quando Solomon e Krix giunsero a Galad-Hal non trovarono l'accoglienza che si sarebbero aspettati.

Le guardie e gli sciamani che sorvegliavano l'ingresso al Cammino li salutarono come eroi, e li portarono direttamente dal Re. Per la prima volta, Solomon vide Otox scoppiare in lacrime dalla gioia e Krix, per la prima volta, ricevette tutto l'affetto che avrebbe sempre voluto dal padre.

Lasciati soli padre e figlio, il Cacciatore e il Re si ritirarono a consiglio, solo loro due, nessun altro.

Solomon ormai non aveva più timori verso il Re o verso i Nani, aveva affrontato la morte, aveva approfondito i misteri del loro popolo. Fyllion non poteva più nascondersi dietro il suo titolo.

"Allora, come stanno le cose laggiù?" Solomon, appoggiato alla balaustra del secondo livello, guardava sotto, alla operosa attività dei Nani che forgiavano, tagliavano e costruivano tutto il necessario per essere pronti al peggio.

"L'Armeria è perduta, Emulatori compresi. Le gallerie del Pilastro sono infestate di Bestie, e non so quante ce ne siano, ma sono tante, forse troppe" Fyllion, dal riferimento agli Emulatori e dal tono del Cacciatore, intuì che Krix doveva avergli rivelato parte dei loro piani.

"Hai qualche suggerimento?" Solomon si raddrizzò per guardare il Nano dritto negli occhi.

"Ho guadagnato il diritto di essere considerato un vostro pari?" Re Fyllion resse lo sguardo duro del Cacciatore. Quel Nano era decisamente differente dagli altri.

"Hai salvato la vita a Krix, ti sei imbarcato sulla Vortex. Sei uno di noi"

"La mia missione era entrare a Galad-Hal e fare luce su ciò che ci stavate nascondendo, voi e gli Aladel. Quando tutto questo sarà finito, informerò Re Olivander di ciò che so, e poi ve la vedrete tra di voi" Fyllion spostò il peso e si mosse a disagio.

"Perché mi dici questo?"

"Perché il tempo delle mezze verità è finito. Se le Bestie fanno breccia e penetrano nella fortezza è la fine. Ci sono Licantropi, Manticore, Arpie, Idre e enormi ragni che non avevo mai visto. C'era una Viverna, Fyllion, e chissà cos'altro.

Voi siete combattenti formidabili, davvero, e le vostre macchine sono micidiali, ma questa volta è diverso. Ci sommergeranno. Inoltre, la via del Cammino ora è senza protezione magica" fece una pausa. Era stanco di tutti quei giochi.

"Se vuoi che vi aiuti al meglio devi dirmi tutto quello che sai. Se non lo fai moriremo tutti inutilmente, e giustificare a Olivander la mia morte e quella di Will, credimi, è molto peggio di rivelargli i vostri segreti" Fyllion intuì immediatamente che il Cacciatore non scherzava.

"Cosa vuoi sapere?"

"Che cosa stanno andando a fare gli Sciamani con Lunar e Will alla Cattedrale Blu?" Fyllion si fece scuro in volto, scuotendo la testa, amareggiato.

"Non lo so"

"Fyllion"

"No, davvero, non lo so. Placare gli Spiriti con un'onorificenza è una scusa – proseguì con un gesto eloquente di disapprovazione – Devi capire che gli Sciamani sono molto rispettati e molto gelosi dei propri segreti e della propria arte. Stanno portando Lunar alla Cattedrale per sacrificarlo, o, almeno, così dicono"

"Che intendi dire?"

"Argek e Krog mettono i brividi anche a me alle volte, ma non sono degli assassini. Qualsiasi cosa vogliano fare laggiù l'hanno tenuta nascosta anche a me. Per quanto riguarda Will, non ho assolutamente idea del motivo per cui l'hanno portato con loro. Essere il capo ti pone nella posizione di restare all'oscuro della superbia delle persone"

Solomon, sorprendentemente, non ebbe la reazione che il Re si aspettava. Rimase diversi secondi in silenzio, pensieroso.

Un Nano entrò correndo, incurante della segretezza della riunione.

"Le Bestie – disse in un fiato – Stanno tentando di sfondare"

Solomon e Fyllion non persero tempo e si precipitarono al Pilastro.

La cupola esagonale era piena di Nani che svuotavano le rastrelliere. Asce e martelli nelle loro mani, in migliaia, restavano in attesa. Otox aveva fatto le cose per bene, e l'aver ritrovato suo figlio gli aveva dato la carica giusta per comandare gli uomini del Re come Condottiero.

Due fortificazioni di roccia e legno erano state costruite ai lati della frana, creando un imbuto che chiudeva l'entrata alla fortezza. I Grax-Khan e gli Oleg-Kyr erano stati posizionati sulla sommità delle fortificazioni, i primi con le loro armi spara fuoco, i secondi armati di balestre a ripetizione. Al centro, protetti da un muro di scudi, stavano gli altri, tutti esclusi i Bulum-Khan, pronti a coprire la ritirata qualche decina di metri nelle retrovie. Tutti avevano accolto la notizia del ritorno di Krix come il segno che il momento della gloria era giunto, e finalmente si sarebbero ripresi il controllo del loro mondo sotterraneo.

Anche Atheius Fresyr-Hal, preso dal fervore generale, si era schierato in prima linea al fianco di Otox, liberando i suoi lupi fulvi dalle catene e preparandosi a seguire il loro generale.

Il morale era alto.

Solomon giunse assieme al Re al Pilastro in tempo per sentire ciò che cercava di entrare. Potenti colpi rimbombavano dalla parte opposta della frana, un suono familiare che lo fece rabbrividire.

Mentre il Re si sincerava che tutto fosse pronto, il Cacciatore raggiunse Otox.

"Capo Otox, devi ascoltarmi..." ma il Nano lo interruppe, dandogli un'energica pacca sulla spalla.

"Comandante, che piacere rivederti. Non ti ho ancora ringraziato per avermi riportato il mio ragazzo"

"Capo Otox, mi deve ascoltare. So cosa sta tentando di entrare e non ce la farete col solo acciaio"

"Oh, sciocchezze – rispose Otox con una risata – Resta nei paraggi ragazzo, vedrai di cosa sono capaci i Nani"

"Otox – s'impose Solomon – Stammi a sentire. Quelli che senti sono i colpi di un ragno alto quasi sei metri con otto zampe e una sopportazione alla luce tale che il vostro sistema d'illuminazione gli creerebbe solo un leggero prurito"

Aveva alzato la voce, e ora tutti i Nani attorno a lui si erano improvvisamente zittiti e lo guardavano, Re compreso. Otox perse immediatamente la sua sfrontatezza. Krix gli si fece vicino e, dopo un breve sguardo col Cacciatore, si rivolse di nuovo a suo padre, annuendo.

"Hai ancora i caleidoscopi?" chiese il Cacciatore. Otox reprimendo l'orgoglio per essere stato ripreso di fronte ai suoi, mandò uno dei suoi a recuperare i caleidoscopi.

Un colpo più forte degli altri attirò l'attenzione di tutti. Le rocce della frana si smossero, creando piccole nuvole di polvere. Dopo l'ultimo colpo, calò un silenzio carico di tensione. Solomon temette che il momento fosse giunto. I secondi passavano, ma non succedeva nulla. Che uno spesso ammasso di roccia e terra fosse più difficile da sfondare di una lastra d'acciaio?

I minuti trascorsero febbrili, nel silenzio tormentato dalla paura, finché, dall'alto, risuonò una campana.

Fyllion volse lo sguardo ai livelli più alti.

"L'Eliporto" sussurrò. Senza esitare, si rivolse a Solomon.

"Tu e Duruk andate all'Eliporto, stanno penetrando dai tunnel d'uscita delle Fortezze Volanti"

Senza pensarci, Solomon e Duruk, seguito dall'intero equipaggio della Orovel, si affrettarono a raggiungere l'Eliporto.

Il gruppo raggiunse il Nono Livello di corsa. Quando arrivarono videro le guardie ingaggiare una feroce battaglia con Arpie e Licantropi, la grata d'entrata della Orovel divelta. Senza esitare si buttarono nella mischia, Solomon e Duruk in testa. Il Cacciatore aveva ripreso le energie, anche se quella corsa non li aiutava a tenere testa alle Bestie. I Nani riuscirono a fatica a respingerle, ma queste, sebbene in numero esiguo, continuavano ad arrivare. Solomon infilzò l'ennesimo Licantropo, quando, con uno boato assordante, anche la seconda grata venne abbattuta e uno sciame di Arpie invase la piattaforma di lancio. Solomon si gettò a terra per non essere schiacciato dalle sbarre di ferro, mentre, con la coda dell'occhio, vide un'Arpia che già si lanciava su di lui. Si preparò a subire il colpo, quando vide il corpo della Bestia esplodere sotto una pioggia di dardi. Duruk e altri avevano imbracciato le armi della Orovel e della Sprikkan, approntata al posto della Vortex, e stavano facendo strage di Bestie. Fu in quel momento che Solomon ebbe l'idea.

"Duruk – urlò – Accendete le fornaci" Duruk, intuendo immediatamente cosa voleva fare il comandante, ordinò che fossero accese le fornaci della Orovel. La battaglia infuriò per diversi minuti. Le Manticore avevano già divorato decine di Nani, quando Duruk si calò con le corde di salvataggio dalla nave su un gruppo di nemici, uccidendo sul colpo un paio di Bestie e interrompendo per pochi istanti il loro attacco. Solomon, al suo fianco, infilzò quelle più vicine, mentre Duruk e altri tagliavano gli ormeggi della fortezza.

La Orovel cominciò a scivolare nel tunnel, portandosi con se diversi nemici. Quando fu abbastanza lontano, Duruk imbracciò una Canna Lunga dei Grax-Khan.

Attorno a lui le Bestie continuavano a spuntare dovunque, lacerando, squarciando e mordendo. Solomon e gli altri rispondevano colpo su colpo, parando schivando e uccidendo le schifose creature per fornire copertura all'ammiraglio.

Duruk, in ginocchio, puntò l'arma, chiuse un occhio per smorzare la luce, si estraniò dalla battaglia.

Un ultimo respiro, fuori l'aria dai polmoni, spara.

Il colpo centrò in pieno uno dei perni che teneva ancorata la fornace alla carena. Col dolore nel cuore vide la sua nave che veniva invasa dalle fiamme, prima di esplodere con un boato assordante. I tunnel crollarono, seppellendo tutte le Bestie al loro interno.

Finita la battaglia, si riunirono per controllare che quella via fosse sicura, quando un secondo boato attirò la loro attenzione. I superstiti accorsero alla balaustra giusto in tempo per vedere la cupola esagonale del Pilastro crollare in frantumi sotto l'urto devastante di un enorme mostro a quattro zampe, dalla pelle coriacea e scura come legno poroso, dotato di tre file di occhi e appuntiti aculei d'osso sul dorso.

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