25. Ciò che Sei Nato per Essere
La perdita della Vortex ebbe effetti devastanti sui Nani. Non solo per la morte di numerosi amici, fratelli e padri, ma, soprattutto, perché aveva confermato un timore che ora era diventata una spaventosa realtà. Il Pilastro era ancora infestato di Bestie, e se anche una Viverna aveva preso dimora nel camino del vulcano, allora significava che dentro quelle gallerie vivevano migliaia di quelle schifose creature. Re Fyllion e gli altri Capi Famiglia valutavano qualsiasi aspetto di quella situazione, e Rorx Oleg-Kyr aveva già avanzato la sua idea per rinforzare le porte sbarrate del Pilastro, per chiudere ogni via d'ingresso in modo tale che non ci fosse nessuna possibilità che le Bestie passassero da lì. Re Fyllion acconsentì quasi subito e lasciò che Rorx facesse il suo lavoro. Altri si proposero di essere utili in qualche modo e, pian piano, l'operosa forza lavoro dei Nani si mise in moto per rispondere alla minaccia.
Eppure, nonostante tutto procedesse senza intoppi, Re Fyllion non faceva altro che pensare a una cosa.
C'era qualcosa che gli sfuggiva, un fatto forse ovvio eppure misterioso, oppure erano solo i dubbi con cui convive ogni minuto di ogni giorno chi regna in tempi bui come quelli?
Fyllion Hulum-Bat era sempre stato considerato più intelligente dei suoi simili, fatto riconosciuto dagli altri Nani soprattutto perché, a differenza loro, parlava poco e raramente a sproposito.
Nella realtà dei fatti, una sola cosa gli toglieva il sonno.
Due giorni dopo fece convocare Argek.
Lo sciamano aveva sempre un aspetto terribile e misterioso. Fyllion, abituato alla prestanza fisica di Krog, si sentiva a disagio in presenza del gracile Galad-Hal.
"Come sta Otox?"
"Ha la pelle dura" lo sciamano teneva sempre il cappuccio sollevato in testa, talmente largo e scuro che gli copriva il volto fino al naso.
"Voglio organizzare i funerali il prima possibile"
"Non credo sia una buona idea, Signore"
"Perché?" Argek si avvicinò chiudendo la porta dello studio e, una volta levatosi il cappuccio, parlò a bassa voce, per essere sicuro che nessun altro sentisse.
"La speranza è una preziosa alleata in tempi come questi, Signore. Se manteniamo accesa quella fiamma eviteremo che il morale degli uomini si spenga" Re Fyllion serrò la mascella e distolse lo sguardo, a disagio.
"Non mentirò alla mia gente"
"Non si tratta di mentire. Non sappiamo chi sia sopravvissuto, se ci sono sopravvissuti, e fin quando non ne avremo la sicurezza sarebbe più saggio e prudente considerare la possibilità che qualcuno sia vivo piuttosto che quella che siano tutti morti" Fyllion si volse verso lo sciamano.
Il volto di Argek era una maschera immobile, non cambiava quasi mai espressione, la pelle rovinata sembrava la corteccia antica di un albero secolare, che aveva visto cose sconosciute alla maggior parte di loro. Solo in quel momento Re Fyllion si rese conto di non sapere qual'era stata la decisione del Concilio degli Illuminati in merito alla questione dell'Aladel, passata in secondo piano dopo i fatti del Pilastro.
"Cos'hai in mente?"
"Abbiamo interrogato gli Spiriti, Re Fyllion, e loro hanno risposto. Non voglio mentirle o nasconderle nulla, Signore, quindi le dirò ciò che va fatto senza troppi giri di parole. Dobbiamo portare l'Aladel alla Cattedrale Blu e, una volta lì, sacrificarla agli Spiriti" Fyllion sgranò gli occhi, incredulo.
"Siete impazziti? Sacrificare Lunar vorrebbe dire dichiarare guerra agli Aladel. E' stato mandata qui come un segno tangibile di riconciliazione tra i nostri due popoli e voi vorreste ucciderla, per quale motivo poi?"
"Non c'è dato saperlo. Come sa, gli Spiriti non danno spiegazioni" Fyllion scosse la testa, incrociando le braccia e tormentandosi il mento con le dita. Le tradizioni erano importanti per loro, tanto quanto era forte la presa degli sciamani sulle loro paure.
"E' una follia"
"Purtroppo, mio Re, che Lunar debba subire il suo destino non rallegra nessuno, mi creda, ma è necessario, e non è nemmeno la notizia peggiore" Fyllion si fermò a fissarlo, in attesa.
"Will Connor dovrà essere presente, e lei dovrà riaprire la via del Cammino, per permetterci di raggiungere la Cattedrale Blu" Fyllion, in quel momento, si rese conto che Argek e, con tutta probabilità, tutti gli sciamani, avevano già concordato un piano per realizzare quella folle idea. Stavano solo chiedendo che tale piano fosse messo in atto. Dopo qualche momento di esitazione battè il pugno guantato sul tavolo.
"Siano dannate le ombre. Io vi chiedo di risolvere un problema e voi mi proponete una soluzione che me ne causerebbe altri mille" Argek sapeva che non c'era modo che il Re accettasse la visione degli Spiriti. Per quello aveva già capito come addolcire la pillola.
"Capisco che la sua posizione sia delicata, quindi, in accordo con Krog, abbiamo trovato una soluzione. Come sa il Cammino è collegato all'Armeria del Pilastro. La versione ufficiale è che Will e Lunar si sono offerti volontari per una missione di recupero atta a riportare indietro Solomon, Krix e chiunque fosse coinvolto nella missione. L'Incoronato o Re Olivander capiranno sicuramente la sua decisione di aver approvato quella missione. Con la quasi certezza che incontreremo delle Bestie, L'Umano e l'Aladel, infine, saranno ufficialmente caduti per mano delle creature del Mondo Oscuro, sollevando lei e il nostro popolo da ogni responsabilità" Fyllion divenne subito serio. Cercando di restare lucido si rese conto che quello era un buon piano. Le Bestie sarebbero potute sbucare anche dal Cammino, questo lo aveva sempre saputo, anche quando era nella sua fortezza a Hulum-Bat e aveva dovuto affrontare lo stesso problema, avrebbero dovuto comunque sorvegliare quel passaggio. Fyllion scuoteva la testa passeggiando avanti e indietro e soppesando prudentemente ogni risvolto di quella storia.
"E' come giocare a dadi col destino. Si perde sempre" commentò infine. Argek si fece vicino, e la sua voce uscì flebile e sibilante.
"Mi dispiace doverlo fare, Signore, ma si ricorda cos'è successo l'ultima volta che abbiamo contrariato gli Spiriti?" Fyllion, in quel momento, non ebbe più dubbi sul da farsi.
A sera il Re fece convocare Otox di fronte al portale del Pilastro. I due Nani si trovarono faccia a faccia per la prima volta dal fallimento della missione e Fyllion non aveva scelto a caso il luogo dell'incontro. Otox teneva la testa bassa, quando arrivò si guardò bene dal porre il suo saluto al Re. Fyllion guardava alla frana e all'ampia cupola esagonale di roccia che immetteva a Galad-Hal. Il Pilastro era a Nord, diviso da due ampi saloni dall'entrata principale dov'erano sistemate le carovane. Lontano da tutti, nel silenzio della montagna, i due Nani erano finalmente soli.
"Mi dispiace – esordì il Re – Avrei dovuto coinvolgerti nella decisione, avrei dovuto ascoltare le tue obiezioni. Tuttavia, rifarei ogni scelta esattamente come l'ho fatta" concluse voltandosi a guardarlo. Fyllion aveva sempre un portamento fiero, petto in fuori e mento alto.
Otox lo guardò, rivelando un paio di occhiaie profonde, sintomo di molte notti passate in bianco e una sofferenza che lo lacerava.
"Sono al tuo servizio, mio Re" rispose Otox. Fyllion lo guardò, percependo senza fatica tutto lo sforzo che stava facendo per restare calmo, nonostante il dolore.
"Non voglio che tu sia al mio servizio Otox, dannazione. Voglio che tu sia il guerriero che tutti rispettano, voglio che combatti la battaglia più grande della tua vita e che la vinca. Guardami" Ruggì Fyllion. Otox alzò lo sguardo e lo posò su quello fiero di Fyllion. C'era qualcosa che non aveva mai visto negli occhi del Re. Si conoscevano da moltissimo tempo, da quasi tutta la loro lunga vita, e quegl'occhi colmi di preoccupazione non glieli aveva mai visti. Dalle porte alle loro spalle giunsero, infine, i due sciamani.
"Non posso aprire la frana, questo lo sai, ma c'è un'altra possibilità" Krog e Argek non erano soli. Alle loro spalle giunsero altri diciassette Nani appartenenti a tutte e sette le famiglie. Erano Guerrieri e Maestri d'Ascia e di Martello, Arcieri e Balestrieri, un Geniere e uno più alto e grosso degli altri, vestito di un'armatura spinata che lo copriva completamente da testa a piedi. In ultimo, giunsero l'Aladel e l'Umano.
"Che significa?" chiese Otox.
"Porteremo Lunar alla Cattedrale Blu, dove riceverà ufficialmente l'investitura come Ospite della Casata Galad-Hal, ufficializzando così la sua presenza qui, nella speranza che, così facendo, gli Spiriti ci siano favorevoli" rispose Argek per il Re. Otox e Fyllion rimanevano ancora staccati dagli altri. Ad Otox non servì molto per capire cosa avevano in mente. Ciò non cambiava il fatto che fosse una follia.
"Non vi permetterò di rischiare le vite di altri Nani, di un Aladel e di un Umano per me" Fyllion gli si avvicinò così tanto che le punte dei loro nasi quasi si toccavano.
"Pensi che stia facendo tutto questo per te, Otox? Non sei tu che scegli, non sei tu che decidi – sussurrò Fyllion con un tono così duro che Otox sentì quelle parole vibrargli dentro – Le vite di questi nani, il rischio di compromettere i rapporti con gli Aladel per molte generazioni a venire, il rischio di subire l'ira di Re Olivander, è tutto sulle mie spalle, è una mia responsabilità, una mia scelta, le cui conseguenze potrebbero ricadere su tutti i Nani, e la colpa resterebbe comunque mia e getterebbe fango sul nome della mia casa per sempre. Un fardello che qualcuno deve portare per tutti. Non ti sto chiedendo il permesso, ti sto chiedendo di combattere al mio fianco, di trasformare il tuo dolore in forza, di sostenere il tuo Re come se fossi al mio posto" Lasciò che per un attimo quelle parole aleggiassero tra loro. Lo sguardo di Fyllion non lasciava spazio a incertezze, nessuna indecisione, combattere e restare uniti era l'unica opzione. Otox chiuse gli occhi e abbassò la testa, ingoiando dolore, paura e orgoglio in una sola volta.
Una volta rialzato lo sguardo, annuì conconvinzione.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top