21. La Profezia

Will entrò negli appartamenti di Otox mentre il Capo era impegnato a seguire il Re e aiutarlo a dare disposizioni. Krix e Solomon erano partiti quella mattina sulla Vortex.

Gli angusti corridoi erano bassi e stretti, adatti ai corpi tozzi dei Nani e non a quelli slanciati di Aladel e Umani. Un lungo corridoio buio si apriva di fronte a lui, di Lunar nessuna traccia. Una freccia sibilò accanto al suo orecchio sinistro e Will fu sicuro di essere morto.

"Will, che fai sei impazzito?" esclamò l'Aladel dal fondo del corridoio. Riusciva a malapena a vedere la sua sagoma. L'Aladel accese una lampada e lo raggiunse con arco e faretra tra le dita.

"Fortuna che al buio ci vedo meglio che di giorno, avrei potuto ucciderti. Mi cercavi?" concluse col suo raggiante sorriso

"Ti eserciti con l'arco al chiuso?"

"Se migliaia di Nani che mi odiano sapessero che mi esercito con un arco cosa credi mi farebbero?" Will la raggiunse.

Lunar sembrava serena, incredibilmente serena. Rinchiusa sotto terra con migliaia di Nani che la odiavano, mandata lì dal padre come strumento di pace in una situazione che ribolliva di odio.

E Lunar sorrideva pacifica.

Le parole diffidenti di Solomon gli rimbalzarono in testa diverse volte. Gli Aladel non erano cattivi, per loro stessa natura la cattiveria era qualcosa di estraneo alla loro razza, eppure il loro atteggiamento di superficiale superiorità li rendeva estremamente complessi da decifrare. Doveva darsi da fare, e come prima cosa doveva cercare di carpire qualche informazione da Lunar.

"Dovremmo scappare da qui" disse infine Will, abbozzando un sorriso velato da cupi pensieri. L'Aladel ebbe un attimo di esitazione, ma la cosa sembrava allettare la sua curiosità.

"Si, non sarebbe una cattiva idea. Ti ricordo, tuttavia, che siamo rinchiusi qui fino alla Primavera"

"Sono fuggito dalle prigioni di Folkrith e Rock Crystal così tante volte che ormai non ci provano nemmeno più a cercarmi quando me ne vado. L'unico problema è che, una volta fuori, saremmo in mezzo a montagne ghiacciate, a centinaia di chilometri da qualsiasi cosa" Lunar, in quel momento, si rese conto che Will stava parlando sul serio.

"Beh, qui è pieno di provviste, e io so cacciare" disse l'Aladel indicando l'arco. I due si guardarono per qualche secondo. Potevano farcela. Ben presto si resero conto delle conseguenze che una sciocchezza simile avrebbe portato.

"Oppure potremmo semplicemente guardarci le spalle l'un l'altro" disse Lunar addolcendo un sorriso.

Il Concilio degli Illuminati si riunì nella Sala degli Eroi. I Sette Sciamani si misero in cerchio al centro della sala, in ginocchio e in assoluto silenzio. Argek e Krog avevano preparato la radice di Kudra in un piatto. Ogni Sciamano ne masticò un pezzo, assimilando il suo succo velenoso, reso innocuo dall'incantesimo di fedeltà recitato prima che la riunione ebbe inizio. Se qualcuno di loro avesse mentito o nascosto qualcosa, la radice avrebbe fatto effetto, uccidendo chiunque avesse infranto la regola.

Durante la preghiera a Belenhur, sia Krog che Argek ripassarono i punti su cui discutere. Il più anziano degli Sciamani rifletteva da mesi, da quando la gemma non li aveva aiutati, mentre lui era sicuro che la risposta ai loro dilemmi risiedesse in quella piccola pietra dalle sfumature azzurro cobalto. Il Concilio degli Illuminati non si riuniva spesso, ogni sciamano aveva cercato le gemme blu della Lancia per conto proprio, invano.

Si tolse il cappuccio e diede inizio alla riunione.

"Fratelli, da ciò di cui dobbiamo discutere dipende il futuro delle nostre famiglie e della nostra razza. Finalmente è giunto il momento" poi prese un sospiro, posando lo sguardo su ognuno di loro.

"Qualcuno di voi ha parlato della profezia a uno dei Capi Famiglia?"

Tutti tacquero. Argek prese tempo per attendere l'eventuale effetto del Kudra, ma non successe nulla.

"Venerabile Argek – disse lo sciamano dei Grax-Khan – i Capi Famiglia dovrebbero essere informati, potremmo avere meno tempo del previsto"

"Informarli su cosa?"

"Della profezia e del fatto che si sta avverando"

Argek c'aveva pensato. Otox aveva buon cuore, e sicuramente avrebbe capito e si sarebbe affidato a lui per risolvere l'enigma della profezia, ma gli altri?

Il rischio era troppo grande.

"Non possiamo farlo finchè non sappiamo per quale motivo la nostra magia sta svanendo"

"Non era previsto, nemmeno dalla profezia" commentò l'Oleg-Kyr, come a confermare le parole del loro capo. Era stata l'ossessione di Argek, da quando aveva trovato la prima gemma e questa gli aveva mostrato il Cuore della Terra. Ripassò ancora una volta quella lista di avvenimenti, scritti in un'antica pergamena e ora avvolti in un mistero che poteva distruggere il loro mondo.

La morte del figlio guerriero, la fortezza caduta, il padre rinnegato del mondo oscuro, l'eredità di sangue e ora l'ultimo tassello di quel mosaico di morte, che affondava le proprie radici nella leggenda, la seconda apparizione del figlio dei Guardiani eterni.

La profezia sull'imminente ritorno del Molok, tuttavia, non menzionava la perdita dei loro poteri. Krog, nel frattempo, con l'aiuto degli altri sciamani, aveva preparato il braciere al centro della Sala. Il calderone di ghisa con le rune Aladelche incise sul bordo esterno era pieno di un liquido denso e ambrato.

Il rituale era pronto.

Da soli gli sciamani non riuscivano da tempo a invocare l'incantesimo di preveggenza, non più, e i loro assistenti minori non erano abbastanza potenti da fornire loro la forza magica necessaria. Se nemmeno il Concilio degli Illuminati avesse avuto successo, le conseguenze sarebbero state inimmaginabili.

Argek prese le radici di Cordaria e raggiunse il calderone. Sbriciolando le piante, recitò la formula più e più volte. L'incantesimo degli elementi doveva funzionare. Il fuoco che scalda l'acqua la quale, estraendo le essenze della terra dalle piante, le liberava come fumo nell'aria.

Tutti gli sciamani erano impegnati a recitare la formula sottovoce, per aumentare il potere del venerabile Argek e dargli la forza per completare l'incantesimo.

Argek impose le mani sulle acque che ribollivano, immergendole nel denso fumo bianco che cominciava a riempire la stanza. Le voci dei sette sciamani crebbero d'intensità man mano che la cortina di fumo bianco si espandeva tra loro, raggiungendo il colonnato e invadendo ogni angolo della Sala.

Sibili sinistri cominciarono a riempire l'aria, sfrecciavano tra i Nani come onde liquide, sussurrando parole incomprensibili. Argek fece qualche passo indietro. Le onde di energia cominciavano ad addensarsi al centro della Sala. Stava funzionando. Argek aveva chiesto agli Spiriti Elementali qual'era il destino della giovane Aladel.

Apparve qualcosa, un'immagine sfocata e tremolante.

Inaspettatamente, dal denso fumo bianco, comparve Will. Il giovane umano camminava al buio, dentro un piccolo santuario, verso la statua del grande Telor Galad-Hal, poi l'immagine scomparve, come trasportata da un impetuoso vento. Altri immagini vennero dopo quella.

Videro le volute di cristallo della Cattedrale Blu. Al centro, sul pavimento trasparente, la giovane Aladel era intenta a tirare frecce da tutte le parti. E poi Bestie, ovunque, sciamavano nella roccia come un orribile infestazione. Argek percepì che l'incantesimo stava perdendo potenza.

Una luce azzurra esplose in fine, annullando tutte le immagini e i suoni che cominciavano a sovrapporsi. In ultimo, videro nuovamente il volto sereno e distaccato dell'Aladel con un pugnale d'acciaio in mano.

Poi le immagini svanirono e il fumo bianco si diradò velocemente. Gli sciamani, affaticati e sorpresi dall'intensità della visione, dovettero riposare qualche minuto prima di riprendere la riunione del Concilio. Ora bisognava dare un senso a quelle visioni.

La preveggenza era un'arma a doppio taglio. Le immagini che erompevano dalla cortina di fumo erano stralci del futuro, di qualcosa che doveva ancora accadere, quasi sempre in tempi brevi. Tuttavia, vedere il futuro significava averne consapevolezza e, quindi, le loro future scelte avrebbero potuto cambiare quel futuro, rendendolo radicalmente diverso da come lo avevano visto. Krog e Argek erano i due sciamani più esperti. Tuttavia, la preveggenza e l'uso della mente erano campi in cui solo lo sciamano dei Bulum-Khan aveva dimostrato una padronanza superiore.

Seduti in cerchio, una volta ristorati con del the caldo, ripresero la riunione, e tutti pendevano dalle labbra del venerabile Argek.

"Ho chiesto agli Spiriti di indicarci quale destino attende la giovane Aladel. Gli Spiriti hanno parlato, le immagini a noi rivelate erano chiare. Harx, qual è la tua interpretazione?"

Il Nano, grassoccio e paffuto, se ne stava seduto a gambe incrociate, pensieroso, il volto infossato nel pesante cappuccio e poggiato sulle nocche. Rifletteva, in silenzio.

"Un sacrificio – disse – Alla Cattedrale Blu"

Argek fissava la braci al centro della sala mentre tremolavano quiete. La preveggenza raramente dava buone notizie.

"Dobbiamo sacrificare l'Aladel alla Cattedrale Blu? Come potrà aiutarci questo contro il Molok?" chiese Krog dubbioso.

"Non potrà – replicò immediatamente Harx – Sacrificare un Aladel non impedirà alla Bestia di tornare. Tuttavia, la presenza dell'Umano sembra essere necessaria al passaggio. Qualsiasi cosa debba accadere avverrà alla Cattedrale Blu, su questo non v'è dubbio"

Argek rifletteva.

Harx raramente si sbagliava nell'interpretazioni delle visioni, e non era molto incline a dare spiegazioni sulla sua arte. Tuttavia, che il percorso da intraprendere conducesse l'Aladel alla Cattedrale Blu era quasi sicuro, anche se questo significava riaprire le porte del Cammino.

"Tutti voi avete visto la statua del glorioso Telor Galad-Hal, eroe di tutte le nostre genti e campione che sconfisse orde di Bestie. Il suo santuario venne edificato dove egli cadde, infine, per mano delle creature dell'ombra. Quel santuario, si trova in profondità, nella terra, tra le fortezze antiche di Galad-Hal e Hulum-Bat, all'interno del Cammino" un palpabile senso di disagio si estese a tutti i presenti. Nel ricordo di tutti loro c'erano le immagini o i racconti di come i Nani avessero dovuto abbandonare quei tunnel conosciuti come il 'Cammino', costruiti per collegare le tre fortezze principali e permettere loro di comunicare anche d'Inverno. Le Bestie, ancora una volta, avevano imposto la loro presenza anche lì, luogo ideale per muoversi e proliferare all'interno del Mondo della Luce.

Tutti i Nani conoscevano la storia.

Dopo aver perso la fortezza degli Hulum-Bat in una cruenta e sanguinosa battaglia durata giorni, i Nani avevano ripiegato nel Cammino per raggiungere Galad-Hal. Solo il coraggio di Telor Galad-Hal e dei suoi guerrieri aveva dato l'occasione a Otox di organizzarsi per difendere la loro fortezza. Da quel momento, però, i Nani avevano abbandonato il Cammino, e le Bestie, respinte ma non sconfitte, potevano ancora essere lì.

"E' un grande rischio prendere quella strada – ricominciò Argek – Tuttavia, non possiamo aspettare la fine dell'Inverno per raggiungere la Cattedrale dall'esterno. Dobbiamo passare per il Cammino" mentre parlava, un Hulum-Bat era entrato nella Sala, cercando di non dare nell'occhio, e aveva raggiunto il suo sciamano per sussurrargli qualcosa all'orecchio.

"Il giovane Umano deve essere presente" concluse Harx. Argek annuì, era indispensabile anche se non sapevano quale fosse il ruolo di Will. Con la coda dell'occhio, vide lo sguardo perso e preoccupato di Krog. Quando lo sciamano degli Hulum-Bat se ne accorse, si avvicinò per sussurrargli qualcosa all'orecchio.

"La missione al Pilastro è fallita – disse – La Vortex è precipitata, sembra non ci siano superstiti"

Argek rimase a fissare il suo amico. Krix era imbarcato sulla Vortex assieme a Solomon e, di tutte le considerazioni che già affollavano la sua mente, un solo pensiero lo fece rabbrividire.

Otox aveva perso un altro figlio per colpa di Fyllion.

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