16. Il Momento dei Nani

La maestosa entrata di Galad-Hal era alta più di trecento metri, copriva quasi per intero il fianco dell'imponente montagna entro cui sorgeva la fortezza. I portali che immettevano all'interno erano tre, una per ogni Fortezza Antica, erompevano dalla terra come delle mastodontiche bocche di pietra. Will era senza parole. Quanti secoli c'erano voluti ai Nani per costruire una meraviglia del genere?

Solomon aveva visto altre volte le fortezze dei Nani da fuori e non ne fu impressionato. In quel momento, infatti, la sua attenzione era per la nutrita folla di carovane Naniche accampate sulla spianata di fronte al portale. Prima di perdere il conto, riuscì a individuare un centinaio di carri, i quali, tutti ordinatamente disposti, formavano una sorta di città su ruote. Anche l'attenzione di Will, dopo essersi ripreso dalla sorpresa iniziale, cominciò a concentrarsi sulle carovane. Non aveva mai visto così tanti Nani. Una volta arrivati e messi i carri in ordine, Solomon rimase sulla postazione di guida, ad osservare.

"Non vai a vedere cosa succede?" Solomon scrutava tutte quelle asce e i martelli, quelle barbe ispide, i crani pelati e quei panciuti ometti che si salutavano fraternamente in una cacofonia di sarcastici insulti e sonore pacche sulle spalle. Anche Krix era sceso con un balzo dal carro per abbracciare i suoi cugini.

"No – disse dopo un po' – Non è il momento per gli Umani. Questo è il momento dei Nani. A tempo debito, Otox ci introdurrà al resto della comitiva e sapremo perché sono tutti qui. Va dalla tua amica Aladel e digli che rimanga sul carro" Will partì scuotendo la testa, ma Solomon lo fermò.

"Ehi – disse guardandolo con occhi fiammeggianti – è un ordine" Will ebbe un brivido. Nello sguardo e nel modo di fare di Solomon rivide la glaciale fermezza del Grigio.

Otox, sceso dal carro, andò incontro ai quattro capi carovana i quali, fermi in attesa, lo accolsero con abbracci e grandi sorrisi. I convenevoli dei Nani erano un rito che durava a lungo e quell'occasione sembrava più unica che rara. Otox accolse la cosa con una certa preoccupazione. In tutta la sua lunga vita non aveva mai visto cinque carovane riunite, e, soprattutto, non con l'Inverno alle porte. Come si aspettava, prese la parola per tutti Fillyon Hulum-Bat, Capo famiglia della più antica e rispettata delle Sette famiglie, valoroso guerriero e stimato leader.

Una volta conclusi i convenevoli di rito, Fillyon prese sotto braccio Otox e si allontanò da tutti.

"Siete un po' lontani da casa" cominciò Otox.

"Dici il vero, amico mio. Ma tu sai perché siamo qui" Otox guardò verso i carri. Argek era il più rispettato degli Sciamani e tutti gli altri Sciamani stavano già facendo la fila al suo carro per porgere omaggio al venerabile Argek.

"Immagino di si"

"Argek ha avuto successo con la gemma?" Otox scosse la testa e si fermò per guardare negli occhi il suo pari grado.

"Perché siete qui, Fillyon? Le Bestie?" Fillyion sgranò gli occhi divertito.

"No, le Bestie non c'entrano. Siamo venuti perché quello che sta succedendo agli Sciamani, ai Sacerdoti e ai Chierici è sintomo di un pericolo che non capiamo. Dobbiamo restare uniti, perché è di questo che stavate discutendo al Santuario di Belenhur con gli Aladel Azzurri, dico bene? – Insinuò Fillyion con un sorriso ambiguo – Vorresti negare ospitalità ai tuoi simili?"

Non c'era bisogno di indagare su come Fillyon avesse fatto a sapere dell'incontro con gli Aladel. Lui e le sue maledette fortezze volanti. Gli Hulum-Bat erano maestri nell'utilizzo degli sgraziati colossi volanti, fatti di legno e ferro, costruiti appositamente per poter raggiungere le nuvole. Fosse stato un altro dei sei capi carovana si sarebbe offeso, gliene avrebbe dette quattro per averlo spiato a sua insaputa, un'onta insopportabile per un Nano. Tuttavia, stava parlando con Fillyon Hulum-Bat, l'eroe che aveva guidato la liberazione della fortezza di Hulum-Bat, colui che aveva combattuto e guidato i Nani alla liberazione di innumerevoli caverne e grotte, sempre in prima linea, senza mai indietreggiare di fronte al pericolo, senza esitazioni, senza paura. Nessuno si sarebbe schierato contro di lui.

"Certo che no, ogni membro di ogni famiglia e ben accetta a Galad-Hal. Tuttavia, cugino, riconoscerai che cinque famiglie tutte assieme non si erano mai viste da moltissimo tempo" Fillyon si tirò su i pantaloni e il naso prima di rispondere.

"A dire il vero – rispose lisciandosi la lunga barba grigia – Anche i Fresyr-Hal e i Rowir-Bat si uniranno presto alla festa" Otox, in quel momento, comprese che c'era davvero qualcosa di grosso sotto. Che avessero saputo del Cuore della Terra e dei suoi accordi con l'Incoronato?

"Tutte e sette le famiglie riunite? Quante volte è successo nella storia?"

"Una – rispose Fillyon guardando verso la spianata riempita di carovane – Molti secoli fa. Otox, lo so che Galad-Hal è casa tua, e noi siamo ospiti. Capisco anche che tu ce la possa avere con me, sai di cosa parlo. Quello che sta succedendo, però, potrebbe distruggerci, tutti quanti. Tu sei l'unico che ha stretto rapporti significativi con gli Umani, e, probabilmente, sai qualcosa sugli Aladel che noi ignoriamo. Questo fa di te la risorsa più preziosa che abbiamo. Dobbiamo stare uniti, Otox, ma nessuno vuole importi nulla. Saremo tuoi ospiti solo se tu lo vorrai" Otox si guardò attorno, nervoso.

In quel momento si pentì di aver permesso a quell'idiota di suo figlio di metterlo in quella posizione. Galad-Hal era abbastanza grande da permettere a tutte le famiglie di restare, anche se non era quello il problema che lo tormentava. Avrebbe dovuto dir loro di Lunar e, anche con la giustificazione ufficiale data ai suoi, sarebbe stato un problema.

"Sarà un onore per me ospitare le Sette Famiglie riunite" disse stringendogli la mano.

"A dire il vero, c'è un'altra cosa di cui volevo parlarti, prima di procedere. Mentre ti aspettavamo abbiamo fatto dei giri di ricognizione sul Pilastro con le nostre fortezze. Non ci siamo avvicinati troppo per non rischiare, ma sembra ci sia movimento laggiù. Il Pilastro è ancora sigillato, vero?" Otox strinse i denti.

La memoria andò all'infausto giorno in cui aveva dovuto prendere una decisione drastica che gli aveva portato via un pezzo fondamentale della sua vita, oltre che della sua fortezza. Rivide l'orda di Bestie sciamare nel camino del vulcano inattivo, suo figlio primogenito guidare l'ultima carica, per proteggere gli uomini di Fillyon, ormai soverchiati dal nemico, contravvenendo ai suoi ordini, guidato dall'onore e dalla fame di gloria. Quel dubbio lacerante lo tormentava ancora nel profondo.

Suo figlio era ancora vivo quando diede l'ordine di abbattere le colonne del portale che immetteva al Pilastro? Era caduto per mano delle Bestie, o per mano sua?

"Perdonami, Otox, non volevo arrecarti dolore" Otox scosse la testa, reprimendo con forza le lacrime. Quel giorno sarebbe dovuto morire lui, il grandioso condottiero Fillyon Hulum-Bat, e invece avevano celebrato i funerali solenni di Arxer Galad-Hal.

"Non c'è nulla da perdonare. Appena saremo entrati controlleremo che il Pilastro sia ancora sigillato" Fillyon gli diede una fraterna pacca sulla spalla e si incamminò per tornare alla carovana, lasciando Otox in balia della tempesta dei suoi sentimenti.

A sera anche le ultime carovane erano entrate nella fortezza. L'ampio androne d'ingresso, il cui soffitto si perdeva nel buio, venne riempito dai carri, in modo che tutti potessero avere abbastanza posto per i lunghi mesi invernali. Solomon venne presentato immediatamente ai capi carovana, e Will con lui.

Fortunatamente per Otox, fu Krix stesso a risolvere il problema di giustificare la loro presenza. Con l'enfasi di un navigato oratore, il giovane Nano spiegò a tutti come il coraggio di Will lo aveva salvato da morte sicura sottraendolo alle zanne di affamati Licantropi. Tutti i capi carovana gli strinsero la mano e si complimentarono col giovane Umano. Per celebrare l'evento, Solomon, parente di Will e noto esponente del rispettabile Clan dei Cacciatori, era stato invitato ad accompagnare il giovane ragazzo. Gli animi si raffreddarono solo quando, dopo l'euforia iniziale, Krix si rese conto che i capi carovana non erano molto inclini a concedere il titolo di Ospite d'Onore a esponenti di altre razze, soprattutto a coloro sulle cui teste pendeva un'accusa di furto.

Otox concluse quel discorso prima che Krix si ribellasse e sostenesse la sua tesi secondo cui per un Aladel come Lunar poteva anche capire le loro reticenze, ma Will era un Umano, e aveva un Debito d'Onore con lui.

Anche queste, però, erano sciocchezze, c'era ben altro di cui discutere. L'arrivo delle ultime due carovane era previsto per il giorno seguente. Otox non perse tempo e ordinò ai suoi e a tutti di fare una lista delle provviste per l'Inverno, cosa avevano e di cosa avessero bisogno. Mandò squadre di genieri a controllore che le intercapedini per il ricambio dell'aria fossero sgombre, che le piattaforme di lancio delle fortezze volanti fossero funzionanti. Ognuno aveva un compito, e i capi carovana si misero zelanti al servizio del padrone di casa. Collaborando, avrebbero fatto tutto in metà del tempo, e di lavoro ce n'era tanto prima della cerimonia della Chiusa.

Solo Otox, Solomon, Duruk e Fillyon andarono all'ingresso del Pilastro. Galad-Hal era formata da diverse sale, alcune ampie e solo grezzamente modellate, altre più modeste e lavorate di fino. C'erano nove livelli, ognuno con la sua funzione e ampi corridoi e ponti che collegavano un settore all'altro. Galad-Hal era stata costruita quando le tre famiglie più antiche contavano decine di migliaia di individui. Retaggio di un tempo antico e ormai dimenticato.

Il Pilastro si trovava nel settore Nord, parte finale di un geometrico disegno di stanze e corridoi, dove, un tempo, era stata costruita l'armeria più avanzata mai pensata da mente Nanica, ormai persa per sempre. I quattro guardarono l'ammasso di rocce che aveva ricoperto l'entrata, gli scheletri arrugginiti e contorti dei portali di bronzo, sepolti assieme a centinaia di Nani in quell'infausto giorno. Una volta assicurata la salvezza della fortezza, i Nani avevano rinforzato la frana puntellando e chiudendone le parti pericolanti, sigillando completamente ogni via d'accesso.

"Sembra tutto in ordine..." disse Fillyon soddisfatto.

Un ruggito potente echeggiò dalla parte opposta della frana, seguito da striduli ululati che rimbombavano per tutto il camino del vulcano.

"...o forse no" concluse Solomon preoccupato. 

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