15. La Strada per Casa

Solomon affidò a Lord McGwyan il comando della squadra, con l'ordine di tornare a Rock Crystal dopo aver lasciato i prigionieri a Folkrith. Gli diede anche una lettera col suo sigillo personale, da consegnare direttamente nelle mani di Re Olivander, con l'ordine di proteggerne il contenuto e conservarla anche a costo della sua stessa vita.

I Nani furono ben disposti verso gli Umani, e, fortunatamente per Solomon, sembrava che avere un Cacciatore del Clan assieme all'Aladel fosse servito a tranquillizzare gli animi e rendere la cosa più accettabile. Otox non potè che far finta di essere pienamente soddisfatto di quel risvolto. Per sottolineare la cosa e tenere Lunar lontana dai guai, i due Umani e l'Aladel vennero accolti nell'ultimo carro, guidato dal fidato e serioso comandante di Fortezza Volante Duruk Galad-Hal, lontano cugino di Otox e soldato onorevole e zelante.

Krix, invece, era stato relegato assieme a loro per punizione. Otox lo avrebbe punito volentieri per la sua alzata di testa, facendogli passare un brutto quarto d'ora, ma sarebbe sembrato strano anche ai suoi e così, visto che l'idea era stata sua, sembrava naturale vederlo sul carro assieme ai due Umani e all'Aladel, lontano dal carro di testa, quello di suo padre.

Il viaggio era lungo fino alla fortezza di Galad-Hal. Will se ne stava in silenzio sul fondo del carro, guardando fuori attraverso una finestrella squadrata alle giornate che si accorciavano, al cielo plumbeo e costantemente coperto di nuvole dense. Stentava a credere al fatto che la sua vita, solo pochissimo tempo fa, sembrava essere indirizzata verso l'illegalità e il crimine. Poi, con la stessa velocità con cui tutto era iniziato, allo stesso modo era finito, col carcere, la definitiva rottura con suo padre e quell'assurda serie di eventi che lo aveva portato sulla strada per Galad-Hal.

Tuttavia, il pensiero si soffermò su un ricordo in particolare, quello che lo aveva sconvolto più di tutti. Ripensò a Ruben, al suo corpo che crollava esanime a terra in un lago di sangue. La sua vita da quel momento era irrimediabilmente cambiata, era passato dall'essere una nullità a cercare la propria strada nel mondo dei professionisti.

O era solo un illusione?

Da cosa si stava ribellando? Da cosa scappava, in realtà?

Chiudersi per l'Inverno con i Nani lo avrebbe tenuto lontano dai pericoli, dalle vendette e dalla galera, probabilmente abbastanza a lungo da cancellare il suo passato criminale e dargli una seconda possibilità. Sicuramente non gli avrebbe fatto fare la fine di Ruben. A conti fatti, forse, Krix lo aveva davvero salvato. Non dal Molok, ma da se stesso e dalla sua stupidità. Non glielo avrebbe mai detto, ovviamente.

Il filo dei suoi pensieri venne interrotto dal rumore di casse che sbattevano. Voltandosi, vide Lunar, impegnata ad attraversare uno stretto corridoio come se si fosse infilata in un tunnel scavato da una talpa. La sacca che aveva in mano sbatteva a destra e a sinistra mentre tentava maldestramente di superare il mobilio senza far cadere nulla. Will sorrise. Anche Lunar non doveva sentirsi al suo posto in mezzo a tutti quei Nani, fare amicizia con lei poteva essere una distrazione valida per passare indenni l'Inverno.

"Serve aiuto?"

Lunar si accorse solo in quel momento di Will e, incastrata com'era, non sapeva bene cosa rispondere.

"Non sono abituata a questi spazi angusti" ammise con un sorriso tirato.

"Dai a me – disse Will allungando una mano verso la sacca – Ti aiuto a uscirne"

"No non serve" si affrettò a dire l'Aladel. Poi, cercò di voltarsi per superare una cassapanca, mentre il carro prendeva una serie di buche col risultato che, in un capitombolo che coinvolse anche Will, i due ragazzi e la borsa finirono a terra. Will stava per dire qualcosa, quando vide il contenuto della sacca spuntare di poco al di fuori. Un arco e una faretra piena di frecce. Dopo un secondo di imbarazzo, Lunar si affrettò a nascondere la sua arma, ma, raccogliendo tutto in velocità, finì per spargere le frecce un po' dappertutto.

"Ah, siano dannate le Tenebre" sbottò l'Aladel imprecando, lanciando la sacca e le frecce e ansimando per il nervosismo. Will la guardò perplesso. Da quello che aveva sentito e dal poco che sapeva sugli Aladel, sembrava che fossero sempre molto pacati, ed era proprio questa loro caratteristica che, spesso, faceva sembrare le loro reazioni ambigue e atte a mascherare segreti che celavano dietro cordiali sorrisi ed espressioni emotivi piuttosto sterili. Una cosa che sapevano tutti, comunque, era che gli Aladel non imprecavano.

"Perdonami – si affrettò a scusarsi lei – Non mi capita spesso di perdere la pazienza" Will, nella sua recentemente terminata attività di capo banda, aveva spesso avuto a che fare con le alzate di testa e gli umori dei suoi poco affidabili amici.

"Vieni – disse prendendo la sacca e il suo contenuto e lanciandola sotto il suo letto – C'è un posto dove possiamo stare tranquilli" Will la condusse attraverso il resto del carro, incuneandosi a testa bassa attraverso il corridoio e uscendo dal retro. Una scaletta di legno portava all'ampio tetto squadrato dove i due si sedettero con la schiena poggiata a un pesante montante di legno. Will estrasse una pipa.

"Fumi?" Lunar sembrava essersi calmata, ma, una volta vista la pipa, esitò.

"Ehm ... non potrei, però mio padre non c'è, quindi..." Will l'accese e gliela passò.

"Come mai hai arco e frecce?" Lunar guardava lontano, in silenzio.

"E' il mio passatempo, mi stavo esercitando per entrare negli Esploratori, un giorno" mentì. Will se ne rese conto immediatamente, ma decise che valeva la pena far finta di niente.

"Di la verità, non sei affatto contenta di chiuderti nella fortezza con tutti quei Nani, ti ci ha costretto tuo padre, vero?" Lunar abbassò lo sguardo. Gli Aladel che aveva visto fino a quel momento, ovvero, per la quasi totalità unicamente quelli radunatisi al Santuario di Belenhur, avevano sempre sguardi sognanti o pensierosi. Difficilmente in loro aveva visto espressioni decise di rabbia o tormento. Negli occhi di Lunar, in quel momento, c'era un'amarezza così evidente che quasi dubitava fosse effettivamente un Aladel.

"Mio padre... – Commentò con un sorriso amaro – Sono l'ultima di nove figli. Non so nemmeno se sappia quanti anni ho – disse tirando una lunga boccata, segno che non era la prima volta che provava i piaceri del fumo – Non erediterò nessuna carica, non sarò una valorosa condottiera nemmeno se sconfiggessi tutti i Non Morti del Mondo delle Tenebre da sola.

L'unica possibilità che ho è diventare Custode di una delle Porte, se un mio parente rinuncia al titolo e se muore prima di me" lo disse con un tale tono di rassegnazione che Will non potè fare a meno di sentirsi in pena per lei. Era probabile che scambiarla con i Nani come segno di amicizia fosse una delle pochissime cose che gli sarebbe capitato di fare in veste ufficiale. Ripensò a suo padre, alla loro ultima astiosa conversazione nel buio umido della prigione di Folkrith. Tirò fuori una fiaschetta e gliela porse. Lunar la prese e, visto il simbolo delle Sette Famiglie inciso sopra, si fermò a guardare Will.

"Oh, non te l'ho detto? Se sono qui è perché di professione sono un ladro. E questo momento di relax è completamente offerto dagli effetti personali del Capo Otox e dalle sue serrature ridicole" disse agitando la pipa. Risero assieme, mentre Krix, dalla parte opposta del carro, li osservava nascondendosi.

Il giovane Nano, in piedi sul posto di guida accanto a Solomon, osservava Will e la sua nuova amica spassarsela felicemente sul tetto del carro. Will non lo aveva ringraziato, non gli aveva nemmeno rivolto la parola da quando erano ripartiti. Era così difficile pensare che gli stava facendo un favore? Che Galad-Hal lo avrebbe tenuto alla larga dai guai? Si lasciò cadere sul sedile. Solomon, con le redini in mano, guardò Krix sospirando. Doveva stare calmo e rendersi conto che fare da babysitter a dei Nani capricciosi era necessario per assolvere al suo compito.

"Qualche problema?" Krix, a braccia incrociate e muso lungo, lottava con il nodo alla gola che gli impediva di parlare.

"Non mi ha nemmeno ringraziato. Gli ho salvato la vita, e lui se ne sta lì, a fumare con la sua nuova amica orecchie a punta"

"Senti Krix, mi dispiace dirtelo ma, non puoi biasimarlo. Lui ti aveva detto che non voleva venire" Krix, esterrefatto, si voltò a occhi sgranati.

"Tu sei stato il primo a consigliarmi di farlo venire con noi"

"Io ti ho solo fatto sapere qual'era il suo destino, non ti avevo detto d'incastrarlo – Krix ora, oltre agli occhi, aveva anche la bocca spalancata dallo stupore – E comunque, farlo venire a Galad-Hal è stata la cosa migliore che potevi fare per lui. Non aspettarti la sua gratitudine però, e se vederlo assieme a Lunar ti fa soffrire, sia. Almeno è vivo, e se lo è lo è per merito tuo. Se fai una cosa, falla per te stesso, perché ci credi, soprattutto se si tratta di un gesto d'altruismo, altrimenti potrebbe ritorcerti contro"

Tutta la rabbia di Krix si spense in quelle complicate parole di cui, ammise con se stesso, non aveva capito molto. Per quel motivo fece finta di nulla e rimase in silenzio a braccia incrociate sul petto.

Dopo due settimane di viaggio la carovana dei Nani era penetrata in profondità nelle montagne. I muli, stranamente più grossi dei muli normali, procedevano a rilento mentre i sentieri si riempivano di leggeri fiocchi di neve e i passi di montagna rischiavano di chiudersi. Mancava poco all'Inverno e Will, Solomon e Lunar si trovavano ad affrontare quei picchi per la prima volta nella loro vita. Era incredibile come il morale dei figli di Galad-Hal si mantenesse alto anche in mezzo a quel clima e a quelle montagne anguste, le cui cime erano quasi sempre incappucciate da nuvole scure. Solo Krix non riusciva a sorridere. Dopo quasi un mese di viaggio, lui e Will ancora non si erano rivolti la parola.

Durante un turno di Solomon alla guida, Will lo raggiunse sul sedile per godersi un po' il paesaggio. Il Cacciatore osservò bene il ragazzo. Sembrava essersi rassegnato a ciò che doveva accadere senza troppe illusioni. Aveva legato con l'Aladel, e questa cosa, sebbene Solomon avesse preferito non accadesse, poteva avere aspetti positivi. Lo vide sorridere mentre sgranocchiava una mela avvolto nel suo cappotto di pelle d'orso.

"Ho visto che tu e Lunar siete diventati amici"

"E' simpatica. Un po' strana come Aladel, però" Solomon guardava di fronte a se, e rifletteva.

"Pensavo fossi curioso di sapere"

"Cosa?"

"Se io e te siamo veramente parenti. Se conosco tuo padre" Will diede un profondo sospiro.

"Se conosci mio padre sai anche che io e lui non siamo proprio legati. Questa vacanza forse era proprio quello che ci voleva" Solomon lo guardò con un'intensità tale che Will, per la prima volta, si sentì a disagio in sua presenza.

"Non ti fidare troppo di Lunar. Ti direi la stessa cosa anche di Krix, ma per sua fortuna quel ragazzo è abbastanza scemo da essere più un pericolo per se stesso che per gli altri" Will serrò la mascella e continuò a masticare fingendo indifferenza.

"Senti – esordì Will scandendo bene le parole – Siete stati tu e quello scemo di Krix a trascinarmi qui contro la mia volontà, ora, se permetti, il mio tempo e le mie amicizie me le gestisco da solo"

"Come hai fatto con Golìr?" A Solomon non servì voltarsi a guardare Will per capire di aver fatto centro.

"Il fatto di essere un mio lontano parente non ti da il diritto di parlarmi in questo modo"

"Hai ragione – ribattè immediatamente Solomon – Allora ti dirò le cose come stanno senza troppi giri di parole" Prima di continuare controllò all'interno che Duruk, Krix e Lunar non fossero nei paraggi. Fortunatamente quei carri erano abbastanza grandi da poter avere un po' di intimità.

"Nani ed Aladel sanno qualcosa Will, e stanno tenendo all'oscuro noi Umani. So che a te tutto questo non interessa, e ti sarai chiesto perché sei qui. Beh, Will, mi dispiace, davvero, ma mi sono dovuto servire di te e dei sentimenti di Krix per poter entrare a Galad-Hal, e, francamente, penso di non essere l'unico che si sia servito di te" Will rifletteva. Non aveva mai capito perché Golìr e il Grigio lo avessero incastrato in quel modo. Non aveva molto senso, in effetti. Will aveva capito che c'era qualcos'altro dietro, di sicuro, però, non immaginava centrassero Nani ed Aladel.

"Come puoi essere sicuro che Lunar e i Nani mentano o stiano cercando di raggirarmi?"

"Non lo sono, Will. So solo che tutta la magia di questo mondo si sta disperdendo e forse loro sanno perché. Sinceramente, non mi interessa se prima eri un ladro o un santo. Mi servi, mi serve la tua parola, sei l'unico di cui mi posso fidare"

"E perché io?"

"Vedi altri Umani qui?"

Will cercava un senso a quelle parole, mentre la rabbia e la frustrazione gli annodavano le viscere.

"Perché dovrei fidarmi di te? Anche tu mi hai usato"

"Vero, ma io cercherò di proteggerti per quello che mi sarà capace, e sono l'unico che può farlo. Sono andato da tuo padre prima di mettere in atto il mio piano. Anche se lo odi, Lucien ha già avuto a che fare con i segreti e le bugie degli Aladel. Lui ci tiene a te, e non vuole che ti succeda quello che è successo a lui quando aveva la tua età" Will aggrottò la fronte.

"Cosa intendi?" Solomon non aveva pensato che, forse, Lucien non aveva mai raccontato a suo figlio del suo tormentato passato con gli Aladel. Doveva sfruttare quella scoperta.

"Non ti ha mai raccontato di Valerie?"

"Chi è Valerie?"

Solomon, però, dopo un tornante su una cresta rocciosa e stretta, si fermò a guardare lontano, oltre il fianco della vallata su cui erano appena sbucati. Anche Will si voltò, rimanendo all'istante con lo stesso sguardo sbigottito.

"Per l'amore di Belenhur" disse Will. Solomon, però, era concentrato a guardare da un'altra parte.

"Pensavo che la carovana di Galad-Hal fosse una sola" disse spronando i muli a proseguire

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