14. Uniti Siamo più Forti
Il giorno seguente Nani ed Aladel mantennero le loro posizioni di reciproco disinteresse gli uni nei confronti degli altri.
Solomon provò ad ottenere un colloquio con l'Incoronato per tutto il giorno, inutilmente. La guida degli Aladel e portavoce del Guardiano della Natura sembrava occupato a risolvere una questione di estrema urgenza, che lo avrebbe impegnato fino al giorno seguente in una fitta serie di trattative con i suoi generali e gli esponenti della Casa di Galad-Hal che, a vario titolo, governavano i propri carri e riportavano il loro parere a Otox.
Il Nano, di suo, disse poco o nulla al Cacciatore. Solomon stava per perdere la pazienza e, soprattutto, vedeva lentamente sfumare la sua presa sui Nani e la sua possibilità di entrare a Galad-Hal.
Krix rimase tutto il giorno nel carro dei Nani, mentre Will, ormai disilluso sulle sue speranze di vendetta su Golìr o il Grigio, si limitava a fare ciò che gli riusciva meglio, prestare attenzione a ciò che succedeva, progettando il suo piano di fuga che lo avrebbe portato lontano dai Nani, da Folkrith e dalla sua vecchia vita, suo padre compreso.
Passò un'altra notte, in attesa dell'ultimo giorno e della partenza delle varie delegazioni. Al mattino del terzo giorno, in una splendida giornata di sole, L'Incoronato e Otox riunirono le proprie genti di fronte all'entrata del Santuario, radunando tutti attorno alla statua equestre del Dio Belenhur per dare l'annuncio.
"Gentili ospiti, amati fratelli – cominciò l'Aladel – Dopo aver parlato a lungo, io e il Capo Otox della gloriosa Casata di Galad-Hal, annunciamo una nuova e più salda intesa di pace e collaborazione tra le nostre razze. Comprendiamo che la nostra sola parola non è sufficiente per modificare gli animi di chi per secoli ha subito le influenze dell'odio e i veleni del preconcetto, e, per tanto, abbiamo deciso che l'esempio è ciò che rende maggiormente l'idea di ciò che vogliamo nasca dall'incontro di oggi" poi fece un passo indietro, lasciando il centro della scena e la parola al Nano.
"La Casa di Galad-Hal è stata accolta dall'Incoronato e dalla gente Aladelca col rispetto che si deve a dei fratelli, e la famiglia è un valore di non poca importanza per noi Nani. Per questo, come segno di rispetto reciproco, sono lieto di accogliere alla fortezza di Galad-Hal, Lunar Emelghal, figlia dell'Incoronato, Elenwin Emelghal, come nostro ospite di riguardo" la giovane Aladel si fece avanti, presentandosi con un mezzo sorriso intimorito. Aveva capelli ramati, di un colore intenso e brillante come legno stagionato, che scendevano sulle spalle come la coda di una volpe, intrecciati una sola volta sulla nuca da una corona di vetro, occhi piccoli e dello stesso verd brillante del padre. Il portamento era quello dei reali, schiena dritta e testa alta. Un vociferare sommesso esplose sia tra la folla di Nani che tra quella di Aladel. Sembrava, fin da subito, che a nessuno piacesse quella soluzione. Elenwin si fece avanti e prese parola.
"Signori, vi prego. So che questa novità può destare preoccupazione e malcontento. Vi assicuro tuttavia, che nessuna decisione è stata presa alla leggera e che non c'è motivo di agitarsi. Una volta, qualcuno si prese la responsabilità di ricordare a tutti noi che noi non siamo il nemico – continuò rivolgendosi a Solomon – E che esso vive nelle Tenebre e si nutre dell'odio e della discordia. Dobbiamo lottare insieme contro questo nemico, e la prima battaglia è quella con noi stessi e le nostre paure. Spero che ognuno possa trarre giovamento da questo gesto, e che oggi sia il primo giorno di una lunga e prospera collaborazione" Solomon ascoltò tutto il discorso e si unì agli applausi, mentre, dentro di se, cresceva la rabbia e la frustrazione per essere stato escluso da quella decisione. Con un ospite così importante, sarebbe stato ancora più difficile se non impossibile riuscire a infilarsi nella fortezza.
Mentre gli Aladel restavano fedeli alla loro ferrea disciplina per il rispetto dei superiori e mantennero un basso profilo, Otox ebbe il suo da fare per preparare i suoi a quella novità. Solomon lo raggiunse dopo qualche ora, assieme a tutto il suo seguito di Cacciatori e attendenti, per salutare la figlia di Elenwin in nome del Re. Qualcosa doveva fare, e in fretta.
Trovò il Nano in piedi sugli scalini del suo carro, intento a spiegare a gran voce che Lunar sarebbe stata trattata come un ospite di riguardo, e che si aspettava un comportamento adeguato da ognuno di loro. Di risposta, i Nani di Galad-Hal fecero capire senza troppi giri di parole che quella era una pessima idea, e far entrare un Aladel nella loro casa poteva portare solo disgrazie.
Otox ci mise un po' a calmare le acque e riportare la situazione alla normalità, rispedendo tutti nei loro carri per prepararsi alla partenza. Per questo Solomon, quando venne ricevuto per portare i propri omaggi, venne ricevuto da un Otox stanco e nervoso. Solomon salì sul carro assieme a Lord Edward McGwyan. All'interno il carro era ampio e confortevole, diviso in due piani e quattro stanze con letti, cucina e un piccolo studio dove vennero ricevuti gli ospiti. Solomon, Edward e Will dovettero adattarsi subito ai soffitti bassi e le sedute scomode. Fortunatamente, nessuno disse nulla a riguardo. Otox li accolse calorosamente, mascherando senza troppo successo lo stress derivato dalla precedente opera di convincimento dei suoi parenti.
"E' un onore poterti conoscere, Lunar" esordì Solomon.
"Il piacere è mio, comandante Solomon" il Cacciatore fu sorpreso di sentire quanto giovane suonasse la voce della Aladel.
"Sono felice di sapere che tra voi scorra buon sangue, finalmente" disse rivolgendosi al Nano. Otox serrò la mascella e si costrinse ad allargare qualcosa che somigliasse a un sorriso.
"Certo, lo facciamo per la pace"
"Non succede spesso che un Aladel abbia accesso alle fortezze dei Nani. Un onore che raramente viene concesso a chiunque, Umani compresi – continuò Solomon rivolgendo l'attenzione all'Aladel – Devi esserne particolarmente fiera" guardava negli occhi verdi dell'Aladel, brillanti e scuri, enigmatici e indecifrabili.
Non sembrava particolarmente contenta di quella decisione, eppure, dal suo atteggiamento remissivo e disilluso, nonostante si stesse sforzando parecchio di sembrare felice di quell'evento, sembrava evidente all'occhio attento del Cacciatore che quella decisione gli fosse stata imposta dall'alto.
"Sicuramente. Sarà un onore doppio per me, considerando che sarò una dei pochissimi Aladel a poter dire di aver visto l'interno delle meravigliose sale di Galad-Hal"
Mentiva.
Anche Will se ne accorse quasi subito. Krix, al contrario, era intento a osservare il suo amico e non aveva seguito una sola parola.
"Vi presento Lord Edward McGwyan, Cacciatore e futuro comandante. Vi abbiamo portato un piccolo presente, scusandoci in anticipo per non aver potuto fare di meglio, dato lo scarso preavviso" concluse Solomon puntando lo sguardo su un imbarazzato Otox. Edward avanzò, estraendo un pugnale dalla splendida fattura e poggiandolo di fronte all'Aladel.
"La mia famiglia produce le migliori lame d'acciaio di tutta Astrand da secoli, vostra grazia. E' un onore per me donarle il mio pugnale" Lunar estrasse la lama dal fodero di cuoio ornato di preziosi finimenti dorati e argentati. Will se ne intendeva di lame corte, e quello era in assoluto uno dei migliori pugnali che avesse visto. Nonostante l'evidente usura, l'acciaio emanava fulgidi riflessi azzurri, il manico era finemente lavorato ed ergonomico. Un'arma davvero unica.
"La ringrazio, Lord McGwyan, è un onore ricevere un regalo di tale pregio"
Lord McGwyan fece un inchino e riguadagnò il suo posto.
"Una dimostrazione di come Re Olivander sia lieto di una ritrovata unione" aggiunse Solomon. Le parole, rivolte all'Aladel, non sfuggirono a Otox, che si mosse nervosamente sulla sua sedia.
"Ora tornerete a Folkrith?" chiese Krix, ormai talmente in ansia da non riuscire più a trattenersi. Solomon lo guardò con un sorriso.
"Alcuni di noi. Gli altri proseguiranno per la capitale, il nostro nemico comune non si riposa mai" Krix tentava di non guardare Will. Doveva aiutarlo, non aveva pensato ad altro da quando erano partiti da Folkrith e forse era la sua ultima occasione.
"Si riferiva a lei l'Incoronato quando ha detto che qualcuno ha rammentato a tutti noi chi è il vero nemico, dico bene?" chiese Krix. Solomon annuì.
"L'unico scopo di un Cacciatore e uccidere più Bestie possibile"
"Non credo di aver mai ringraziato voi, Lord Solomon, e gli Esploratori Aladel – continuò posando lo sguardo su Lunar – Per averci salvato dalle Bestie durante la Festa di fine Estate" Solomon ringraziò con un cenno del capo, ma Krix stava già continuando.
"Per questo, padre, anche in riferimento alle parole illuminate dell'Incoronato, credo dovremmo ospitare un Umano, e unire così le tre razze per la prima volta nella storia. Infondo, è merito loro se si è aperto uno spiraglio di pace tra la nostra gente e gli Aladel" Otox si voltò di scatto, guardando suo figlio come se lo avesse appena pugnalato alla schiena.
"Figlio, questo è un nobile pensiero, tuttavia, non credo che il comandante Solomon o Lord McGwyan possano permettersi un congedo così lungo dal Clan" per qualche secondo calò un silenzio imbarazzato.
"Beh, perché non Will allora?" lo sguardo di tutti i presenti, in un istante, si rivolse al giovane, seduto alle spalle dei due Cacciatori e intanto a rendersi il meno d'intralcio possibile. Quando Krix fece il suo nome, per il ragazzo fu come risvegliarsi da un sogno, per piombare in un incubo.
"Io..." riuscì a balbettare.
"Non possiamo accettare chiunque, Krix" lo rimbeccò suo padre. Krix, in un impeto di emozione, si alzò in piedi.
"Ho un debito d'onore con Will. Egli mi ha salvato la vita, difendendomi dalle grinfie di una Bestia e sottraendomi a morte certa" Otox scosse la testa, mantenendo a stento l'ira.
"E sta seduto testa vuota – lo rimbeccò ritrascinandolo sulla sedia – E' vero? Gli hai salvato la vita?" Will, che fino a quel momento non aveva seguito nemmeno una parola di quel discorso, rimase a bocca aperta.
"Ehm... si, credo di si" Otox sbuffò, ormai senza argomentazioni.
"Mi dispiace informarti – intervenne Solomon rivolgendosi a Krix – Che Will è stato arrestato per furto, ed è quindi sotto la custodia dei Cacciatori" Krix, in quel momento, si sentì morire. Pensò in fretta a come ribattere.
"Può scontare la sua pena lavorando per noi, io ripagherei il mio debito d'onore prendendomi cura di lui e siamo tutti felici" Otox si mise una mano sulla fronte, ormai disperato e pronto a prendere a calci quell'idiota di suo figlio.
"La legge di Folkrith parla chiaro – Intervenne Lord McGwyan, tentando di placare gli animi – A un prigioniero può essere commutata la pena solo previa nomina di un uomo di legge o di un parente che ne garantisca la completa espiazione" Solomon, dentro di se, sorrideva.
"Allora non ci sono problemi – aggiunse il Cacciatore fissando Otox – Io sono cugino di Lucien Connor, nipote di Lucas Connor. In nome della collaborazione tra i nostri popoli, posso fare da garante, se Capo Otox è d'accordo" Anche se non c'era nessuna prova che dicesse il vero, contraddire un personaggio pericoloso e in vista come Solomon non era una buona idea, soprattutto se, in un secondo momento, fosse venuto fuori che stava dicendo la verità, e il Capo, sfinito da quella giornata di chiassose urla e manifestazioni di dissenso, decise che quella battaglia era persa. D'altronde, l'Incoronato aveva previsto quella possibilità.
Otox acconsentì, e quella breve riunione si concluse con sorrisi tirati e strette di mano che sapevano di ipocrisia. Solamente Will rimase seduto al suo posto, in disparte, attonito e allibito da quanto appena accaduto.
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