10. Conoscere gli Amici, Riconoscere i Nemici
Due giorni dopo l'attacco i Nani di Otox cominciarono a riprendere le loro attività normali. Solomon, nel frattempo, aveva intavolato dei colloqui con le due parti per cercare una mediazione, e la cosa non sembrava funzionare.
Gli uomini di Otox erano fermi sostenitori del loro Capo Carovana, e Otox stesso si rifiutava di parlare con Solomon per qualsiasi questione che non fosse inerente alla sua richiesta.
Gli Aladel nemmeno rispondevano alle richieste del Cacciatore, si limitavano a riferire che la loro parola non contava e che qualsiasi cosa avessero fatto i Nani per far infuriare così Eluay non aveva sicuramente nessuna valida giustificazione.
Dopo due giorni di tentativi falliti, il Cacciatore stava quasi per desistere quando vide passeggiare per le vie del Mercato, che ormai si stava per concludere, uno stralunato Krix.
Otox lo aveva tenuto rinchiuso nel carro degli Sciamani per tutto il tempo della sua convalescenza, e ora, con tutta probabilità, dopo essersi ripreso lo aveva perso di vista. Un'occasione da non lasciarsi scappare. Lo raggiunse senza pensarci due volte.
"Ciao, Krix giusto?" il Nano, sorpreso alle spalle, fece un balzo.
"Sei matto? Sorprendere alle spalle un Nano, vuoi farmi morire di crepacuore?"
"Perdonami. Ti ho visto passare e volevo sincerarmi sulle tue condizioni, tuo padre era molto preoccupato. Ti sei ripreso?"
"Oh – sorrise Krix – Certo, ora sto molto meglio, grazie dell'interessamento"
"Ricordi qualcosa dell'attacco? Hai preso una bella botta in testa" Krix ci pensò qualche istante.
"Non ricordo molto dell'attacco, solo che io e Will stavamo parlando e le Bestie sono spuntate fuori dal nulla e..." si bloccò. In quel momento si ricordò che Will, in realtà, doveva essere dietro le sbarre quella sera, e lui aveva appena smascherato la sua evasione. Solomon era lì di fronte a lui, in attesa.
"...Io... Ehm, non ricordo dov'ero. Mi dispiace ma devo andare"
"Aspetta, chi è Will?"
"Nessuno, un ragazzo, un mio amico. Arrivederci"
"Aspetta Krix, non volevo metterti in difficoltà – provò a tranquillizzarlo Solomon – In realtà avrei bisogno del tuo aiuto" Krix si fermò, diede un profondo respiro e cercò di calmarsi. I Nani non rifiutavano mai una richiesta d'aiuto, che venisse da un Nano o da un orecchie a punta, era una questione d'onore, e Solomon lo sapeva bene.
"Certo – disse voltandosi con un sorriso tirato, mentre sperava che non gli venissero fatte altre domande su Will – Come posso aiutarla?"
"Tuo padre è molto risoluto nel suo intento di non collaborare con gli Aladel e, detto tra noi, non posso dargli torto. Tuttavia, la minaccia delle Bestie è tornata a essere una realtà per tutti. Quello che è successo alla Festa di fine Estate non riguarda solo i Nani, riguarda tutte le razze" Krix si fece serio, abbassò la testa e serrò la mascella. Anche lui sentiva il dolore per le diverse perdite subite, eppure sapeva benissimo che ne gli Umani ne gli Aladel erano meno a rischio di loro.
"Mio padre ha le sue ragioni" disse però Krix.
"Non lo metto in dubbio, ma qualcosa va fatto, e alla svelta. Non saremo sempre pronti a intervenire, e per quanto la vostra forza non sia inferiore a nessuno, rimanere fermi sulle proprie opinioni per orgoglio non può che portare alla catastrofe"
"Di cosa ha bisogno quindi?"
"Vorrei che riflettessi su questo, e che ne parlassi con tuo padre. Io non cercherò più di convincere nessuno a fare niente, presto ce ne andremo e torneremo a Rock Crystal, Re Olivander aspetta nostre notizie, non si interessa di stupide questioni d'orgoglio, e nemmeno le Bestie lo fanno" detto questo lo salutò con una pacca sulla spalla e tornò verso il Presidio, lasciando il preoccupato Krix in mezzo alla strada, silenzioso e perso in quelle considerazioni.
L'accampamento degli Esploratori Aladel era oltre il Mercato, a Nord, così lontano dalle mura che Solomon mandava sempre qualcuno a vedere che gli Aladel non se ne fossero già andati. In realtà sapeva che l'onore del mantenere la parola data superava l'orgoglio e la superbia insito nell'animo dei guerrieri della loro razza, anche se di poco.
La prima parte del piano, l'ultimo a cui aveva pensato per cercare di convincere le due parti a fare la cosa giusta, era fatta, e Krix, dopo qualche dovuto ripensamento, avrebbe sicuramente riferito il messaggio a suo padre. Ora, mentre si dirigeva da Eluay, stava per mettere in atto la seconda parte del piano, riferire lo stesso messaggio anche all'Aladel.
Le quattro tende formavano un quadrilatero al cui centro era stata montata la tenda dove Eluay incontrò Solomon. A nulla valsero i tentativi degli Esploratori di fermarlo, anche se di un'altra razza, erano inferiori in grado a lui, nel territorio del suo Re. All'interno trovò l'Aladel intento a riporre uno specchio in una grossa cassa di ebano nero.
"Disturbo?"
"No prego, entra pure" il suo vecchio Capo, Norman Flynn, gli aveva sempre detto che gli Aladel non erano molto inclini ai gesti comuni dell'ospitalità e che, come dimostrazione di amicizia e fraterna collaborazione, l'Incoronato aveva dato il via a diversi scambi culturali in merito. Comunque, come ogni Umano poteva constatare, la gentilezza degli Aladel suonava sempre forzata e, in definitiva, si aveva sempre l'impressione che non ci credessero veramente.
"Accomodati" continuò Eluay invitandolo a sedere di fronte a lui. Solomon, conoscendo lo spirito orgoglioso degli Aladel, sapeva bene come comportarsi.
"No, grazie, preferisco stare in piedi" Vide Eluay irrigidirsi, e seppe di aver fatto centro.
"Ci conosciamo da un po', Eluay, e sai bene che rispetto te, l'Incoronato e tutta la tua razza. Tuttavia, dobbiamo parlarci chiaramente. Otox ha ragione, avremmo potuto, e, a questo punto dovuto, fermarle prima, e lo sai anche tu. Dovete darci un taglio con le vecchie ruggini tra le vostre razze, non fanno altro che indebolirci" Eluay sorrideva, per nulla impressionato da quelle parole.
"Indebolirci? Nessuna creatura del Mondo delle Tenebre ha mai varcato i Portali grazie a noi. Esploratori e Cacciatori catturano e uccidono Bestie di ogni tipo, con perdite che ormai rasentano lo zero. I Nani possono anche fare la voce grossa se la cosa fa loro piacere, ma la realtà è che se questo Mondo è ancora in piedi è grazie alla forza e alla risolutezza di Aladel ed Umani. Pensaci bene, Solomon, se i Nani non ci fossero cosa cambierebbe?" Solomon era noto per la sua destrezza in combattimento, al pari del suo acume nel leggere le situazioni e le persone.
"Se non ci fossero i Nani, ogni singola grotta e caverna di questo Mondo sarebbe infestata di creature delle Tenebre, e la vostra guardia dei Portali non servirebbe a nulla. Inoltre, Eluay, ti faccio presente che se quello che dici è vero c'è una questione che nemmeno voi siete mai stati in grado di spiegare, e che mette tutt'oggi la vostra utilità in discussione. Se nessuno dei Portali è mai stato violato, come fanno le Bestie e i Non Morti a passare in questo Mondo?" Eluay, punto sul dovere e ferito nell'orgoglio, non riusciva a rispondere. Ora doveva addolcire il colpo prima di dare la stoccata finale.
"Ho chiesto collaborazione a Otox nello stesso modo in cui la sto chiedendo a te, e sono sicuro che sarà disposto a collaborare, ma, anche fosse, non ci sarà nessun accordo finchè non mi garantisci collaborazione a tua volta. Non siete nella posizione per affrontare le Tenebre da soli"
"E questo chi lo dice, tu?"
"No, lo dice Re Olivander, e sarà sua premura comunicarlo all'Incoronato quanto prima" concluse congedandosi con un mezzo inchino.
Eluay, a quelle ultime parole, perse immediatamente il suo sorriso beffardo, al posto del quale si dipinse una seria espressione di disagio.
Solomon ora doveva solo aspettare che le velate minacce facessero il loro effetto, non c'era altro da fare. Se nemmeno quell'espediente avesse funzionato, allora non rimaneva altro da fare che andarsene e riferire tutto al Re. Solomon, pur se giovane e con molta strada ancora da fare nella sua carriera militare, era ben cosciente di quali sarebbero state le conseguenze. In tempi ormai remoti, quando i Nani ancora non viaggiavano per il mondo con i loro carri e gli Aladel non davano udienza a nessuno, in un tempo in cui gli Umani erano divisi e si combattevano tra loro, si era sfiorata una guerra di proporzioni catastrofiche tra le razze, risoltasi all'ultimo riconoscendo che il nemico comune non aspettava che quello.
Tuttavia, gli attriti e la reciproca sfiducia, pur se attenuati da secoli di pacifica convivenza, basata su una vicendevole indifferenza, erano rimasti lì dov'erano, sotto la superficie, pronti ad esplodere in qualsiasi momento. Solomon pregava che quel momento non stesse per arrivare. Mentre meditava, un confuso trambusto attirò la sua attenzione. Delle guardie inveivano contro un gruppo di persone, le spingevano verso le prigioni, malmenandoli e insultandoli. Uno di loro, in particolare, sembrava essere il soggetto principale delle loro vessazioni.
"Fermatevi – ordinò Solomon raggiungendoli – Cosa succede qui?" La guardia più vicina si mise sull'attenti.
"Stiamo scortando questo prigioniero alla sua cella dopo i lavori forzati, signore. Voleva fuggire ma lo abbiamo ripreso"
"E' un prigioniero non un animale. Qual è il tuo reato figliolo?" Will, furibondo, tentò di darsi una calmata prima di rispondere, quel tizio non era una guardia. Dall'uniforme pulita e cucita su misura doveva essere uno alto in grado. Meglio tenere la testa bassa.
"Ho tentato di rubare in un magazzino a Deyr, signore" Solomon lo guardò per diversi secondi. Aveva qualcosa di familiare, nei lineamenti del viso, nel tono di voce, eppure era sicuro di non averlo mai visto prima.
"Come ti chiami ragazzo?"
"Will Connor, signore" Solomon tentò di mascherare la sorpresa e rimase impassibile.
"Sei l'amico di Krix? – Will annuì confuso – Capisco. Nuovo ordine – disse rivolgendosi alla guardia – i prigionieri passano sotto la mia supervisione. Lavoreranno per il Clan e saranno una mia responsabilità. Resteranno nelle celle, e voi vi assicurerete che vengano ben trattati e ben nutriti per poter lavorare al meglio, mi sono spiegato?" La guardia annuì, mordendosi la lingua e facendo finta di niente.
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