16. Nessun Rimpianto
Valerie percepiva la stessa angoscia dei momenti terribili in cui pensava di aver perso per sempre suo fratello. Aveva pensato che Lucien ormai era abbastanza grande per cavarsela da solo, ed era vero, ma non era per quello che avrebbe messo il suo arco al suo servizio. Lo avrebbe fatto perché era suo fratello, perché era l'unico pezzo della loro famiglia che le rimaneva, perché uccidere le creature dell'ombra era un richiamo a cui non poteva sfuggire, e farlo sul loro suolo era ancora meglio, esattamente come Lucien non avrebbe mai rinunciato a dare la caccia a quella donna, o come il nonno non aveva mai veramente rinunciato all'idea di uccidere il Grande Orso. La caccia era il loro retaggio.
Inoltre, se avessero condiviso quella notizia, Esploratori e Cacciatori avrebbero preso in mano la situazione, Re Olivander e l'Incoronato si sarebbero mobilitati per mandare i migliori tra i loro sotto posti, e loro due avrebbero perso l'occasione di far luce sul mistero che avvolgeva la discendenza Connor.
Non c'era altra soluzione.
«So che non me lo hai chiesto direttamente per non mettermi in difficoltà di fronte a Eluay, e ti ringrazio per questo. Si verrò con te. Raggiungimi al portale tra un'ora» Lucien si sentì un'idiota. In quel momento diede la giusta interpretazione alla sfuriata di Eluay, una creatura le cui emozioni si esprimevano col linguaggio e non con quella gamma di reazioni che avevano gli umani. Gli sguardi di Eluay per la sorella erano ricambiati, c'era già qualcosa d'importante tra loro, maturato, con tutta probabilità, durante la sua prigionia. Si era sempre ritenuto bravo a capire le persone, e aveva fallito proprio con sua sorella. Nella sua ossessione aveva dimenticato quello che aveva attorno. Un eco lontano lo raggiunse, un avvertimento, dai ricordi del recente passato che affollavano la sua mente, oscurati dall'ombra scheletrica del Vampiro. Lui non era così, anzi, lui si era sempre tenuto alla larga da quelli così, da quelli come suo nonno e dalle menzogne e le ossessioni che ne derivavano. Ogni volta che chiudeva gli occhi, per dormire o per prendere fiato, vedeva lei, le sue piccole labbra carnose, il viso pallido e la pelle di porcellana, i lunghi capelli neri, brillanti, lunghi fino a coprire i seni. Per ora doveva assecondare quell'ossessione, per liberarsene al momento giusto.
Si, non c'era altra soluzione.
Valerie trovò Eluay al portale, intento a fissare le acque scure che conducevano in quel posto buio e spaventoso. Non era mai stata brava con i sentimenti, non gli aveva mai dato quello spazio che gli davano tutti gli altri. Da quando era giunta alla Porta Azzurra, tuttavia, qualcosa in lei era cambiato. Addestrarsi con gli Aladel le aveva aperto gli occhi su un mondo che non aveva mai considerato prima. Loro non trattavano i sentimenti con la stessa istintiva intensità degli umani, in loro ogni sensazione veniva trattata con rispetto, con la dovuta cura. Loro ne avevano tutto il tempo, ovviamente.
«Eluay» l'Aladel si ritrasse dall'abbraccio.
Amare un altro essere vivente richiedeva cura, tempo. Per un Aladel non era facile abbandonare il proprio cuore e le proprie emozioni nella mani di qualcun altro. Ed era ancora più difficile se questa persona non era un Aladel. Ogni singolo individuo della sua razza viveva per quelle che per gli umani erano intere generazioni. Era più vecchio del nonno di Valerie. Tuttavia, l'età, per un Aladel, era sempre stato un problema irrilevante.
Ciò che scuoteva la lucida mente di Eluay e che faceva vacillare le sue convinzioni era l'intensità di quell'emozione. Amava Valerie come la ragazza amava lui. Come un umano.
Ne aveva parlato con l'Incoronato, quando quell'inaspettata piega nei rapporti con la ragazza aveva messo in dubbio la sua capacità di svolgere il suo compito. Aveva così scoperto che anche la loro guida aveva sperimentato l'intensità delle emozioni umane. Per quanto forti e saggi potessero essere gli Aladel, quella era una delle sfide più difficili.
Eluay si allontanò. Teneva la testa bassa, incapace di affrontare il suo sguardo.
«Non posso lasciarti andare» riuscì a dire solo questo. Valerie si avvicinò. La ragazza aveva sempre visto gli uomini come oggetti, niente di più che grossi problemi da risolvere o, per lo più, evitare. Gli uomini erano come suo fratello, trattavano le donne con superficialità, con disgusto, alle volte. Eluay le aveva mostrato un mondo che non aveva mai nemmeno considerato.
«Dovrei dire tutto all'Incoronato. Potrei farvi arrestare solo per averci pensato. Sareste sicuramente più al sicuro li che...»
«Io ti amo, Eluay» Una stretta al cuore tolse il fiato a entrambe. L'Aladel si voltò a guardarla.
«Anch'io ti amo, Valerie»
Si baciarono, per la prima volta.
Eluay non poteva permetterselo, non poteva cedere a quell'istinto così lontano dalla sua natura. Eppure il bacio durò a lungo, fu intenso e speciale. Eluay, per qualche istante, dimenticò per quale motivo stava facendo tutto questo.
«Aspetta – disse allontanandosi – Quello che state per fare è... Potrebbe uccidervi. Anche se tornaste, non sareste più gli stessi»
«Cosa sai del Mondo Oscuro?» Eluay aveva fatto delle promesse, all'Incoronato e a se stesso. Non poteva mentire, tanto quanto non poteva ingannare la donna che amava. Con riluttanza, scelse la propria strada.
«Abbiamo solo frammenti d'informazione. Conosciamo meglio la zona dalla parte opposta della Porta Verde, la Porta Azzurra è molto diversa. Sbucherete in un castello edificato sul Portale, proprio come la Cupola da questa parte. Non so dirti altro» C'era rassegnazione nella sua voce, e rabbia.
«Ti prometto che tornerò» sussurrò lei accarezzandolo. Eluay si abbandonò a quella sensazione, confuso dal senso di dolore e impotenza che montava assieme ad essa.
«Non fare promesse che non puoi mantenere. Tieni – disse raccogliendo un sacchetto di tela da un armadietto – Queste fiale è tutto il siero che ho. Dovrebbe bastarvi per una settimana» Valerie prese il sacchetto e se lo legò alla cintura.
«Basteranno»
Eluay non riusciva a guardarla. Valerie lo abbracciò da dietro, stringendolo a sé. La sensazione del suo corpo gli toglieva ogni difesa. Le prese le mani, si voltò e la strinse tra le braccia.
«Resterò qui ad aspettare il vostro ritorno. Una settimana. Qualsiasi cosa succeda, non restate laggiù un minuto di più»
Lucien raggiunse il portale con due zaini e trovò Valerie ed Eluay abbracciati. Quando li raggiunse, Valerie si allontanò.
«Non vi darò l'autorizzazione a passare» commentò laconico Eluay, senza mezzi termini. Lucien rimase interdetto.
«Ora devo andare, stasera festeggiamo un importante evento, l'anniversario dell'investitura del primo Incoronato. Parteciperanno tutti gli Aladel di Thorinfyr, lasciando il giusto numero di guardie qui attorno. Mi dispiace non potervi aiutare col vostro piano, tuttavia potete rimanere qui quanto volete, d'altronde, tu ci lavori qui, dico bene?» Lucien intuiva tutto il disagio che provava a tentare un azzardo simile, andando contro gli insegnamenti con cui era cresciuto, contro i suoi ordini e i suoi sentimenti. Gli strinse la mano per ringraziarlo.
«L'Aladel che è in me sta provando una varietà di sensazioni strane. La parte che ama un'umana però è più forte, sta combattendo per farvi fare questa cosa come fossi uno di voi. Le nostre razze hanno molto da imparare, credo. State attenti» concluse l'Aladel in un sibilo strozzato dall'emozione. Lucien annuì e rimase dov'era, mentre Eluay spariva tra le porte della cupola.
Valerie lo raggiunse. Per la prima volta nella sua vita vide i suoi bellissimi occhi viola scuro luccicanti di lacrime amare. La ragazza gli mostrò la sacca con le fiale all'interno.
«Me le ha date Eluay. E' estratto di Cordaria, rallenta gli effetti della Piaga. Con le scorte che aveva abbiamo più o meno una settimana prima di infettarci definitivamente» Lucien stava per dire qualcosa, ma Valerie lo fermò.
Nessun ripensamento.
Passarono le ore che li separavano dalla partenza a prepararsi per quello che li aspettava. Valerie gli diede qualche nozione di sopravvivenza, gli insegnò i rudimenti del tiro con l'arco e lo riempì di coltelli. Lucien gli spiegò come attivare i caleidoscopi al magnesio che aveva installato sugli zaini e un paio di altre invenzioni che non aveva mai condiviso con nessuno. La febbrile attesa terminò quando il canto dei Chierici Aladelchi risuonò per tutte le stanze e i corridoi della fortezza, mentre la notte stava calando e le piante luminescenti cominciavano a tessere la loro trame di luce lungo le contorte costruzioni di cristallo.
Si avvicinarono al bordo della pozza, tenendosi per mano. Improvvisamente, quelle acque nere emanarono una terribile sensazione di pericolo. Eluay gli aveva detto che il portale era lì, di non aspettarsi niente di eccezionale e, per passare dall'altra parte, bisognava semplicemente nuotare verso il fondo, senza fermarsi, senza esitazioni.
«Civediamo dall'altra parte» disse Lucien. Poi si tuffò.
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