12. La Viverna
«Quindi – concluse Lastyr – Stai dicendo che quella Viverna sta agli ordini di un Non Morto?»
«Una Viverna non pietrifica le sue vittime come un Basilisco. Solo la magia può combinare le due cose. Dico solo che è una pista da seguire, dobbiamo sfruttare la situazione» concluse la ragazza con gli occhi puntati sullo specchio d'acqua.
«Le Bestie sorprese dalla tempesta?» chiese Lucien ad Eluay, ma l'Aladel c'aveva già pensato.
«No, quelle sono come... seccate, non sono diventate pietra. Rimane un mistero ma non sembra avere niente a che fare con la magia di cui parlate voi. Però Valerie ha ragione, quella Viverna era un esperimento magico, simile a tutto quello che abbiamo visto finora, come l'Orso, solo la magia può dare i poteri di una Bestia a un'altra Bestia. Dobbiamo assolutamente indagare, finora avevamo solo trovato animali tramutati in Bestie. Lastyr, abbiamo bisogno della mappa delle caverne abbandonate dai Nani in questa zona» Lastyr annuì e scomparve verso l'archivio, mentre Eluay continuava.
«Anche se riuscissimo a individuare un sito plausibile, potremmo già essere tardi. In tutti questi anni abbiamo provato a stanare quel maledetto Non Morto, ma quando arrivavamo in un posto lui era già sparito»
«Dovremmo anche pensare al modo in cui stanarlo, andare a caso non mi sembra una grande idea, le altre volte come avete fatto?» Lastyr era appena tornato e aveva depositato due grosse pergamene sul tavolaccio dove si erano riuniti.
«Inizialmente tiravamo a indovinare. Poi abbiamo capito che sceglieva sempre una caverna vicino ai portali. La brutta notizia è che attorno ai portali ci sono un'infinità di grotte e possibili siti per miniere che i nani hanno abbandonato nei secoli, creati dall'energia scaturita dai portali stessi e per lo stesso motivo troppo instabili. Quindi abbiamo provato a fare una mappa di questi siti e abbiamo cominciato a controllarli – continuò srotolando la mappa – A quanto pare, comunque, continua a spostarsi, quindi non esiste un vero e proprio metodo per cercarlo»
«E la bella notizia?» chiese Lucien
«La bella notizia è che sta facendo esperimenti in grande. Se ha cercato di mutare una Viverna deve essere vicino o addirittura dentro una caverna bella grossa, e per un esperimento magico simile non ha grosse possibilità di muoversi. Questo restringe il numero di siti da controllare» Erano tutti soddisfatti dei progressi.
Tutti tranne Lucien.
Qualcosa non quadrava in quella storia. Qualsiasi fosse il modo in cui Bestie e Non Morti riuscivano a passare dal Mondo delle Tenebre al Mondo della Luce non era sicuramente attraverso i portali, quindi perché stare vicino ai portali e agli Aladel dove poter essere scoperti?
«C'è un'altra brutta notizia – aggiunse Lucien ad alta voce – Quella Viverna è arrivata in pieno giorno, alla luce del sole, senza subire nessun danno» considerazione che sembrava ovvia ma che, dalle facce perplesse, sembrava non aver preoccupato nessuno. A quel punto, anche se nessuno lo disse, era palese l'intento di questo misterioso Non Morto, mutare le Bestie con la sua potente magia, in modo che potessero muoversi anche di giorno.
Il viso di Valerie era una maschera di preoccupazione e sofferenza.
«Riusciremo a catturarlo vedrai, sorellina»
«Non è questo. Le abbiamo tirato una freccia esplosiva e pugnalata con un suo aculeo velenoso ed è lo stesso riuscita a volare via. Ha fatto fuori mezza dozzina di Aladel in pochi minuti. Se quel mago riesce nel suo intento e dovessimo affrontarne decine di quelle cose? Di che razza di armi dovremmo disporre?» Lucien però non la stava più ascoltando, aveva la testa piegata verso sinistra, lo sguardo perso nelle sue idee.
Stava creando.
«Conosco quello sguardo – continuò Valerie con tono preoccupato – A cosa pensi?»
«La freccia esplosiva che gli avete tirato, era una standard vero?» Valerie annuì. Lucien, euforico, la baciò in fronte e tornò dai due Aladel.
«So come controllare i siti. Ho usato uno dei componenti delle Frecce Esplosive in passato, per creare una specie di localizzatore di tracce chimiche, come una bussola. Vi darò la lista di ciò che mi serve. Troviamo la Viverna, troviamo il Non Morto, è la nostra migliore possibilità» Eluay diede un'occhiata a Lastyr, annuendo.
«D'accordo, ma vi posso concedere al massimo un paio di Esploratori, ne abbiamo persi abbastanza»
«Come? Sei Aladel morti e tirate il culo indietro? Quando sono morti degli umani però era colpa loro vero?» Lastyr era rosso in volto.
«Stammi a sentire inventore. Qui gli Aladel vi trattano come delle celebrità solo perché l'ha detto l'Incoronato, e loro sono costretti a obbedire, ma io no. Io sono un Alyel e me ne sbatto se sai creare la luce dal buio. Io comando gli Aladel da decenni, ed essi vivono o muoiono secondo i miei ordini, una responsabilità che una mezza sega come te non potrebbe nemmeno lontanamente immaginare. Quindi evitami le prediche se vuoi avere qualche arco in più al tuo fianco, altrimenti puoi tranquillamente alzare il culo e andare da solo a cercarti la tua bestiola» I due si affrontarono a muso duro per qualche secondo. Valerie, che aveva assistito indecisa se intervenire o meno, stava sperando con tutta se stessa che Lucien non dicesse nulla, che la lasciasse passare.
«Quindi è per questo che sei così stronzo. Sei invidioso. Decenni alla guida del più pidocchioso reparto dell'esercito Aladelco e nessuno ti considera, mentre noi c'abbiamo messo solo un mese a guadagnare quel rispetto che tanto cerchi. Deve bruciare parecchio – Valerie sperava che non concludesse quella frase, lo sperava intensamente – soprattutto per un mezzo sangue»
Fu per quell'episodio che, sulla strada che portava a Nord, Valerie disse.
«Dovevi proprio usare quella parola? Mezzo sangue?» Lucien si massaggiava ancora lo zigomo tumefatto dove Lastyr lo aveva colpito.
«Quella è una brutta offesa per qualsiasi razza» gli fece notare Eluay, il quale, dopo quel diverbio, sfociato in una violenta rissa, aveva deciso di accompagnare i fratelli per pacificare gli animi.
«Beh, qualcuno doveva dirglielo comunque. E poi dai, in tre si viaggia meglio no?» Ne Valerie ne Eluay lo degnarono di una risposta. Quantomeno sembrava che il dispositivo di Lucien funzionasse. La traccia era debole, ma la bussola puntava verso Nord Est, dove Valerie aveva visto fuggire la Viverna. Valerie si era munita di frecce esplosive e incendiarie, aveva preso due archi nel caso ne avesse avuto bisogno, e una serie di pugnali di acciaio Aladelco, molto resistenti e capaci di penetrare anche la roccia.
Lucien aveva i suoi aggeggi, mentre Eluay, dato che non andava più in missione da molti anni, aveva optato per l'equipaggiamento standard, con la speranza che non lo dovesse usare. Dopo due giorni di viaggio, finalmente, giunsero a uno strapiombo. La bussola cominciò a oscillare impazzita.
Erano vicini.
Sotto di loro si apriva una cava profonda, antica, da cui i Nani Necha, lontani cugini delle Sette Famiglie, con tutta probabilità, avevano tratto oro e pietre preziose. Un'enorme voragine si apriva sul fianco della montagna sotto di loro, puntellata ancora da giganteschi tronchi i quali, tuttavia, non avevano un bell'aspetto. Gli ordini del Custode erano chiari. Dovevano accertarsi che lì ci fosse il Non Morto, non bastava trovare la Viverna. Se lo avessero trovato sarebbero tornati indietro e gli Aladel sarebbero sopraggiunti in mezza giornata. Un piano stupido, secondo Lucien, ma ormai si era giocato la possibilità di dare la propria opinione con la sua uscita razzista.
Si calarono fino all'entrata.
La miniera era più grande di quanto sembrasse da fuori, interamente avvolta in ombre dense. Entrarono fiancheggiando il lato sinistro. Seguirono la galleria più ampia. Valerie guidava, seguendo una scia copiosa di sangue fresco. Dopo qualche ora di camminata, con la sola luce della torcia di fortuna imbastita da Lucien, Valerie si fermò. Un profondo respiro, lento e regolare, echeggiava per gli stretti corridoi di roccia. Scesero ancora più in profondità, fino ad arrivare a quella che Valerie riconobbe come una camera dell'armeria, dove venivano conservati attrezzi e materiali per produrre i famosi congegni di difesa delle fortezze Naniche, fiore all'occhiello della tecnologia Necha. I Nani avevano scavato nella roccia potenti magli e monumentali forge. Ora tutto era spento, annerito e in rovina. Eluay, improvvisamente, li prese per un braccio e li tirò con se dietro una colonna. Qualcosa di enorme sfilò alle loro spalle.
Rimasero in silenzio, in ascolto. La Viverna era lì e aveva percepito la loro presenza. Si mossero verso quella che sembrava un'uscita. Valerie vide l'artiglio con la coda dell'occhio e fece in tempo a saltare addosso ad Eluay per salvargli la vita.
Lucien, voltandosi, si trovò faccia a faccia con il muso da rettile della Viverna.
Le sue scaglie opache e i suoi occhi vitrei ciondolavano a pochi centimetri dal suo viso.
Il terrore fu intenso, paralizzante.
Lucien aveva gli occhi sbarrati fissi su quelli lunghi e appuntiti del mostro.
In un istante, si accesero di una luce bianca e accecante.
Valerie osservò con orrore suo fratello, a un passo dalla morte, investito da quel fascio di luce intensa, consapevole del fatto che da lì a poco si sarebbe trasformato in una statua di pietra. Troppo lontano per raggiungerlo, troppo vicino per colpire la Bestia senza uccidere Lucien.
I secondi passavano.
Non successe nulla.
Anche la Bestia doveva averlo notato perché fece un passo indietro, poi sbuffò verso Lucien, confusa. Valerie trovò il coraggio per imbracciare l'arco e tirare, alle ombre la prudenza. Le frecce esplosive tuonavano sul corpo della Bestia senza creare danni consistenti, servivano solo per deviare l'attenzione da suo fratello.
Eluay, rimasto a terra, osservò terrorizzato e impotente lo svolgersi dell'azione, gli occhi luminescenti della Bestia piantati su Lucien, il grappolo di esplosioni delle frecce di Valerie. Anchese ferito, decise di attendere il momento buono per andare a recuperare Lucien e mettersi in salvo.
E la Viverna. La Viverna stava guardando in alto, verso il cielo, come facevano tutte le Bestie.
Quando smise di fissare il cielo, sbattè le ali con potenza, alzando una nuvola di polvere su Valerie che perse il momento per l'ultimo tiro e impedì anche la vista dell'Aladel.
La Bestiainfine volò via, con Lucien tra gli artigli.
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