Zweisankeit
Uriel mi rivolge la sua attenzione ed un sorriso raggiante. Eppure i suoi occhi brillano di lacrime non versate mentre il suo naso s'arriccia, come un tic per evitare di piangere. Scuote appena il capo e rivela emozionata: «Lo Zweisankeit è lo stato di estasi in cui si trovano due anime innamorate, isolate dal resto del mondo...e non hanno bisogno di nient'altro se non dell'altro.»
L'osservo ammutolita ed ammaliata mentre il cuore martella impazzito. Avverto uno strano intorpidimento alle gambe, un irrisorio formicolio ai polpastrelli delle mani e l'aria venirmi meno. Possibile che venir a conoscenza del significato Zweinsakeit sia così folgorante da sconvolgermi a tal punto?
«Raissa.»
Acconsento con un debole cenno del capo mentre porto la mano al petto. Non capisco cosa mi stia accadendo. Perché sto reagendo in modo così bizzarro? Cosa vuol dire? All'improvviso un flash mi colpisce con impeto, permettendomi di dar voce al dilemma mai detto prima.
«Søren...quella notte Søren non voleva portar via la mia purezza, non è così?»
Uriel dischiude più volte le labbra per ribattere, ma non dice nulla. Mi guarda sorpresa, facendomi capire di non star sbagliando. Eppure voglio conoscere la verità, voglio sentirgliela dire. Credo di essere finalmente pronta per ascoltarla ed accettarla.
«Uriel?»
L'anziana tossisce e chiude faticosamente il tomo sulle gambe per poi poggiarlo sul tavolo in legno. Ritorna a sedersi e compie un profondo respiro. Mormora tra sé e sé, poi alza il capo e mi guarda con un misto di tristezza e bonarietà: «Ad un certo punto della loro vita i Warg vengono legati indissolubilmente ad una donna, la Mate. Se si cerca di scappare da questa "tappa", Madre Luna troverà sempre un modo per costringerli ad unirsi durante le notti di plenilunio, ovvero quand'è al massimo del suo potere.»
«Esattamente...cosa succede?»
«L'influenza di Madre Luna si amplifica a dismisura, perciò nei Warg l'istinto prende il sopravvento, oscurandone la ragione. Il Warg riesce a vedere solo l'aura della propria Mate e, dopo averne riconosciuto l'odore, la possiede, marchiandola e rivendicandola come sua. Purtroppo il Warg non può sottrarsi a questo influsso...gli è impossibile.»
«Quindi Søren non voleva...»
«NO!» Tuona la druida. «Non l'avrebbe mai fatto! Ha sempre rispettato tutti, Warg e non, anche se non si direbbe visti i suoi modi bruschi e poco galanti nel trattare le donne. Lui le vede solo come creature utili per il piacere e la procreazione.»
«Dunque mi stai dicendo che quella notte non era in lui quando...»
«Purtroppo capiva quello che stava facendo, ma non riusciva a controllare il suo corpo. Dunque quella notte non eri l'unica a subire. Ora prova ad immaginare cosa provava in quel momento...lui non voleva eppure lo stava facendo e ne era consapevole...anche lui ha visto mentre...»
«Ho sofferto tanto e non voglio ricordare quello che ho provato quella notte.» Ribatto stizzita.
«Anche lui è stato male per tanto, troppo tempo.»
Comprendo all'istante che Uriel non si stia riferendo solo a quella notte.
«Forse se ti raccontassi un vecchio mito, capiresti.»
Acconsento e la invito a raccontarmi quello che sa.
«Esiste un antico mito secondo il quale in origine gli esseri umani sarebbero stati formati da quattro gambe, quattro braccia, due teste, due cuori e così via. Gli dei li avrebbero poi divisi a metà e condannati a cercarsi, rincorrersi e desiderarsi. Tutto questo nel rischio di esser destinati l'uno all'altro senza mai riuscire davvero ad incontrarsi.»
«Non capisco cosa c'entri con la mia situazione.»
«Madre Luna fa sì che il Warg incontri la propria Mate così da appartenersi per sempre, com'è giusto che sia dai tempi dei tempi.»
«Con questo vorresti dire che sono destinata a stare con...Søren?»
«Può essere.»
«NO! MAI!» Esclamo incredula e con le guance bordeaux.
Nonostante ora conosca la verità, non penso riuscirò mai a dimenticarmi di quella notte né a perdonarlo completamente. Scuoto il capo mentre mi stringo i capelli, sporchi ed umidi dall'allentamento, tra le mani. Chino il capo, strabuzzo gli occhi e dischiudo le labbra, ma nulla esce dalla mia bocca. All'improvviso una mano amica e rugosa si poggia sulla spalla. Uriel mi guarda con gentilezza e mi sorride rassicurante: «Ora sei confusa, ma dopo starai meglio.»
«Sono stanca di aleggiare nelle menzogne e di non credere mai alla realtà. Perché sono così cieca? Perché?!»
Uriel mi lascia sola, portando con sé le tazze ed il tomo. Trascorro il pomeriggio in religioso silenzio, sistemando i libri antichi nei vari scaffali e spolverando la libreria da cima a fondo. Uriel mi controlla ma non dice nulla. La ringrazio per la comprensione e continuo a lavorare per altre due ore. Verso le 20:20 qualcuno bussa al portone, ma non è il solito tocco, perciò capisco che è qualcun altro, probabilmente un ennesimo cliente. Vado ad aprire quando mi ritrovo dinanzi Leila. Sbatto le palpebre confusa ed alzo un sopracciglio, squadrandola di sottecchi.
«Esci tu o entro io?» Domanda sghignazzando ed indicandomi l'auto alle sue spalle.
«Mi accompagnerai a casa?»
«Arthur ha indetto una riunione d'emergenza, perciò son venuta a prenderti.»
Rientro in libreria e, dopo aver avvisato e salutato Uriel, salgo in auto. Leila mi rivolge un sorriso furbo per poi sgommare a tutta velocità, chiedendomi come procede la convivenza con Søren. Decido di non essere completamente sincera perché io stessa non capisco cosa provo nei confronti del Warg. Leila non ribatte e prosegue la sua folle corsa in auto. Non appena parcheggia, mi scruta confusa. Mi ci vuole qualche istante per comprendere la sua reazione. La mia amica indica la casa del Warg. Le luci del salotto sono accese, perciò qualcuno è in casa. Prima che possa dir qualcosa, Leila cerca di difenderlo: «Sarà appena tornato.»
Slaccio la cintura di sicurezza ed afferro la piccola sacca: «Ti ringrazio per il passaggio, buona notte.»
Le do un bacio sulla guancia per poi scendere dalla vettura e dirigermi verso casa. Apro il portone con le chiavi, chiudendolo poi subito dopo alle mie spalle. Non appena mi rendo conto della realtà dei fatti, il desiderio di venir inghiottita dalle viscere della Terra mi investe completamente. Forse avrei preferito di gran lunga trovare il Warg irato per qualche terribile notizia, ma non questo. Avverto la gola in fiamme, lo stomaco serrarsi e le lacrime offuscarmi la vista. Desidero scappare, eppure con la fuga non otterrei nulla. Søren è disteso sul corpo mezzo nudo di una Warg dai capelli neri e dall'aria vagamente familiare. Lei gli circonda il collo con le braccia mentre stringe vogliosa le mani tra i capelli scuri i lui e le gambe intorno al busto muscoloso. I loro petti nudi si scontrano e s'allontanano febbrilmente per poi ricombaciare di nuovo. Le labbra s'incontrano in una danza frenetica ed ansimano eccitati mentre i loro corpi si muovono in sincronia. Le unghie di lei artigliano le spalle larghe e la schiena ben delineata di Søren, che tiene le braccia tese vicino al volto della donna.
BONK!
Soltanto ora i due amanti si rendono conto della mia presenza. Purtroppo non riesco a rimanere indifferente, perciò le gote s'arrossano e gli occhi si velano di lacrime. Sono furiosa e delusa. Mi mordo l'interno guancia pur di non scoppiare a piangere dinanzi a loro. Quanto sono stata idiota! Perché mai ho iniziato a pensare che lui fosse diverso rispetto a quello che credevo? Cercavo di convincermi che Søren fosse buono, nonostante i suoi modi dittatoriali. Ho sbagliato, ancora.
«Raissa.» Mi richiama Søren con voce roca, ora ad un passo da me.
Istintivamente indietreggio, comprendendo solo ora i sentimenti che provo verso di lui: timore e disgusto. Lo guardo ferita e delusa mentre lui mi osserva inespressivo.
«Vado in bagno.» Mormoro appena.
Cerco d'incamminarmi verso il corridoio quando Søren mi stringe per il polso, costringendomi a guardarlo. Alzo gli occhi al cielo e mi mordo la lingua per non scoppiare a piangere.
«Perché non sei rimasta in libreria?» Domanda come se nulla fosse. «Perché sei qui?»
Ed ecco che all'improvviso il dolore si trasforma in ira. Come osa accusarmi?
«Si dà il caso che Leila sia venuta gentilmente a prendermi da lavoro, poiché Arthur aveva indetto una riunione d'emergenza, però a quanto pare si sbagliava.»
Mi scosto per vedere che la Warg interessata alla questione è Kendra. La Warg non possiede neppure il pudore di rivestirsi, mostrando fiera di sé le grazie che Madre Natura le ha abbondantemente donato. Sono schifata e non posso non mostrarlo. La Warg, di tutta risposta, mi sorride vittoriosa. Esattamente per cos'ha gareggiato?
«Raissa...non volevo che tu...» Søren riprende a parlare, facendomi sobbalzare.
«Basta.» Lo fermo con un cenno della mano. «Non mi devi alcuna spiegazione.»
Mi allontano dal Warg in modo da poterli vedere entrambi.
«Dopotutto domani sarete una vera coppia al Gala, dico bene?» Domando retoricamente con velenosità. «È giusto fare le "prove" per essere più credibili, al contrario della sottoscritta che ha trascorso il tempo a lavorare ed a documentarsi sulla storia dei Warg.»
«Non è colpa nostra se sei umana, ignorante e non accettata da tutti, qui nella valle.» Risponde Kendra con velenosità.
«Taci Kendra!» Tuona Søren. «E tu...non puoi insinuare nulla. Inoltre noi la nostra storia la conosciamo bene.»
«E questo ti darebbe il permesso di riprodurti in casa nostra?» Alzo la voce, incapace di controllarmi.
«Casa MIA!» Urla fuori di sé, pentendosene subito dopo.
Se mi avessero colpita, probabilmente non avrei sanguinato, invece questo colpo l'ho incassato eccome! Un singhiozzo scappa dalle mie labbra tremanti mentre una lacrima sfugge al mio controllo. Scuoto il capo con forza e rivolgo un sorriso triste a Søren. Mi scosto appena così da rivolgermi a Kendra: «Siete fatti l'uno per l'altra. Domani sarete perfetti.»
Non gli permetto di capire le mie intenzioni, che scappo lontano da lui, da loro. Mi chiudo in bagno, ignorando volutamente le urla di Søren. Non voglio sentirlo né vederlo. Scivolo contro la porta ed irrompo in un pianto disperato. Sono una vera idiota! Perché lui? Perché? Come posso essermi innamorata di colui che mi ha portato via tutto? Sono una masochista, un'incosciente! Mi libero del dolore e mi maledico per aver sempre dato il cuore a chi non lo meritava. Striscio sino alla vasca da bagno e faccio una doccia fredda. Rabbrividisco e lavo via tutto il dolore, avvolgendo poi il mio corpo stanco in un asciugamano pulito. Serro le labbra così da non far udire i singhiozzi mentre gli occhi si velano di lacrime e le gote si arrossano. Mi vesto rapidamente per poi fermarmi dinanzi alla porta e compiere un profondo respiro. Abbasso la maniglia e varco l'uscio, dirigendomi verso il portone quando vengo ghermita per le spalle, girata e sbattuta contro la porta d'ingresso. Lo guardo incredula e furiosa: «Lasciami!»
«Cosa credi di fare?»
«Rimediare all'errore.»
«Quale?»
Dischiudo le labbra, ma non dico nulla. Avverto la gola seccarsi e le lacrime pizzicarmi gli occhi stanchi.
«Raissa...»
«Basta così, Søren...hai sempre rivelato quello che sei ma io...»
«Tu cosa?»
«Nulla.»
«Parla!»
«COSA TI DEVO RIVELARE, EH?» Urlo fuori di me, gesticolando convulsamente. «HAI APPENA DETTO DINANZI A QUELLA WARG CHE QUESTA È LA TUA CASA...io...io...»
Cerco di riprendere fiato con scarsi risultati.
«Mi hai umiliata. Mi hai nuovamente calpestata.» Dico ora a bassa voce. «Vado via.»
«Non puoi.»
«Sì che posso.» Ribatto decisa, fulminandolo con lo sguardo.
«Non puoi perché sei sotto la mia custodia.»
«Non la pensavi così prima.» Sputo inacidita.
«Sei piombata in salone come un turbine e...»
«Basta Søren.» Sussurro con voce rotta. «Ti prego.»
Scuoto le spalle in modo da fargli capire di lasciarmi andare. Dopo un primo momento di riluttanza, acconsente. Chino il capo, così da non incrociare il suo sguardo, e mi dirigo verso il corridoio quando odo la sua voce ancora una volta: «Dove vai?»
«A dormire sempre se mi è consentito!»
Sbatto la porta della camera da letto, impedendogli di ribattere. Mi affretto a salire sull'amaca e ad addormentarmi. Sussurro a bassa voce il nome dei miei genitori mentre assumo una posizione fetale. Solo loro possono proteggermi e calmarmi in una situazione del genere. Mi mancano, moltissimo. Prima che possa rendermene conto, chiudo gli occhi e mi addormento.
Eeeeee...che shock eh? Kendra 😈😈 ci darà fastidio sino alla fine...Ve lo assicuro. Comunque Søren ha fatto un grandissimo errore che ingigantirà ancor più ma...oi! Ho già detto troppo😂...ciao ciao 😘😘
PS. Ricordo: prossimo capitolo tra 2 settimane
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