Uriel
La porta si chiude rumorosamente dietro di me, facendomi sobbalzare. Un ghigno sinistro spunta sul volto aggrinzito dell'anziana mentre i suoi occhi vispi mi scrutano eccitati. Leila mi si affianca per poi procedere insieme lungo il corridoio. Prima che possa rendermene conto, Uriel scompare in una stanza, perciò c'affrettiamo a seguirla. Quello che ci si presenta ci lascia esterrefatte: libri, libri ovunque. Ci sono innumerevoli scaffali in legno antico, alti ed imponenti, i quali accolgono tomi di ogni colore e forma. Un candelabro pende dal soffitto decorato ed illumina la stanza semibuia. Un lungo tavolo in legno massiccio troneggia al centro della stanza mentre delle poltroncine cremisi sono disposte qua e là. Un grande tappeto persiano ricopre buona parte del pavimento invece le finestre sono parzialmente oscurate da pesanti tende color rosso mattone. Mi lascio sfuggire un sospiro, che viene udito da Leila, la quale mi domanda divertita: «È il tuo paradiso, non è così?»
Acconsento con un cenno del capo mentre giro lentamente su me stessa, osservando commossa la libreria. Solo in un secondo istante noto che sono presenti pure dei quadri, per la maggior parte ritraenti Warg. Uno in particolare attira la mia attenzione. Mi avvicino al quadro così da guardarlo meglio. L'uomo ritratto ha due gemme nere come la notte e capelli bianchi come la luna. La pelle appena abbronzata e le gote poco arrossate gli addolciscono il viso, nonostante il suo sguardo incuti timore. La fronte è incisa da rughe, le quali segnano la sua età.
«Era il nonno di Arthur.» Mi spiega Leila, fermandosi accanto a me.
«Anche lui era un Alpha?»
Non mi risponde ma scambia uno sguardo d'intesa con l'anziana. Incrocio le braccia al petto e picchietto il piede nervosa. Poco dopo Leila m'invita a prendere posto su una poltrona mentre Uriel s'accascia su quella davanti alla mia. La mia amica si siede alla mia destra e m'incita a prestare ascolto. Volgo il capo e subito m'imbatto negli occhi, vispi e luminosi, di Uriel che mi studia incuriosita: «Conosci i Warg?»
«Teoricamente da quando sono comparsi i Vuoti.» Mi blocco un istante, ma poi proseguo visto il suo interesse. «Invece ho avuto modo di imbattermi in loro da poco più di una settimana.»
«Dunque che idea ti sei fatta?»
Prima che possa sputare tutto il veleno su quella razza, mi ammutolisco e guardo la mia interlocutrice. So che mi sta testando, ma per cosa? Il fatto che stia venendo esaminata senza saperne le ragioni mi fa infuriare, soprattutto perché è stata Leila a condurmi qui, non dicendomi niente. Prendo un profondo respiro e cerco di risultare convincente: «Non posso giudicarli perché non li conosco bene.»
«Curioso, ma...» Bisbiglia tra sé e sé. «Sii sincera perché so riconoscere le bugie.»
«Sei una di loro?»
«Ray!»
Leila tenta di richiamarmi, ma non le presto ascolto. Uriel irrompe in una risata genuina, poi smorzata da un colpo di tosse: «No, non lo sono.»
«Eppure non sei neanche umana.»
Si complimenta per la mia intuizione, rivelandomi: «Sono una druida.»
Non riesco a trovare le parole per esprimere la mia incredulità. Dovrebbero essersi estinti secoli fa! Come può una di loro essere ancora viva?
«Sono una druida in carne ed ossa e dalla tua espressione posso intuire che tu sappia cosa sono.»
Acconsento sgomenta, balbettando: «Non pensavo che qualcuno di voi fosse ancora vivo eppure ha senso! Se esistono i Vuoti, i Warg e gli Eccelsi, perché i druidi non dovrebbero?»
«Bella e astuta...che pozione letale!»
«Uriel l'aiuterai?»
Guardo Leila circospetta, in quanto mi ha condotta qui senza spiegarmi nulla. Inoltre mi ha presentato ad una druida cosicché possa aiutarmi. Sono scossa a causa degli innumerevoli cambiamenti dell'ultima settimana, cambiamenti che non riesco a controllare. Uriel acconsente, ribattendo: «Solo se lavorerà qui.»
«Posso?» Domando felice, poiché finalmente non mi crogiolerò di dolore nella casa del mio stupratore.
«Perché una simile richiesta?» Leila non capisce.
«Qualche Warg passa ancora in libreria e non possiedo più le forze di una volta, perciò necessito di un'assistente. Lei lavorerà qui ed in cambio riceverà soldi e spiegazioni. Dunque accetti?»
«Non rifiuterei mai una simile opportunità!» Acconsento felice, spiegando poi a Leila, la quale non sembra essere molto d'accordo. «Dopo l'arrivo dei Vuoti e la costruzione delle mura, la maggior parte dei libri sono stati distrutti ed il governo ne ha censurati a migliaia. Ora invece potrò finalmente leggerne di nuovi. Capisci Leila? Leggerò libri, libri veri!»
Leila scuote il capo ed irrompe in una fragorosa risata: «Mi ero dimenticata di questa tua passione.»
«Ci vediamo domani pomeriggio alle 16:00.» C'interrompe l'anziana. «Alle 17:00 inizierai il tuo turno di lavoro e lo terminerai alle 20:00.»
«Perché dovrei venire prima?»
«Vorresti conoscere le risposte ai tuoi dubbi?»
Acconsento e replico: «Mi scusi se sono stata inopportuna.»
«È normale esser curiosi e spaventati allo stesso tempo.»
«Se non c'è nient'altro su cui discutere, la salutiamo.» Sentenzia Leila.
L'anziana ci accompagna alla porta come una vera padrona di casa. La salutiamo e c'incamminiamo verso la macchina. Prendiamo posto e chiudiamo le portiere, poi ci guardiamo negli occhi ed irrompiamo in una fragorosa risata. Questa giornata è stata incredibile!
«Dove andiamo?» Leila è pronta a divertirsi.
«Non saprei...sei tu che vivi qui.»
«Sono le due del pomeriggio. Che ne dici se prima andassimo a pranzare e poi a fare del sano shopping?» Propone felice. Mi guarda e per poco non mi ride in faccia. «Shopping? Non ricordi cos'è? Camminare lungo le strade, vedere cosa c'è in vetrina e compare quello che ti pare?»
«So cos'è, ma non credevo che l'avrei mai più fatto dopo quello che mi è accaduto quattro anni fa.» Compio un profondo respiro ed alzo il capo, impedendo così alle lacrime di rigarmi il volto. «Fuori dalle mura indossavo stracci cuciti da mamma.»
«Vorrà dire che questo pomeriggio svaligeremo tutta la vallata.»
«Mi spiace, ma penso che guarderò soltamente.»
«Per quale motivo?»
«Non ho nulla.»
«Tranquilla, tanto paga Arthur.»
Non riesco a non sorridere dinanzi alla spensieratezza della mia amica. Se Arthur è davvero così buono, allora mi spiace per lui. Leila è una donna difficile da gestire. Eppure non avrei mai pensato che un Alpha fosse così benevolo, anzi l'avrei immaginato come un essere spietato e solitario.
«Pronta?»
«Pronta.»
Leila guida a tutta velocità incurante dei poveri passanti del borgo, del piccolo che porta in grembo e della sua migliore amica. Mangiamo in una piccola tavola calda e passiamo l'intero pomeriggio passeggiando tra i vari negozi. Devo ammettere che mai e poi mai avrei pensato ci fossero così tante botteghe nella valle. Alla fine Leila mi ha fatto comprare cinque maglie, una camicia, quattro jeans, due paia di leggins, un cappotto e la biancheria intima. Proprio la scelta di quest'ultima è stata un problema, poiché ha acquistato solo completi abbinati o in pizzo. Non sopporto quel tipo di biancheria. Voglio esser comoda e non m'importa se sembro all'antica tanto non devo farmi bella per nessuno. Sospiro stanca quando usciamo dall'ultimo negozio. Il sole sta calando e la luna è pronta a brillare alta in cielo.
«Ti riaccompagno a casa.» Asserisce Leila, uscendo dal negozio con le buste.
Ci incamminiamo insieme verso la macchina quando all'improvviso la mia attenzione viene attirata da un bellissimo vaso con all'interno dei girasoli veri. Mi fermo ad ammirare il loro colore, la lo forma e la luce che emanano. È un fiore semplice ma estremamente incantevole e luminoso. Il suo colore caldo mi provoca brividi lungo il corpo ed il suo dolce profumo mi conduce in posti lontani.
«Ti piacciono?»
Sobbalzo, portando una mano al petto. Non l'avevo sentita avvicinarsi.
«Ley un giorno mi farai morire.»
Mi sorride colpevole, ricordando: «Sono i tuoi fiori preferiti oltre alle rose gialle, dico bene?»
La fisso incredula: «Tu...ricordi? Non ci credo!»
«Dovresti invece.»
Scuoto il capo in dissenso, sperando di bloccare le lacrime pronte ad uscire e le indico la macchina a noi vicina: «Andiamo via?»
«Non vuoi compare i fiori?»
«Magari un'altra volta.»
Leila mi guarda con disappunto ma non ribatte. Saliamo in macchina e poco dopo giungiamo a destinazione. Mentre Leila mi aiuta scaricare le varie buste dal cofano dell'auto, Arthur esce dalla piccola abitazione, venendoci incontro ed aiutandoci. Il Warg si avvicina all'amata e deposita un casto bacio sulle sue labbra, guardando poi me con disprezzo. Come dargli torto? Ho insultato lui e la sua gente senza sapere nulla, perciò mi merito il suo risentimento. Senza rendermene conto ad un tratto mi ritrovo sola con lui a scaricare le ultime buste mentre Leila è rimasta dentro casa con Søren. Arthur ne afferra una, ma lo fermo prontamente, guadagnandomi un'occhiataccia.
«Scusami.» Affermo senza giri di parole. «Ho sbagliato a giudicare te e la tua gente senza conoscervi. Mi dispiace tanto e mi scuso per il mio comportamento e le mie parole spiacevoli.»
Compie un profondo respiro e si gratta nervosamente dietro la nuca. Mi guarda con benevolenza: «Il modo in cui hai conosciuto i Warg è stato terribile, ma ciò non ti permette d'insultarci senza conoscerci davvero. Søren ha sbagliato e pagherà per quello che ha fatto.»
«Non siete tutti cattivi. Ora lo so.»
«L'importante è che tu abbia capito l'errore e che stia rimediando. Accetto le tue scuse, ma la prossima volta che m'insulterai non sarò clemente. Leila parla sempre di te e ti descrive come una donna più unica che rara, perciò credo tu sia speciale.»
«Ti ringrazio ma non sono così diversa dalle altre umane.»
«Eppure cerchi sempre di aiutare l'altro. Inoltre, in quest'ultimo periodo, hai subito l'inimmaginabile e non ti sei spezzata. Ti ammiro molto per questo.»
«RAISSA! ARTHUR!» Urla Leila dalla porta d'ingresso.
«Arriviamo!» Grida di rimando il Warg.
«Grazie Arthur.»
Accenna un sorriso per poi farmi cenno d'entrare. Dopo aver sistemato le buste in camera, ritorno in salone dove i due Warg e Leila sono già pronti ad uscire. Li guardo contrariata ed attendo chiarimenti. Leila, dopo averli guardati, prende parola: «Stiamo andando in un pub con gli altri, vorresti venire?»
«In questo modo conosceresti il nostro gruppo.» Spiega Arthur.
«Non credo sia una buona idea.» S'intromette Søren, sbuffando infastidito.
Giuro che fino alla fine lo ucciderò. Non fa nulla se anch'io sentirò dolore a causa del Bond, ma ne varrà la pena. Riesco a stento a viverci insieme. Compio un profondo respiro, tentando di mantenere il controllo, e, ignorando Søren, rispondo con garbo ai due amanti: «Vi ringrazio, ma sono stanchissima a causa dello shopping sfrenato. Mi unirò sicuramente la prossima volta volta.»
«Se ci sarà.» Ringhia Søren.
«Ci sarà.» S'impunta Leila, lanciando uno sguardo glaciale al Warg.
«Meglio andar via prima che scoppi la guerra.» Sentenzia Arthur. «Ci vediamo, buona serata a te.»
«Buon divertimento a voi.» Sorrido cordiale.
Vanno via e l'ultimo a varcare l'uscio è proprio Søren, che sbatte con forza la porta per poi serrarla bene. Mi sembra di vivere in un dannatissimo carcere dove però il condannato è la guardia, che si diverte senza alcuna ripercussione. Scuoto il capo rassegnata, mangio un panino ed opto per una doccia rilassante in vasca. Indosso il mio nuovo e profumato pigiama azzurro per poi leggere per l'ennesima volta l'ultima lettera dei miei genitori e mettermi a dormire sull'amaca con le lacrime agli occhi. Per fortuna Morfeo m'accoglie nel suo mondo pochi istanti dopo, avendo pietà di me.
Allora Dreamers nei prossimi capitoli conoscerete gente nuova, capirete meglio cosa sono i Warg e noterete un leggero mutamento nelle azioni della protagonista.
Oggi avete conosciuto, seppur brevemente, Uriel che sarà essenziale per l'intera storia. Dovrete esser voi però a darle un vero ruolo.
Detto ciò...ci vediamo al prossimo capitolo💋💋
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