Uova fritte e bacon

Il breve viaggio in auto sembra durare un'eternità anche a causa degli sguardi del Warg, i quali mi fanno arrossire e provare una strana sensazione allo stomaco. Non posso dar colpa al clima eppure cerco ogni scusa per mentire all'evidenza. Torno alla realtà solo quando frena bruscamente. Balzo giù dalla vettura ed una dolorosa fitta si irradia dalla gamba in tutto il busto, facendomi digrignare i denti per la sofferenza. Le lacrime minacciano d'uscire mentre la ferita continua a pulsare. 

«Potevi aspettare.»

Il timbro grave della sua voce mi fa sussultare. Lo guardo, cercando di mascherare il dolore, e provo a ribattere ma non ci riesco. Il Warg non perde tempo ed afferra il mio borsone dai sedili posteriori per poi consegnarmelo. Il suo occhio mi scruta con estrema intensità tanto da farmi arrossire. Mormoro un «grazie» a bassa voce per poi ghermire il borsone e rivolgere la mia attenzione al suolo, avvertendo il suo sguardo bruciarmi le spalle. All'improvviso una leggera brezza mi smuove i capelli. Alzo il capo e noto Søren dirigersi verso casa. Scrollo le spalle e compio un profondo respiro, facendomi forza. Sarebbe stato troppo irrealistico il suo aiuto per trasportare il borsone. Borbotto tra me e me fin quando non salgo i pochi scalini. Alzo il capo e noto colpita che sta bloccando la porta, permettendomi così di transitare senza altri disturbi. Lo ringrazio ed entro in salone.  

«Lascia il borsone in camera e fatti una vasca.» Ordina con voce atona.

Non riesco a trattenermi. Sbuffo irritata dai suoi modi poco gentili, anche se non posso pretendere nulla. A quanto pare non è abituato ad aiutare umane eppure si sta sforzando di farlo. Dunque non posso ignorare la sua buona volontà, perciò gli rispondo con calma: «Non ho bisogno di un bagno. Mi sono già docciata a casa di Leila dopo...il caos che abbiamo combinato in cucina.»

«Devi riposare.» Ribatte il Warg. «Tra mezz'ora fatti trovare qui, in salone.»

Vorrei controbattere ma sono stanca, perciò prendo il borsone tra le mani e mi dirigo barcollante in camera mentre lui si libera della benda, rivelando il suo iride turchese. Avverto il sguardo bruciarmi la schiena, perciò accelero e mi mordo il labbro così da non lamentarmi del dolore provocato dalla ferita. Non appena arrivo in camera, chiudo la porta e mi accascio contro di essa. Mi siedo a terra e lascio penzolare le braccia lungo i fianchi, i quali inevitabilmente toccano il pavimento. Chiudo gli occhi, compio un profondo respiro e mi beo del silenzio che troneggia in stanza. Avverto la coscia pulsare e la ferita pizzicare, ma non mi lamento. Stringo i denti e lascio scappare una lacrima, la quale macchia il pavimento legnoso. Rimango in ascolto del silenzio mentre il cuore si placa dai precedenti tumulti. Non capisco cosa mi stia accadendo dal risveglio. Sembra come se il mio corpo reclami Søren. Cerco di ricordare ma la mia attenzione si perde non appena un profumo delizioso mi stuzzica l'olfatto. Søren è in cucina intento a preparare qualcosa per attutire la sua fame. Non ha mai preparato nulla per me, non che io abbia mai cucinato qualcosa per lui. Lo stomaco comincia a brontolare, perciò cerco di sbrigarmi. Mi alzo con non poche difficoltà e ghermisco il borsone. Lo trascino e lo abbandono vicino all'armadio per poi dargli le spalle e dirigermi in corridoio. Poco dopo giungo in cucina e subito i miei sensi vengono pervasi dal buon odore. Alzo lo sguardo ed infatti trovo Søren intento a cucinare dell'uovo fritto con bacon. Rimango sull'uscio a fissarlo, poiché non mi era mai capitato di vederlo ai fornelli. Nonostante ciò, non sembra impacciato ed anzi destreggia bene sia la padella che i vari arnesi da cucina.

«Sei arrivata.»

Sobbalzo presa in contropiede. Avverto il cuore pulsare più rapidamente e la gola seccarsi. Accidenti!

«Tra meno di un minuto è pronta la cena.»

Rimango ferma, inebetita. Son sicura di aver sentito qualcosa di sbagliato, perciò scuoto il capo e mi avvicino al frigorifero. Lo apro ed infilo dentro la testa così da scegliere cosa mangiare. 

BOOM!

Compio un balzo all'indietro per poi fissare irritata il Warg, il quale tiene la mano poggiata con forza sull'anta del frigorifero. Mi guarda così intensamente da farmi venire le palpitazioni. Basta! Mi devo riprendere! Diniego energicamente il capo e lo fisso dritto negli occhi eterocromi.

«La cena è pronta.» Annuncia in un ringhio.

«Infatti stavo scegliendo cosa mangiare.» Rispondo a tono.

«Non c'è bisogno.»

Lo scruto incredula. Ha cucinato pure per me?

«Ho gettato troppe uova in padella quindi c'è un piatto pure per te.»

Trattengo a stento un sorriso. A quanto pare non sono l'unica a non accettare i cambiamenti che stanno avvenendo in questa casa! Il Warg ghermisce uno dei due piatti e mi si avvicina. Istintivamente indietreggio per poi bloccarmi a causa del suo sguardo intenso. All'improvviso avverto il corpo colpito da un forte calore come per reclamare il contatto con il Warg. A causa della sua vicinanza avverto il suo respiro solleticarmi il volto ed il suo sguardo bruciarmi la pelle. Percepisco una strana sensazione tra le cosce, perciò istintivamente le chiudo. Il mio gesto non passa inosservato al Warg, il quale ringhia e cerca disperatamente di controllarsi. Cosa ci sta succedendo? Il mio sguardo si posa sulle sue labbra ma, prima che qualcosa possa accadere, volta il capo: «Tu ceni in cucina.» 

Non riesco a ribattere, poiché è già sparito dalla mia vista. Non appena sento il rumore della porta che si chiude, espiro e porto una mano sul cuore impazzito. Cosa sta succedendo? Scossa mi alzo e mi avvicino al piano cottura, servendomi la cena. Assaporo il cibo squisito per poi pulire le stoviglie quando sento ancora una volta il rumore della porta. Non mi volto visto che so di chi si tratta, percependo poco dopo la sua presenza alle mie spalle. 

«Esco.»

Acconsento in silenzio mentre continuo a lavare i piatti. 

«Dormi sull'amaca.»

«Non posso.» Ribatto irritata, guardandolo di sottecchi. «La ferita non me lo permette.»

«Dormi sull'amaca.» 

Emetto un gemito di frustrazione mentre il Warg esce di casa. Perché deve comportarsi sempre così? Impormi cose del tutto impossibili di certo non lo aiuterà a migliorare la nostra relazione e renderà la convivenza ancora più insopportabile. Sospiro spazientita e termino di lavare le stoviglie. Sto per entrare in camera quando opto per un bagno caldo. M'infilo il pigiama e vado a letto. Non appena entro in camera, mi fermo e guardo sorpresa quello che ha fatto Søren: ha abbassato l'amaca affinché non mi sforzassi a salire. Dopo un primo istante di shock, mi riprendo e con non poca difficoltà mi sistemo nel mio giaciglio. Sospiro beata e volgo il capo verso il suo letto. Chissà per quale motivo non permette a nessuno di dormirci su! Rifletto su alcune possibili teorie fin quando non mi addormento.

Allora Dreamers...il rapporto tra i due sta mutando anche se con molta, ma molta difficoltà. Cosa ne pensate? Cosa credete sia il "letto" per il Warg?

Dubbi? Supposizioni? Certezze?

Io vi aspetto al prossimo aggiornamento, sperando sempre che la storia vi stia prendendo e piacendo ❤️❤️

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