Scontro di anime
Dal primo allenamento è trascorso un mese. Pian piano sto migliorando le tecniche di difesa ed attacco, oltre ad apprezzare sempre più Jake, il quale si è rivelato essere non solo un bravo istruttore ma anche un Warg dal gran cuore. Nonostante la freddezza dei primi giorni, poi si è rivelato l'esatto opposto. Spesso sorride, ha sempre la battuta a portata di mano e l'energia giusta per lottare quando cala il sole. Con lui riesco a rilassarmi ed a scacciare i brutti ricordi ed i fastidi momentanei. Eppure nell'ultimo periodo la convivenza con Søren è migliorata, ovvero non porta più a casa Warg poco vestite e mi saluta ogniqualvolta mi vede. Ogni sera mi accompagna a casa dopo il lavoro in libreria, lasciandomi poi sola. Per fortuna c'è Leila che mi fa compagnia durante il pomeriggio! Posso, dunque, dire di esser caduta in una routine senza infamia né lode.
DRIN! DRIN! DRIN! DRIN!
Fisso con occhi febbrili il telefono vibrante in salone. Balzo in piedi e lo afferro, cercando di capire come rispondere alla chiamata. Mi infastidisco poiché non riesco a risolvere subito il problema. L'aggeggio elettronico mi stordisce tanto da spingermi a lanciarlo fuori dalla finestra. Prima però che ciò accada, non sono come, riesco ad accettare la chiamata.
«Ray sei proprio un bradipo!» Mi beffeggia Leila.
«Non so usare bene questo coso elettronico.»
«Si chiama cellulare.»
«Lo so, ma non ne usavo uno da almeno cinque anni.» Rispondo infastidita. «E comunque grazie per avermelo regalato.»
Leila ride e si rivolge un attimo all'amato per poi riporre l'attenzione sulla telefonata.
«Cos'ha detto la dottoressa? È andata bene la visita?»
«Benissimo, nonostante la piccolina non stia un attimo ferma.»
«Avrà preso sicuramente dalla madre ma...aspetta! Hai detto piccolina?»
Leila ride di cuore mentre mi accomodo su una sedia, incapace star in piedi per l'emozione.
«È una femminuccia.»
«Arthur che ha detto?»
«Uscirà matto con due donne in casa.»
«Soprattutto se avrete la stessa testa.»
«Ehi!»
Trascorro buona parte del pomeriggio a chiacchierare con Leila per poi dirigermi in libreria. Busso più volte fin quando Uriel non m'invita ad entrare. Come al solito proseguo sola sino alla grande sala, sedendomi comodamente sulla poltrona, per poi esser raggiunta dalla druida che porta il vassoio e mi porge una delle due tazze di tè. Assaggio cautamente la bevanda, beandomi del retrogusto amarognolo, mentre Uriel sfoglia il grande tomo posto sulle ginocchia nodose.
«Che ne dici se oggi parlassi del colore del manto dei Warg?» Mi domanda febbricitante, impedendomi così di contrastarla. «I colori più comuni del manto di un qualsiasi Warg sono quattro: nero, bianco, rosso e grigio. Quale tra questi ha attirato maggiormente la tua attenzione?»
«Il nero.»
Prima di cominciare a parlare, Uriel mi lancia uno sguardo ambiguo ed uno strano luccichio balena nei suoi occhi, chiari e vispi.
«Il Warg dal manto nero appartiene ad una specie molto rara, prodotta dalle ibridazioni con altre razze di lupi piuttosto che da una particolare specie. Di solito i lupi neri sono più grossi, feroci e spietati, ovvero i leader per eccellenza. Eppure il modo in cui il gene portatore viene trasmesso è tutt'ora sconosciuto.» Sospira per poi continuare. «Basti pensare al fatto che in passato la nascita di un lupo nero era visto come presagio di guerra e lotta.»
«È terribile!»
L'anziana druida acconsente affranta: «Prossimo colore?»
«Bianco.»
«Il Warg dal pelo bianco appartiene al casato russo Serebrjan. I lupi bianchi sono gli unici delle Antiche Famiglie ad esser riusciti a mantenere il sangue puro grazie ad una politica di matrimoni combinati molto rigida e selettiva.» Legge con estrema enfasi. «Prossimo colore?»
«Grigio.»
«I Warg dal manto grigio sono i più diffusi ed hanno dimensioni simili a quelle dei lupi bianchi, anche se il loro obiettivo è l'aggressività individuale. Sono territoriali e feroci, disposti a sacrificare la loro vita in uno scontro qualsiasi pur di dimostrare la loro furia combattiva.»
«Quindi mancano solo i lupi dal manto rosso?»
Mi sorride compiaciuta: «I Warg dal manto rosso sono spesso di dimensioni ridotte e meno combattivi rispetto agli altri lupi, ma, nonostante ciò, hanno un temperamento focoso e ribelle. Usano la loro agilità e piccolezza negli scontri con i lupi più grandi.»
Gli occhi vispi e chiari di Uriel si posano su di me, facendomi capire il termine della sua narrazione. Subito però mi sorge un dubbio: «Non esistono lupi dal manto marrone?»
«Certamente, ma non hanno capacità molto differenti dagli altri Warg. Diciamo che sono l'ibridazione del lupo rosso e di quello grigio, perciò godono comunque di una forza fuori dal comune. Sono più gioiosi e non puntano a raggiungere una posizione di prestigio attraverso una semplice lotta ordinaria.»
Non replico, anzi rifletto sulle nuove ed interessanti informazioni.
«Il mondo dei Warg è un vero e proprio universo parallelo! Lo conoscerai pian piano e te ne innamorerai sempre più.»
Uriel mi fa ben intendere che non si tratta solo dei Warg in generale, perciò evito di replicare. L'anziana chiude il tomo con non poche difficoltà per poi poggiarlo stancamente su uno degli scaffali più vicini e bassi della libreria. Prende poi le tazzine e le porta via, permettendomi così di effettuare il mio lavoro in libreria. Trascorro il pomeriggio spolverando mensole e tomi, in quanto nessuno dei clienti di oggi ha acquistato qualcosa.
«Raissa.» Uriel mi richiama dai miei pensieri. «Credo sia ora di tornare a casa. Sono già le 20:20.»
«Davvero?!» Esclamo con troppa enfasi, rischiando di cadere dalla scala. «Søren non è venuto?»
«No, perciò devi andar via. Lì fuori è già buio.»
L'ascolto e, senza perder tempo, la saluto ed esco dalla libreria. La brezza serale mi costringe a stringermi nella camicia sbottonata sopra la maglietta a maniche corte. Procedo a passo spedito lungo i vicoli semibui vicini al confine, nonostante non sia un luogo sicuro. Dopo una mezz'oretta giungo a destinazione, notando inquieta il buio penetrante dell'abitazione. Un brivido serpeggia lungo la schiena mentre avverto la gola ardere. Sono preoccupata per Søren, nonostante tutto. Non voglio rivivere un'ulteriore tragedia. Apro il portone con veemenza e lo chiudo con rapidità, accendo la luce e grido: «Søren sono arriv...»
All'improvviso mi ritrovo accasciata ed intrappolata tra una parete ed un ammasso di muscoli. Le mie gambe fasciano in parte i suoi fianchi, le sue braccia mi sfiorano le gote ed i palmi delle sue mani premono contro il muro dietro di me. Le sue labbra sono ad un soffio dalle mie. I nostri respiri si sfiorano appena. Il cuore pulsa rapido in petto mentre il corpo trema. Søren alza il capo, mostrandomi il suo stato di semi trasformazione: le iridi luminose sono rosse e gialle, le unghie innaturalmente lunghe e taglienti e la pelle bollente.
«Søren...»
Poggio le mani sui suoi pettorali per allontanarlo, ma subito le ritraggo, colpita da una forte scarica elettrica. Lo fisso sconvolta quando le sue labbra premono con bisogno contro le mie. Mi bacia con ardore, bramosia e possessione tanto da farmi mancare il fiato. Le sue mani mi ghermiscono i fianchi mentre le mie spingono contro i suoi pettorali, tentando invano di spostarlo. Mi bacia come fossi la sua unica ancora di salvezza, come fossi il suo Tutto. Mi morde con forza il labbro inferiore tanto da farmi sentire il sapore metallico del sangue. Dischiudo le labbra, mugugnando dolorante, ed il bacio s'intensifica. La sua lingua cerca la mia, la trova, l'assapora e la fa sua, conducendola in un ballo passionale. I nostri corpi bruciano ed il respiro mi manca. Senza smettere di baciarmi, si stringe ancor più contro di me, facendomi percepire il suo desiderio. Ed è solo quando avverto la sua eccitazione premuta contro la mia gamba e le sue mani sulla mia carne che ritorno in me. Volgo bruscamente il capo di lato, ma lui non si ferma. Mi bacia il collo, facendomi rabbrividire, e mi stringe a sé. Con le unghie affilate mi strappa la parte inferiore della mia maglietta, costringendomi a gridare tra i singhiozzi: «Søren...Søren...ti prego...fermati.»
Le mi parole non vengono percepite dal Warg, anzi il suo aspetto muta ancora di più: i capelli diventano più scuri e lunghi e la sua pelle comincia a riempirsi di peli. Avverto qualcosa di freddo e pungente sfiorarmi la pelle: le sue zanne. Si sta trasformando.
«Søren fermati.» Sussurro terrorizzata. «Ti prego fermati. Lasciami andare.»
Sussulto e piango disperata. Non voglio più rivivere quell'incubo...non voglio! Senza rendermene conto mi ritrovo a singhiozzare sotto i baci insistenti del Warg.
«Søren...non ti perdonerò mai.»
All'improvviso sento freddo. Dischiudo le palpebre e noto il Warg poco distante da me, che mi guarda colpevole. Mi fissa intontito per poi osservare le sue mani, concretizzando quanto accaduto. Si gratta con forza la nuca e chiude gli occhi. Ringhia per il dolore mentre il pelo gli cade e pian piano riassume sembianze umane. Avverto il cuore pulsarmi forte in petto mentre assisto alla metamorfosi. Mi tocco le labbra, non capendo la mia reazione. Perché all'inizio mi sono lasciata andare? Cosa mi sta succedendo? Søren riapre gli occhi, mostrando le iridi ambra ed azzurra, e mi scruta profondamente avvilito. Con estrema lentezza indietreggia, mettendo maggior distanza tra i nostri corpi, per poi sedersi dinanzi a me con le gambe divaricate. Non osa guardarmi eppure è possibile percepire il suo respiro accelerato ed il battito rapido del cuore.
«Devi andare via.»
«Dove?»
«Da Uriel.»
«Non potrà mai tenermi con sé.»
«Sarà una sistemazione momentanea, giusto per qualche giorno.»
Continua a fissare il pavimento e si stringe con forza la maglietta all'altezza dell'addome, cercando invano di contenere il dolore.
«Søren...cos'hai?»
«Nulla che ti riguarda.»
«Invece m'interessa, in quanto hai cercato di possedermi...ancora.»
Il Warg mi fissa famelico, facendomi avvertire l'ennesima potente scarica della serata.
«Eppure non credo ti sia dispiaciuto.»
«Invece sì.» Ribatto stizzita. «Non...non...voglio aver nulla a che fare con te.»
«È reciproco.»
«Si nota.» Sbuffo spazientita.
Il Warg combatte per rimanere lucido e di certo il battibecco non aiuta. Compie un profondo respiro e con difficoltà, ammette: «Sono in calore.»
«Quindi tu...»
«È impossibile placare i propri istinti.»
«Sempre colpa loro, eh?»
«Se non mi credi, fa pure, ma devi andar via se vuoi salvarti.»
«È buio pesto la fuori e...»
«Ti accompagnerò da Uriel.»
«Ma hai appena detto che...»
«Resisterò.»
«Se non ci riuscirai?»
Il Warg mi zittisce con un'occhiataccia. Senza perder tempo e senza replicare, mi dirigo in camera sotto il suo sguardo vigile ed eccitato.
Uuuu😏😏 non ve lo aspettavate questo momento di fuoco eh? Non me lo aspettavo nemmeno io 😂😂 a dir la verità, ma è uscito così. Voi cosa ne pensate?
Ps. Iscrivetevi al mio canale youtube così possiamo discutere di letture pure lì...mi farebbe piacere incontrarvi su un'altra piattaforma ;)
https://youtu.be/LzZogrtzNVE?si=Ct0HbnFHl5VfEr74
Vi aspetto al prossimo capitolo ❤️
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