Leila...sei viva!

BANG!

Mamma lancia un urlo. Le gambe smettono di reggere il peso del mio corpo, facendomi accasciare a terra. Una goccia di puro orrore abbandona i miei occhi, bagnandomi la gote appena colorita. Il cuore pulsa rapido in petto, il respiro mi si mozza in gola. Sento il grido doloroso di mio padre mentre stringe con forza il braccio ferito dall'arma da fuoco.

«Dunque cosa farete?» Domanda eccitato il più anziano.

«Abbandoneremo questa dannata città! Lo faremo!» Strillo terrificata prima che i miei genitori possano dire qualcosa d'insensato.

Non è il momento di fare gli eroi però so che senza loro di sicuro morirei. Sono la mia ancora di salvezza, il mio mondo, la mia vita. I miei genitori sono quel tassello insostituibile che compone buona parte del mio cuore. Perderli significherebbe morire seduta stante.

«Abbandonerete la città tra tre ore.» Ci avverte divertito l'uomo, facendo ghignare i suoi compagni.

Sento le urla di un uomo ed una donna, poi il tonfo di una porta che viene violentemente chiusa. I passi leggiadri di chi è rimasto in stanza si allontano da me, fermandosi poco dopo. Il dolore alla testa è insostenibile, ma devo capire dove sono e soprattutto con chi. Lentamente e con molta fatica dischiudo le palpebre assopite, vedendo ombrato tutto ciò che mi circonda. Poco a poco la vista migliora, riuscendo così a mettere a fuoco l'intera stanza. Non sono né casa né tanto meno nell'abitazione di...di...di quel raccapricciante Warg. Mi guardo intorno e consto di trovarmi in una stanza d'ospedale, in quanto tutto intorno a me è bianco. Ho una flebo impiantata nel braccio sinistro ed una moltitudine di medicine ordinate sul mobile accanto al mio letto. Noto che in stanza oltre a me c'è una donna. Quest'ultima però mi dà le spalle ed osserva qualcosa fuori dalla finestra. La studio pensierosa mentre un mal di testa cronico martella impetuoso nella mia sventurata testa. Provo ad alzarmi, ma mi si mozza il respiro. Mi piego in due per l'acuto dolore al basso ventre sin quando calde lacrime bagnano le mie gote esangui. 

«AAAAH!» Grido per la fitta atroce.

La donna si volta di scatto, scrutandomi incredula e con le lacrime agli occhi. Mi si avvicina con passo malfermo, guardandomi come fossi un fantasma. Alzo il capo ed incontro il suo sguardo. Riconoscerei ovunque quelle gemme marroni colme di sincerità. Non riesco a crederci. Mi sembra surreale. Lei dovrebbe essere...

«Leila.» Sussurro incredula.

Si ferma al mio fianco, prende posto accanto al mio braccio e con delicatezza mi stringe la mano. Accarezza il dorso, facendo disegni immaginari e circolari, mentre lacrime di gioia solcano il suo viso maturo. La guardo sconvolta e lei mi osserva felice. Sprizza gioia da tutti i pori. Sembra come se fossi la luce tanto attesa alla fine del suo buio tunnel. Lentamente mi metto seduta ma, nonostante stringa i denti per silenziare il dolore, mi si mozza comunque il respiro. La sofferenza che provo è insopportabile. 

«Non muoverti.» Mi ordina dolcemente. «Le ferite sono ancora profonde e non si sono ancora del tutto rimarginate.»

Non le do ascolto. Con non poche difficoltà e con il suo aiuto riesco a sedermi. La guardo e scoppio in lacrime, gettandomi tra le sue braccia. La stringo forte a me come se fosse la mia ancora di salvezza, la mia unica via d'uscita da questo Inferno. Piango contro il suo petto formoso, abbracciandola con tutta la forza che ho in corpo. Una sua mano mi accarezza il capo tremante mentre avverto i suoi singhiozzi vicini al mio orecchio.

«Credevo fossi morta.» Ammetto in un sussurro.

Scioglie la presa, ma rimane comunque accanto a me. A stento riesce a sorridere. 

«La morte è parecchio lontana da me ora come ora.»

«Come sei finita qui?» Le domando curiosa.

«Fui una delle ragazze scelte durante la prima "raccolta" e pertanto condotta al cospetto dei Warg.»

«Non sei ancora fuggita dopo tutti questi anni?! Sono dei mostri, delle creature senza cuore né dignità alcuna!» Strillo infuriata, incapace di trattenere il risentimento. 

«Non sono così, o almeno non tutti.» Cerca di calmarmi, ma ottiene solo un'occhiataccia da parte mia. «Non tutti sono cattivi. Inoltre mi trovo bene qui.» 

Mi sorride senza bugia alcuna. China il capo e guarda il suo ventre tondo. Lo accarezza con amore. Osservo la scena con più attenzione, metabolizzando soltanto ora la realtà. Avverto le gambe tremare e le gote pendere colore. Un brivido freddo mi scorre lungo la schiena. Sto per avere un mancamento. Se non fossi allettata, sicuramente sarei crollata a terra. Non posso e non riesco a crederci. 

«Sei stata violata pure tu ed ora...ora...»

«No Ray, no.» Ride divertita, rassicurandomi. «Aspetto un figlio dall'uomo che amo.»

«Un uomo o un Warg?»

«Warg.»

Un'ira devastante partorita dalla viscere s'impossessa di me. La stringo con forza per le spalle e la scuoto. Mi fermo solo a causa del dolore fisico, il quale mi costringe a digrignare i denti e ad accasciarmi. Il respiro mi si mozza ancora una volta mentre l'addome viene dilaniato da una lama invisibile. La vista mi si appanna a causa delle lacrime. Mi sento male. Tutto questo è sbagliato. Leila mi aiuta a poggiare la schiena contro i cuscini della tastiera del letto d'ospedale: «Non muoverti e non fare scatti improvvisi. Quello che otterresti sarebbe solo altro dolore.» 

«Questo me lo ha fatto uno di loro!» Grido con odio. «Lui mi ha portato via il mio primo bacio, la mia innocenza, TUTTO!»

La porta si spalanca e due uomini, alti e dal fisico robusto, entrano in stanza. Serrano l'entrata per poi darle le spalle. Solo quando si girano verso di me, riconosco il mio stupratore. L'odio m'accende tanto da spingermi ad alzarmi dal letto. Vorrei colpirlo con così tanta forza da fargli perdere conoscenza. Vorrei fargli provare la mia stessa medicina. Gli occhi mi si riempiono di lacrime mentre il ventre viene colpito da una forte fitta. Lo detesto ed ancor più non sopporto la serenità dipinta sul suo volto. Come osa presentarsi al mio capezzale dopo quello che mi ha fatto?  Sembra come se tra noi non sia accaduto nulla. Lentamente i due Warg si avvicinano al letto. Vorrei saltargli addosso e strangolarlo, ma non ne ho le forze. Ringhio furiosa eppure ciò che ottengo è solo un attimo di pausa. Il corvino si siede su una sedia vicino alla porta e rivolge lo sguardo altrove mentre il moro s'accosta a Leila, l'aiuta ad alzarsi e la prende dolcemente per mano. La mia amica mi guarda dritto negli occhi e solo ora capisco. Il Warg accanto a lei, moro e con gli occhi ambrati, è il suo uomo, il padre della creatura che porta in grembo. Purtroppo però stento a crederci. È come se mi rifiutassi di accettare la realtà. 

«Andate via.» Sibilo a denti stretti. «Tutti.»

«Non possiamo.» Risponde il moro con autorità.

«Siete dei mostri e dovete vivere lontano da noi umani. Siete delle bestie senza sentimenti. Seguite solo il vostro istinto, ignorando la volontà dell'altro sino a farlo svenire dopo esser stato violato brutalmente. Siete dei mostri e rimarrete tali per il resto della vostra insulsa vita.» Esplico con tutta l'ira che ho in corpo. «Mi avete portato via tutto. TUTTO!»

«Ti ho salvata.» S'intromette il corvino, trucidandomi con lo sguardo.

«Mi hai salvata e poi cos'hai fatto? Mi hai violentata senza neppure prestare ascolto alle mie suppliche. Se non avessi perso i sensi, mi sarei ritrovata sotto terra per colpa TUA.»

«Ray.» Mi richiama dolcemente Leila. «Devi ascoltarci. Dobbiamo spiegarti che...»

«Cosa Ley? Cosa? Come fai a giustificare uno stupro? Come?!» Urlo fuori di me. 

Tento d'alzarmi, in quanto riesco a gestire appena l'ira che infuria nel mio corpo debilitato. Crollo di ginocchia a terra a causa di un'altra fitta violenta. Il moro mi afferra prontamente per il braccio così da non farmi finire di faccia a terra. Mi scosto con forza da lui, trattenendo a stento la nausea. Il solo essere toccata mi fa venire i brividi. Con estrema difficoltà mi raddrizzo e fisso con odio l'uomo dalla pelle appena abbronzata. Digrigno i denti per il dolore ma non nascondo il risentimento che provo nei confronti di tutti i presenti: «Sapete una cosa?»

«Ray...ti prego, basta.» M'implora Leila con voce rotta.

«No!» Sbotto incapace di controllarmi. «Avrei di gran lunga preferito morire sotto le grinfie del...del...del Vuoto.»

«NO!» Strilla Leila, irrompendo poi in un pianto disperato. 

Tremante mi si accosta. Alza il braccio e per un attimo la mano rimane sospesa in aria, immobile. Mi guarda arrabbiata e mi assesta un sonoro schiaffo sulla gote sinistra tale da farmi girare la testa di lato. Strabuzzo gli occhi per la sorpresa. La guancia è in fiamme. Prima che possa ribattere, mi abbraccia e singhiozza disperata contro il mio petto. Resto immobile, impietrita. Non ho intenzione né voglia di muovermi. Appena stento a capire cosa stia accadendo. Sono sconvolta. 

Ehi Dreamers...Raissa si è svegliata ed ha incontrato la sua migliore amica dopo tanto...tanto...tanto tempo. Lei però è in dolce attesa ed ama follemente un Warg. Realtà inconcepibile da parte della protagonista per ovvie ragioni. Inoltre il suo "stupratore" è lì tranquillo dinanzi a lei.
Cosa succederà?
Scrivete qui sotto nei commenti le vostre idee e le vostre considerazioni a riguardo.

PS. Seguitemi anche su youtube. Link nei commenti del mio profilo wattpad. Mi farebbe piacere discutere di libri con voi.

Vi aspetto al prossimo capitolo😘😘

 

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