L'Origine dei Warg

Il giorno seguente mi faccio forza e pulisco l'intera casa per la prima volta dal mio arrivo. Devo ammettere di esser rimasta stranamente colpita dall'ordine presente in camera da letto e nell'armadio. Persino in bagno i profumi sono disposti in formazione a seconda del colore e del fiore dal quale viene estratto l'aroma. Dunque, con mia grande sorpresa, devo riconoscere che Søren sia un maniaco dell'ordine. Sono colpita in quanto parecchi uomini non si pongo tale problema, nonostante anche le donne, negli ultimi tempi siano poco inclini all'assetto decoroso della casa. Dopo aver terminato le pulizie, pranzo sola, poiché Leila è rimasta a casa mentre Søren è stato convocato d'urgenza per una riunione straordinaria. In verità lui non condivide mai il pasto con me, anzi spesso e volentieri va via la mattina presto e torna la notte o con una cagna o brillo e furioso con il mondo intero. Bisogna pure aggiungere il fatto che, durante l'arco dell'intera nottata, fa continui incubi, urlando come un dannato e svegliandomi colta dal panico. Devo ammettere che solo solo in quei brevi istanti riconosco la sua poca umanità, poiché, appena si sveglia, ritorna il Warg arrogante ed odioso di sempre. Per fortuna non trascorro con lui molto tempo e, quando ci capita di interloquire, le conversazioni o si basano su monosillabi o sfociano in violenti battibecchi senza fine. In verità la loro fine l'hanno e di solito Søren va via, urlando incollerito e sbattendo con forza la porta dietro di sé. Credo che mi odi più di ogni altra cosa al mondo. Purtroppo però il sentimento non è ricambiato. Perché? Non so il motivo ma non riesco ad odiare nessuno, nemmeno il mio violentatore. Sbuffo infastidita, diniego col capo chino e guardo stanca l'orologio a muro. Sono le 15:17. Penso sia giunto il momento d'uscire di casa.

Ghermisco la tracolla ed indosso una camicia sbottonata di cotone sopra la maglietta gialla a maniche corte, poiché può capitare che in serata sopraggiunga un vento, freddo ed improvviso. Giro più volte la chiave nella toppa del portone e mi addentro nella vallata. Inutile dire che ogni passate mi lancia occhiate o incuriosite o altamente schifate. Non so cosa sia peggio a dire il vero, ma di una cosa son certa: detesto esser osservata. Accelero il passo sino ad arrivare dinanzi alla libreria. Busso più volte sino a quando non noto gli occhi vispi e lucenti della druida. Mi sorride e m'invita ad entrare. Senza perder tempo mi conduce nella sala principale e mi avvisa d'attendere un istante. Acconsento alla sua richiesta per poi vederla sparire oltre l'uscio. Dopo poco mi volto ed osservo ammaliata la libreria. Mi sembra d'essere in paradiso. Mentre mi perdo nella contemplazione degli innumerevoli tomi, la druida ritorna e mi richiama a gran voce, invitandomi a prendere posto sulla poltrona dinanzi a lei. Dopo aver eseguito il suo ordine, mi porge una delle due tazze di tè e, sorridendo gentile, mi invoglia ad assaggiare la bevanda. Appena l'intruglio, dolce ed aromatico, entra in contatto con le mie papille gustative, mugugno e cerco di non sputarlo. Poggio rapidamente la tazza sul tavolino mentre tento disperata di prendere aria. Non so come non l'abbia notato quando ho preso la tazza, ma il tè è a dir poco bollente. Di sicuro i miei pensieri erano altrove, perciò non me ne sarò accorta. Uriel, avendo assistito alla scena, invece esplode in una risata gioiosa tale da scaldarmi il cuore: «Credo sia meglio cominciare a leggere.» 

Acconsento con un cenno del capo mentre tento di dar sollievo alla lingua ustionata. Uriel mi lancia un ultimo sguardo colmo d'ilarità prima di prendere un libro, vecchio e pesante, color rosso mattone con i bordi in oro. Il tomo è così grande da ricoprire entrambe le cosce della druida.

«Sei pronta?»

«Sì.»

«Bene.» Esordisce più lieta. «Da dove vogliamo partire?»

«Dall'origine.» Asserisco sicura di me, spiegando poi meglio. «In realtà l'origine di ogni essere mi ha sempre incuriosito, soprattutto se si tratta di figure mistiche come i Warg.»

Sorride soddisfatta e domanda retoricamente: «Dunque cominciamo?»

Accenno un sicuro sì, impaziente d'ascoltare la verità.

«Si narra che i Warg originari, Sköll e Hati, fossero guardiani del Sole e della Luna e portassero lietezza agli uomini. Quando però decisero di chiudersi in un corpo, scelsero quello dei lupi più forti. In passato con Warg s'indicavano i lupi che servivano da cavalcature per umanoidi pericolosi o re valorosi affinché sconfiggessero i nemici durante le battaglie. Con il passare del tempo però i loro discendenti si emulsionarono con i rispettivi sovrani impavidi, dando così origine all'uomo con lo spirito di lupo, chiamato ora comunemente Warg.» Si blocca per un istante, continuando poi il racconto accattivante. «Per molto tempo i Warg vissero nelle foreste e nei boschi per poi addentrarsi nei villaggi ed immischiarsi con la gente del posto. Purtroppo un giorno, a causa delle continue catastrofi naturali e della malvagità dell'uomo, furono catturati, seviziati ed uccisi senza pietà alcuna sino a giungere alla loro apparente scomparsa, in quanto i pochi superstiti continuarono a vivere nascosti nelle foreste. Nonostante il male loro inflitto dagli umani, i Warg non riuscirono mai ad odiarli. Giustificarono e giustificano ancora oggi la loro azione assassina come la causa della loro ignoranza e paura.»

Uriel smette di parlare, colta dalla commozione, e mi guarda con attenzione. I suoi occhi indagatori mi mettono in soggezione, eppure tento di non mostrarlo, in quanto potrei sembrare o meschina o stolta.

«Cosa ne pensi dell'origine?» Chiede la druida.

«Non so cosa dire.»

«Come mai?»

«Non avrei mai potuto pensarci, neanche lontanamente.»

«Riguardo cosa?»

«La loro vera origine e...» Sospira conscia di quello che dirò. «Non avrei mai creduto che i Warg fossero così magnanimi da non voler sterminare la razza umana dopo quello che hanno inflitto loro.»

«I Warg hanno un cuore grande. Questo però può risultare sia un pregio che un difetto.»

«Perché?»

«Coloro che portano l'anima macchiata dalla libidine, dal denaro e dal sangue sono i Warg peggiori. Possono distruggerti senza provare rimorso o inquietudine verso se stessi. Sono capaci di compiere le azioni più impensabili.»

«Com'è possibile? I Warg originari erano dei guardiani?»

«Certamente, ma dopo l'emulsione con gli umani, non tutti hanno scelto la via del perdono. Alcuni sono stati corrotti dall'animo umano, lacerati nel profondo e costretti a marcire.»

«È orribile!» Esclamo indignata.

Uriel acconsente, stringendo le braccia al petto prosperoso: «La cosa peggiore è che stanno aumentando sempre più.»

«Non è possibile!»

«Ti assicuro che non solo gli umani sono in pericolo, ma anche gli stessi Warg. Se credi che Søren sia malvagio, allora non hai visto nulla.»

«Solo lui lo è.» Ribatto stizzita, volgendo il capo di lato. «Gli altri sono più gentili.»

«Ti garantisco che Søren non avrebbe mai inflitto una tale sofferenza a nessuno perché non è nel suo DNA compiere un'atrocità del genere.»

«Ma l'ha fatto!»

Uriel sospira stanca e conscia del fatto che non cambierò opinione da un momento all'altro. Chiude il libro con difficoltà, lo poggia sul tavolo e poi mi guarda con innata maternità: «Se continuerai a venire, allora tutto ti sarà più chiaro. Credo che alla fine capirai Søren e lo perdonerai tanto da sgridare te stessa per esser stata così dura con lui.»

«Mi ha stuprata!» Esclamo incredula e furiosa.

«Non è possibile dimenticare la sua immonda azione, ma ti assicuro che capirai.»

Lascio cadere la conversazione perché non avrebbe senso andare avanti, poiché Uriel non demorde. L'assurdità è che nessuno è davvero dalla mia parte. Eppure i fatti parlano chiaro: verba volant, scripta manet.

«Pronta per cominciare il tuo primo turno di lavoro?»

Acconsento e la seguo tra gli innumerevoli ed immensi scaffali in legno antico. Uriel mi spiega in dettaglio la mia mansione e devo ammettere che il compito che mi ha assegnato mi permetterà non solo di conoscere la gente del posto e consigliare libri ma soprattutto leggerli. Non mi sembra reale. Finalmente potrò viaggiare con la mente e vivere in posti incantevoli. Fortunatamente o sfortunatamente questa sera non sono venuti molti clienti, ma quei pochi mi hanno osservata schifati ed incuriositi al tempo stesso. Detesto esser fissata ed ancora di più disprezzata per la mia natura. Posso capire le loro ragioni, poiché gli esseri umani sono meno capaci dei Warg a compiere qualsiasi cosa, oltre al fatto che hanno quasi sterminato la loro razza. Come biasimarli! Nonostante ciò, bisogna capire che non tutti gli umani sono malvagi. Non è corretto odiarli solo per le azioni dei loro avi o dei coetanei meschini. Lo stesso discorso vale per i Warg. Non si può generalizzare una cattiva azione compiuta da pochi e far sì che tutti indistintamente paghino per le atrocità commesse.

«Raissa!» Mi richiama Uriel, entrando in sala e facendomi tornare alla realtà.

«Dimmi.»

«Stanno bussando con forza alla porta...non dovremmo attendere clienti a quest'ora, poiché la libreria è chiusa. Saresti così gentile da andare a vedere chi è?»

«Certamente.»

M'incammino lungo l'unico corridoio che divide le varie sale, udendo il bussare sempre più forte. All'improvviso arresto la mia avanzata, avvertendo una sensazione sinistra, quando riconosco un odore familiare di aghi di pino e terra bagnata. Un brivido mi scorre lungo la schiena, destabilizzandomi. Avverto i passi di Uriel divenire sempre più distinti sin quando non mi raggiunge. La druida mi scruta con cipiglio per poi addolcire i lineamenti del volto raggrinzito. Mi supera con poche falcate sino a bloccarsi dinanzi alla porta. Poggia la mano rugosa e pallida sulla maniglia dorata per poi abbassarla di poco. Una debole luce artificiale invade il corridoio semibuio, facendomi intravedere l'inconfondibile figura del Warg. Lui è qui.

Allora Dreamers...cosa ne pensate dell'origine?
Comunque...sinceramente ho fatto delle ricerche e nella mitologia norrena seriamente si parla di queste creature🥰🥰.

Allora...cosa ne pensate del capitolo? Interessante o no?

Io vi aspetto al prossimo 😘😘

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