Hans?!

Muovo febbrilmente le iridi, non riuscendo a dischiudere le palpebre. Sento delle voci, o per meglio dire delle urla, e rumori non ben definiti, i quali mi spingono a tornare cosciente. Avverto un dolore muto al collo e la testa pulsare. Percepisco degli strani spostamenti d'aria. Smetto di respirare e dischiudo le palpebre per poi compiere un profondo respiro tale da attirare l'attenzione dei presenti. Leila si getta su di me e mi stringe con forza contro il petto, accarezzandomi il capo con fare materno, mentre singhiozza tra i miei capelli. Con calma mi metto a sedere, tentando di non dar troppo peso ai capogiri. Leila singhiozza sollevata tra le mie braccia, sussurrando frasi sconnesse e prive di significato. La guardo confusa, non comprendendo la sua reazione, per poi alzare il capo ed incontrare gli occhi velati di lacrime di Rose. Abbozzo un sorriso, che lei ricambia, per poi avvicinarsi, chinarsi ed abbracciarmi. Dopo non so quanto tempo, la dottoressa c'invita a sciogliere la presa ed a respirare a pieni polmoni. Mi metto a sedere meglio sul pavimento, facendo aderire la schiena alla vasca. All'improvviso frammenti confusi m'investono come un'onda contro una scogliera, destabilizzandomi. Ora comincio a ricordare: il Warg ferito, la vasca, le erbe, la discussione ed il colpo finale. Istintivamente alzo il capo ed incontro gli sguardi timorosi e tristi delle due donne.

«Siete state voi a trovarmi così?» A stento rimango calma. 

«Alle cinque di questa mattina ti ha trovata Robert ai piedi della vasca priva di sensi.» Mi rivela Leila a bassa voce. «Arthur invece è tornato all'alba con Søren, Jake e gli altri Warg.»

M'irrigidisco e la gola mi si secca. Comincio a tremare e non per il freddo. Prima però che possa perdermi nei miei pensieri, domando direttamente alle due donne: «Dunque...Søren sa?»

«È corso qui non appena è tornato al villaggio.»

«La scorsa notte Robert avvisò telepaticamente l'Alpha. Arthur non ha aspettato un secondo di più ed è subito tornato con gli altri Warg.» Spiega Rose apparentemente tranquilla. «Robert è arrivato prima di Søren, ma nonostante ciò non è riuscito a non mostrargli te in bagno senza sensi.»

Non riesco a respirare bene. Mi tremano le gambe mentre le lacrime mi pizzicano gli occhi. Perché sono sempre così ingenua? Non faccio altro che creare problemi! Non sono capace nemmeno di proteggermi da sola, mettendo a rischio non solo la mia vita ma anche quella degli altri. 

«Lui dov'è?» Chiedo con un fil di voce.

Si scambiano uno sguardo d'intesa, poi Leila prende parola: «Arthur ha indetto una riunione. Devono discutere dei problemi e delle novità provenienti da dentro le mura. Comunque penso che per il momento sia meglio che tu non lo veda.»

«È andato su tutte le furie quando ha saputo di Hans.» Conclude la dottoressa.

«Hans?» Domando confusa.

«Il Warg che hai aiutato e salvato.»

«Lo conoscono?» Chiedo incredula.

Si scambiano di nuovo uno sguardo d'intesa, indecise sul da farsi. Alla fine Leila mi si avvicina e prende le mie mani tra le sue. Mi scruta seriosa, facendomi rabbrividire. Ingoio a vuoto e le faccio cenno di parlare. Sono pronta. 

«Ti rivelerò tutto, ma non dovrai farne parola con nessuno.»

Acconsento e Leila mi sorride, per poi continuare: «Hans Berg è il fratellastro di Søren. Fa parte di un branco malvagio e feroce, capeggiato da Dimitry Serebrjan...il nonno di Arthur.»

La fisso sconvolta da tale rivelazione. Non avrei mai pensato ad una simile situazione!

«In passato uccisero intere popolazioni, violentarono donne e Warg e trucidarono bambini senza mai mostrare un minimo di pietà. Al termine di ogni conquista i capi facevano il bagno nel sangue dei vinti, bevendolo come fosse il vino più prelibato sulla terra.»

«Dunque sono immortali?» 

«No, non lo sono. Se lo fossero, sarebbe la fine. Eppure, secondo me, la vita perderebbe valore se si fosse immortali. Il tempo ti dona momenti, persone e sentimenti.»

Sia io che Rose la osserviamo interdette e scioccate difatti poco dopo Leila ci schiocca le dita dinanzi ai rispettivi nasi, facendoci ritornare alla realtà. 

«Comunque sussiste il problema, dato che l'arrivo di Hans ha portato non solo i Warg del suo branco ad avvicinarsi, ma ha anche lasciato dietro di sé una via di morte e caos. Non ci vorrà molto prima del prossimo attacco di Dimitry. Ed è proprio per questo motivo che pure tu dovrai partecipare al Galà del ventisette novembre.»

«Di cosa stai parlando?»

«Si tratta di una cerimonia all'interno delle mura dove ci saranno gli Alpha dei branchi più vicini ed i leader della città. Dobbiamo capire il loro gioco ed attaccare prima che lo facciano loro.»

«Perché Dimitry uccide i suoi simili se voi Warg siete la salvezza sia della vostra razza che del genere umano?» 

«La follia del capo è la religione dei seguaci. Dimitry ha visto troppo di questo mondo, perciò si sente costretto a compiere una scelta: morire da eroe o vivere tanto a lungo da diventare cattivo.» Spiega Rose. 

«E lui ha scelto la seconda opzione.» Conclude Leila.

SLAM!

Ci guardiamo negli occhi mentre uno strano formicolio si dirama dalle terminazioni delle mani fino allo stomaco. Il cuore pulsa rapido mentre fatico a mantenere un respirazione regolare. 

«Leila! Rose!» Tuona dal salone.

Mi guardano in attesa di una mia conferma, che non tarda ad arrivare. Ci alziamo ed insieme ci dirigiamo verso il salone. Una forte luce artificiale, estremamente fastidiosa, ci fa chiudere gli occhi per un breve istante. Non appena li riapro, mi scontro con il mare in tempesta e la quercia più vecchia. Una potente scarica elettrica risale lungo la colonna vertebrale mentre le gambe a stento riescono a sostenermi. Il cuore perde un battito mentre le gote s'arrossano. Qualcuno tossisce, permettendomi di tornare alla realtà. Soltanto ora mi rendo conto che ci sono anche Robert, Arthur e Jake. Un silenzio elettrico avvolge i presenti nel salone fin quando Arthur mi si avvicina, fermandosi poi a pochi passi da me.

«Ti ha fatto male?»

«No.»

«Bene.» Esordisce per poi farsi subito serio. «Sei stata tu a farlo entrare in questa casa?»

«Sì.»

La mia voce è quasi un sussurro ed i miei occhi velati di lacrime non versate. Avverto lo sguardo bruciante di Søren sulla pelle e devo ammettere che per la prima volta in vita mia mi sento colpevole. È come se li avessi traditi. È come se lo avessi tradito.

«Sei stata tu a curargli le ferite?»

«Sì.»

Bisbiglio appena. Søren ringhia furioso e mi fissa con un'intensità disarmante. I presenti lo fissano, ma non dicono nulla. Le gote mi si tingono per la vergogna ed un senso di malessere s'insinua sotto pelle.

«L'hai lasciato fuggire?»

Alzo di scatto il capo verso l'Alpha, osservandolo basita ed incredula. Come può pensare una cosa del genere?

«Non l'ha fatto e lo sai bene.» S'intromette Leila, spalleggiandomi.

«Posso confermarlo.» Rivela Rose.

«Quindi non sapevi chi fosse?» Mi domanda Arthur con tono solenne.

«No.» Ammetto sinceramente. «Pensavo fosse uno del branco. Credevo fosse stato attaccato al confine durante la ronda notturna, perciò l'ho aiutato. Non conosco di certo tutti i membri del branco!»

Alla fine alzo la voce, perché è la verità. So di aver sbagliato, ma a mia discolpa devo ammettere di non conoscere per davvero tutti gli abitanti del villaggio. Fisso Arthur dritto negli occhi, cercando di fargli capire la verità. L'Alpha sorride appena e scuote il capo. 

«Scusami se sono sempre così suscettibile, ma non è facile trattare con gli umani.»

«Confermo.» Ride la moglie.

«È difficile capire quando mentite, ma non impossibile. Mi spiace che ti sia trovata al centro di questo gioco pericoloso, però la prossima volta devi essere più furba. Non tutti i Warg sono buoni, proprio come gli umani.»

«Credo d'averlo capito.» 

«Domani Søren t'accompagnerà a casa dove discuteremo di alcune cose di vitale importanza.»

Acconsento e poi rivolgo uno sguardo colmo di gratitudine alle due donne. Dopo poco ci salutano, lasciandomi sola con il Warg. Avverto la sua ira, ma non posso rimanere ferma senza discuterne. Provo ad avvicinarmi quando odo un ringhio roco. Mi fermo con il cuore che pulsa rapido e focalizzo la mia attenzione sulle mani tremanti. Compio un profondo respiro e provo a parlargli: «Søren.» 

«Pulisci prima tutta casa, lascia aperte le finestre e fatti un bagno caldo. Immergiti sino alla punta dei capelli.»

Prima che possa ribattere, il Warg si volta, afferra la giacca e s'incammina verso la porta, verso di me. Senza degnarmi di uno sguardo poggia la mano sulla maniglia. Mi faccio coraggio e gli afferro debolmente il polso. Con un gesto deciso si libera dalla mia presa, rivolgendomi uno sguardo afflitto ed irato.

«Søren...»

«Non voglio sentire la sua presenza né qui né tanto meno su di te.» Tuona con voce roca.

«Mi dispiace.» Ammetto sull'orlo di una crisi di pianto. «Mi dispiace tanto. Non lo sapevo.»

Chino il capo, ma con la coda dell'occhio catturo un gesto fulmineo del suo capo. Accetta le mie scuse e sospira. Avverto un ultimo ringhio e poi più nulla. Søren è andato via.

Hans!
Ecco un altro personaggio essenziale della rosa dei Warg. Allora Dreamers cosa ne pensate? Dire che mi sto divertendo nello scrivere questa storia è nulla 😂😂 in quanto sto dando libero sfogo al sogno ed alla fantasia. Spero sia lo stesso per voi😘😘❤️

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