⚜FAERNEYS- Di ferite e di guerrieri
Avevano percorso la loro strada nel folto dei boschi per lunghe ore, nel silenzio più assoluto. Faerneys sentiva le gambe intorpidite per la lunga cavalcata, ma l'uomo non aveva proposto nessuna pausa e lei si era ripromessa di sopportare.
Le aveva lasciato il cavallo e conduceva le briglie camminandogli accanto, nel più tetro silenzio. A Faerneys quel silenzio stava più che bene; non credeva ancora di voler sapere la verità sul guerriero che le stava accanto, né di quale fosse la sua missione, e neppure di dove stessero andando. Per il momento preferiva osservare.
Non aveva mai visto il mondo fuori da Haara, e stentava a credere a ciò che vedeva; la città era sabbiosa, calda e infestata dagli insetti, mentre quel bosco era assolutamente l'opposto.
Gli alti cedri secolari si innalzavano verso il cielo, e i loro immensi rami frondosi rendevano l'ambiente oscuro come la notte. Non era il genere di bosco che ricordava, però. Era abituata a quelli che riempivano i dintorni del castello di Nordsjalia, agli abeti e ai pini, alle vecchie querce nel parco della fortezza. Aveva sentito dire dal saggio Forsht di come i selvaggi popoli dell'Ovest celebrassero gli antenati come unici déi, e che lo facessero nei boschi dove venivano seppelliti, completi di spada e armatura. Invece, sui boschi del Nord erano sempre circolate strane voci; in particolare sulla Foresta Oscura, ai piedi della Sayrenna, dove si diceva venissero addestrati gli Stregoni. Quando era ancora una bambina ascoltava ogni sera le antiche leggende che raccontava Kentos, il mastro dei cavalli, a lei e ai suoi fratelli. Più di una notte aveva sognato di trovarsi nella Foresta Oscura, assalita da orde di mostri neri creati dai perfidi Stregoni. Fortunatamente quegli incubi erano terminati una volta giunta al Sud. Chissà se anche gli abitanti di Haara possedessero leggende su quel bosco nel quale si trovava in quel momento.
Faerneys sentì improvvisamente tutta la stanchezza di quella notte insonne, ma cercò in ogni modo di tenere gli occhi aperti. Erano rimasti privi di una cavalcatura e di buona parte dei viveri, andati perduti durante la lotta ingaggiata con Meraz di Ashmira. Non osava pensare a cosa fosse accaduto nel Palazzo del Loto dopo la sua scomparsa.
Pensò di chiudere gli occhi per un po', solo qualche minuto per riposare non le avrebbe fatto alcun male. Stava per chiudere gli occhi, quando...
《Non dormire》
《Eh?》
Il guerriero la fulminó con il suo sguardo azzurro, tenendo le briglie.
《È difficile principessa, ma non siamo ancora al sicuro. Voglio raggiungere una radura un po' più nascosta prima di riposare》
《Non siamo ancora lontani?》chiese Faerneys, spalancando gli occhi ancora di più per tenersi sveglia.
《La città è a più di otto ore da qui, ma il mare è ancora abbastanza lontano, tre ore come minimo. La nostra nave non è ancora arrivata, e non lo sarà almeno fino a domani mattina. Dobbiamo tenerci il più lontano possibile da qualsiasi casa o villaggio nei dintorni, e l'unica cosa da fare è attendere la notte per muoverci》
《Chi sei?》domandò improvvisamente Faerneys, come ritornando alla realtà.
Lui la guardò di nuovo, impassibile.
《Sono un'uomo del Nord》
Faerneys non si arrese.
《Come ti chiami?》
《In che modo ti sarebbe utile sapere il mio nome? Tu non mi conosci》
《Ma tu conosci me》ribatté lei.
《E voglio sapere come sia possibile》
L'uomo sospirò e tornò a guardare l'orizzonte, coprendosi gli occhi con la mano tesa.
《Ecco un posto adatto. Fermiamoci》
La luce del giorno era ancora bruciante quando i due si fermarono. L'uomo aiutò Faerneys a smontare, poi condusse il cavallo accanto ad un piccolo ruscello che scorreva lì vicino per abbeverarlo.
Faerneys si sedette sull'erba secca e chiuse gli occhi; era terribilmente stanca, non aveva alcuna voglia di riprendere il suo interrogatorio.
Sperava solo di tornare a casa.
Era ingenuo credere anche solo a una parola dell'uomo che l'aveva rapita, se ne rendeva conto. Ma, arrivata a quel punto, non poteva fare altrimenti.
Era sempre meglio fuggire che rimanere al Palazzo del Loto, con tutte quelle perfide sacerdotesse attorno. Altrettanto orribile sarebbe stato diventare la moglie del figlio del Khadir e vivere per sempre rinchiusa a sfornare bambini.
Non poteva pagare per ciò che aveva fatto suo padre, per quella guerra che aveva fomentato e comandato solo per la sua personale follia. Ricordava ben poco di lui; passava il tempo con i consigli di guerra, oppure tenere udienza ai nobili delle altre casate, o andava a caccia, ai tornei, ai banchetti. Lei e i suoi fratelli studiavano tutto il giorno, e giocavano nel cortile assieme ai figli dei servitori della fortezza. Se suo padre lo veniva a sapere erano guai per tutti, ma per fortuna aveva ben altro da fare che controllare con chi giocassero i suoi figli.
Lei aveva un'amica con cui giocava sempre, la figlia del maniscalco del palazzo, Thalya.
Si arrampicavano insieme sulle mura più alte, e guardavano l'orizzonte, le alte montagne lontane, la cima bianca della Sayrenna sempre coperta dalle nuvole, le foreste verde scuro e le valli sottostanti. Faerneys sapeva che tutto quello apparteneva alla sua famiglia, che erano i Nordsjalia a governarla dalla notte dei tempi ma era consapevole, però, che nessuno poteva veramente possedere il Nord.
Glielo ripeteva ogni volta Kentos, e lei non lo aveva mai dimenticato.
L'uomo che l'aveva rapita tornò, e si sedette di fronte a lei.
Faerneys non aveva nessuna voglia di guardarlo, né di sentirlo parlare, ma rimase in silenzio.
《Mi dispiace non potervi offrire nulla da mangiare, ma le nostre provviste sono andate perdute con il cavallo》
La ragazza restò in silenzio, e non alzò lo sguardo da terra.
《Vi prego di credermi, principessa. Sapete bene che non voglio farvi alcun male o arrecarvi dispiacere》
《Voglio che la smettiate con questa pantomima!》gridò improvvisamente Faerneys, sorpresa lei stessa da tutta quella veemenza.
《Non state facendo nulla per me, ho solo cambiato rapitore. Non è cambiato nulla, sono solo prigioniera di qualcun'altro!》
《Questo non è affatto vero, principessa! Io voglio solo proteggervi e riportarvi a casa, non sono qui per tenervi prigioniera. Se volete rifiutare il mio aiuto non esiterò ad andarmene》
L'uomo la guardava negli occhi, e anche Faerneys finalmente alzò i propri. Per quanto lo volesse, però, non riusciva a trovare alcuna traccia di menzogna nelle sue iridi azzurre.
《Voglio sapere chi siete, da dove venite e dove mi state portando. Non ho intenzione di rispondere a niente finché non saprò quello che voglio》sentenzió, decisa.
《D'accordo, ne avete tutto il diritto. Vi dirò chi sono e per chi lavoro, e inoltre saprete dove ci porterà la nave, se deciderete di salpare con me. In caso contrario sarete libera di andare, e nessuno vi tratterrà》
Faerneys tacque, e lo guardò.
Prima di parlare, l'uomo sospirò.
Gli insetti della foresta tacevano, così come gli uccelli e gli altri animali. Anche il vento aveva smesso di spirare, quasi volessero tutti ascoltare le sue parole.
《Il mio nome è Sigvard di Kardsjalia, ed ero un cavaliere dell'esercito protettore della famiglia reale》
Faerneys ricordava vagamente i Kardsjalia, una famiglia della nobiltà minore che abitava molto più a Nord della fortezza dei Nordsjalia. Nei possedimenti di questa famiglia rientrava anche la Torre Oscura, un'antichissima fortezza in rovina con una pessima nomea fra la gente comune. Si diceva che fosse stata dimora di un'antico e temutissimo re che, tentato dal potere immenso e dalle lusinghe di uno Stregone, aveva trasformato la regione in una landa desolata, devastata dal fuoco della guerra.
Questa storia le era stata raccontata molto tempo prima, proprio da Kentos.
L'uomo, Sigvard, parve intuire i suoi pensieri, ma non disse nulla.
《Dopo la caduta di tuo padre anche il mio si trovò in difficoltà. Non sono figlio primogenito, non avrei potuto ereditare le terre della mia famiglia, e per questo non avevo alcun posto al Nord. Per farmi onore sono venuto a cercarti, e ho trovato aiuto in un vecchio sacerdote del Nord preso schiavo durante la guerra. Mi ha nutrito, e mi ha detto dov'eri. Sono stato addestrato in un gruppo di cui faceva parte anche il mio benefattore, un gruppo di esuli che voleva la rinascita della nostra dinastia, e voleva te. Voleva riportarti a casa, liberarti da un destino infausto e crudele, che non meritavi e non avevi scelto》
Sigvard la guardò di nuovo, e i suoi occhi brillavano.
《Per far rinascere il Nord servivi tu, dovevamo far vedere che chi nasce al Nord resta del Nord, anche se allevato e vessato dalla gente del fuoco. Sei la parte più importante del nostro progetto Faerneys, e senza di te il Nord non può rinascere》
Aveva parlato con convinzione, credeva sul serio in quello che diceva. Era talmente agitato da essersi dimenticato il voi, e l'aveva chiamata per nome.
Faerneys non sapeva cosa rispondere; tutte quelle rivelazioni l'avevano sconvolta.
Pareva incredibile che qualcuno avesse continuato a pensare a lei, dopo tutto quel tempo, addirittura progettando di salvarla. Si era sempre sentita sola, aveva vissuto di ricordi per anni, ma non aveva mai tentato nessuna fuga. Aveva accettato quel destino per il Nord.
E ora il Nord veniva a reclamarla.
《Dove ci porterà la nave?》domandò, tornando a guardare Sigvard.
《Lasceremo la baia di Haara e navigheremo verso ovest, distanziandoci il più possibile dalla costa. Il piano è sbarcare a Punta del Serpente e da lì attraversare le montagne della Corda Innevata. Ci saranno altre persone per te, principessa. Saremo tutti pronti a dare la vita per portarti a casa sana e salva》
A Faerneys tutto quello sembrava incredibile. Aveva la libertà a portata di mano, poteva finalmente tornare a casa, da sua madre e dai suoi adorati fratelli.
《E Jaerneys?》chiese, speranzosa.
Sigvard le sorrise.
《Vostra sorella sta bene. Dicono che vi cerchi di continuo, che chieda sempre di voi. Vi aspetta. Come vi aspetta vostra madre, Hackel e anche la piccola Maelys. Non vi conosce, ma ha visto il vostro ritratto e gioca con i vostri vecchi giocattoli》
Faerneys sorrise a sua volta, con le lacrime agli occhi. Le mancavano come l'aria stessa.
《Tornate al Nord con me, principessa. Avete una vera vita da vivere, e non è qui. Non siete del Sud, non c'è nulla qui per voi》
Faerneys si morse il labbro nel tentativo di non piangere.
Ma era felice, finalmente.
Dopo anni di sofferenze era felice.
Note dell'autrice
Haghesh Ijia, dolcetti! Finalmente sappiamo qualcosa in più di Faerneys e, soprattutto, di Sigvard e delle sue intenzioni. Chissà se riuscirà a realizzare questo bel piano...
Nel prossimo capitolo daremo uno sguardo ad un'altra traversata, quella di Jahamal a bordo della Stella Nera e vedremo cosa sta succedendo...
Fatemi sapere se il capitolo vi è piaciuto e lasciate un voto, se vi va.
Bacetti!
Sofia♥
Ps: I luoghi di cui parlano Faerneys e Sigvard potete vederli meglio nella mappa dell'introduzione, in cui sono visibili anche le terre del Nord.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top