Capitolo 5

È completamente irrilevante. Ecco perché è così interessante.
      (L’assassinio di Roger Ackroyd)

Dopo aver cercato di giustificare la sua azione più d'una volta, raccontandoci quanto fosse stata triste la sua vita, ci disse che il fratello decise di perdonarlo e lo fece scarcerare. Da quel momento Daniel Anderson divenne una sorta di assistente di Charles per sdebitarsi. Ci assicurò che non avrebbe mai più provato ad ucciderlo perché, nonostante tutto quello che era successo, gli voleva bene. Dopo che se ne fu andato, Poirot mi chiese cosa avessi fatto in quelle ore, così cominciai a raccontargli del signor Turner e della sua storia. Circa un quarto d’ora dopo ci venne annunciato il signor Liam Anderson. “La aspettavamo, monsieur Anderson” Liam non rispose e si sedette nella stessa poltrona dove, pochi minuti prima, si era seduto suo zio. Anche Liam, come avevano fatto gli altri prima, raccontò il suo segreto: “Il giorno della morte di mio padre mi arrivò una lettera anonima; naturalmente la aprii subito e la lessi, ma non mi sarei mai aspettato di scoprire una cosa del genere!”

“Continui” propose Poirot

“La lettera diceva che ero stato adottato. I miei genitori non riuscivano ad avere figli, quindi mi adottarono. Naturalmente non potevano immaginare che, solo 2 anni dopo, sarebbe nato mio fratello. Dopo aver letto la lettera, andai subito da mio padre a chiedere spiegazioni, lui confermò le parole della lettera. Dopo aver scoperto la verità, decisi di andare a cercare i miei veri genitori, quindi chiesi a mio padre di darmi tutti i documenti che potessero aiutarmi a trovarli. L’ho pregato, ma lui si è rifiutato! Mi ricordai che la lettera parlava della possibilità di avere tutti i documenti necessari a trovare i miei veri genitori: ho seguito le indicazioni e sono arrivato vicino a una casa abbandonata. Ho aspettato per ore che qualcuno arrivasse ma, purtroppo, non si presentò nessuno, quindi tornai a casa. Durante la partita di bridge mi alzai solo per cercare i documenti, non per avvelenare il caffè di mio padre!” esclamò e subito dopo si alzò.

Quando stava per andarsene, Poirot lo fermò e gli disse: “Posso farle un’ultima domanda? Da quanto tempo il signor Turner vive da voi?”

“Da circa un mese” rispose Liam, e se ne andò.

“Cosa ne pensa?”  domandò Poirot rivolgendosi a me

“Credo che stia mentendo. Probabilmente la lettera è una sua invenzione, infatti ha detto di essere andato in un luogo deserto dove nessuno può averlo visto. Inoltre sembra che sia stato proprio lui a comprare il laudano e ad avvelenare suo padre per tutto questo tempo. Probabilmente ha mentito anche sul momento in cui ha scoperto di essere stato adottato”

“C’est possible” rispose Poirot “ma non credo che sia andata così” lo guardai confuso “Sa della mia piccola mania, tra qualche giorno riuniremo tutti e svelerò il nome dell’assassino, ma prima mi serve un'ultima cosa”. Non protestai, sapevo che sarebbe stato inutile. Proprio in quel momento la proprietaria della locanda ci portò un telegramma. Qui riporto le parole esatte:
“So qualcosa che potrebbe esservi utile. Ci vediamo stasera nella stalla della villa. Non dite niente a nessuno. Robert Turner".

Poirot sembrava confuso, sicuramente non si aspettava che ci fosse qualcos’altro da scoprire e, soprattutto, non pensava che qualcun’altro avrebbe confessato. Corremmo verso la villa degli Anderson ma, quando arrivammo, vedemmo un gruppo di persone davanti alla stalla. Il signor Daniel ci corse incontro, raccontandoci che Turner era stato visto entrare nella stalla e che, poco dopo, questa era esplosa. Dentro era stato trovato un cadavere           (probabilmente proprio quello di Turner dato che, secondo alcuni testimoni, nessun altro era entrato). Prima dell’esplosione era stato visto un uomo chiudere entrambe le uscite, secondo la polizia fu lo stesso uomo a provocare l’esplosione.

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