Capitolo 4
È bene sospettare di tutti, finché non si riesce a dimostrare che sono innocenti.
(Poirot a Styles Court)
Il giorno dopo andammo alla villa degli Anderson. Poirot convocò tutti in giardino e, quando gli Anderson e il signor Turner arrivarono, si alzò e disse:
“Messieurs e mesdames, vi ho convocati qui per un preciso motivo” tutti sembravano confusi e tesi “ho motivo di credere che monsieur Anderson sia stato ucciso. Ieri ho ricevuto i risultati dell’autopsia e, come immaginavo, Charles Anderson è morto per avvelenamento da laudano. Mi appello a tutti voi. Voglio la verità e, anche a vostro discapito, riuscirò a scoprirla. Nessuno ha niente da dire?” nessuno rispose e Poirot, ridendo sotto i baffi, se ne andò. A quel punto ci separammo: Poirot mi chiese di controllare in tutte le farmacie della città e anche in quelle vicine se qualcuno avesse comprato laudano in quegli ultimi mesi. Ero andato in decine di farmacie nelle vicinanze di Bedford e, ormai, mancava l’ultima. Dopo essermi presentato feci la domanda che ripetevo da ore; il farmacista mi diede la lista dei nomi di chi comprava nella farmacia. Sobbalzai per ciò che avevo appena letto e corsi in fretta da Poirot.
Ci incontrammo nella baracca di fronte all’albergo.
“Quindi il caso è risolto, è stato il figlio! L’avrà ucciso per l’eredità!” dissi io
“Il caso non è ancora chiuso, non riesco a spiegarmi ancora alcune cose. Ora devo andare, mon ami, nell’hotel c’è qualcuno che mi aspetta. Lei vada pure a fare una passeggiata” sembrava che Poirot volesse cacciarmi.
Non avevo ancora avuto modo di vedere il meraviglioso lago per il quale molte persone venivano in vacanza a Bedford. Quando arrivai, notai subito un viso familiare: Robert Turner. Ci salutammo e passammo il pomeriggio insieme. Robert mi parlò di tutti i suoi magnifici viaggi e delle sue avventure.
“Ha sempre voluto vedere il mondo, essere un viaggiatore?” chiesi curioso
“Si! Fin da piccolo, anche se…” esitò e io lo incitai a continuare
“Mio fratello maggiore voleva diventare un medico e, quando è morto, i miei genitori mi convinsero e prendere il suo posto. Per molti anni ho esercitato questa professione ma, quando i miei genitori sono morti, ho deciso di lasciare tutto e di viaggiare!” la sua storia era incredibile, pensai che sembrava un romanzo d’avventura. Qualche ora dopo il nostro incontro tornai nell'albergo. Poirot mi disse che era venuta a trovarlo la signora Sophia e mi raccontò della loro conversazione con massima precisione.
“Si accomodi, modemoiselle” la donna entrò nella stanza con aria preoccupata.
“Mi dica tutto, mademoiselle. La ascolto” disse lui
“Bene, voglio che sappia che ero molto indecisa: non sapevo se venire e dirle la verità o far finta di niente. Dopo il suo discorso di stamattina, e conoscendo anche la sua reputazione, ho capito che, per evitare fraintendimenti, sarebbe stato meglio venire subito da lei. Mio suocero, il signor Anderson, aveva scoperto un mio segreto” Sophia raccontò che Charles Anderson, qualche giorno prima, aveva trovato una lettera della nuora destinata al suo amante. Il signor Anderson, aprendola, scoprì del tradimento.
“Ed è per questo che durante il pomeriggio ha avuto un litigio con suo suocero. La sera, dopo aver sentito che il camino dello studio era stato acceso, decise di andare e di distruggere l’unica prova che dimostrava il suo tradimento”. Lei era molto confusa, sicuramente non pensava che Poirot sapesse già tutto. I due si salutarono e lei uscì dalla stanza senza dire altro.
“Come sapeva del tradimento?” chiesi quando finì di raccontare.
“Ho solo usato le piccole cellule grigie, mon ami! Sapevo che monsieur Anderson avesse litigato con qualcuno a proposito di uno scandalo coniugale; quando siamo andati nello studio,ho capito subito che ci dovesse essere qualcosa che provasse il tradimento, per questo ho cercato nel camino e voilà, ecco la lettera!” ero ancora perplesso, come aveva capito che a scrivere la lettera fosse stata la signora Sophia?
“Glielo dirò dopo, mon ami, ora abbiamo un altro ospite”. In quel momento entrò Daniel Anderson.
“Salve, monsieur. Si sieda pure” Daniel si sedette e cominciò a parlare: “Il mio è un segreto che io e mio fratello abbiamo tenuto nascosto per anni. Ho deciso comunque di dirvi tutto per dimostrarvi che non c’entro niente con tutta questa faccenda! Circa 15 anni fa mio padre è morto e ha lasciato la villa e buona parte dell’eredità a mio fratello Charles. Ho sempre saputo che lui fosse il preferito dei miei genitori e dovete capire che questo mi è sempre pesato molto. Quando è stato letto il testamento, naturalmente mi sono arrabbiato moltissimo e… ero così arrabbiato che, quando siamo rimasti soli, io...io... io ho provato ad uccidere mio fratello”.
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