Capitolo 3
Pochissimi di noi sono ciò che sembrano.
(L’uomo nella nebbia)
Alle otto e mezza,come ci era già stato anticipato, venne annunciata la cena. Poco prima che venisse servita, il signor Daniel ci presentò la sua famiglia. Liam era il più grande dei due figli di Charles Anderson; era un uomo alto, sulla quarantina con i capelli biondi e, almeno fisicamente, non assomigliava completamente a suo padre. In seguito, vedendo dei ritratti della madre, scoprii che non assomigliava neanche a lei. Sua moglie Sophia era una bella donna con i capelli ramati e, anche lei, poteva avere circa quarant’anni. Dopo qualche minuto, scusandosi per il ritardo, entrò Robert Turner, amico di vecchia data della vittima.
Infine conoscemmo Parker, il maggiordomo, Annie, la cameriera più giovane, e Brown, il segretario del signor Anderson.
La cena fu piuttosto tranquilla e, di comune accordo, non parlammo della tragedia avvenuta la sera prima. Dopo cena, però, Poirot espresse il desiderio di parlare con i componenti della famiglia, il signor Turner, e tutta la servitù.
Uno scricchiolio annunciò l’arrivo del signor Liam. In quel momento sembrava molto agitato. Per prima cosa Poirot gli fece alcune domande generiche: età, da quanto tempo era sposato, se aveva sempre vissuto in quella villa.
“Come forse le ha già accennato suo zio, c’è la possibilità che suo padre sia stato assassinato. Se è andata veramente così, molto probabilmente l’assassino si trovava nella sala da pranzo e stava giocando a bridge. Monsieur, la prego di raccontarmi cosa ha fatto ieri pomeriggio.”
Ci guardò come disorientato, probabilmente perché non aveva neanche preso in considerazione la possibilità che suo padre fosse stato ucciso. Dopo qualche interminabile secondo rispose.
“Sono stato tutto il pomeriggio fuori città per delle commissioni. Sono tornato a casa alle 8. Quello che è successo dopo, credo lo sappia.” disse Liam
“Si è mai alzato dal tavolo?” chiese Poirot
“Si, una volta. Erano le 9:30 circa” affermò l'altro
“Posso chiederle per quale motivo” domandò lui
“Per bere” disse il figlio
“Un’ultima domanda, monsieur. Chi altro si è alzato?”
“Credo tutti almeno una volta” dichiarò il signor Liam
Poirot lo congedò e, qualche minuto dopo, arrivò sua moglie Sophia. Poirot le fece le stesse domande fatte poco prima al marito. Lei ci spiegò di essere stata fuori casa fino alle 5 circa e di non aver incontrato il signor Anderson fino all’ora di cena.
“Madame, credo che anche lei si sia alzata dal tavolo” affermò il mio amico
“E’ così” La signora sembrava molto agitata, come se non volesse parlarne.
“Ieri pomeriggio, verso le sei, ha sentito, per caso, qualcuno discutere con monsieur Anderson nel suo studio?”
“No, signore. A quell’ora ero nel soggiorno, che si trova nella parte opposta della casa”. Poirot annuì e la mandò via. Intanto entrò il signor Robert Turner.
“Come vi siete conosciuti lei e monsieur?” chiese Poirot
“In guerra, eravamo nella stessa pattuglia” rispose Robert Turner
“Siete amici da molto tempo, quindi” affermò Poirot
“Si, da più di quarantt’anni” rispose lui
“Lei dove vive?” chiese l'investigatore
“Io viaggio per il mondo, non ho una casa fissa” dichiarò l'uomo
“Ieri pomeriggio dove si trovava?”
“Sono rimasto a casa fino alle 5, dopo sono andato nel bosco per fare una passeggiata.” rispose prontamente il signor Turner
“Alle tre ha sentito qualcuno discutere?” esitò un attimo
“A dire la verità, si. Mi trovavo in giardino quando ho sentito delle urla provenire dalla stanza di Charles”
“Ha capito per cosa discutevano?” domandò Poirot
“No, non mi sembrava rispettoso origliare” rispose lui
“Capisco perfettamente, monsieur”
Quando il signor Turner se ne fu andato, io e Poirot andammo nello studio della vittima. Quando arrivammo, Poirot cominciò, come un vero segugio, ad ispezionare la stanza.
“Il fuoco brucia e distrugge, ma forse potrebbe…” Si avvicinò al camino e, dopo che gli passai le molle, gridò trionfante per la sua scoperta.
“Ecco, mon ami! Che le pare?” ispezionai il foglio.
“Questa è carta da lettere” esclamai io
“Esatto, mon ami. Andiamo a chiamare la signorina Lucy”. Poco dopo bussò la cameriera.
“Entri, mademoiselle. L’ho chiamata per farle una domanda: il suo padrone ieri le ha chiesto di accendere il fuoco?”
“Solo di sera, signore. Alle 10 (sono quasi sicura che fossero le 10) mi ha mandata a chiamare e mi ha chiesto di accendere il fuoco, dato che presto sarebbe andato nello studio per controllare dei documenti” dichiarò la donna
“Qualcuno potrebbe aver sentito questa richiesta?” chiese lui
“Non saprei, signore. Certo non è da escludere. Eravamo in sala da pranzo e, anche se sembravano tutti presi dal gioco, potrebbero aver sentito qualcosa, signore”
“La ringrazio, mademoiselle, e mi scusi per il disturbo”.
Quando la signorina Lucy uscì, Poirot mi disse: “E’ meglio andare, ormai è tardi. Torneremo domani mattina per continuare le indagini”. Prima di uscire vidi il quadro della signora Anderson e feci notare a Poirot quanto Liam fosse diverso sia dal padre che dalla madre. I suoi occhi si illuminarono.
“Lei è un genio, Hastings!”. Disse solo questo e, durante il resto del tragitto, non parlammo. Poirot era pensieroso e, come sempre, non voleva condividere le sue riflessioni con me.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top