Tra le nuvole [1]

 « The other day they were alive, and now they're floating at the top
I knew they wouldn't live forever,
and now they're just a bunch of dead sea monkeys
»

[Dead sea monkeys - Lemon Demon]




Navi strinse le mani attorno alla ciotola tiepida e osservò distrattamente i cubetti di verdura galleggiare nel brodo dorato.

Profumava di erbe di montagna e di profondità boschive, come se durante la cottura qualcuno ci avesse lasciato cadere un pizzico di forza vitale, la stessa che permetteva agli alberi di crescere e ai fiori di sbocciare.

Uno sbuffo di nuvola le accarezzò i capelli con tenerezza mentre Navi raddrizzava la schiena contro il parapetto del vascello. Prese cautamente un sorso di zuppa. Il sapore le corse caldo lungo la gola e qualcosa di pesante dentro di lei sembrò sciogliersi e sparire.

Allour – Ouioui la raggiunse ancheggiando, sbucando dalla botola sottocoperta con un sorriso sbilenco e le vesti larghe che gli si dimenavano addosso come bandiere imperiose. Si accomodò a gambe divaricate su una cassa, proprio affianco a lei. Nonostante Navi fosse seduta per terra, i loro occhi erano alla stessa altezza. Quelli del mercante erano tondi e scuri come lucidi fondi di botte – Mia moglie Mocha vuole assicurarsi che tu ti riprenda presto – l'uomo si sporse lievemente verso di lei e le strizzò l'occhio – Tes amis saranno preoccupati, se non torni da loro prima del tramonto. Hanno preferito lasciarti dormire – scoppiò in una risata di cuore, che per un momento sembrò confondersi con il fischio gentile del vento – Che gente strana, vraiment!

– Lei non sa quanto – commentò Navi, regalandogli un sorriso e prendendo un altro rapido sorso di zuppa.

La nave attraversò in quel momento uno strato di nubi sfilacciate e per un momento il ponte si popolò di vortici bianchi. A Navi ricordò la spuma marina, anche se l'oceano che circondava Hurrycane non poteva essere più lontano.

Aveva iniziato a girarle la testa appena usciti dalla locanda di Aulkia, poche ore prima. Doveva essere stato il caldo, un calo di pressione improvviso, la stanchezza degli ultimi giorni crollata addosso come una valanga... di preciso non avrebbe saputo spiegarlo, ma quando l'ancora luccicante di Ouioui era piombata dal cielo davanti a loro, conficcandosi nel terreno brullo con un brusco tonfo metallico, lei ci aveva messo qualche attimo di troppo per accorgersi di non stare ancora dormendo.

Si era pizzicata con violenza l'avambraccio, ordinandosi di concentrarsi e premurandosi che gli occhietti attenti di Momo fossero troppo presi dal vascello sospeso tra nuvole sopra di loro, per notare il martoriamento ripetuto della pelle di Navi con cui lei si imponeva la veglia. Nemmeno gli altri erano sembrati accorgersi del modo in cui le palpebre della goliath tremolavano pericolosamente davanti allo sguardo sempre più annebbiato.

I guerrieri restano vigili, aveva ricordato severamente a se stessa. Eppure, quando si era accomodata sulla scialuppa, discesa a terra per sollevarli verso l'ombra ondeggiante stagliata contro il Sole, il calo improvviso di ossigeno della salita aveva fatto crollare sulla sua mente una cappa di pece sempre più fitta.

L'ultima cosa che ricordava era Oke che blaterava con Ouioui di sabbia magica e cioccolato bianco, anche se si augurava con tutta se stessa di essere stata troppo intontita per cogliere con lucidità quegli ultimi frammenti di conversazione.

Si era svegliata su una branda srotolata sul ponte, la testa adagiata goffamente su un mucchio di stracci ammonticchiati. L'istinto aveva lavorato più velocemente dei suoi pensieri, facendole serrare le dita attorno all'impugnatura della propria lancia e drizzare di scatto il corpo in posizione difensiva. Ma quando i suoi occhi si erano decisi a mettere a fuoco il ponte, aveva trovato Ouioui sorridente con un vassoio in mano e il Sole drasticamente più in basso di quanto ricordava.

– Siete un gruppo decisamente più pittoresco dei miei clienti abituali – proseguì Ouioui, tamburellando allegramente la dita sul coperchio della cassa – Eravate conciati male, non immagino quali tempeste abbiate attraversato prima di oggi. Non mi sorprende tu ti sia addormita qui, mon chèri – annuì gentilmente, parlando con quel suo accento ondulante come flutti di mare quieto.

Navi era stata addestrata a non adagiarsi mai, a non abbassare la guardia; e i suoi ultimi viaggi avanti e indietro per tutta Hurrycane, con mezzo esercito reale pronto a piantarle un coltello nella fronte, le avevano insegnato bene a non dare confidenza a nessuno. Infatti era rimasta sorpresa lei stessa, quando si era scoperta a fidarsi ciecamente di questo buffo omino abitante del cielo.

C'era qualcosa di autentico, nel suo sorriso, che le creature della terraferma sembravano aver perso da tempo.

– In effetti siamo dei sopravvissuti – Navi sorseggiò la zuppa e scrollò le spalle – Ribelli. Ognuno di noi ha i suoi motivi per andare avanti, ma ci sono forze contro cui non è male combattere uniti.

Buruma l'avrebbe uccisa, se avesse saputo che rilevava informazioni sensibili a un tizio svitato su una nave volante, ma il capitano dei ribelli in quel momento era troppo lontano per farle del male. E Navi era troppo stanca per mentire.

Oh là là, non mi dire! – esclamò Ouioui, riservandole un'occhiata meravigliata con quei suoi occhi grandi e profondi come otri, ansiosi di essere riempiti.

Navi annuì, accennando un sorriso.

– Se le va, le posso raccontare la nostra storia – strinse ancor più la ciotola tra le mani, abbassando lo sguardo – Non sono brava a raccontare, però manca tanto al tramonto. Gli altri non si preoccuperanno, se sanno che sono qui.

Il mercante si sporse con entusiasmo verso di lei.

– Ne sarei onorato, mon amie.

– Però sono cose che forse non dovrei dire – si affrettò a dire Navi, colta da un improvviso senso di vertigine all'idea di aprirsi così tanto davanti a qualcuno.

Ouioui allargò dolcemente il sorriso.

Belle fille, sono un mercante di merci e parole, ma riconosco bene quando una storia è destinata a rimanere nel cielo. La terra non merita i racconti più puri – inclinò la testa, le dita ancora a picchiettare ritmicamente contro il legno. Sembrava ripercorrere una melodia lontana – Non gettarti nel vuoto, se non te la senti, ma sappi che le nuvole sono ottime guardiane dei segreti. Per quanto vale, non mi hanno mai tradito.

Navi lo guardò e un ricciolo di bianco sgusciò via dal suo cappello per carezzarle la guancia e sparire nel mare di bianco che li circondava. Prese un respiro. Sapeva di libertà, come se da un momento all'altro avrebbe potuto spalancare le ali.

– D'accordo, mi ha convinto – la ragazza posò a terra la ciotola vuota e si raccolse le lunghe gambe al petto – Tutto è iniziato in una stanza con un gremlin, un coniglio e due scimmie...



Cover credits: @ / cossiopea_ su ig

(lo scrivo solo una volta e mai più, perché userò sempre lo stesso banner. In ogni caso trovate il link alla mia pagina ig nella mia bio <3)

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