Sessione 7: Non siamo a cavallo



Mi creda, se avesse iniziato ad evocare i morti sarei stata meno confusa.

Norkof ci ha messo due secondi di troppo per rispondere con un fin troppo entusiasta: "Ma certo, signora! Venga da questa parte!".

Siamo usciti dalla chiesa con l'aria di chi è indeciso se gettarsi in un fiume o scolarsi quello che rimaneva del cioccolato bianco.

Mezularia, con tutta la tranquillità e la regalità del mondo, ci ha chiesto se avevamo intenzione di portarla a destinazione. Anche se noi non avevamo la più pallida idea di cosa lei intendesse. La destinazione che avevamo in mente noi era presumibilmente una cella da interrogatorio, e dubito che lei intendesse quello.

Ad ogni modo abbiamo giocato bene le nostre carte. Magari quella strana megalomane assassina di bambini e pecore non aspettava proprio noi, ma non c'era nulla che ci impedisse di lasciarglielo credere.

Ci ha anche domandato che fine avesse fatto il nostro cavallo, adocchiando il nostro carro al momento abbandonato sul sentiero. Momo, incappucciata e taciturna, si è nascosta ulteriormente dietro Jack. La sua faccia tappezzava mezza Hurrycane, non potevamo confessare di averla con noi.

"Scappato", ha detto Oke, fingendosi mortificato, "Eh, purtroppo è andata così".

"Non era legato?".

"No", ha risposto Oke, "Se fosse rimasto legato al carro e fosse scappato, si sarebbe portato via anche il carro", ha annuito con saggezza, "Meglio un carro senza cavallo che rimanere senza carro e cavallo. Lo diceva sempre mia zia".

"Sì, ma adesso non avete niente che lo tiri.", ha commentato Mezularia.

"Vuole accomodarsi lei, signora?".

Ho fulminato Norkof con un'occhiata assassina.

È finita che Mezularia ha costretto Norkof a tirare il carro, mentre io mi offrivo precipitosamente di fare da cocchiera. Non mi sarei persa l'opportunità di usare la frusta su di lui nemmeno per tutte le monete d'oro del mondo.

Jack, Momo e Oke hanno tirato le tende del carro per impedire a Mezularia di accorgersi che la stavamo conducendo a fare una gita fuori programma.

Lei era decisamente tranquilla. Da quello che mi ha detto Jack, è rimasta per tutto il tempo seduta, ad ali congiunte sotto la tunica, senza dire una parola.

Se una sola volta tutto andasse secondo i piani immagino che mi preoccuperei che gli dei si siano dimenticati di comprare i pop corn per divertirsi con le nostre sciagure.

Infatti non eravamo in viaggio nemmeno da un'ora che un altro carro si è materializzato dietro di noi. E non avevano l'aria amichevole.

Solo dopo abbiamo scoperto di essere inseguiti dagli stessi mercenari che le scimmie avevano incontrato nei vicoli di Hezurrak, ora rinvigoriti e incappucciati.

Hanno iniziato a scagliarci frecce. Jack ha restituito il piacere mitragliandoli con il suo arco, sporgendosi all'inverosimile dal finestrino.

Momo ha scagliato un incantesimo per far inciampare il loro cavallo con dei rampicanti. La bestia, sopravvissuta ma esausta al lato della strada, è stata immediatamente soppiantata da una colossale sagoma incappucciata sbucata a casissimo da dietro le tende del carro, sfidando ogni legge della fisica.

Oke ha lanciato un globo cromatico, mandando a fuoco parte del carro rivale.

In tutto ciò Norkof è stato colpito da una freccia alla spalla, ma, stoico e alimentato a rum, ha continuato a correre.

Fino alla buca, almeno.

Non era molto profonda, ma ci ha fatto andare nel panico come se avessimo appena visto aprirsi le porte dell'inferno tra due alberi.

Io e Oke, sporto verso di me dal finestrino che dava sul sedile del cocchiere, ci siamo messi a discutere sulla velocità a cui andavamo, calcolando l'attrito con il terreno e con l'aria e valutando che non ci saremmo mai fermati in tempo. Stavo provando a simulare con Oke altre ipotesi riguardo alla quantità di moto del carro e agli influssi relativistici quando Jack, spuntato dietro a Oke ha urlato un isterico: "Decidetevi, ci stiamo per schiantare!".

Abbiamo optato per tentare una manovra a U, lanciando una corda verso un albero e piegandoci sul lato per schivare la buca.

Ma la corda si è spezzata.

Oke si è buttato da carro in mezzo alla strada, mentre noi finivamo tragicamente sul fondo brullo della buca.

A questo punto i combattimenti con i mercenari si sono ramificati. Oke si è arrampicato su un albero, gettandosi su uno dei mercenari e piantandogli un coltello in pieno petto.

Momo deve aver tirato il suo ombrello in testa a diverse persone con l'entusiasmo di un gatto iroso.

Norkof, nonostante la freccia piantata nella spalla, ha usato l'altro braccio per tempestare gli assalitori con una pioggia di giavellotti.

Io tenevo a bada l'enorme lizardfolk incappucciato che aveva trainato l'altro carro.

E Jack... non credo l'abbia fatto apposta, ma tirando una freccia verso uno dei nemici l'ha accidentalmente trapassato, uccidendolo sul colpo. Immagino che Buruma dovrà fargli un bonus per la terapia.

Mezularia intanto era svenuta ed era esanime dentro il carro sfasciato. Il che, a pensarci, è un bene. Se fosse stata sveglia ho idea che i morti avrebbe potuto risvegliarli davvero. E non voglio pensare allo scenario di combattere in cinque deficienti contro una Capo Congrega.

Oke si è trasformato in Elsa di Frozen (è una leggenda del mio villaggio, giuro, non ho mica rotto la quarta parete) scagliando un incantesimo di ghiaccio per congelare sul posto un altro degli assalitori e ammazzandolo asfissiato tra spuntoni acuminati.

Insomma, è stato un divertente massacro. Breve ma intenso. Alla fine ne era rimasto solo uno, il lizardfolk con cui stavo combattendo io. Tutti i suoi compagni giacevano placidamente morti in qualche angolo della buca, annientati dalle frecce vaganti o colpiti da incantesimi.

Infine, ci siamo riuniti tutti e cinque attorno all'ultimo superstite.

La pressione verbale e la diplomazia non stavano funzionando molto bene, quindi Norkof ha preso baldanzosamente l'iniziativa.

"Ti stacco le dita, se non mi dici chi siete e cosa stavate facendo", lo ha minacciato la scimmia, puntandogli un giavellotto addosso.

"Non dirò niente!".

E Norkof ha iniziato a staccargli le dita.

Gliene ha staccate due, prima che il poveretto iniziasse a urlare.

Nel dolore, di cui Norkof sembrava gioire in modo sadico, il nostro ostaggio ha confessato di stare cercando la sfera di cristallo di Mezularia. Un oggetto magico talmente potente da permettere di uccidere qualcuno con la sola forza della parola. Mh, avrei un paio di idea su come usarlo.

"Chi ti ha mandato?", ha insistito Norkof, tenendogli un altro dito tra indice e pollice.

"Ho più paura di lui che di voi, non dirò niente!" ha strillato l'individuo.

Abbiamo recuperato la sfera di cristallo incrinata e una Mezularia priva di sensi dal carro, adocchiando però degli scheletri avanzare nel bosco e diretti verso di noi.

Dovevamo scappare, se non volevamo essere braccati dall'esercito reale, circondati da qualche cadavere in più del dovuto da argomentare.

Abbiamo democraticamente deciso che, visto che il lizardfolk non avrebbe detto altro e che non potevamo lasciarci alle spalle testimoni, la cosa più intelligente da fare era mettere fine alle sue sofferenze.

Se Jack non fosse stato in stress post traumatico probabilmente si sarebbe opposto, ma, in mancanza di voci contrarie, Norkof ha tagliato la gola dell'ostaggio senza un lamento.

Mi sono caricata Mezularia svenuta sulla spalla come un sacco di vecchi cavoli e ci siamo arrampicati sugli altissimi alberi che circondavano la strada, nascondendoci tra le fronde per evitare di essere visti dalle sentinelle.

Balzando nel fogliame, ci siamo allontanati.


Siamo giunti a Aulkia a piedi, utilizzando Momo come cavallo per trasportare il peso morto di Mezularia. Tutti i nostri averi erano rimasti nel carro, ma noi eravamo dei barboni molto determinati.

Entrando in paese, abbiamo attirato diversi sguardi ostili e io ho fatto notare che, forse, portarci brutalmente dietro una tizia svenuta non era un ottimo biglietto di ingresso.

Ho proposto di mettere Mezularia dentro un sacco.

"Ma ci entra?", ha chiesto Jack.

"Se non ci entra le stacchiamo le gambe?", ha proposto Norkof.

Ho forzato un po' la mano, ma alla fine ci è entrata.

Abbiamo raggiunto il punto d'incontro descritto da Buruma, una strana casa ritorta poco lontana dal centro, non prima di essere intercettati dallo sceriffo del posto, che ci si è piazzato davanti con fare minatorio, chiedendoci chi fossimo.

Abbiamo farfugliato una scusa a caso del nostro repertorio, dicendo di dover vedere il tale che abitava dentro la casa individuata. L'uomo allora ha scosso tristemente la testa.

"Avanzate pure, ma è un poco scemo".

Ha regalato una mela a Momo cavallo mentre io mi caricavo nuovamente sulle spalle Mezularia. Credo che a quel poveretto sia venuto un infarto quando, in mezzo secondo, una ragazzina con i capelli rossi ha preso il frutto ringraziandolo con uno squittio.



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