14. Merci pour le venin
Quella notte, dopo la cena della vigilia di natale, in cui - a detta di Alex - tutti avevano mangiato come porci, Frank aveva fatto cambio di camera con Alex con molto più entusiasmo della notte precedente. Anzi, era stato lui ad intrufolarsi in camera di Gerard cacciando praticamente via la ragazza, che con aria assonnata - dopo aver brindato un bel pò di volte - si era avviata in camera di Mikey.
«Rieccomi...» disse sbadigliando quando entrò in camera sua, dove Mikey stava sdraiato sul letto con un libro tra le mani. Senza dire nient'altro si avvicinò a lui e poggiò la testa sulla sua spalla.
Era strano, ma era certa di poter sentire il cuore di Mikey scoppiargli nella cassa toracica, come se stesse per uscire fuori. Dopo averlo ascoltato per un pò, alzò gli occhi su di lui, che sentendosi osservato mise giù il libro tenendo le pagine aperte.
«Ti sta per scoppiare il cuore...» gli disse, con le sopraciglia aggrottate. Mikey si sentì in imbarazzo. Era così ogni volta che lei gli girava intorno negli ultimi giorni, ma ora che Alex se ne era accorta si sentiva messo a nudo. Arrossì scrollando le spalle e fece un respiro profondo. Si disse che forse era il momento di dirle la verità. Che poteva succedere? Alex forse c'era arrivata da sola, comunque. Doveva dirle "Si, il mio cuore batte così ogni volta che mi sei accanto!" o qualcosa del genere. Ora o mai più, si disse. Aprì le labbra per pronunciare quella frase, guardandola negli occhi...
«...beh, basta che non ti scoppia stanotte. Non mi va di svegliarmi accanto ad un morto, la mattina di Natale...» commentò lei ridacchiando.
Perfetto. Mikey richiuse le labbra e non disse nulla. Quante volte lo aveva sentito dire che Alex parlava sempre nel momento sbagliato? Quello era un'altro episodio del genere. Sospirò, rimettendosi a leggere. Perfetto. Ora non avrebbe mai avuto il coraggio di confessarle i suoi sentimenti, mai più. Era che, Mikey, in realtà, dubitava comunque di poterci riuscire. Certo, al massimo Alex avrebbe potuto scoppiargli a ridere in faccia, qualcosa del genere, ma a nessuno piaceva sentirsi umiliato. E poi ci aveva riflettuto a lungo, e la conlcusione era che lui non era, né avrebbe mai potuto essere, nemmeno lontanamente, come Frank. E ad Alex piacevano i tipi come Frank, non quelli come lui. Non di certo un'occhialuto ancora vergine a diciotto anni, timido ed in perenne imbarazzo, senza amici, e senza nemmeno il coraggio di dirle cos'è che provava.
Se suo fratello non fosse stato così impegnato a fare l'ossessivo paranoico e geloso, magari avrebbe potuto chiedergli qualche consiglio al riguardo. Almeno lui uno straccio di esperienza amorosa l'aveva vissuta. Invece non poteva parlarne con nessuno, e ancora per un'altro giorno, Alex avrebbe dormito nel suo stesso letto, si sarebbe coricata al suo fianco, lo avrebbe abbracciato durante il sonno, poggiando la testa sul suo petto, e magari gli avrebbe anche stretto la mano, come aveva fatto la notte precedente, mentre dormiva profondamente. Lei si agitava parecchio durante il sonno, e ad un tratto aveva mormorato qualcosa di incomprensibile mentre sognava, ad allungò la mano per intrecciarla a quella di Mikey, ad occhi chiusi.
Mikey sospirò, forse avrebbe dovuto dirgli ciò che provava mentre lei era addormentata. Magari così lei avrebbe sentito, ma non sarebbe stata in grado di rispondere, e lui almeno si sarebbe sentito più libero, più leggero. Ma probabilmente al mattino seguente lei non avrebbe ricordato. La guardò a lungo, mentre lei lentamente scivolava nel sonno, e quando finalmente il suo respiro si era fatto più calmo e il suo viso sembrava più rillassato, le carezzò lievemente la guancia, avvicinando le labbra alla sua fronte. Si, Mikey, ora puoi dirglielo, pensò, deglutendo. «Credo di essermi innamorato di te...» sussurrò. Ora voleva sotterrarsi da qualche parte. Alex aveva ancora gli occhi chiusi ma fece una specie di smorfia col viso, stringendosi ancora più a lui.
«E' Nataleee!». «Svegliateviii!».
Gerard e Frank trottorellavano per casa battendo le mani, col sorriso sulle labbra, strillando a tutti i presenti ancora addormentati - e a tutto il vicinato visto il tono delle loro urla - di svegliarsi. Gerard non vedeva l'ora di vedere le facce degli altri quando avrebbero aperto i regali che gli aveva comprato, e Frank non vedeva l'ora di aprire i suoi regali.
«Regali!!!» esclamò Frank irrompendo in camera di Mikey, e lanciandosi di peso sul letto, schiacciando sia lui che Alex, che imprecò un paio di volte cercando di cacciarlo via a calci, ancora con gli occhi chiusi.
Frank la supplicò di fermarsi e quando lui smise di urlare e lei di tirare calci a tutto spiano si sdraiò tra lei e Mikey facendo forza per dividerli. «Andiamo a scartare i regali?» chiese sorridendo.
«Se ci lasciassi dormire un altro pò, gradirei volentieri...» borbottò Alex sbadigliando, spingendolo via senza successo.
«In effetti...» l'appoggiò Mikey.
Frank li guardò entrambi e fece una smorfia «Cazzo, è Natale e ci sono un mucchio di regali che ci aspettano! Avete tempo per dormire.» sbuffò tirandosi su «E comunque, dormite troppo abbracciati per i miei gusti...» aggiunse dando uno schiaffetto sulla nuca a Mikey e scendendo dal letto. Afferrò il braccio di Alex e la scaraventò giù, facendola sbattere col braccio sul comodino «Ops.» disse quando Alex sollevò lo sguardo verso di lui inferocita. «Perdonami. Comunque se può consolarti il tuo regalo è il più figo di tutti!» disse scappando via.
«Quando si dice ritardo mentale... » sbuffò Alex alzandosi in piedi.
Quando Alex e Mikey entrarono in salotto, tutti erano lì ad aspettarli, circondati da mille pacchi incartati.
«Allora, siete pronti?» chiese Donna Way guardando i ragazzi uno per uno. Frank annuì sorridendo, e si lanciò a raccogliere tutti i pacchi che portavano il suo nome sulla targhetta. Gli altri lo seguirono a ruota.
Mikey ricevette un basso nuovo, un paio di libri ed una maglietta. Gerard i due numeri mancanti alla sua collezione di fumetti, del materiale da disegno, una giacca nuova. Frank delle corde per la chitarra, qualche cd, un cellulare nuovo e un costume da Robin - e ringraziò il cielo che sua madre fosse all'oscuro del fatto che Gerard indossasse i boxer con il logo di Batman stampato sopra.
Alex si guardò intorno delusa. Non c'era alcun pacco per lei. Sarebbe bastato anche un semplice biglietto di auguri, o addirittura un paio di calzini, ma non c'erano nemmeno quelli.
Quando Frank smise di commentare con "wow" ogni pacco che apriva, e notò l'espressione di delusione sul volto di Alex, si alzò e le sorrise.
«Scusa, ma il mio regalo più figo di tutti?» gli domandò lei sollevando un sopraciglio.
«Giusto. Vai a metterti la giacca, dai!» disse Frank entusiasta.
Alex lo guardò sospirando «Non devo andare a comprarmelo da sola, vero?» chiese guardando tutti i presenti che le sorridevano. Donna Way la condusse all'ingresso, seguita da tutti gli altri, e le poggiò sulle spalle il primo cappotto che riuscì ad afferrare dall'appendiabiti accanto alla porta.
«Pronta?» chiesero all'unisono Frank, Gerard e Donna.
Alex annui incerta «Non è che mi avete regalato tipo, un albero o stronzate del genere vero? Cioè, con tutto il rispetto per la natura, un albero non mi serve proprio...» disse.
Frank rise spingendola ad aprire la porta «E smettila di blaterare... un albero...» disse alzando gli occhi al cielo.
Alex annuì ed aprì la porta. L'espressione sul suo volto era qualcosa di irripetibile. Era un sorriso a trentamila denti. Guardò prima il regalo che l'aspettava nel vialetto, con tanto di coccarda enorme sopra, e poi si voltò a guardare i suoi amici, con aria stupita e contenta ed incredula. «E' mia!? Cioè, avete sul serio fatto aggiustare la macchina dei miei? E' mia ora? Ho una macchina!?» chiese d'un fiato guardando un pò tutti.
Frank annuì tirando fuori le chiavi che teneva nella tasca della felpa «Assolutamente si. E' tua ora.» sorrise porgendogliele.
Lei gli buttò le braccia al collo e gli si avvinghiò addosso come un polipo «Porco cazzo! Ho una macchina! Ho una fottutissima macchina!» esclamò tutta contenta. Gerard si schiarì la gola. In fondo l'idea di far aggiustare la macchina dei genitori di Alex era stata sua. «Forse dovevamo chiederti il permesso. Ma tu hai davvero bisogno di una macchina, e comprarne una nuova era troppo costoso... però ora è come nuova, posso assicurartelo!» disse sorridendo.
Alex mollò la presa da Frank e sorrise battendo le mani «Andiamo a fare un giro? Eh? Venite con me?» chiese guardando i suoi amici con i suoi occhioni.
«Ma c'è la neve, è sconsigliato guidare con questo tempo...» commentò Linda.
«Ma ho una cavolo di macchina tutta mia! Cioè, voglio guidarla!» si lagnò Alex.
Frank sorrise «Perfetto, andiamo!».
Linda lo fermò mettendogli una mano sulla spalla «Ma Frankie, è Natale, dovremmo stare tutti insieme in famiglia...» disse.
Alex si schiarì la gola «Ehm... hai ragione. Voi state qui, ci vado da sola a farmi un giro, ok?» disse mentre tutto l'entusiasmo che aveva sparì in meno di mezzo secondo.
«Mamma, sei delicata come un cactus nelle mutande...» sbuffò Frank roteando gli occhi.
«Oh, scusa, non intendevo...» mormorò Linda arrossendo. «Magari fate solo un giretto nel quartiere, ok?».
Alex annuì e corse in macchina. Mikey, Frank e Gerard la seguirono. Gee si sedette davanti, accanto a lei, che nel frattempo stava sistemando gli specchietti e tutto il resto. Accese lo stereo e lo lasciò suonare sulla prima stazione radio che trovò. Poi mise in moto.
«Sai guidare bene, vero?» chiese Gerard allacciandosi la cintura.
Alex rise «Certo che so guidare bene, tranquillo...» rispose.
«Ma fammi il piacere!» commentò Frank ridacchiando, poi guardò Gerard «Dovevi vederla all'esame! Quasi supplicò l'istruttore di darle la patente! Sai, con quei suoi occhioni imploranti!» raccontò divertito.
Durante il giro in macchina Gerard pensò di morire almeno tre o quattro volte. Forse anche cinque. In quella macchina era tutto un'urlare "Frena! - Non correre! - Lo stop! - Le frecce devi metterle! - Ma non conosci la segnaletica!?" da parte di Gerard e Frank. Mikey si asteneva dal commentare. Lui probabilmente guidava anche peggio. Dopo aver girato un paio di volte nel quartiere, quando finalmente tornarono a casa, Gerard si asciugò il sudore dalla fronte e fece un sospiro di sollievo ringraziando il cielo di essere ancora tutto intero.
«Oh, Cristo, dovevamo optare per una bicicletta...» commentò alzando gli occhi al cielo.
Alex fece una smorfia «Ma smettetela, siete delle femminucce, io potrei andare a fare le gare clandestine tipo Fast & Furious!» disse ridendo. Gerard le lanciò un'occhiata seria «Non dirlo nemmeno per scherzo. Già mi sto pentendo di aver proposto di far riparare la macchina dei tuoi, non pensarci nemmeno a gareggiare!» la rimproverò.
«Gee, suppongo che stesse scherzando...» mormorò Mikey ridacchiando.
«Lo spero!» rispose Gerard aprendo la porta di casa Way «Io mi faccio un caffè. Ne volete anche voi?».
Frank annuì, ed Alex lo seguì a ruota. Mikey se ne andò in camera sua. Si chiuse la porta alle spalle e prese qualcosa dal cassetto della sua scrivania. Poi prese il cellulare dalla tasca.
«Allora? Come va la macchina?» chiese Donna porgendo le tazze di caffè bollente a Frank e Gerard. Alex sorrise «Benissimo! Non potevo ricevere nulla di meglio!» esclamò entusiasta.
«Ah, io continuo a pensare che un triciclo sarebbe stato meglio...» ridacchiò Gerard. Lei stava per dargli un calcio da sotto al tavolo quando le squillò il cellulare. Aprì la cartella dei messaggi ed aggrottò le sopracciglia leggendo il nome di Mikey sulla casella degli sms ricevuti.
"Vieni un attimo in camera mia." diceva. Alex rise alzandosi dal suo posto dopo aver finito il suo caffè e lo raggiunse.
«Non potevi semplicemente affacciarti dalla porta e dirmi di venire qui invece di mandarmi un messaggio?» chiese sorridendo entrando in camera di Mikey. Lui fece spallucce «Ho una promozione, sms gratis a vita...» spiegò «E poi devo darti una cosa, non mi andava che vedessero anche gli altri...».
«Ah. Anche io ho un'infinità di sms gratuiti!» sorrise «Comunque, cos'è?» chiese poi cercando di guardare alle spalle di Mikey, dove lui teneva nascoste le mani.
Il ragazzo deglutì e poi tirò fuori da dietro la schiena un piccolo cartoncino plastificato che aveva un foro in un angolo dove c'era infilato uno di quegli anellini per i portachiavi. Senza dire nulla glielo porse.
Alex lo riconobbe subito, e sorrise con un filo di malinconia nello sguardo. Era un disegno che aveva fatto quando aveva cinque anni, c'erano dei fiori e tre - almeno avrebbero dovuto essere - persone, che erano lei e i suoi genitori - tutti e tre con delle teste enormi e le mani con almeno sette dita per uno. Era anche firmato, ricordava di averlo fatto all'asilo, ed oltre ad aver sbagliato a scrivere Alex scrivendolo Axel, la lettera E era composta da un'infinità di stanghette - solo alle elementari aveva imparato a scrivere in modo appropriato.
«Wow. Dove lo hai trovato? E' di un milione di anni fa! Mio padre lo aveva fatto plastificare e lo aveva legato al suo mazzo di chiavi!» esclamò con le lacrime agli occhi, rigirando il disegno tra le mani.
Mikey scrollò le spalle «Quando abbiamo portato la macchina a lavare, lo hanno trovato in un cassettino, ed ho pensato che magari ti avrebbe fatto piacere tenerlo... sai, stavano per buttarlo via...» spiegò contento che ad Alex avesse fatto piacere rivedere quel suo disegno.
«Ti ringrazio tantissimo... è stato un pensiero carino...» mormorò lei sorridendo.
Posso diventare anche io un legame col tuo passato, pensò Mikey sospirando. Alex si avvicinò a lui e gli stampò un bacio sulla guancia «E' davvero la cosa più dolce che un ragazzo abbia mai fatto per me!» disse.
Lui arrossì, fiero di sé.
«A chi state mandando tutti questi messaggi? Tutto questo rumore di tasti mi sta disturbando...» sbuffò Frank rivolto a Mikey ed Alex, alzando il volume della televisione. Erano tutti e quattro chiusi in camera di Gerard intenti a guardare una montagna di vecchi film in videocassetta.
Alex sollevò lo sguardo dal suo cellulare e scrollò le spalle «A Mikey...» disse accennando un sorriso, mentre anche Mikey rispose «Ad Alex.» nello stesso preciso istante.
Gerard li guardò sollevando un sopracciglio «Cioè, siete seduti a tre centimetri di distanza e vi mandate i messaggi?» chiese ridendo.
Alex annuì «A parte il fatto che non siamo a tre centimetri, ma c'è il tuo culone a dividerci...» puntualizzò «E comunque, che te ne importa?».
Frank, che era l'unico seduto a terra, ai piedi del letto, allungò il collo per spiare il display del telefono di Alex «E cos'è che vi state scrivendo, comunque?» domandò curioso.
«Fatti gli affari tuoi.» rispose Alex alzando gli occhi al cielo.
«Voi due avete seri problemi mentali. E poi, ora ho un cellulare nuovo anche io, perché non mandate qualche messaggio anche a me?» chiese come un ragazzino.
«Non preoccuparti, a te ci penso io...» sorrise Gerard facendogli l'occhiolino. Mikey alzò gli occhi al cielo. Ogni tanto suo fratello riusciva a fargli venire la nausea.
Quando la pila di videocassette da vedere fu esaurita, gli adulti in casa Way erano già addormentati da un pezzo, così Frank ed Alex non dovettero nemmeno fingere di andare a dormire in camera del fratello Way sbagliato. Alex aveva sonno, così sbadigliando andò in camera di Mikey e si fiondò sul letto, mentre lui gironzolava intorno in camera di Gerard.
«Mikey, perché non te ne vai a letto?» chiese Gerard dopo un pò.
Suo fratello fece un respiro profondo cercando di accumulare più coraggio possibile «Ok, ascoltatemi, ho bisogno d'aiuto...» annunciò.
Frank e Gerard lo guardarono in attesa che continuasse a parlare, confusi «Certo, che succede?» chiese Gee, sorridendo al suo fratellino. Lui si schiarì la gola cominciando ad arrossire vistosamente, così facendo finta di nulla riprese a gironzolare per la stanza «Credo di essermi innamorato...» mormorò con un filo di voce.
Gerard aggrottò le sopracciglia «Come? Non ho capito nulla...».
Mikey sbuffò arrossendo ulteriormente «Ho detto che credo di essermi innamorato!» ripeté imbarazzato. Dirlo una volta sottovoce era stato complicato, ripeterlo con tono più alto era una tortura. Sopratutto quando Frank scoppiò a ridere «Si? E di chi, scusa?» chiese poi.
Mikey non capiva cosa ci fosse di tanto divertente «Non importa chi è. Importa che l'amore non è come dici tu, Gee...» disse guardando suo fratello «Per me è uno strazio.» ammise.
Gerard sorrise avvicinandosi al suo fratellino, e gli mise un braccio intorno alla spalla per dargli conforto «Glielo hai detto? Scommetto di no. Scommetto che quando glielo dirai sarà tutto più semplice...» gli disse.
«Dici?» chiese Mikey speranzoso. Gerard annuì sicuro di sé. Per lui l'amore era grandioso, era il sentimento più bello del mondo, era il motivo più valido per il quale valesse la pena vivere.
«Vabbè, però dicci anche di chi si tratta. Non puoi mica dirci le cose a metà!» si lamentò Frank.
«Non mi va di dirvelo. A te, poi!» sospirò Mikey, immaginando un'altra risata divertita di Frank. L'altro lo guardò con una smorfia «Come ti pare. Dicci almeno qualcosa di lei. Che ne so, innanzitutto, è una lei? O magari stai sull'altra sponda come tuo fratello? Magari è una cosa genetica, non si sa mai...» disse ridacchiando. Gerard afferrò un cuscino e glielo tirò in pieno viso. «Ok, ok, sto scherzando. Com'è, insomma?» disse Frank.
Mikey sospirò pensandoci un pò su «E'... prima di tutto, è una lei.» precisò con aria decisa «Ed è... non lo so, deve avere qualcosa di speciale che non so bene cosa sia. E' divertente. E schietta. E parla tantissimo, anche quando non dovrebbe. Però è dolce, molto più dolce di quanto possa sembrare. Ed è fragile. Io lo so che è fragile. E poi... ha tanto bisogno di affetto. Per dire... le piace circondarsi di persone che le vogliono bene. E tutti le vogliono bene. Cioè, è impossibile non volerle bene. E poi è una tipa con le palle, insomma. E... Dio, ha la capacità di farmi andare in tilt il cervello. Dico sul serio. Lo fa con tutti, ed io a volte mi chiedo se non abbia qualche strano potere... perché le basta guardarti dritto negli occhi che tu... non lo so, pensi che potresti anche stravolgere il mondo, per renderla felice...» spiegò, con aria sognante.
Gerard annuì, pensando ancora di essere contento che suo fratello provasse finalmente ciò che provava anche lui. Frank invece ci pensò un pò su, poi guardò Mikey accigliato.
«Tu stai parlando di Alex, non è vero? Mi stai dicendo che ti sei innamorato di lei?» chiese distaccato. C'era stato qualcosa, nel modo di parlare di Mikey, che lo aveva infastidito. E nonostante sperasse non se ne fosse accorto nessuno, il suo tono era completamente cambiato ora che si era reso conto che lui si riferiva proprio ad Alex. Non lo sapeva nemmeno lui, il perché, ma la cosa non gli andava bene. Mikey distolse lo sguardo annuendo. Frank si schiarì la gola «Fantastico...» borbottò, stendendosi sul letto «Ok, se il consulto è finito, avrei lievemente voglia di mettermi a dormire...» disse poi, socchiundendo gli occhi.
Gerard invece aveva un sorriso stampato sulle labbra «Wow! E' grandioso! Si! Cioè, tu e Alex stareste proprio bene insieme! Anzi, dovete stare insieme!» esclamò abbracciando suo fratello.
Frank si tirò su alla svelta spalancando gli occhi per lanciare un'occhiataccia a Gerard, che nemmeno lo notò.
«Ma non è vero.» disse lamentoso «Cioè, da quando Mikey è il tipo di ragazzo adatto ad Alex? Cioè, no, non ci siamo proprio...».
Mikey fece una smorfia imbronciata, e Gerard gli lanciò un'occhiataccia «Beh, allora sentiamo un pò, quale sarebbe il tipo ideale di Alex?» lo sfidò.
Frank sollevò un sopracciglio «Allora... deve essere un tipo coraggioso, energetico, spiritoso, uno pieno di entusiasmo, che è pronto a fottersi il mondo intero, per dire...» elencò, mentre lo sguardo di Mikey si faceva più deluso e infastidito «E poi, qualcuno che sa tenerle testa, che sappia davvero starle accanto, in grado di farla ridere anche quando vorrebbe piangere fino alla morte, per dire...» concluse sorridendo soddisfatto.
Gerard e Mikey lo fissarono in silenzio per qualche secondo, poi Mikey alzò gli occhi al cielo «Frank, stai descrivendo te stesso. Ci mancava un "bisessuale e nato il giorno di Halloween" ed ecco il tuo profilo preciso. Vaffanculo.» disse, andandosene sbattendosi la porta alle spalle. Frank guardò Gerard imbarazzato. Il suo ragazzo non sembrava più tanto allegro.
«Dai, tuo fratello sta fuori! Non parlavo mica di me!» disse Frank accennando una risatina, in sua difesa.
L'altro fece una smorfia, accigliato «Si che parlavi di te.» disse freddo «Ascolta bene, Frank, io non sono un idiota, e nemmeno Mikey lo è. E ancora meno lo è Alex. E lo sappiamo tutti che lei è dannatamente innamorata di te. Quindi, te lo dico ora e non intendo ripeterlo: se vuoi andare da lei, se è lei che vuoi, o se è lei che vedi meglio al tuo fianco, fai pure, ma fallo ora. Altrimenti, se tu vuoi continuare a stare con me, e dovessi ripensarci in seguito, sappi che non te lo perdonerò mai.» aggiunse.
Frank rabbrividì: Gerard aveva l'aria più seria che avesse mai osservato. Annuì in silenzio.
Mikey borbottova da solo, nel buio della sua camera, in piena crisi nervosa. Si ripeteva che lui era un idiota, che Frank aveva ragione ma era uno stronzo e che voleva addormentarsi per poi svegliarsi il giorno dopo e scoprire di non provare assolutamente nulla per Alex. Che se la prendesse Frank, proprio come si era preso suo fratello.
Alex, sdraiata al suo fianco, addormentata, si girò verso di lui e ancora con gli occhi chiusi fece una smorfia «Perché stai imprecando?» domandò con voce roca e assonnata.
Mikey sospirò, mordendosi il labbro. Poi la guardò illuminata da quel filo di luce che emanava la luna e filtrava dalla finestra. No, non si sarebbe mai disinnamorato di lei. Alex aveva ragione, non c'era un antidoto, e anche lui, se ci fosse stato, non avrebbe esitato due secondi ad usarlo.
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Mancano 4 capitoli alla fine e vi voglio sempre più bene u.u
XO,
POPst
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