11. Everything happens for a reason

«Ok, questa sarà la tua prima ed ultima festa a sorpresa...» rise Gerard quando finalmente scese al piano di sotto insieme a sua madre, Linda e Frank. Alex alzò gli occhi al cielo. Sperava di non aver combinato un casino troppo grande, avendo deliberatamente urlato a praticamente tutti i loro amici lì presenti che lui e Frank stavano insieme.
«Mi dispiace tantissimo! Cosa vi hanno detto? Che non potete più vedervi? Che non vi vogliono più come figli?» chiese lei dispiaciuta.
«Uhm, no, non proprio.» disse Gerard ridendo, mettendole un braccio intorno alle spalle. «E comunque, dovrei anche ringraziarti, visto che secondo me altrimenti Frank non avrebbe mai avuto le palle di dirlo a sua madre...» sussurrò stringendola a se.
«Si, anche secondo me comunque...» sospirò lei «Ciò non toglie che è comunque un coglione e che non gli rivolgerò la parola per almeno i prossimi quattrocento anni...».

Quando quasi tutti furono andati via, Linda e Donna diedero una mano ad Alex a sistemare alcune cose prima di andarsene. Poi presero le loro cose e si diressero alla porta. Gerard se ne stava seduto sul divano, mezzo addormentato.
«Andiamo, ragazzi?» chiamò i suoi figli Donna. Mikey, che se ne era stato in disparte per la maggior parte del tempo, a rimuginare sul fatto che era l'unico a non avere ancora uno straccio di vita sentimentale, si alzò dalla poltrona e si infilò la giacca.
«Gee? Svegliati, dobbiamo andare...» disse a suo fratello richiamando la sua attenzione con un calcio sulla gamba. Gerard fece una smorfia, tenendo gli occhi chiusi «Andate voi... io dormo qui...» mugugnò nel sonno.
Donna alzò gli occhi al cielo «Non puoi invitarti a dormire qui senza nemmeno chiedere ad Alex se per lei va bene...» lo rimproverò, avvicinandosi a lui per afferrargli un braccio.
«Ad Alex va bene...» sbadigliò. Donna lanciò un'occhiata alla ragazza, che con scrollò le spalle «Tranquilla. E' casa di tutti, questa, ormai...» sospirò.
Frank fece un respiro profondo «Ehm... quindi volendo... potrei restare qui anche io... giusto?» disse evitando di guardare sua madre. Era in evidente imbarazzo. Linda si schiarì la gola «Beh, Fankie, forse se tornassi a casa sarebbe meglio...» disse lei.
«Ma se rimango qui almeno domani mattina posso aiutare Alex a ripulire tutto...» fece lui lagnandosi come un bambino.
«Ah, fai come vuoi, tanto non mi ascolti mai...» disse Linda roteando gli occhi rassegnata.
Mikey sbuffò. Come al solito lui era l'unico che doveva ancora seguire sua madre. Non che avesse di meglio da fare, e comunque non era il tipo che si autoinvitava a dormire a casa degli altri senza troppi problemi. Niente affatto come Frank o suo fratello.
Alex però lo guardò e sorrise «Già che ci sei potresti restare anche tu. Mi ci gioco qualsiasi cosa che sarai l'unico che mi aiuterà a pulire domani...» propose lanciando un'occhiataccia a Frank che cercava di trattenere una risatina.
Mikey arrossì «Ok... posso restare?» chiese guardando sua madre.
«Signore... mi pare ieri che indossavate ancora i pannolini...» rise Donna scuotendo la testa «Fate come volete... ma comportatevi bene...» aggiunse poi, lanciando un'occhiataccia a Frank, che in imbarazzo spostò lo sguardo sullo schermo spento del televisore.
«Ok, grazie ancora per tutto...» le salutò Alex, chiudendo la porta quando se ne furono andate.
Gerard sembrava essere risorto all'improvviso non appena sentì le auto di Linda e Donna allontanarsi dal vialetto. Aprì gli occhi e strinse il braccio di Frank per farlo avvicinare a lui.
«Andiamo di sopra?» gli sussurrò in un orecchio.
Mikey li guardò nauseato, togliendosi la giacca e poggiandola sullo schienale della poltrona. Poi si sedette sul divano quando Frank e Gerard sparirono al piano superiore senza dire niente, eccetto emettere qualche risolino.
Alex si sedette accanto a lui ed accese la televisione. Non c'era niente di decente da guardare ma non aveva nemmeno sonno e tanto meno aveva intenzione di mettere piede al piano superiore. Si mise comoda, poggiando la testa sulla spalla di Mikey, e sospirò «Grazie...» sussurrò.
«Per cosa?» domandò lui confuso, guardandola.
«Per essere uno sfigato come me che finirà vecchio, solo e con un mucchio di gatti in giro per casa...» rise socchiudendo gli occhi.

La settimana successiva era ora di comprare i regali di Natale. Alex, con Frank e sua madre, era stata invitata a passare la vigilia e il giorno di Natale in casa Way. Ormai le due scherzavano molto sul fatto di essere consuocere, facendo quasi nauseare Gerard e Frank. Ormai quando uno andava a casa dell'altro si doveva portare dietro anche sua madre, che almeno passava del tempo con la madre dell'altro, ed era una situazione quasi assurda per loro due. Comunque l'idea di passare tutti insieme le feste di Natale aveva entusiasmato tutti, anche se dormire insieme per due sere con i genitori intorno non era il massimo, a Gerard era piaciuto il fatto che l'idea fosse venuta in mente spontaneamente a sua madre. Fosse stato per lui, avrebbe passato un'altro Natale chiuso in camera a disegnare o cose del genere.
«Che cerchiamo, di preciso?» chiese Mikey guardandosi intorno. Alex lo aveva trascinato con sé a comprare il regalo per Frank, ed erano appena entrati in un negozio di costumi e travestimenti chiamato Fun Ghoul.
Lei era tutta sorridente, mentre cercava tra i vestiti appesi alle grucce «Te l'ho detto, il regalo per Frank...» disse.
«In un negozio di costumi di Halloween?» ridacchiò Mikey. Avrebbe pagato oro per poter entrare nella testa di Alex anche solo per un giorno e scoprire come diavolo le venivano in mente certe idee. Lei sospirò «Si, e...» disse mentre un sorriso le si allargava sul volto, tirando fuori tra i tanti un completo in poliestere rosso e verde «Eccolo!» esclamò soddisfatta.

«Quindi dopo le vacanze di Natale andrai a vivere da lei?».
Gerard scrollò le spalle, guardando il fondo della tazza di caffè che aveva davanti a sé. Era seduto di fronte a sua madre, al tavolo della cucina, e lei sembrava davvero dispiaciuta. Alex gli aveva chiesto di andare a vivere da lei già da un pò, ma le cose erano andate per le lunghe per tutta la serie di eventi che li aveva colpiti nelle ultime settimane, così alla fine avevano deciso che sarebbe andato a stare da lei dopo le vacanze di Natale. Era un modo per poter stare di più con lei visto che gli impegni di entrambi li avevano leggermente separati, ed un ottimo modo per avere l'occasione e la possibilità di invitare Frank a dormire con lui ogni volta che voleva. E poi Alex aveva detto che volendo, quando a Giugno la scuola sarebbe finita e Frank avrebbe preso il diploma, poteva unirsi a loro e vivere tutti e tre insieme felicemente, finché non avessero approvato i matrimoni tra gay, aveva aggiunto.
«Non puoi restare qui con noi?» chiese Donna, sorridendo.
«Non lo faccio perché sto male qui con voi. E' che sono grande ora, e voglio vivere per conto mio...» spiegò.
«E tuo fratello che ne pensa? Sai quanto Mikey sia attaccato a te...» insisté Donna.
Gerard sospirò «Mikey non è più un bambino, mamma. Se ne farà una ragione.» disse.

«Hey, Alex...».
Alex e Mikey si voltarono insieme. Avevano entrambi le mani occupate dalla montagna di pacchi e regali che avevano comprato. Alle loro spalle Devon stava sorridendo imbarazzato mentre si grattava la testa. Come aveva previsto Alex, lui non l'aveva più chiamata dal giorno del suo compleanno, quando Frank l'aveva letteralmente fatto scappare via.
«Ciao...» fece lei imbarazzata cercando di tenere in equilibrio le cose che teneva tra le mani, che erano ghiacciate visto il forte e gelido vento che tirava quel giorno a Belleville.
«Tutto bene?» chiese lui ignorando totalmente Mikey, che lo stava scrutando da testa a piedi.
«Ehm, si, diciamo di si... giusto un pò infreddolita e appesantita...» sorrise facendo un cenno con la testa alle scatole che teneva in mano.
«Oh, giusto. Ti serve una mano?» chiese lui porgendo le mani per alleviarle un pò il peso, ma lei lo fermò «No no, tranquillo...» disse scansandosi «Ora dovrei andare... ah, e grazie per tutte le chiamate e i messaggi, ho dovuto portare a riparare il telefono, me l'hai quasi bruciato...» aggiunse poi, sarcastica, forzando un sorriso. Mikey scoppiò a ridere, ma lei lo fulminò con lo sguardo per dirgli di smetterla.
Devon arrossì facendosi piccolo piccolo dall'imbarazzo «Ehm, si, mi dispiace...» mugugnò «...è che quel tuo amico era davvero fastidioso...».
Mikey sbottò a ridere di nuovo «Non peggio di lei comunque...» gli uscì dalla bocca, e appena se ne rese contò si ammutolì guardando Alex imbarazzato «Oh, scusa... era una battuta, non dicevo sul serio...» sussurrò.
«Si, tranquillo... ora dovremmo proprio andare, è stato un piacere incontrarti...» disse Alex a Devon, voltandosi per andarsene. Mikey lo salutò con un cenno del capo e la seguì a passo svelto. «Quindi quello è il tipo con cui stavi uscendo?» chiese quando fu accanto a lei.
«Ebbene si, hai visto con quanta nonchalance è venuto a salutarmi? Non ci posso credere, non si è fatto sentire nemmeno mezza volta...» borbottò lei camminando a passo svelto.
«Beh, sembrava dispiaciuto però...» mormorò Mikey.
«Si, ma non mi interessa. Voglio solo arrivare a casa e posare tutte queste cose... pesano da morire...» sbuffò lei rischiando di far cadere tutto.

Frank mise in pausa la Playstation per aiutare Alex e Mikey con tutti quei pacchi.
«Che ci fai a casa mia, tu?» domandò Alex quando finalmente si fu liberata di tutto quel peso. Frank sorrise guardando i pacchi con attenzione «Mia madre e Donna stanno facendo le prove per il menu di Natale, e puoi immaginarti che palla siano... comunque, qual'è il regalo per me?» chiese scrutando i pacchi sperando di riuscire a vedere oltre lo strato di carta da regalo che li richiudeva.
«Non fare il bambino. Lo aprirai la mattina di Natale...» lo rimproverò lei, alzando gli occhi al cielo.
«Tanto è una stronzata...» borbottò Mikey mettendosi seduto sul divano. Frank fece una smorfia di delusione e tornò a giocare ai videogiochi di Alex, invitando Mikey a giocare con lui.
«Si, tranquilli, fate come vi pare...» sospirò Alex rassegnata all'idea che sul serio casa sua fosse diventata casa di chiunque, dove tutti andavano quando non volevano stare in casa con i propri genitori e roba del genere. Ormai entravano senza nemmeno chiedere il permesso, si accomodavano, si mettevano a giocare ai suoi videogiochi... sorrise, dirigendosi al piano di sopra. Per lo meno finalmente era tornata a sentire quell'aria di familiarità che le era mancata troppo negli ultimi tempi.
Andò in camera sua e mise su un cd, poi si sdraiò sul letto a finire alcuni compiti di chimica con i quali era ancora indietro. Era l'ultima settimana di scuola prima delle vacanze natalizie e non aveva davvero intenzione di portarsi dietro quei compiti in eterno, sopratutto perché l'idea di vacanza che avevano i professori era molto diversa da quella che aveva lei. I primi immaginavano ogni studente pronto ad aprire i libri anche durante la cena della vigilia per non rimanere indietro, mentre fosse stato per lei li avrebbe bruciati nel caminetto, tutti i libri.
Fu dopo meno di mezz'ora che le squillò il cellulare, all'arrivo di un sms. Alex lo prese distrattamente dalla tasca dei jeans ed aprì il messaggio senza nemmeno leggere chi lo avesse mandato.
"Mi ha fatto piacere incontrarti. Scusa se non ho chiamato. Ci possiamo vedere stasera? Devon."Alex sorrise a sé stessa. Forse qualche chance di non finire da sola ce l'aveva ancora, si disse. Si mise a sedere sul letto e ci pensò qualche minuto, rileggendo quel messaggio. Non aveva intenzione di sembrare disperata, rispondendogli in meno di mezzo secondo, come se non stesse aspettando altro che Devon si facesse sentire. Ma restava il fatto che lui era proprio carino e tutto il tempo che avevano passato insieme nei giorni precedenti al suo compleanno erano stati fantastici. Fece un respiro profondo, ed iniziò a digitare la sua risposta sul cellulare.

«Ok, ragazzi, ho bisogno di un consiglio...» dichiarò Alex gettandosi di peso a sedere sul divano tra Frank e Mikey, che insieme distolsero lo sguardo dalla televisione per volgerglo a lei.
«Puoi aspettare che finiamo questa partita?» chiese Frank con una smorfia, accennando alla Playstation. Alex gli tolse il controller dalle mani sbuffando «No, che cavolo! Piombi qui quando ti pare e fai come se fosse casa tua, quindi per lo meno un consiglio puoi anche concedermelo, no?» disse alzando gli occhi al cielo.
Frank sbuffò annuendo «Ok, però sbrigati, gli sto facendo il culo, che cavolo!» si lamentò.
Alex fece un respiro profondo e un paio di smorfie prima di parlare.
«Allora. Devon mi ha chiamata e mi ha chiesto di uscire...» disse.
Frank rise «Beh, si è ricordato presto...».
«In realtà è che lo abbiamo incontrato tornando a casa...» spiegò lei «Comunque, sul serio, a me piace e con lui ci sto bene...».
«Resta il fatto che non ti ha cercata finché non lo hai incontrato per caso...» disse Frank scrollando le spalle, con lo sguardo puntato sul controller che Alex teneva saldamente tra le mani in attesa che glielo ridasse.
Lei roteò gli occhi «Capirai, Frank, ti pare che posso permettermi di fare la preziosa? Cioè, sono una specie di scarabocchio vivente, direi che Devon è anche troppo per me...» disse accennando una risatina. Mikey si schiarì la gola «N-non sei uno scarabocchio...» mugugnò senza guardarla.
«Mikey, dovresti andare a fare un'altra visita oculistica, forse devi cambiare occhiali...» sospirò lei «Comunque, tornando a Devon, cos'è che devo fare?» chiese di nuovo.
«Lascia stare, Al, se non si è fatto sentire per tutto questo tempo è perché è un coglione. Ti meriti di meglio...» disse Frank allungando una mano verso il controller della Playstation.
«Frank, il meglio che volevo io non mi si incula se non per provare a sé stesso di non essere totalmente gay, sai com'è...» sbuffò lei dandogli uno schiaffo sulla mano e mettendo il controller sul divano, dietro la schiena «E non ti faccio giocare alla Playstation finché non mi dici seriamente cosa devo fare!».
Lui arrossì imbarazzato «Tirerai fuori questa storia fino alla morte, non è vero?» chiese mormorando. Lei annuì «Minimo. Allora? Esco o non esco con Devon?» chiese.
Si sentiva scorretta, in un certo senso, e sopratutto confusa. Lo sapeva che in realtà, in altre circostanze, sarebbe stata la prima a dire a Devon di andare a farsi fottere. Ma a quel punto, quando Devon sembrava essere la sua unica possibilità di avere, anche lontanamente, qualcosa che sembrasse ciò che avevano Frank e Gerard ora che stavano insieme, perché doveva rinunciarci? Lei aveva desiderato Frank con tutta se stessa, ed ora che era palese che lui non la voleva, non poteva semplicemente uscire con qualcun'altro e sperare che col tempo tutte le ferite si cicatrizassero?
«Dovresti avere più stima di te. Non puoi uscire col primo che capita solo perché non ti senti all'altezza di qualcosa di meglio.» sentenziò d'un fiato Mikey, sospirando.
Lei e Frank si voltarono a guardarlo, e a lei spuntò un sorriso sul volto «Si, eh? Ma Devon non è il primo che capita.».
«Ma è un idiota, se non ti ha cercata fino ad oggi! E per cosa? Solo perché Frank è fastidioso? Secondo me sono solo scuse, ok? A lui non importa nulla, però probabilmente vorrebbe portarti a letto quindi ti concede una serata, e mi viene quasi la nausea a pensare a come tu ti stia buttando via.» disse Mikey, ancora senza prendere fiato, diventando rosso in volto man mano che una parola si aggiungeva all'altra.
«Ehm... ok... mi stai facendo sentire davvero squallida...» mugugnò Alex senza guardarlo in volto.
«Non ha tutti i torti comunque...» aggiunse Frank «Quindi, no, non ci uscire, lascia stare. Ed ora lasciami giocare alla Play, ok? Tra poco Gerard viene a prendermi per andare a mangiare qualcosa, quindi fammi finire questa partita.» disse, afferrando il controller.
Alex sbuffò facendo una smorfia, mentre prendeva il cellulare dalla tasca. Aprì la cartella dei messaggi e scrisse a Devon che forse era meglio se non si frequentassero più. Dopo quello che aveva detto Mikey, con l'approvazione di Frank oltretutto, le era passata ogni fantasia. Certo, Frank la faceva facile. Poteva avere chiunque. Gli bastava sorridere, per far cadere qualsiasi persona - e di qualsiasi sesso, a questo punto - ai suoi piedi.

«Mikey, ti diamo un passaggio a casa se vuoi... fa un freddo cane, fuori...» disse Gerard a suo fratello sulla porta di casa di Alex. Lui e Frank sarebbero andati a fare i romantici in qualche posto nascosto della città.
Mikey scrollò le spalle «Ok...» disse. Ma Alex lo fulminò con lo sguardo «Eh no, stasera resti qui con me, che cavolo! Non è che potete fare tutti come vi pare ed io alla fine rimango sempre da sola.» disse offesa.
«Volete venire con noi?» propose Gerard. Frank sollevò un sopraciglio «Ma anche no... non doveva essere una sera per me e te soli?» gli disse sussurrando.
«No, ok, sto qui con Alex...» disse Mikey quasi rassegnato.
«Perfetto. Allora noi andiamo. Ci vediamo domani, ok?» salutò Gerard uscendo al seguito di Frank.
Quando rimasero soli guardarono un pò la tv, poi Alex si alzò dal divano «Mikey, io vado a farmi una doccia al volo. C'è la lasagna al forno, ricordati di controllarla, ok?» disse scappando al piano di sopra. Mikey annuì distrattamente continuando a guardare la televisione.

Il locale che aveva scelto Gerard era un buco decadente ai margini di Belleville, frequentato per lo più da camionisti e prostitute. Però effettivamente si mangiava benissimo, e c'era anche un bel sottofondo musicale suonato da un gruppo che eseguiva cover in versione acustica.
«Dopo le feste di Natale mi aiuti a fare il trasloco?» chiese Gerard masticando la sua insalata.
Frank annuì entusiasta. Era contentissimo del fatto che Gerard avesse deciso di andare a vivere da Alex, perché così avevano tutta la libertà di vedersi quando volevano e fare ciò che volevano senza troppi problemi, a differenza di ora, che avevano sempre le loro madri intorno, da quando avevano scoperto la loro storia.
«E poi quando avrai finito questa cazzo di scuola verrai a stare con noi anche tu, vero?» domandò Gee, guardandolo negli occhi sorridendo.
Frank deglutì. Ok, l'idea era anche divertente. Insomma, vivere tutti insieme e sballarsi ogni sera e tutto il resto gli andava più che bene. Ma Gerard stava prendendo tutto così sul serio che Frank stava iniziando a sentirsi oppresso. Ovvio che gli avrebbe fatto piacere e che avrebbe passato ogni istante al suo fianco, ma andare a vivere insieme, almeno per come aveva interpretato il pensiero di Gerard, forse era troppo per lui. Non voleva ritrovarsi a fare il marito o la moglie, non ancora.
«Che c'è, non ci avrai mica ripensato?» chiese Gerard con aria seria.
«No, no... è che, non lo so, forse è presto per pensare di vivere insieme, non trovi?» disse Frank titubante.
«Se non vuoi vivere con me basta dirlo, Frank.» fece l'altro offeso.
Frank sospirò. Col passare del tempo aveva imparato che da quando stava con Gerard le parole avevano preso tutte un'altro peso. Doveva stare attento a ciò che diceva, perché Gerard ora si era mostrato più fragile e insicuro, come se temesse che da un momento all'altro Frank potesse cambiare idea sulla loro relazione.

Quando Alex uscì dalla doccia ed entrò in camera sua, un lieve odore di bruciato le pizzicò il naso. Un odore che si faceva sempre più forte mentre camminava verso le scale tenendosi l'asciugamano stretto intorno al corpo.
Cominciarono presto a bruciarle gli occhi mentre scendeva gli scalini due per volta, e la lieve cortina di fumo che si era creata diventava sempre più densa quando arrivò in salotto.
«Mikey che cazzo!» sbottò dandogli una botta in testa passandogli accanto per correre in cucina. Si era addormentato sul divano e si svegliò intontito e confuso, guardando Alex sparire dietro la porta della cucina.
«Cos'è tutto questo fumo?» chiese intontito, alzandosi dal divano.
«Ma porca puttana! Hai fatto bruciare tutto!» urlò lei spalancando le finestre dopo aver tirato fuori quel rettangolo carbonizzato che avrebbe dovuto essere la loro cena.
Mikey la raggiunse sventolandosi via il fumo da davanti con le mani «Mi sa che mi sono addormentato...» mormorò.
«Me ne sono accorta... che cavolo, te l'avevo detto che c'era la roba in forno!» lo rimproverò sbuffando «Sei peggio di un bambino...».
«Scusa...» mugugnò lui «Me ne sono dimenticato...» fece spallucce.
Alex sospirò «Fa niente. E' solo che Frank si è mangiato praticamente tutto...» disse aprendo gli sportelli del mobile per cercare qualcos'altro da preparare.
Mikey aprì il frigorifero «Perché hai solo una montagna di birre qui dentro?» chiese con un sopraciglio sollevato guardando tutte le bottiglie e le lattine lì dentro.
«Perché dato che io non posso comprarle, ci pensa Gerard e ogni volta che viene qui ne porta qualcuna, ma siccome non beviamo troppo quando c'è lui, sai...» spiegò, fermandosi lì. Non le piaceva, né a lei né a nessun'altro, parlare del problema di Gee con gli alcolici. Tendevano tutti a bere molto meno quando c'era lui, per correttezza, nonostante nessuno di loro riuscisse ad immaginare quanto fosse dura per Gerard.
«Giusto... potremmo cenare con la birra allora!» esclamò Mikey sorridendo «Tanto Gerard non c'è!».
Alex rise «Siamo a stomaco vuoto, una birra a testa e partiamo, come minimo...» disse «Forse dovremmo andare a mangiare qualcosa fuori...».
«Senza macchina non andiamo lontano...».
«Giusto. Quindi? Ordiniamo qualcosa?» propose Alex prendendo la lista dei ristoranti di Belleville che facevano consegne a domicilio.
«Perfetto. Intanto un paio di queste ce le beviamo, no?» sorrise Mikey tirando fuori due lattine dal frigo. Si sentiva più rillassato quando aveva in circolo nel sangue anche un minimo di alcool, e ultimamente stare intorno ad Alex lo rendeva un pò agitato, così aprì una lattina e bevve un lungo sorso.

Quando arrivò il ragazzo delle pizze, Alex e Mikey erano entrambi lievemente ubriachi. Se non altro, non riuscivano a smetterla di ridere da almeno mezz'ora, per un programma giapponese che avevano visto in televisione in cui un mucchio di concorrenti dovevano fare un altrettanto mucchio di sfide che includevano enormi pozzanghere di fango, tappeti elastici, scivoli e ripide salite. Mangiarono le pizze accompagnandole con altre birre. Mikey diceva che visto che non c'era Gerard potevano strafare quella sera, tanto il giorno dopo non c'era scuola e non avevano alcun impegno con le registrazioni del disco.
«Chissà com'è che non siamo mai stati, sai, troppo amici prima...» disse Alex masticando il suo trancio di pizza alle verdure.
Mikey scrollò le spalle «Forse perché pensate tutti che sono uno stupido e uno sfigato...» mormorò.
«Si, perché io invece sono la persona più stimata di Belleville!» commentò lei ridendo «Comunque sia, so che è una cosa triste, ma sono contenta che tutto quello che sia successo a me, mi abbia, sai, portato dove sono ora...».
Mikey la guardò confuso.
«Intendo, ad avere voi. Non è solo Frank, lui è sempre stato mio amico, ma voi, tu e tuo fratello. Sono davvero contenta che siate entrati a far parte della mia vita.».
«Come fai ad essere così serena? Intendo, sei tanto contenta di aver conosciuto Gerard, ma se non fosse successo forse ora ci staresti tu, con Frank...» mugugnò guardando la sua pizza, Mikey.
«Nah, non credo. Non è che sono serena, è che nonostante io sono il tipo di persona che pensa che le cose che ci accadono sono conseguenze delle nostre azioni, da quando è successo l'incidente, mi sono resa conto che alcune cose invece accadono perché devono accadere...». Mikey la guardava senza capire, così lei continuò a spiegare «E' una teoria contorta, però insomma, vedi quello che è successo: io e Gee non ci conoscevamo affatto, poi lui è entrato per caso nel Cafè, e poi è successo l'incidente alle torri gemelle, ma nonostante tutti siano rimasti toccati da questa storia, io sono stata quella che ha subito la perdita più grande, ok? Ma comunque, Gerard era lì, e se era lì in quel momento, è perché doveva essere lì. Intendo, se il signore del negozio di Belle Arti non avesse dovuto finire di sistemare il negozio, Gerard non sarebbe mai entrato nel Cafè, ed ora non sarebbe felice e contento al fianco di Frank. Quindi, non mi importa se al suo fianco non ci sono io. Se non ci sono io, è perché non devo esserci io, ma qualcun'altro, in questo caso tuo fratello.».
Mikey sospirò, incerto di aver davvero capito cosa intendesse. Si rendeva conto che forse era solo un modo di Alex di incolpare chiunque tranne Gerard di averle portato via Frank, ma non gli piaceva pensarlo, perché ciò significava che lei a Frank teneva anche più di quanto lui potesse immaginare. E quell'idea gli smuoveva lo stomaco.
«Sei ancora, cioè, sei innamorata di lui, nonostante tutto?» domandò sussurrando quasi, senza nemmeno rendersi conto di cosa stesse dicendo finché non vide il sorriso imbarazzato sulle labbra di Alex, seduta di fronte a lui.
Fece un respiro profondo «Se esistesse un antidoto per farmela passare, lo prenderei senza esitare....» rispose lei evitando il suo sguardo. Doveva sembrare davvero patetica. Eppure lo aveva detto lei stessa a Frank, queste cose non funzionano a comando.
«Forse devi solo trovare qualcuno che te lo faccia dimenticare...» commentò Mikey.
«Si, era quello lo scopo della mia storia con Devon, comunque...» ammise lei arrossendo.
«Non intendevo Devon...» mugugnò Mikey masticando, rendendo impossibile ad Alex capire le sue parole.

----------
Ovviamente vi ringrazio per le stelline e tutto l'amore che c'è (?)
XO,
Popst

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top